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Autore: Elgul1    25/09/2017    2 recensioni
Questa storia è un What if di cosa sarebbe potuto accadere, secondo me, se invece di Shouyou, Gintoki avesse avuto come maestro Utsuro diventando il più temibile assassino a disposizione dei Naraku.
Gintoki ha sempre vissuto per servire e aiutare il suo maestro Utsuro che lo ha cresciuto come un figlio. Da anni commette crimini di ogni genere uccide coloro che infangano il buon nome dei Narakue chi rappresenta una minaccia per l'ordine imposto. La sua strada però, durante la sua missione più pericolosa, sarà costellata di numerosi incontri che riusciranno a portarlo verso la dritta via che sembra irragiungibile?
Genere: Azione, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Hijikata respirava a fatica provo ancora a fare qualche esercizio ma niente il suo fisico ancora non riusciva ad eseguire i kata. Si mise a sedere sotto il porticato in pietra esausto. Era uscito dall'ospedale ormai da cinque giorni. Cinque giorni di vera e propria rottura di scatole quel giorno, inoltre, aspettava ancora il risultato della commissione d'inchiesta che, poco lontano, si era riunita. Si sentiva teso come mai era stato in vita sua. Cercò il pacchetto di sigarette nel taschino del kimono come faceva sempre ma poi, si ricordo, troppo tardi dell' ordine tassativo del medico di non fumare. - Sporco bastardo...- Pensò frà sè e sè mentre il nervoso continuava a tormentarlo. 
" Hijikata-san!" Si giro trovandosi davanti il volto di un ragazzo abbastanza basso e dalla corportura media.
 " Che succede Yamazaki?" Domandò Hijikata alzandosi in piedi preoccupato.
" Kondo la vuole vedere è urgente." Rispose lui indicandogli l'ufficio in cui si era riunita la commissione. 
Hijikata deglutì non era mai stato così in ansia nemmeno quando doveva assaltare una base nemica sentiva un tale peso sulle sue spalle, a passi lenti entro dentro l'ufficio.
Di fronte a lui, disposti su una lunga scrivania, si palesarono le figure dei suoi tre forse carnefici: Sulla destra vide Matsudaira Katakuriko, capo della polizia generale un uomo dal fisico massiccio e dai capelli grigi raccolti all'indietro lasciando libera l'ampia fronte, gli occhi nascosti dietro gli occhiali da sole sembravano impenetrabili come sempre, al centro  Sasaki Isaburo lo osservava attento e, nel contempo, spediva messaggi e, sulla sinistra, vide un distrutto Kondo che cercava di non guardarlo in faccia. 
 
" Toshiro Hijikata la commissione qui presente, dopo attente riflessioni e un voto di due a tre emetterà ora il suo verdetto..." Annunciò Matsudaira serio e triste al tempo stesso.               " Toshiro Hijikata vice comandante in capo della Shinsengumi grazie ai tuoi passati meriti nella lotta contro i Joi e altre minacce non sarai espulso dalla forza della Shinsengumi. Ma, per le prossime quattro settimane, sarai sospeso. Potrai soggiornare qui ma non potrai in alcun modo intervenire in indagini di nessun tipo." Annunciò Matsudaira serio.      
  Hijikata tirò un sospiro di sollievo quattro mesi sarebbero passati veloci poteva anche accettare una punizione simile.
" Festeggia quanto vuoi traditore...." Mormorò Sasaki freddamente alzandosi dalla sedia e facendo cenno alla sua scorta di seguirlo.
" Sasaki la questione è chiusa perciò sta zitto!" Urlo Kondo arrabbiato sbattendo le grosse mani sul tavolo.
 Il vecchio lo guardò per qualche istante freddamente e disse:" Bada a come parli sottospecie di scimmione hai salvato il tuo amico per il rotto della cuffia perciò goditi questa misera vittoria sai già che non finirà qui..." Con queste parole colpì Hijikata con una spallata e uscì dalla sala. 
E' un peccato però speravo che proprio ti radiassero almeno potevo prendermi io il tuo posto." Borbottò sbuffando Sougo entrato nella stanza in quel momento.
 " Neanche fra un milione di anni razza di bastardo!" Esclamò Hijikata.
" Su su non litigate ragazzi!" Esclamò Kondo calmatosi e che mise le braccia intorno alle spalle dei suoi due compagni e ridendo aggiunse " Stasera si festeggia e nessuno escluso!"
 
-
 
 " Matsudaira sei sicuro che fosse la scelta migliore?" Domandò Isaburo mentre entravano nell auto di servizio.
