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Autore: Juliaaless    21/09/2017    0 recensioni
What if in cui Percy e Annabeth si scambiano di genere e diventano Arya Jackson, figlia di Poseidone, e Percy Chase, figlio di Atena. Dopo la guerra contro Gea, i capigruppo del Campo Mezzosangue vengono convinti da Chirone a frequentare la Pine Hills High School, un liceo di New York. Ovviamente, tra nuovi incontri ed eventi inaspettati, non passeranno affatto un anno tranquillo.
* La storia si svolge dopo "L'Oracolo Nascosto" ma non tiene conto degli eventi del "La Profezia Oscura." *
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, I sette della Profezia, Nico di Angelo, Talia Grace
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Quindi hai una nuova Cacciatrice adesso?” Arya e Talia camminavano fianco a fianco, quasi passeggiando. Era una giornata calda e avevano atteso il più possibile per uscire di casa quel pomeriggio, con il rischio di fare tardi. Avevano un turno al caffè dove entrambe lavoravano, poco distante da casa Jackson. Adesso però la calma della strada deserta sembrava trattenerle.

Dalla spigliatezza di poche ore prima erano passate ad un imbarazzo che neppure loro sapevano spiegarsi. Erano rimaste in silenzio per diversi minuti dopo una battuta di Talia sulle proprie compagne alla quale non era seguita nessuna risata. Arya aveva dovuto ingoiare tutto il proprio orgoglio per rompere il silenzio. Orgoglio che si presentava senza motivo.

“Si, ha pronunciato ieri sera il giuramento. Sembrava entusiasta.”

Ad Arya della festa erano rimasti solo la testa pesante e uno strano stato di confusione. Quelli e l'imbarazzante immagine di Jack che lancia sguardi divertiti a lei e Percy dal vano della porta mentre la ragazza mora aspetta seduta sul letto. Solo più tardi Arya aveva realizzato che probabilmente non stavano solo limonando. Quella mattina a scuola aveva fatto di tutto per non incontrare il suo sguardo.

“Ad essere sincera non pensavo avresti trovato volontarie così in fretta”

“Che vuoi dire?” Gli occhi di Talia la scrutavano, duri.

“Niente, solo... se ha accettato di unirsi a voi deve conoscere Artemide, e a quanto pare ti è bastato poco per convincerla della sua esistenza senza traumatizzarla.”

La ragazza non rispose. Si limitò a distogliere lo sguardo e ad accelerare il passo.

“No, ti prego, non dirmi che tu e Chirone avete di nuovo cominciato a tenermi all'oscuro delle cose.”

Silenzio. Arya sospirò.

“Beh, grazie per la fiducia.”

Non parlarono più.

Il caffè era piuttosto affollato, come sempre a quell'ora del pomeriggio. Era frequentato soprattutto da ragazzi, che, dopo la scuola, passavano lì i pomeriggi per studiare in gruppo. Arya era persino riuscita a fare amicizia con alcuni di loro, principalmente clienti abituali che avevano attaccato bottone per primi per motivi che la ragazza non era ancora riuscita a comprendere. Già un paio avevano chiesto di uscire ad una delle due ragazze, uno strambo tipo anziano entrava tutti i giorni alla stessa ora, ordinava un corretto e iniziava ad esporre a chiunque gli si trovasse vicino il processo di costruzione di una caldaia, c'erano poi un paio di cheerleader, uno gruppo di giocatori di un qualche tipo di sport che di solito rende le persone popolari al college e tre donne di mezza età che si fermavano a sparlare di gran parte del quartiere prima di andare a prendere i figli a scuola. Quel giorno tre ragazzi della Pine Hills si unirono alla lista. Il più grande dei tre, Ryan, frequentava lo stesso anno di Arya, gli altri due dovevano avere l'età di Piper.

“Ciao! Potremmo avere tre bicchieri di vino, per favore?” A parlare era stato uno dei più giovani. Aveva capelli neri lunghi e lisci che incorniciavano guance rotonde.

