Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Sospiri_amore    19/09/2017    0 recensioni
❤️SECONDO LIBRO DI UNA TRILOGIA❤️
Ritorneranno Elena, Kate, James, Jo, Adrian, Stephanie, Lucas, Rebecca, (Nik ??).
Ci saranno nuovi intrecci, guai, incomprensioni e amori.
Elena avrà dimenticato James?
Chi vivrà un amore proibito?
Riuscirà il Club di Dibattito a sconfiggere la scuola rivale?
Nik sara sempre un professore del Trinity?
Elena andrà al ballo di fine anno?
IL FINALE di questo libro corrisponde alla fine del liceo, il terzo libro sarà incentrato sulla vita adulta dei personaggi. Più precisamente quattordici anni dopo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

IERI:
Rompere la routine





I giorni si ripetono uguali. 

Mi sento un automa.

Sveglia.

Scuola.

Lezioni.

Ripasso in biblioteca.

Ripasso a casa di James.

Ripasso.

Compiti.

Cena.

Dormire.

Non ho nemmeno il tempo di guardare un film, dipingere o leggere un libro.

Il giorno dopo riparto con le stesse identiche cose.

In tutto questo Kate non c'è oppure compare ogni tanto come fosse un fantasma con al collo la macchina fotografica. Non mi ha detto più nulla sulla storia con Stephanie riesce a controllare le sue emozioni alla perfezione. È come se non fosse mai successo nulla, come se il dolore provato fosse improvvisamente svanito. O almeno è quello che mi vuol far credere. Sfugge, è troppo impegnata con i suoi progetti ed io con i miei per approfondire. Credo che per entrambe sia la cosa migliore concentrarci sul nostro futuro senza rimpiangere il passato.

 

A scuola tutti i ragazzi dell'ultimo anno paiono in preda a crisi isteriche. Febbraio, marzo ed Aprile sono volati, siamo tutti in attesa delle lettere dalle varie università a cui ci siamo iscritti. Tre mesi che mi sono sembrati un incubo, ma che per alcune persone sono risultati una vera e propria tortura. Jo desidera fin da bambino essere ammesso a Yale e per quanto si possa essere impegnato non è assolutamente certo di poterci andare. Lucas e Rebecca sono i più nervosi, ad ogni trasgressione sul programma di studio si trasformano in bestie feroci: non sono ammessi ritardi, scuse o distrazioni di nessun tipo. I fine settimana passati a festeggiare, anche semplicemente mangiando un gelato, sono un ricordo lontano. Adrian e Stephanie seguono il gruppo, non si pronunciano, sono troppo stanchi per opporsi. James pare essere in tensione, molto spesso lo trovo a fissare il vuoto oppure perso nei suoi pensieri. Capita che mi lanci delle occhiate, si ferma a fissarmi con intensità. Anche se crede che non lo stia guardando capisco cosa sta pensando, è come se volesse leggermi nella testa o chissà cos'altro. 

 

Dire che siamo sull'orlo di una crisi di nervi mi pare riduttivo.

Siamo totalmente immersi nelle stesse nostre nevrosi.

 

Se questo non bastasse mi ritrovo a competere per quella stupidissima corona da reginetta di fine anno. Uno strazio. Rebecca riesce sempre ad essere sorridente e cortese durante le varie manifestazioni a cui partecipiamo: la vendita dei biglietti per il ballo, la vendita di biscotti per beneficenza, la preparazione della festa degli ex studenti. Ha sempre un sorriso allo zucchero e una risposta cordiale per tutti. Io invece sono spesso imbronciata, troppo occupata a ripetere a mente date o formule matematiche piuttosto che sbattere le ciglia per ingraziarmi qualcuno.

 

Sono una pessima candidata a reginetta, non ci vuole molto per capirlo.