" Non ti fidi del mio giudizio dopo tutti questi anni che ci conosciamo? Mi devo sentire offeso." Borbottò lui ridacchiando e accendendosi un grosso sigaro che poi si porto alla bocca.
 L altro sposto lo sguardo su di lui e mormoro:" Sai cosa intendo, tra loro c'era malcontento, l'hai visto anche tu soprattutto dai voti che sono emersi..."  
" Sai perché, alla votazione, ho votato a tuo sfavore?" Domandò lui facendo un tiro col sigaro e facendo uscire una marea di fumo dalla bocca. 
" Forse perché quella sottospecie di scimmione è una sorta di figlio per te? Oppure perché sei sentimentalmente legato a quegli incompetenti?" Replicò lui. 
" Kondo sarà come un figlio, ma un figlio può sbagliare e per questo a volte lo punisco anche facendo finta di sparargli o minacciandolo. Ma quando lo vedo, così determinato, capisco che dice il vero. Era pronto lui stesso a morire per il suo compagno sono come fratelli. Di di loro quello che vuoi potranno essere incompetenti da oggi potrà esserci sfiducia nei loro ranghi ma, se conosco quei ragazzi campagnoli, so per certo che prima o poi troveranno l'equilibrio che hanno perso." Spiego lui con tutta calma.             
 Isaburo sospiro e sorridendo tristemente disse:" Sei sempre il solito sentimentalista tutto questo un giorno ti porterà alla tomba..." 
" Bhe se sono destinato alla tomba tanto vale divertirsi no? Ehi autista portaci al locale stasera voglio festeggiare un po!"



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" Concentrati coraggio!" Le ordino il bianco con tono severo. Si trovavano sul tetto della casa di Hinawa un luogo perfetto secondo l'assassino dove poter usare al massimo la forza della giovane senza far troppi danni.
" Ma sono stanca!" Esclamò esausta Kagura che si era spaparanzata a terra come una balena sulla spiaggia. Gintoki si fece largo in mezzo ai ciotoli che aveva usato per farla allenare e rispose:" Lo so ma se vuoi imparare a dosare la tua forza è l'unica strada... Coraggio un'altra volta e basta prometto che ti compro del sukkombo va bene?" Alla ragazzina si illuminarono gli occhi a quella parola e si rimise subito in piedi. 
" Chissà perché lo faccio gratis mi costi più di cibo che di tempo tu." Disse Gintoki ridendo. La ragazza sollevo una delle pesanti lastre di ferro che gli aveva fatto portare sul tetto la posiziono sopra i due mattoni esattamente come le altre. " Ricorda colpisci in modo tale che il colpo non la spezzi in due, devi riuscire solo a intaccare la superficie..." Spiegò il bianco per la decima volta mentre Kagura si metteva in posizione. " Respira piano lentamente solleva piano il pugno e poi colpisci." Disse infine lui.
La ragazzina fece dei corti sospiri poi sferrò il pugno. La lastra non si ruppe come le altre ma si incrino soltanto.
Gintoki sorrise e le scompiglio i capelli e disse:" Con una forza così, se colpissi un uomo gli faresti solo e soltanto danni superficiali senza ucciderlo, piano piano ti farò dosare la forza in altri modi. Adesso andiamo forza." Gli fece cenno mentre scendevano dal tetto.        
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 " Shinpachi tieni più alta la tua guardia!" Ruggi Takasugi mentre lo colpiva di nuovo al fianco destro spedendolo a terra. Shinpachi si rialzò ogni giorno, ormai, oltre a prenderle da sua sorella, le prendeva pure in segreto dal quercio che doveva ammettere era davvero molto ma molto più forte di quanto credesse. Attacco di nuovo con una stoccata dritta al petto del veterano che però, senza spostarsi di un centimetro, devio il fendente di lato e disse:" Continua..." Shinpachi provo ad attaccare di lato ma, all ultimo istante, cambio direzione mirando alla testa. Takasugi fece un passo all'indietro ed evito l'attacco. " Ottima mossa vedo che stai imparando ma, purtroppo per te..." Carico il colpo col booken e lo prese in pieno sullo sterno. " Ho anni d'esperienza che a te mancano."  Mentre il booken gli cadeva dalle mani tremanti il ragazzo inizio a vomitare sia il pranzo che la colazione della mattina.
 " Dai coraggio il dolore fortifica, stai migliorando anche se hai ancora molta ma molta strada da fare." Disse Takasugi porgendogli un asciugamano.
 " Sei davvero micidiale Takasugi-san ma tra i tre lei è il più forte presumo." Mormorò Shinpachi che si stava asciugando la faccia. 