“Ciao. Potete avere un bicchiere di vino che però può bere solo il vostro amico maggiorenne. A voi due non posso vendere alcolici.”
“O andiamo, neppure una birra?” Il ragazzo biondo le rivolse un sorriso provocatorio.

“No, mi spiace. Ma se volete posso prepararvi un cocktail e dirvi che è alcolico.”

“Idea carina, ma credo che ci accontenteremo di una Sprite o qualcosa del genere.”

“Ehi, amico, parla per te, io mi prendo la birra.”

I tre ragazzi presero i loro bicchieri e rimasero appoggiati al bancone, sorseggiando.

“Quindi, frequentate la Pine Hills anche voi due, giusto?” iniziò Ryan.

Com'è che d'un tratto avevano tutti voglia di attaccare bottone con gli sconosciuti?

“Già, siamo nuove quest'anno.”

Talia si avvicinò lentamente, sembrava volesse seguire la conversazione senza essere vista.

“Aspettate un attimo, non abbiamo ancora chiesto i vostri nomi, vi prego di scusarci.” intervenne il biondo. Arya aveva la sensazione di essere presa in giro e il fatto che il ragazzo continuasse a sorridere in quel modo inquietante non la tranquillizzava affatto.

“Io sono Arya, lei è Talia.”

“Piacere, io sono Lee,” rispose lui “questo qui è Douglas, e il terzo lo conosci già.”

Ryan fece un cenno con la testa.

“Arya... Arya... sta per Arianna, giusto?” continuò Douglas.

La figlia di Poseidone si irrigidì, scrutandoli con diffidenza. Solo chi sapeva della sua vera identità la chiamava così.

“Già, ma preferisco Arya.”

“Okay, Arya. Alla tua amica va bene Talia o ne preferisce un altro?”

La ragazza lo guardò in cagnesco.

“Preferirei che non mi chiamassi affatto, ma credo di potermi accontentare del mio nome.”

I tre ragazzi scoppiarono in una risata fragorosa. Qualche testa si voltò verso di loro.

Probabilmente stavano per diventare l'argomento del giorno del gruppo di mamme.

“Non ci avete detto cosa ci fate così lontani da scuola, pensavo abitaste nei dormitori.” chiese Arya.

“Volevamo conoscervi, Jack e Richard ci hanno parlato tanto di voi.”

“Siete amici degli Spencer?”

“Esatto, da un sacco di tempo in effetti. Siamo un bel gruppetto, noi e altri ragazzi della scuola. Dovreste unirvi a noi qualche volta, più siamo più ci divertiamo.” Lee non aveva abbandonato il suo sorrisetto inquietante. Arya ci pensò su.

“Si, si, immagino che dovremmo.”

Sentì lo sguardo di Talia che tentava di ucciderla, dietro di lei.

“Beh allora ci vediamo in giro.” Pagarono, lasciarono i loro numeri di telefono e uscirono. La figlia di Zeus non aspettò neppure che la porta si chiudesse per esplodere.

“Cosa ti è saltato in mente?”

“Rilassati, non sei costretta a venire, posso portare qualcun altro.”

“Ma perché?”
“Voglio solo scoprire perché ci assillano tanto. Non sarai mica preoccupata per me?” Arya la guardò divertita.

Talia si limitò a sbuffare e a scuotere la testa.

