Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.38
L’oro leggendario
“No…
non è possibile…” disse Cooler
tremando, mentre Turles si avvicinava con passi cadenzati.
“Chi…chi
sei tu?” balbettò Cooler.
“Credevo
di essermi già presentato” disse
Turles con voce gutturale. “Sono un saiyan venuto
appositamente per
distruggerti”.
***
“N-non
puoi essere John…” balbettò
Freezer.
Sono
l’essere più forte della
galassia…”
si presentò il demone.
***
“…
che, nonostante la rabbia, combatte con
cuore sereno” disse Turles.
<
Non perderò nessuno di quelli a cui
tengo, proteggerò Naly e renderò mio padre
orgoglioso di me > pensò. I suoi
capelli si erano completamente tinti d’oro, come le sue
sopracciglia e le sue
iridi erano divenute verde-acqua.
***
“Preparati
a una dura punizione” disse John,
stringendo un pugno, facendo scricchiolare le ossa.
<
Vendicherò la mia razza > giurò
mentalmente.
“Io
sono il supersaiyan demoniaco” disse.
<
No, non è possibile. Che nuova
diavoleria è mai questa?! > si domandò
Freezer.
***
“Il
prescelto!” ululò Turles.
<
Spiriti inquieti della mia gente,
oggi troveremo pace > pensò.
“Pensi
che basti una trasformazione per
sconfiggermi?!” gridò Cooler. Una serie di
spuntoni ossei fuoriuscirono dal suo
corpo, sulla sua testa crebbe un’impalcatura ossea a forma di
palmo, la sua
bocca fu coperta da una maschera d’oro, striata.
“Ancora
non l’hai capito? Il tuo
tempo è scaduto, libererò l’universo
dalla piaga della tua presenza” disse
gelido Turles.
<
Anche l’aura di John si sta
incrementando esponenzialmente. Che si stia preparando ad eliminare
Freezer?>.
***
Zarbon
osservò Freezer, immobile, con gli
occhi spalancati, intento a fissare il supersaiyan demoniaco dinanzi a
lui.
<
Oh, mylord, quella posa stupita non
ti si addice affatto. La bellezza
ti sta abbandonando > pensò.
“Facciamola
finita” disse gelido John.
Freezer
indietreggiò, il sudore gli
scivolava lungo il viso.
“N-no,
aspetta… parliamone. Se torni al
mio servizio ti darò il doppio della paga, no, aspetta, il
triplo. Ti farò mio
socio e…” balbettò.
“Basta”
disse gelido John.
Freezer
sgranò di più gli occhi, che gli
divennero bianchi.
“Il
mio impero nel mondo dei vivi è caduto
in malora, portando alla catastrofe decine di mondi e mercenari. N-non
puoi
davvero volere che accada di nuovo” esalò.
“Del
tuo impero ti è sempre e solo
interessato il potere” rispose pacato John.
Freezer
gridò, puntò l’indice contro di
lui e sparò un’onda.
John
utilizzò il suo indice per deviarla,
facendola esplodere in una nuvoletta di fumo rossa.
“Ho
detto basta, non mi piace ripetere le
cose” disse secco. Scomparve con la supervelocità
e riapparve dinanzi al
tiranno, gli afferrò la mano e strinse, Freezer
tentò di liberarsi dalla presa
ferrea.
John
iniziò a stringere, Freezer urlò di
dolore, mentre con degli scricchiolii sinistri si spezzavano una a una
le ossa
della sua mano. Freezer cadde in ginocchio, ansimando.
Freezer
trapassò il petto del bambino, questo sgranò
gli occhi e si sporse in avanti, vomitando sangue.
Freezer
fuoriuscì con il corno dal suo corpo e lo
guardò precipitare a terra, si ritrasformò nella
sua ultima forma e gli mise la
zampa sul capo. Le sue dita tozze e candide affondavano nelle sue
ciocche more.
“Zarbon,
vedi di curarlo. È una punizione, non
vogliamo certo perderlo” disse gelido.
Zarbon
guardò John intento a mugolare di dolore, il
sangue gli scivolava dalle labbra.
John
aumentò la stretta.
<
La cicatrice di quella punizione me
la porto tutt’oggi. E tutto questo solo perché mi
ero rifiutato d’inchinarmi
> pensò.
“Tu
credi di essere migliore di me? Sei un
assassino e la tua razza era come te. Hanno ucciso tantissime
persone” farfugliò
Freezer.
“Hanno
pagato per questo” rispose John con
tono atono.
“Grazie
a me!” gridò Freezer. Gli lanciò
una serie di ki-blast contro il volto, John lo lasciò andare
e Freezer
indietreggiò, tremando.
“I-io…
ho ancora un asso nella manica. Il
mio potenziale non è al massimo!” gridò
quest’ultimo.