Il quercio fece no con la testa e rispose:" Non sono il più forte Zura con la spada è letale quanto me anche se lo sconfiggevo sempre quando eravamo piccoli e riguardo al terzo bhe sinceramente non saprei dirlo con sicurezza." Shinpachi sorrise ma l'occhio cadde sull'orologio e allarmato disse:" Ehm sarà il caso che vada oppure farò tardi al mio lavoro part-time grazie di tutto Takasugi-san." Dopo aver fatto l'inchino inizio a correre verso il negozio.

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" Non devi più arrivare in ritardo mi hai capito ragazzo!" Sbraito Hasegawa al giovane che, come un fulmine metteva apposto la roba sugli scaffali. 
" Ma adesso che siete in due a lavorare qua?!" Esclamò Gintoki entrando nel negozio e notando la presenza di un giovane ragazzo dai corti capelli scuri e un paio di spessi occhiali che stava mettendo apposto sugli scaffali delle confezioni di biscotti sotto l'occhio vigile del madao furioso. " Bhe l altro ragazzo, che mi aiutava, se fatto male perciò avevo messo un avviso e questo giovane mi sta dando una mano." Rispose Hasegawa sorridendo che aggiunse indicando Kagura.
" Ma quella li chi è? Per caso ti sei messo a fare il rapitore?"
 " Ma che vai a pensare è una ragazzina per cui mi è stato chiesto di prendermi cura oggi." Rispose lui seccato. 
" Ammettilo che vuoi far colpo sulla madre di quella portando la figlia fuori!" Esclamò ridacchiando Hasegawa.
 " In effetti potrebbe anche che sia per questo vero Gintoki?" Disse all'improvviso Kagura pensandoci un attimo.  
" Tu sta zitto! E non mettergli strane idee in testa!"  Esclamò rivolto a Hasegawa. " E  quanto a te non dire nulla a quell'altra che senno il brutto quarto d'ora me lo becco io." Replico Gintoki col volto completamente rosso mentre i due continuavano a guardarlo divertiti. 
"  Come ti chiami ragazzo?" Chiese Gintoki cercando di distogliere l'attenzione su di lui.            
 " Mi chiamo Shinpachi signore Shinpachi Shimura." Esclamò lui mentre sistemava l'ultima scatola.
Gintoki rimase allibito non poteva essere vero quante diamine di possibilita c'erano di trovare lì il figlio della sua ultima vittima? 
" E' un piacere conoscerti." Rispose Gintoki con un sorriso di circostanza sentiva qualcosa muoversi dentro di sè senso di colpa forse? Mai aveva incontrato i familiari delle sue vittime perché il caso aveva voluto questo?           
" Gin io ho preso possiamo andare." Disse Kagura tornando dalla cassa con oltre dieci sacchetti di sukkombo.
 " Oh si va bene. Ciao Hasegawa alla prossima!" Disse Gintoki con Kagura al suo fianco uscendo dal negozio con mille dubbi che gli ronzavano in testa.
 
Non appena furono lontani tirò un sospiro di sollievo e accelerò il passo.
" Senti Gin è vero che tu hai affrontato uno yato molto potente quando sei arrivato a Yoshiwara?" Domandò la ragazzina mettendosi accanto a lui aumentando l'andatura e interrompendo così i suoi pensieri. " Si è vero, si chiamava Hosen se non ricordo male..." Rispose lui vago cercando di dimenticare quel combattimento.
" E tu sei riuscito a batterlo?" Domandò sorpresa Kagura.                            
  Gintoki fece no con la testa e replicò:" In città tutti dicono che sia stato solo per merito mio la sua sconfitta ma non è così..." Si alzò la manica del kimono e mostrò una lunga cicatrice. " Quel mostro era più forte, più veloce e resistente di me anche se l'avevo colto di sorpresa riuscì comunque a spezzarmi quasi il braccio destro. Combattemò per quasi l'intera città fu in quella fragiante che incontrai Tsuky e le altre e insieme riuscimo a sconfiggerlo." Concluse lui serio.
 " Quel Hosen era molto conosciuto. Sul nostro pianeta era in assoluto tra gli yato più forti una volta ha affrontato anche mio padre anche se è finito in pareggio..." Disse Kagura.
 " Bhe dovresti esserne fiera credo che pochi sarebbero capaci di tanto." Disse Gintoki piuttosto colpito pensare che un altro lo aveva affrontato alla pari mentre lui era stato aiutato lo metteva a disagio, si riteneva forte molto al di sopra della norma tutto questo lo faceva sentire miserabile debole rispetto a quei mostri. 
