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Autore: ROW99    21/09/2017    2 recensioni
Essere soli è una delle cose più devastanti che possano colpire la vita di una persona, ma spesso la luce è nascosta più vicino di quanto sembri, magari negli occhi di qualcuno di insospettabile!
Dal testo: Non è facile avere amici quando sei troppo intelligente. Sembri sempre troppo alto, troppo lontano per chi vive una vita normale. Minaho non ricorda un periodo della sua vita in cui non sia stato solo. Forse, nei suoi primi ricordi, prima dell’incidente che gli porterà via il padre, vi era una stilla di felicità, ma poi tutto era crollato.
nb: Minaho e Manabe frequentano la Raimon, ma in una sezione diversa dai protagonisti di IE go
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Manabe Jinichirou, Minaho Kazuto
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Oh hold me in your arms tonight
I can be your hero baby
I can kiss away the pain
I will stand by you forever
You can take my breath away
Would you swear that you'll always be mine

La mattina seguente Minaho si svegliò tutto dolorante. Aveva i muscoli indolenziti, il collo irrigidito e gli facevano male le braccia. I postumi dello scontro con Kitama si facevano sentire… se non altro era contento di non avere il viso tumefatto. Non l’avrebbe mai ammesso, ma si sarebbe vergognato tanto a farsi vedere coperto di lividi. Ringraziò il cielo che gli aveva regalato solo qualche graffio.

Fece per alzarsi, ma come inarcó la schiena una fitta di dolore lo fece gemere. -Maledizione! –
Piano piano riuscì a mettersi seduto sul letto. Si fissó le mani. Per loro non si poteva dire quello che aveva detto per il viso… erano coperte di tagli chiusi da cerotti colorati (Made in scorte mediche di Manabe).
L’arancione sospirò e si alzò in piedi con esasperante lentezza. Le ginocchia erano come irrigidite e ad ogni passo il piede gli mandava fitte di dolore.


-Ehm… Min? Perché ho come il sospetto che qualcosa non vada? -Manabe sorrise all’amico mentre friggeva due fette di pancetta per colazione. Minaho era appena entrato trascinandosi fino alla sua sedia.
-Mh… -mugugnó,-mi fa male tutto…
Manabe sospirò. -Così impari a fare a botte! -Disse con voce seria.

Minaho abbasso gli occhi. Il lilla pensò di essere stato troppo duro… il suo amico si sentiva ancora in colpa per aver agito d’impulso facendolo preoccupare. Provó un moto di tenerezza nei confronti dell‘arancione… in fondo era unico. Non aveva esitato un istante a mettersi in pericolo per proteggere il lilla.
-Scusa Min… -Il lilla aveva addolcito la voce. -Non volevo essere duro. Vuoi che chiami il dottore? Intanto sarà meglio che ti prenda un antidolorifico e del ghiaccio per il piede…

-No… no Man, meglio lasciare da parte il dottore… mi… mi vergogno, ecco! – Minaho era arrossito di colpo. Manabe rise.
-E va bene… comunque non devi vergognarti, eroe! Vuol dire che oggi staremo a casa a riposarci… tanto oramai non passa settimana senza una nostra assenza! -I due ragazzi risero. Minaho strinse i denti, il collo gli faceva male se rideva.
-Mh… possibile? -Il lilla sorrideva. Si era messo alle spalle dell’amico e gli stava massaggiando dolcemente il collo. – Da quando ci conosciamo abbiamo accumulato più assenze da scuola che in tutto il resto della nostra carriera… sarà un segno!

Minaho si sentiva pervaso da una strana gioia, come sempre quando era con l’amico. Sospirò di sollievo mentre sentiva i muscoli sciogliersi sotto il tocco di Manabe.
-Abbiamo diritto di prenderci il nostro pezzetto di normalità, no? E poi in effetti hai ragione… non voglio vedere Kitama nemmeno da lontano oggi. Stiamo a casa.
Fu deciso quindi di lasciare perdere la scuola. Sarebbero andati agli allenamenti nel pomeriggio per parlare con il mister Endou, ma la mattina si sarebbero riposati.


-Forza Min… a letto! Ti porto la colazione in camera. Hai bisogno di riposo… -Il lilla si legò il grembiule da cucina dietro alla schiena sorridendo. Minaho provó debolmente a protestare.
-Ma… Ma non sono così…
-Sssst! A letto Min! -Il lilla sorrise sornione. -Dammi cinque minuti e sono da te con la pappa e qualcosa di bello da fare!
Minaho sospirò e se ne tornó allegramente in camera. In fondo era contento di avere le attenzioni di Manabe. Si stese sul letto e rilassó tutti i muscoli.


