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Autore: deborahdonato4    21/09/2017    0 recensioni
Serie di racconti basati sui personaggi del Campo Mezzosangue. Solangelo, Frazel, Jasico... e via dicendo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Frank/Hazel, Jason/Piper, Leo/Calipso, Nico/Will, Percy/Annabeth
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Nico era fuori dalla cabina di Efesto a parlare con Leo quando udì la voce di Will. Lo stava chiamando a gran voce, con un misto di entusiasmo e felicità. Un tempo Nico sarebbe sparito nell'ombra nel sentire tutta quella gioia, ma ormai conosceva fin troppo bene il suo ragazzo.

«Cos'è successo?» si incuriosì Leo, lanciando un'occhiata a Will, che con le sue infradito e il camice del dottore correva verso di loro. «Avrà trovato qualche nuovo giochino da proporti? Anche se il gioco del dottore è cosa vecchia»

«Stai zitto, Valdez.» ringhiò Nico, dandogli una gomitata. Il figlio di Efesto si lasciò scappare una risata, ma si massaggiò il fianco indolenzito.

Finalmente, Will si fermò di fronte a loro. Nico notò subito la brillantezza dei suoi occhi, e il sorriso entusiasta sulle labbra rosee e calde. Per un momento, dimenticò tutto: la costruzione di nuovi manichini che stava proponendo a Leo, il figlio di Efesto che se la ghignava al suo fianco, la curiosità per le notizie che Will stava per comunicargli. Fu come se Crono fosse risorto, rallentando il tempo.

Nico si alzò appena sulle punte e baciò a stampo Will. Certe volte non riusciva a trattenersi, soprattutto quando Will lasciava l'infermeria per correre da lui. E soprattutto quando le sue labbra erano così sexy.

Il figlio di Apollo ricambiò il bacio con entusiasmo, portandogli le mani dietro la schiena e sollevandolo. Nico si lasciò andare ad un piccolo strillo sorpreso, e Will lo rilasciò andare, accarezzandogli la stanza.

«Dovreste prendervi una camera. O un'intera cabina.» annuì Leo, giocherellando con le viti e dei cacciaviti presi dalla sua cintura.

Nico e Will lo ignorarono.

«Lo hai saputo?» sorrise Will, e Nico aggrottò la fronte.

«Cosa?» rispose, domandandosi cosa potesse essere.

Will lanciò prima un'occhiata a Leo, che li ascoltava curioso, e poi tornò a guardare il figlio di Ade, prendendogli la mano.

«Mia madre mi ha chiamato per dirmi che hanno appena reso ufficiale la notizia.» Se possibile, il sorriso di Will si fece ancora più ampio e luminoso. «Sono stati approvati i matrimoni omosessuali in tutti gli stati americani!»

Nico aggrottò la fronte. Riusciva a capire l'entusiasmo di Will. Lui, Austin e Kayla non la smettevano di blaterare cose sulla libertà di parola e di matrimonio, e spesso uscivano dal Campo per partecipare alle manifestazioni. Alcune volte anche il loro padre divino si univa all'allegra compagnia. Nico però non li aveva mai accompagnati: oltre al fatto che era il figlio di uno dei Tre Pezzi Grossi, e che quindi avrebbe attirato tutti i mostri possibili su una folla di mortali più o meno pacifici, l'idea di ritrovarsi stretto a migliaia di persone lo faceva rabbrividire. Certo, con Will Solace era riuscito ad aprirsi un po' di più, e lasciava che i compagni del Campo Mezzosangue gli riempivano la parte superiore della schiena di pacche. I figli di Apollo, ormai, lo consideravano uno di loro e lo abbracciavano durante i falò. Anche i Sette della Profezia, quando andavano a trovarlo, non limitavano i gesti carini alle pacche: Jason, Piper e Annabeth lo abbracciavano volentieri, sua sorella Hazel lo baciava sulla guancia; Leo gli dava dei colpetti amichevoli sulla spalla quando credeva che il figlio di Ade stesse per scomparire nell'Ombra (non l'aveva mai dichiarato a gran voce, ma Nico aveva il sospetto che Leo volesse partecipare a quell'esperienza, e che ne fosse un po' geloso); Frank gli batteva il cinque. L'unico che si limitava era Percy, che gli faceva un cenno con la testa o con la mano (Nico, come Annabeth e molti altri, aveva il vago sospetto che a Percy ancora non andasse giù di non essere il tipo di qualcuno).