" Però Gin ti devo avvisare di una cosa..." Disse lei interrompendo i suoi pensieri.
" Cioè di cosa?" Domandò lui curioso. 
" Se mai dovessi incontrare uno yato il cui nome corrisponde a Kamui non affrontarlo mai... Te ne prego Gin." Bisbiglio Kagura a bassa voce con un tono triste. 
" Per caso è tuo fratello?" Intui lui. 
Lei annui e rispose:" Quando ero piccola lui tentò di uccidere nostro padre, gli stacco un braccio per capire chi tra loro era più forte io fermai mio padre prima che lo uccidesse e da quel giorno non l'ho più visto..." Vide delle lacrime solcare il suo viso e aggiunse " Gin lui è ossessionato dalla forza dal diventare il numero uno ti prego se mai dovessi incontrarlo non affrontarlo te ne prego." Gintoki rimase sorpreso dalla reazione della ragazzina sembrava sempre così energica e piena di vita eppure portava un tale peso sulle sue spalle. " D'accordo va bene ti prometto che se mai lo avrò di fronte a me io non lo combatterò hai la mia parola Kagura." Disse lui cercando di confortarla. Un gracidare di un corvo lo fece voltare e lo vide. Poco lontano appollaito su un lampione e lo guardava. A un certo punto prese il volo diretto verso casa sua. " Perdonami Kagura ma ora devo proprio andare ci vediamo casomai domani salutami le altre!" Esclamò Gintoki correndo verso casa lasciando confusa la giovane.

- Quando arrivò  il corvo ormai se ne stava appollaito fuori dalla finestra e continuava a bussare per entrare in modo incessante, non appena aprì l'enorme finestra il corvo volo sul suo trespolo. Con delicatezza prese la piccola zampa del animale su cui si trovava il solito foglietto. Quando nè lesse il contenuto strabuzzo gli occhi. " Starà scherzando spero..." Disse ad alta voce.                
" No invece il messaggio non scherza affatto!" Esclamò allegra una voce femminile che conosceva bene, fece per voltarsi ma la donna all'ingresso gli corse incontro e lo scaravento a terra.
" Ureka quante volte t'ho detto che non puoi saltare addosso così alle persone..." Borbotto seccato un uomo molto alto, dal fisico grassoccio  che sbuco dal soggiorno come se nulla fosse.
" Dai Shin è da oltre cinque anni che non vediamo Gintoki potrò salutarlo come voglio no!" Disse la giovane donna dai capelli verdi alzandosi in piedi e sistemandosi la lunga veste che ne risaltava il fisico prorompente.
" Mi spiegate cosa ci fate qua voi due?" Chiese Gintoki che si rialzò in piedi pulendosi i vestiti. 
" Hai appena letto il messaggio sai perché siamo qua..." Rispose con tranquillita l uomo che si tolse il cappello e mostrò una lunga chioma castana che gli arrivava al collo e una folta barba scura.
 " Si ma perché dovete venire ad abitare a casa mia!" Esclamò Gintoki piuttosto contrariato della faccenda.
 " Oboro ha pensato che fosse utile per due motivi in primis ti avremmo tenuto d'occhio e secondo non conosciamo la città perciò ci serve un punto base stabile..." Spiegò con calma Ureka mettendosi a sedere sul divano.          
   " Quel dannato bastardo..." Sussurro con un filo di voce Gintoki che aggiunse a tono più alto " E dove sono gli altri? Avevo capito che avrebbe dato la missione a tutti e dodici." Shin, che stava mettendo in ordine le sue cose, rispose:" No la missione è stata affibiata al numero undici e il numero otto..."
 Gintoki rimase piuttosto confuso e disse: " Shin ma tu eri il numero tre lo ricordo molto bene."
 " Storia vecchia il nonnetto è stato rimpiazzato da uno più giovane e anche molto più carino devo dire." Disse Ureka beccandosi uno scapelloto dal vecchio. 
" Accompagnami a fare la spesa Gintoki ti spiego strada facendo e tu vedi di non fare casini stai qua e restaci!" Ordino il vecchio alla giovane che si strinse le braccia al petto sbuffando mentre i due uscivano. 
" Allora mi vuoi spiegare cosa cavolo è successo alla gerarchia?" Domando Gintoki scendendo le scale.