 

Adrian è un ottimo supporto, essendo rappresentante di istituto ha molta visibilità, questo gioca a mio favore. Ha sempre una buona parola nei miei confronti e mi fa molta pubblicità. Il fatto poi che a James sia di nuovo mio amico ha fatto scatenare per la scuola una marea di pettegolezzi sulla nostra storia. Tutto gioca a mio vantaggio, come le belle foto che mi ha scattato Kate, una serie in bianco e nero molto intima e più vicina al mio modo di essere. In questo modo gli studenti possono conoscermi un po' più per quella che sono veramente. Non che voglia vincere, ma mi diverte competere con Rebecca, anche se so benissimo di non avere la minima chance.

 

«Buongiorno a tutti», Rebecca saluta con la mano i ragazzi che stanno preparando le decorazioni per la festa degli ex studenti. Indossa un tubino color giallo paglierino e scarpe con tacco basso abbinate che la fanno sembrare un grande limone. Con i capelli raccolti sulla testa bloccati da un grande nastro giallo il look è completo.

 

«Che abito sobrio», le dico ironica.

«Oggi dobbiamo andare a portare le torte meringate al limone in diversi edifici pubblici. Il mio vestito è perfettamente in linea con la giornata di oggi. Invece tu, come dire, sei la solita Elena. Ma James non doveva aiutarti a rivedere la tua immagine?».

I miei pantaloni stretti, un cardigan corto e camicia bianca mi sembrano perfetti per una giornata come questa:«Guarda che è stato proprio lui a consigliarmi un abbigliamento più semplice. Sapeva che, come sempre, avresti esagerato», le dico sghignazzando.

«Esagerata io? Quando mai», mi dice schiacciando l'occhio.

Jo si catapulta verso di noi con in mano un rotolo gigante di cartelloni arrotolati:«Dove li devo appendere?», chiede a Rebecca.

«Questi dovevano essere appesi due ore fa nei corridoi e nella mensa. Come mai sono ancora qui?». Rebecca punta il dito minacciosa contro Jo.

«Sono passato dalla biblioteca universitaria. Mi hanno detto che c'è il rettore di Yale in libera uscita... io... io...». Jo ha la faccia rossa per l'imbarazzo.

«Cosa pensavi di fare? Presentarti con una divisa sgualcita e i capelli lunghi davanti al volto? Non puoi andare dal rettore di Yale e dire: Buonasera mi chiamo Jonathan Kurtz e studio al Trinity Institute. Ho la media più alta della scuola. Cosa vuoi che ti risponda?». Rebecca guarda l'amico dall'alto in basso. Nonostante non abbia usato toni cortesi quel che dice mi sembra più che giusto.

Jo ha una strana sfumatura violacea sul viso, è talmente imbarazzato che non sa cosa dire.

«Cerca di capirlo, Becca. Vuole quella lettera a tutti i costi. Chi meglio del rettore potrebbe scrivetegliela?». Lucas spunta da dietro le spalle.

«Dai non sgridarlo, lo aiuto io ad attaccare i cartelloni per la scuola», dice Stephanie. Ha la mano stretta in quella del fidanzato.

 

Non posso fare a meno di storcere la bocca, è più forte di me.

Va bene che ognuno debba fare delle scelte nella propria vita, ma come fa Stephanie a fingere di non aver amato Kate? Si comporta come se non fosse mai successo nulla? Non cerca più quella che era la sua migliore amica fino a pochi mesi fa, non cerca l'unica persona che la rispettasse per come era, con pregi e difetti.

Vorrei intervenire, dire qualcosa, ma ripenso alla mia amica e mi trattengo.

Se Kate non ha fatto scenate non ho nessun diritto di farle io.

 

Ingoio il rospo.

Prendo un respiro profondo.

Faccio finta di nulla, come ho fatto negli ultimi mesi.

 

«Se vuoi ti aiuto anch'io», dico a Jo. Non ho la minima voglia di stare a sistemare le decorazioni per la festa degli ex studenti.

