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Autore: Eva92    19/06/2009    4 recensioni
Rebecca e francesco: due ragazzi che si conoscono dalla nascita, da 17 lunghi anni... riusciranno a capire cosa nasconde la loro amicizia tanto profonda? un sentimento sempre esisitito o nato a poco a poco? Tra gelosia, (in)comprensioni, paure e litigi, come si destreggeranno i nostri protgonisti?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sabato mattina mi recai a scuola senza la scorta di Francesco, infatti il suo scooter aveva qualche problema con un pezzo…  Così dovetti svegliarmi prima per arrivare ad un orario decente a scuola.

Camminai svogliatamente, fermandomi di tanto in tanto a pensare che… perché diavolo lo scooter di quello là aveva problemi? Lo possedeva da poco più di una settimana… aveva battuto un nuovo record!

Quando vidi la scuola mi abbandonai nella solita panchina in cui ci sedevamo io, Eli, e le altre rompi della mia classe.

Io ed Elisa ci conoscevamo de circa 5 anni. Viste da qualcuno potevamo sembrare troppo diverse per stringere amicizia, invece eravamo riuscite perfettamente a coltivarla, diventando inseparabili. Sembravamo il giorno e la notte, lei altissima, bionda, con una perenne e bellissima abbronzatura, in pratica il mio contrario…

Dovevo essere arrivata davvero in anticipo se Francesco non era ancora arrivato.

Poco dopo arrivò Elisa, sconvolta come ogni mattina.

-Ehi Eli!- Si girò, vedendomi solo in quel momento.

-Bec… sei già qua?-

-Si, lo scooter di Frà ha problemi…- Annui distratta. Se la mattina aveva quell’aspetto sconvolto era tutta colpa di un certo ragazzo che vedeva alla fermata ogni mattina. In pratica gli sbavava dietro, poverettoooo.

-Oddiooooo.- Mi ridestai subito dai miei pensieri e guardai la faccia sconvolta di Eli.

-Che hai?- Lei indicò l’entrata dalla quale si vedeva una lunga berlina nera., dalla quale uscì con disinvoltura Francesco.

-Ma che hai? Non vorrai far parte anche tu del Francesco Fan-club????-

-Assolutamente no… ma sarò la creatrice del nuovo fan-club per la macchina di suo padre!-

-Oddio è una Mercedes… uff-

-è una Mercedes- mi fece il verso con una smorfia – ma sai che Mercedes è? È una classe E coupè!-

-…- la guardai come se mi avesse recitato romeo e Giulietta in inglese antico.

-Lasciamo perdere, che sta arrivando il tuo amante segreto.- rise da sola di quella stupida battuta.

-Ciao ragazze.- Arrivò con la sua andatura da “lo so che sono troppo figo, non rompetemi la balle” e ci sorrise di buonumore.

-Ciao Frà.- lo salutai alzando la mano a modo degli indiani –aug!-

Si butto affianco a me sulla panchina.

-Scommetto che hai sentito la mia mancanza stamattina…- Si riavviò i capelli con un gesto involontario, guardandomi negli occhi e sorridendomi.

-Certo! Mi sono dovuta alzare 15 minuti prima… stavo proprio sognando la distruzione del mondo quando ha suonato la sveglia…-

-La distruzione del mondo… ma sognare cose normali è troppo scontato?-

-A volte sogno anche te…-

Si illumino di colpo pavoneggiandosi leggermente e prima che aprisse bocca per sparare qualche cavolata lo bloccai.

-L’ultima volta ricordo che Clara ti aveva rubato lo scooter e tu la inseguivi a piedi, corrivi e le urlavi contro…- risi di gusto al ricordo di quello stupido sogno.

-Tu guardi troppa tv… comunque potresti aver indovinato… le cose tra Clara e me vanno da schifo.- Le orecchie di Eli diventarono sicuramente due parabole, era una vera drogata di pettegolezzi.

-Come mai?- fu lei a chiederlo, facendo  una faccia anche dispiaciuta, allora le mimai con le labbra, senza che naturalmente Fra mi vedesse, “FALSA”, e lei mi fece una linguaccia.

-Dice che non le do spazio… o una cosa del genere…-

-Che è ingrassata?- risi da sola per quella meravigliosa battuta.

 

-Allora mettiti…- Eli rovistò nel mio armadio -… Questa!- tirò fuori una gonnellina grigia, che aveva un modello simile e quella scozzese, ma le pieghe erano più larghe.

-Morirò dal freddo tanto è corta!- in realtà non lo era troppo, infatti la presi e la indossai.

Mi passò poi un maglioncino nero e un paio di stivali dello stesso colore.

-Certo che uscire in inverno non offre mica molte possibilità di abbigliamento…-

Mentre lei continuava a blaterare qualcosa sulla volta che era uscita con un certo Mario, io mi mise un leggero filo di trucco.