-Eccellenza! È pronta la colazione! E…. pancetta e uova! Vai di Stati Uniti! -Manabe fece irruzione in camera con un bellissimo vassoio fumante tra le mani. Minaho si  tiró a sedere con l’acquolina in bocca.
-Vieni Man… sai che se parli di cibo mi commuovo! -I ragazzi risero.
Manabe si sedette in fondo al letto e appoggió il vassoio in precario equilibrio sulle coperte. La quantità di cibo era davvero sorprendente. Il lilla si era superato!  La pancetta era gradevolmente dorata e si accompagnava a un bel piattone di uova strapazzate.

Mangiarono chiacchierando allegramente di scuola e calcio, soffermandosi appena sul discorso “rissa”.
-Min… comunque non ti facevo così abile a dar pugni, sai? -Il lilla muoveva l’indice con la bocca piena di pancetta.
-Bhe... Sono contro la violenza,  preferisco il ragionamento e la deduzione… ma diciamo che ho imparato a difendermi presto… potenza dei corsi di autodifesa! -L’arancione si ricordava che era stata una spesa importante… aveva risparmiato mesi per iscriversi a quel corso, due anni prima.

I due ragazzi risero fino alle lacrime quando Minaho raccontò di come fosse caduto rovinosamente alla prima lezione trascinando con sé l’istruttore. Diciamo che ci era voluto un po’ per recuperare pienamente il controllo del suo fisico!
Il ragazzo arancione però, nonostante l’allegria,  non riusciva a togliersi dalla mente una preoccupazione. Doveva sbrigarsi a rimettersi pienamente in piedi… Manabe si stava sforzando troppo e aveva paura che questo potesse avere ripercussioni sulla sua gamba.

-Man… lascia stare il vassoio e i piatti… ci penso io a portarli in cucina dopo… non pensi che dovresti riposare anche tu? La tua gamba…
Il lilla sorrise. -Tranquillo Min… adesso mi siedo un po’ qui con te. Piuttosto… come va il piede? Oggi forse sarebbe il caso che tu non ti allenassi…
-No Man.. no ti preoccupare… va tutto molto meglio oggi! -L’arancione fece l’occhiolino a Manabe.

In realtà non andava affatto bene, ma l’arancione non aveva nessuna intenzione di ammetterlo. Il giorno dopo avevano la semifinale del girone regionale e mai e poi mai ai sarebbe fatto lasciare in panchina. Aveva promesso a sé stesso che avrebbe vinto per Manabe, come buon auspicio per la sua guarigione in tempo per giocare la finale. Non sarebbe stata qualche fitta al piede a fermarlo.

La mattinata passó tranquilla. I muscoli di Minaho andavano molto meglio quando saltò giù dal letto per andare a pranzare con l’ottima pastasciutta di Manabe. (-Come diavolo fa ad essere un cuoco così bravo? -L’arancione sospirò pensando al suo pollo arrosto che riposava nel bidone della cucina dalla cena del giorno precedente.)
I due ragazzi sapevano che avrebbero dovuto spiegare all’allenatore cosa fosse successo il giorno precedente, ma non erano troppo preoccupati. Potevano giustificare tutto, ed Endou sapeva capire quando qualcuno era sincero. Manabe era certo che Minaho non avrebbe ricevuto punizioni.

Fu con questo spirito che si incamminarono verso la fermata del l’autobus che li avrebbe condotti al campo al fiume. Quel giorno la squadra si era data appuntamento direttamente li per una grande partita di allenamento in vista della semifinale, organizzata in collaborazione tra Endou e Tenma, che aveva messo tutto il suo impegno nella divisione della squadra in due compagini equilibrate.

I ragazzi si cambiarono e si disposero in campo. Insieme a Minaho erano Shindou, Kirino, Tenma stesso e Ryoma. In porta giocava Shinsuke. La squadra avversaria contava tutti gli altri ragazzi.
La sfida si preannunciava difficile. Manabe però non capiva perché Endou non li avesse ancora interrogati sui fatti di ieri… era molto strano.

Il lilla trovò risposta alle sue domande quando il mister si sedette alla sia sinistra, in panchina.
-Allora Manabe… dimmi tutto. Quello che è successo ieri ha di sicuro una motivazione. Non può essere altrimenti… vi conosco.

Manabe era sorpreso. Il mister chiedeva a lui… significava che aveva capito che sotto la sua scorza di forza e coraggio Minaho aveva delle fragilità nascoste,  e non voleva metterlo sotto stress. Quell’uomo era speciale.
Il lilla sospirò e iniziò a raccontare senza omettere nulla. Le umiliazioni che aveva subito, la violenza… la rabbia di Minaho. Il mister lo guardava con dolcezza, ma in certi punti del racconto, in corrispondenza dei momenti più umilianti, nei suoi occhi baluginava il fuoco dell’indignazione.
-Sapevo… sapevo che doveva esserci una ragione per tutto questo. Minaho! -L’allenatore chiamò l’arancione in panchina, facendo continuare il gioco agli altri. -Minaho… Manabe mi ha detto tutto.
-Mister… io…
-Minaho, non ti puniró, non avere paura.