«No, cara. Prima di tutto sei la mia avversaria e non ho intenzione di farti boicottare i miei cartelloni. Secondo, tu ed io dobbiamo andare a portare le torte al limone», mi dice Rebecca prendendomi per mano e trascinandomi con forza verso l'uscita.

La mia faccia disgustata deve essere molto buffa perché scoppiano tutti a ridere.

James si piazza davanti alla porta d'uscita:«Dove hai intenzione di portare la mia protetta?», chiede con fare sospettoso a Rebecca.

«Centro anziani. Ludoteca. Uffici del comune. Ho preso appuntamento mesi fa. Un tizio del Club di fotografia ci seguirà e scatterà foto che poi potremo usare qui a scuola», dice sorridente.

«Mi devo fidare?». James scruta con attenzione l'amica.

«Parola d'onore». La voce di Rebecca è diabolica, il suo sguardo angelico.

 

Ho un po' paura.

 

James mi prende a braccetto e mi parla veloce all'orecchio: «Stai ben attenta a qualsiasi cosa strana ti dica di fare. Occhio a non inciampare o sbattere contro qualche ostacolo che può averti messo. Soprattutto stai attenta al fotografo, potrebbe essere d'accordo con lei. Credo che la tua sfidante abbia in mente qualcosa. Rebecca + torte meringate + te = un disastro assicurato».

«Non credo abbia intenzioni cattive, non troppe almeno. Ha promesso che avrebbe giocato secondo le regole», gli bisbiglio piano.

James mi guarda con le sopracciglia alzate come per farmi intendere di non credere minimamente a quello che ho appena detto.

«Sono troppo ingenua?», gli chiedo sperando che mi dica l'esatto opposto.

«Elena, sei talmente ingenua che potrei farti credere qualsiasi cosa, per esempio che la gallina ha quattro zampe o che i panda si truccano gli occhi. Mettiti dentro quella testolina che si tratta sempre di Rebecca, questo è il suo sogno fin dalle elementari, farebbe di tutto per vincere».

«Dici che devo...», ma non finisco la frase.

 

Una valanga di cartelloni pieni di glitter e con attaccate foto di Rebecca volano per la stanza. Jo sta correndo verso un tavolo dove c'è appoggiato il suo zaino, lo prende poi a passi veloci si dirige verso l'uscita. Praticamente ci sta per investire.

 

«Stop!», urla James bloccando l'amico tra le braccia. 

Jo sembra in preda a una crisi di nervi mentre sventola il cellulare che stringe in pugno:«Rettore. Bar. Caffè. Devo andare. Andare», blatera confuso.

«Che ti prende?». Adrian, Lucas e Stephanie sono subito vicino a noi.

«Dice cose senza senso, come se già normalmente non lo faccia», grugnisce Rebecca.

Tutti gli lanciamo una occhiataccia per zittirla.

«Ok. Ok. La smetto», dice alzando gli occhi al cielo, «Cosa ti è successo?», chiede con finta gentilezza Rebecca a Jo.

«Il rettore di Yale è in un bar in centro. Devo raggiungerlo», ci spiega Jo.

«Ma prima ti ho detto che è una pessima mossa andare a disturbarlo. Poi ti ricordo che c'è un piano in ballo. Ognuno sa quello che deve fare. Ognuno ha un ruolo. Ognuno deve aiutare gli altri. Non puoi andartene e...», Rebecca non finisce la frase.

«Che vadano a farsi friggere tutti i progetti e le cose che ci siamo detti. Immagina se il rettore mi prendesse sotto la sua ala. Non avrei più ostacoli per accedere a Yale. Tu non vorresti? La tua lettera fa schifo tanto quanto quella di Lucas, Adrian, James, Elena e Stephanie. Siete davvero sicuri di non voler andare a cercarlo?», dice Jo duro.

 

Il silenzio cala su tutti noi.

Le parole del nostro amico risuonano nell'aria. Nello sguardo di tutti c'è una scintilla diversa, quella dell'ambizione. L'idea di poter ammaliare il rettore di Yale, farsi conoscere e avere la sua benevolenza è una cosa che eccita le nostre fantasie.