«Wow!» esclamò Leo, battendo il cinque a Will. «È davvero una notizia super! Bisogna festeggiare!»

«Perché?»

Will e Leo sussultarono e guardarono il figlio di Ade.

«Come, perché?» disse Leo, sperando, per Will, che fosse uno scherzo.

«Sì, perché.» Nico cominciò a giocherellò con l'anello d'argento a forma di teschio che portava al dito. «Cioè... a te cosa cambia, Will? Perché ne sei così felice?»

Will iniziò a giocherellare a sua volta con il braccialetto al polso, mentre le sue guance cominciavano a tingersi di rossore. «Be'... è un grande passo di evoluzione.»

«Un piccolo passo per l'uomo, un grande passo per l'umanità.» annuì Leo.

«Il fatto che abbiano appena capito che ognuno ha il diritto di sposarsi con la persona che ama, indifferentemente dall'orientamento sessuale.» aggiunse Will, ignorando il figlio di Efesto.

Nico aggrottò la fronte. In effetti, era un bel passo avanti. Non erano più gli anni Quaranta. Fu sul punto di dirlo, quando la mente gli si schiarì.

«Per il Tartaro, Solace, no!» Nico alzò la voce tremante, e Will sussultò, sempre più confuso e agitato. «Non so perché sei venuto a dirmelo, ma... no. È... troppo presto.»

«Troppo presto?» ripeté Leo, confuso a sua volta. «Secondo me è molto tardi.»

Will abbassò lo sguardo, le orecchie tinte di rosso quanto le guance. «Non intendevo...» farfugliò. «Ma... magari, un giorno...»

Nico arrossì a sua volta, abbassando lo sguardo sui piedi perfetti del figlio di Apollo. «Forse, un giorno molto lontano...» borbottò a sua volta.

Leo guardò uno e l'altro, curioso, abbassando poi lo sguardo al suolo. Gli anfibi neri di Nico e le infradito di Will erano molto diverse, proprio come loro due. In effetti rispecchiavano proprio i loro caratteri. Will più aperto, mentre Nico chiuso e oscuro.

Ad un tratto, capì il motivo per cui i due erano così imbarazzati.

«Oh!» esclamò, facendo sussultare la giovane coppia, che lo guardarono del tipo "Sei ancora qui?". Puntò il dito prima su uno e poi sull'altro. «Tu gli hai... e lui ti ha... Wow, ma è meraviglioso! Non vedo l'ora di...»

Nico estrasse il Ferro dello Stige velocemente, puntandogli la lama alla gola. Nel mentre, Will aveva afferrato un pugnale che teneva dentro il camice, avvicinandosi di scatto a Leo e premendo la lama poco più sotto di quella nera del fidanzato.

«Stai zitto, Valdez.» ringhiarono i due all'unisono.

«Siete coordinati.» fischiò Leo, ammirato. «Posso essere il vostro testimone?»

Nico lanciò un'occhiata a Will, che capì al volo. Il figlio di Apollo portò il palmo della mano sulla fronte di Leo, toccandolo appena e mormorando delle parole in greco antico.

«Quando avrai finito di impicciarti degli affari degli altri, ti libererò dalla maledizione.» disse Will, ritirando il pugnale.

«Maledizione? Non è meglio la colazione?»

Leo sussultò, portandosi la mano alla bocca e Nico abbassò il ferro. Sorrise brevemente a Will, che sembrava piuttosto soddisfatto. «Sei stato in gamba.» disse.

«Grazie. Anche tu con la spada.» rispose Will, sorridendo a sua volta.

Nico gli prese la mano. «Andiamo in infermeria.»

Will annuì, poi esitò. «Ti va di parlare...?»

«No! E non ripeterlo più, Solace.»

Il figlio di Apollo annuì, ma sorrise per il rossore del figlio di Ade. Era stata una strana proposta di matrimonio, non era andata proprio come si aspettava, ma fu felice che almeno Nico ci stesse pensando. Anche se era probabile che avrebbe sempre estratto la spada nelle future conversazioni.

«Ehi, non lo trovo affatto divertente!» gridò alle loro spalle Leo, portandosi la mano alla gola, forse per provare ad impedire che le parole gli uscissero in rima. «Non voglio passare la giornata a rimare come un perdente!»

Will ridacchiò, e anche Nico rise. Si strinsero nuovamente la mano e, per una manciata di secondi, si guardarono negli occhi, immaginando una vera vita da sposati, magari a Nuova Roma, con Leo che li seguiva facendo una rima dopo l'altra, alcune anche imprecando.

   
 
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