L’arancione rimase a bocca aperta. Cosa significava tutto quel discorso? Non... Non voleva punirlo?
-Ascoltami. -Endou continuò, -La violenza è sempre la soluzione sbagliata, sempre! D’ora in poi promettimi che parlerai con Manabe, e soprattutto con me, o con un tuo insegnante prima di fare qualsiasi follia, ok?
-Sì… sí, lo prometto. .. perdonatemi vi prego! -L’arancione abbassò gli occhi e guardò a terra, chinando il capo.
-Tranquillo Minaho. Per questa volta è chiusa qui. Manabe mi ha detto i motivi del fattaccio… ammetto che anche io alla vostra età avrei rischiato di lasciarmi prendere la mano! -Endou fece un sorriso simpatico all’indirizzo di Minaho, che sembrò tranquillizzarsi. -Ora torna in campo… domani abbiamo una partita da vincere!


La partita riprese. Minaho aveva il cuore più leggero e si sentiva felice,  ma forse fu proprio la minor preoccupazione a fargli sentire di più i messaggi che il suo corpo gli mandava. Il piede non sembrava reggere molto bene le sollecitazioni. Ogni azione gli lanciava fitte più forti. Decise di non farci caso.

Manabe aveva notato dalla panchina che qualcosa nei dati di Minaho non tornava…  la sua velocità era calata del ventuno per cento, i riflessi del diciassette… Chiamò Shindou.
-Dimmi Manabe… cosa devo fare?
-Lascia stare le tattiche Shin… È un’altra la cosa che vorrei chiederti. -Il lilla sorrise al castano. -Puoi tenere d’occhio Minaho per favore? Le sue prestazioni sono calate… non vorrei che gli facesse male qualcosa e il suo orgoglio gli impedisce di dircelo, ecco!
Shindou sorrise. Tipico di Minaho nascondere il dolore… da quel punto di vista assomigliava a Tenma!
-Va bene Manabe, ci penso io… lasciami osservare qualche azione e poi ti riferiró le mie conclusioni. -Il castano fece l’occhiolino al lilla.

La partita riprese con più impegno da parte di entrambe le squadre. La semifinale sarebbe stata difficile e  tutti volevano dare il massimo per prepararsi al meglio. Minaho stava mettendo nel gioco un’energia incredibile!

Shindou, che lo osservava, iniziò a notare in effetti qualcosa di strano. L’arancione teneva un piede sollevato e sembrava soffrire molto in certe azioni dove doveva impiegarlo nel dribbling o per fare perno.
Le azioni si susseguivano senza tregua. L’attacco avversario non riusciva a farsi strada verso la porta, ma questo significava un superlavoro per la difesa. Shindou iniziava ad essere sicuro che ci fosse qualcosa che non andava con Minaho. Gli sembrava sempre più sofferente.

-Manabe! Ascolta… -Il castano si accostò alla panchina per riferire a Manabe le sue conclusioni riguardo Minaho… ma proprio in quell’istante Tsurugi riuscì a rubare palla a Tenma, e dribblato Kirino si lanciò verso la porta difesa da Shinsuke. Il ragazzo era atterrito. Sapeva che non era ancora abbastanza forte per parare la sua Stoccata Invertita.
Minaho si trovò come unico ostacolo lungo il percorso del moro, che gli sorrise determinato. Negli ultimi minuti le fitte si erano acutizzate sempre più, ma Minaho ora sapeva di essere L’unica speranza per salvare la porta. Era il momento di provare quello a cui stava lavorando da giorni nei momenti di solitudine… era il momento di mostrare a Manabe la sorpresa che aveva preparato per lui!

-Imitazione istantanea!

Minaho venne avvolto da una sorta di bolla temporale e imitó alla perfezione le mosse del moro, riuscendo ad anticiparlo e a rubare palla!
La squadra era entusiasta.

-Vai Min! Una nuova supertecnica! -Manabe era scattato in piedi, gli brillavano gli occhi.
-Grande!! -Tenma era commosso.
Minaho sorrise arrossendo… aveva funzionato!!
L’arancione guardò Tsurugi che lo fissava soddisfatto, quindi si preparò per avanzare palla al piede verso l’area avversaria.

-Arriv… ARGH!
Minaho aveva sentito un preoccupante scricchiolio a livello del piede e subito dopo una terribile fitta lancinante. Cadde a terra seduto tenendosi la gamba.
-Min! che è successo?? -Manabe corse in campo seguito dall’allenatore e dal resto della  squadra.

-Ecco… - La voce dell’arancione era incrinata dal dolore.  Gli lacrimavano gli occhi anche se si sforzava di sorridere. -Temo… temo di essermi fatto male!
   
 
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