Sarebbe immensamente più facile per me, non dovrei chiedere aiuto a Nik e potrei accedere al college con una sicurezza in più.

 

«Fate, dite e pensate quel che volete. Io vado in centro, gioco tutte le mie carte», dice Jo uscendo dalla porta come una furia.

 

Imbarazzo.

Nessuno sa cosa fare.

 

«Bene. Io ed Elena andiamo a consegnare le torte. Tu Stephanie ti occuperai dei cartelloni con Adrian, mentre Lucas e James finiranno di sistemare le decorazioni in sala. È meglio lasciar perdere Jonathan. Ok?», dice Rebecca con voce squillante e un sorriso smagliante.

«Certo, come no», replica Stephanie con lo stesso tono.

«Ovviamente», dice James con un sorriso abbagliante.

 

C'è qualcosa di strano in tutti loro, ma non riesco a colgiere le loro vere intenzioni.

 

«Andiamo», mi ordina Rebecca. Usciamo dalla sala della festa a passo veloce, faccio fatica a starle dietro. Con piglio deciso Rebecca spalanca il portone del palazzo, scende le scale mentre con il telefonino in mano chiama qualcuno.

«Adesso passa a prenderci il mio autista. Dobbiamo intercettare Jo per capire in quale bar del centro deve andare, non possiamo perderlo», mi dice mentre si toglie dai capelli il nastro giallo limone per poi buttarlo per terra.

«Ma... ma... ma le torte?», chiedo confusa.

«Chi se ne frega delle torte. C'è il rettore di Yale in libera uscita. Vuoi o non vuoi conoscerlo?», mi dice mentre una macchina nera parcheggia davanti a noi.

«Ma se prima hai detto che...».

«Strategia. Dovevo fare in modo che James e gli altri ci raggiungano il più tardi possibile, per quello ho finto con loro. Prima o poi capiranno che non siamo andate a consegnare le torte, se non l'hanno già capito. Anzi ne sono certa». Rebecca sale sulla macchina nera iniziando a sfilarsi il tubino giallo.

Imbarazzata la seguo nella macchina sedendomi vicina a lei.

«Prendi la strada che va per il centro e se vedi un ragazzo con la divisa del Trinity che corre come un pazzo devi accostare, capito?», ordina Rebecca al suo autista.

«Sì signorina», risponde l'uomo.

 

Rebecca si sfila l'abito restando in biancheria intima, poi alza il suo sedile, c'è un vano pieno zeppo di cose. Toglie un rotolo di plastica trasparente in cui è sistemato un abitino nero molto semplice, quasi monacale e un paio di ballerine nere.

 

«Bisogna essere sempre pronti a ogni evenienza. Non si sa mai chi si può incontrare. Un abitino nero come questo risolve molti guai», mi spiega Rebecca mentre mi indica i bottoncini sulla schiena, vuole che li chiuda.

«Non credi che avremmo potuto andare tutti insieme? Del resto anche James, Adrian, Stephanie e Lucas vogliono Yale», dico mentre cerco di infilare i bottoncini nella asole minuscole.

«Tu come reagiresti se fossi il rettore di Yale e un'orda di studenti ti investisse e ognuno di loro iniziasse a parlare contemporaneamente all'altro?», mi dice Rebecca mentre si sistema il trucco.

«Non bene, credo».

«Perfetto. Quindi prima arriveremo e prima riusciremo ad entrare nelle grazie del rettore. Ricorda Elena, questa è una guerra e non ho intenzione di perderla e non guarderò in faccia a nessuno pur di vincerla», dice Rebecca decisa.

 

L'autista schiaccia sull'acceleratore, la strada scorre veloce.

Sto correndo verso il mio futuro in compagnia dell'ultima persona che mai avrei immaginato avere al mio fianco.

Incrocio le dita.

 

...CONTINUA NEL PROSSIMO CAPITOLO...

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Sospiri_amore