Quando lasciarono il posto ai ragazzi del turno successivo il sole era ormai tramontato e si era alzato un vento freddo che costringeva le due ragazze a camminare spedite, con le braccia incrociate e il collo nelle spalle. Quella parte del quartiere era piena di cantieri e le strade avevano ampi tratti immersi nell'oscurità. Sally non avrebbe mai lasciato che facessero quel tratto a piedi da sole di notte. Beh, se non fossero state abituate ad uccidere mostri e titani da una vita, s'intende. Stavano costeggiando l'ultimo isolato che le separava da casa quando uno strano rumore attirò la loro attenzione. Sembrava il verso di un qualche animale, ma era troppo profondo per essere quello di un uccello e troppo prolungato per essere quello di un cane. La strada era deserta. Il silenzio era rotto solo da quello strano suono. Le due ragazze si scambiarono uno sguardo. D'un tratto il bronzo celeste scintillò nella penombra della sera. La punta della lancia di Talia e la lama di Vortice brillavano alla luce dei lampioni. Con un rumore metallico le due ragazze dispiegarono i propri scudi. L'aria parve immobile per alcuni secondi, poi un dardo uscì dall'oscurità e sfiorò la tempia di Talia. In un attimo, il mostro fu su di loro. Entrambe rotolarono a terra e gli artigli della manticora sferzarono l'aria. Talia urlò: "Cronomachia!" e si portò al fianco della manticora. Arya capì. Le si parò davanti e l'affrontò a viso aperto. Si muoveva con agilità, velocissimo, tanto che la ragazza non aveva modo di attaccare. Poteva soltanto parare con la spada le sue zampate e proteggersi dai suoi dardi con lo scudo. Per alcuni istanti ci fu una situazione di stallo, poi il mostro si dissolse in una nuvola di polvere. Talia, approfittando della sua distrazione, l'aveva colpito da dietro, affondandogli la lama nel fianco.

"Se non altro sei migliorata dall'ultima volta" commentò dopo aver rinfoderato la lancia.

Risero. Arya estrasse una scatoletta di alluminio dalla tasca e ne tirò fuori un quadratino di ambrosia. Aveva vari graffi sulle braccia e un brutto squarcio su una gamba.

"Sarà meglio portarti da Chirone, o zoppicherai per giorni."

"Speravo che i mostri sarebbero rimasti tranquilli più a lungo."

Talia sospirò.

Arya stava guardando un punto al di là della strada.

"E lui che ci fa qui?" sussurrò.

Talia si voltò e vide la figura di Jack Spencer illuminata dalla luce di un lampione. I suoi occhi verdi, fissi su di loro, brillavano in modo inquietante.

"Forse può vedere attraverso la foschia."

D'un tratto il ragazzo si girò e scomparve nell'omba. La figlia di Poseidone lo insieguì zoppicando.

"Arya che stai facendo? Torna qui, stai sanguinando!"

L'altra la ignorò.

Jack si infilò nel vano di un marciapiede chiuso tra le transenne di un secondo cantiere. La ragazza rischiò più volte di perderlo. La luce dei lampioni era oscurata dai teloni e la gamba ferita le impediva di correre. Lo seguì oltre la strada e dentro un parcheggio al coperto. Aveva provato a chiamarlo e a convincerlo a fermarsi ma era stato inutile. Ora sembrava essersi volatilizzato. Il parcheggio non sembrava troppo spazioso. Aveva posto per sole cinque file di macchine. Forse lo strano ragazzo si era nascosto. Ma perchè? Poteva capitare che gli umani vedessero oltre la foschia e che magari assistessero a qualche combattimento, ma quella non era mai una delle possibili reazioni. Sembrava fosse a conoscenza di qualcosa che a lei sfuggiva. Ripensò al suo sguardo fisso, attento, e rabbrividì. Uscì in strada, guardandosi attorno. Non si sentiva affatto sicura. Talia la stava cercando.

"Sei impazzita? Dove sei stata?"

"E' sparito. Per qualche motivo non voleva che lo raggiungessi."

"Forse la Foschia ci ha fatto sembrare delle aggreditrici. Succede spesso."

"Non so, non sembrava spaventato."

"Come fai a dirlo? Magari non è il tipo che urla e fugge via agitando le braccia. Avanti torniamo a casa, dobbiamo chiedere a Chirone di mandare qualcuno che ti dia un'occhiata. Hai peggiorato la cosa correndo."

Arya sbuffò, ma lasciò che l'amica la sorreggesse mentre camminava. 

  
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