-Finito?- Annuì poco convinta.

Scesi le scale insieme al lei e presi il cappotto nero, ricordando solo allora che cosa avevo dimenticato.

Salì le scale facendo i gradini tre atre, e aprì nella mia stanza il portagioie in ebano, trovando finalmente quella collana, la osservò distratta.

Era una catenina in oro bianco, ma era il ciondolo a cui era incredibilmente affezionata: era un anellino di giada, che mi era stato regalato da Francesco alcuni anni prima, in occasione del  compleanno. Appena aveva cercato di mettermelo nel dito, ci eravamo accorti, con grande orrore di Francesco che aveva girato una miriade di negozi, che l’anello era troppo piccolo. Subito lui si era messo a sbraitare che il commesso era un idiota e che non pensava che quello fosse per una bambina di tre anni.

Io dal canto mio avevo tolto la catenina che portavo al collo e avevo infilato l’anello verde, sorridendo soddisfatta del risultato.

Misi la catenina velocemente, sistemando il ciondolo al centro.

Quando scesi le scale trovai Eli con il mio cappotto in mano che sorrideva ironica.

-Esci con Luca, ma indossi l’anello di Francesco eh?-

-Non hai capito una mazza!-

-Se se…-

 

Arrivai al cinema leggermente in anticipo, così ordinai una coca al bar, sedendomi nel bancone, in modo da vedere chiunque arrivasse.

Non era nei miei piani arrivare dieci minuti in anticipo, ma non volevo nemmeno arrivare in ritardo, a parer mio non era un bene che una ragazza non arrivasse in ritardo all’appuntamento, i pensieri che il ragazzo avrebbe pensato non sarebbero stati “oddio… la mia bella non arriva…” ma “è caduta nel cesso quella tonta?”, e quest’ultimo pensiero era quello che mi vorticava nel cervello in quel preciso momento.

Quindici minuti e tre coca cole dopo, sbuffai spazientita per il suo ritardo, in fondo avevamo scelto il cinema più vicino a casa sua, non ci doveva impiegare nemmeno 5 minuti a piedi!

Dopo altri dieci minuti un pensiero si affacciò nella mia mente, tanto fastidiosa quanto sincero: mi aveva dato buca… Quel mammalucco mi aveva dato buca.

Buttai la testa sulle braccia mugugnando rabbiosamente.

Dopo un’altra mezzora pagai le bibite e mi incamminai lentamente a casa.

Appena arrivai notai che nel vialetto c’era la mercedes del padre di Francesco, quasi sicuramente in compagnia del figlioletto… che mi avrebbe preso in giro per il mio mancato appuntamento.

-Sono a casa!- sbattei la porta svogliatamente… avrei potuto dire che stavo male… mmh… no quello là sarebbe salito anche in camera a rompere.

Aprì la porta dell’armadio a muro e ci buttai il cappotto a terra, quando poi richiusi l’anta mi ritrovai la faccia di Francesco a pochi centimetri dalla mia.

Sussultai sorpresa di quella vicinanza, e mio malgrado arrossì leggermente.

-Ehi…- sorrise felice, sfoderando i suoi denti perfetti.

Risposi mugugnando.

-Ma guardala… tutta bella in tiro eh? Ti devo chiamare Signora Schioppi?- rise di gusto della mia battuta, tenendosi la pancia.

-Coglione…-

-Ehi era una battuta…Scommetto che prima di prenderti la mano ha aspettato la fine del film!- quello era troppo, cominciarono a bruciarmi gli occhi di umiliazione.

Lui sicuramente se ne accorse, perché mi osservò attentamente notando solo allora la mia espressione.

-Oddio… cosa ha fatto quel coglione?! Giuro che lo distruggo!- prese il telefono e schiacciò alcuni tasti rabbiosamente.

-Aspetta…- cercai di fermarlo, inutilmente perché cominciò a parlare.

- Piero? Si sono Grifoni… si è per quel favore che mi dovevi… dovresti…-

-NON E’ VENUTO!- si bloccò di colpo osservandomi scettico.

-Chiuse il cellulare e si avvicinò ancora di più, asciugando con il dito il mio zigomo bagnato con quelle sue dita delicate.

Quel gesto inconsciamente mi spinse ad abbracciarlo, da qualcuno dovevo pur cercare conforto. Mi strinse protettivo e mi accarezzò il capo provando a calmarmi.

-Mi dispiace… scusa.- si scusò in modo terribilmente serio, quasi si sentisse in colpa per qualcosa.

 

I’m sorry… ho scritto tutto velocemente e non ho voglia, ne il tempo di rileggerlo.

Il prossimo capitolo sarà dal punto di vista di Frà, durante la storia ce ne sarà più di uno, per motivi di utilità.

Ringrazio tutti quelli che leggono, recensiscono e che lo mettono tra i preferiti e i seguiti.

  
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