 " Ci sono stati grossi cambiamenti al vertice dei dodici..." Mormorò il vecchio rabbuiandosi. " Come di certo ricordi c'e solo un modo per entrare nei dodici ovvero quello di dimostrarsi degni compiendo missioni oppure uccidendo coloro che possiedono il corrispettivo numero." Gintoki annui anche lui aveva dovuto fare una cosa simile per diventare il corvo aveva dovuto compiere decine di missioni e poi aveva affrontato il precedente proprietario che aveva sconfitto. 
" E quindi hai perso? Mi stupisco della cosa tu che eri in cima alla graduatoria." Disse lui piuttosto sorpreso. 
" Al momento dal primo al quinto posto  sono tutti nuovi, gli ex proprietari sono stati eliminati oppure sostituiti. Per mia fortuna il nuovo proprietario è stato così gentile da non accopparmi e io così ho ucciso il numero otto." Concluse lui in breve mettendo in un secchio un soldo per un mendicante.  
" Che diamine sta succedendo all'organizzazione me lo puoi spiegare?" Domandò Gintoki.
 Lui fece spallucce e rispose:" Sono tutti in agitazione da quando non sei riuscito a ottenere quel documento, stanno setacciando l'intero Giappone per trovarlo. Alcuni si sono recati pure in Cina pensa te. A Oboro è proprio partito il cervello..." Disse lui dicendo però l'ultima cosa sottovoce. Gintoki si rabbuio quella dannata pergamena che aveva di così tanto speciale? Questo si domandava quando aveva aperto il falso non aveva controllato cosa ci fosse dentro. 
" Non ti angustiare Gin. Pure ai migliori capita di sbagliare lo sai bene." Mormorò Shin mettendogli un braccio sulla spalla destra.
 " Lo so però questo errore mi pesa quel pezzente mi ha trattato a pesci in faccia e adesso devo essere il suo cagnolino del cazzo..."  Disse Gin piuttosto seccato della faccenda.
 " Dai retta a un uomo che ha vissuto molto lascia perdere Oboro quello è matto da legare molto più di quanto si creda. Mi spiace per il disagio che ti stiamo dando a casa però vedrai non ci farai nemmeno casa alla nostra presenza forse a quella di Ureka si però cercherò di controllarla come meglio posso." Spiegò il vecchio con un gran sorriso sulle labbra. Gintoki apprezzava Shin tra tutti i dodici era in assoluto il più umano e il più sensato anche se era spietato come pochi con lui ci poteva ragionare. " Grazie del consiglio adesso andiamo a fare la spesa ho paura a lasciare quella pazza dinamitarda sola a casa mia." Shin si mise a ridere ed entrarono nel supermercato. 
 
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Quella sera l'intera truppa della Shinsengumi era radunata nella sala grande qua e la agenti bevevano e si divertivano solo una persona aveva seri dubbi.        
" Kondo cosa intendeva dire che ancora non è finita..." Mormoro Hijikata serio mentre porgeva il bicchiere per bere ancora.
" Lascia stare non è importante." Lo rassicurò lui sorridendo e dandogli un amichevole pacca sulla schiena mentre lo serviva. Mentre sorseggiava il sakè noto una cosa a parte Sougo e Kondo la maggior parte degli altri stavano a debita distanza da lui e nessuno, a parte un sorriso di circostanza di Yamazaki, si era congratulato con lui per la riuscita del processo. 
" Dimmi una cosa Kondo... Della Shinsengumi in quanti erano favorevoli all'espulsione?"  Sussurro lui a bassa voce si ricordo che, quando un membro della squadra veniva posto sotto processo, gli stessi membri avevano facoltà di voto e quello, in certi casi, era determinante. Kondo non rispose stette in silenzio e lo stesso fece Sougo che, fino a quell'istante, stava parlando con Yamazaki. " Kondo dimmelo..." Ripete lui a tono ancora più alto.                
 Alcuni iniziarono a voltarsi verso di lui seri, altri fecero finta di nulla e altri ancora uscirono dalla stanza zitti zitti. " Kondo rispondi cazzo!" Grido Hijikata alzandosi in piedi furente.
 Sougo gli mise la mano destra sulla spalla e serio mormoro:" Hijikata per favore lascia perdere..." Se lo scrollo di dosso e li guardo uno a uno li aveva protetti innumerevoli volti in decine di scontri all'ultimo sangue, con alcuni aveva condiviso momenti belli e momenti brutti e adesso lo pugnalavano così alle spalle.
" Che c'e mi ritenete colpevole di quel crimine?" Nessuno rispose. " Bhe mi spiace, di essere sopravvissuto, non è stata colpa mia non sono stato io a decidere di vivere ancora!" Urlò con rabbia sempre crescente sbattendo il pugno contro la porta. Kondo cerco di fermarlo ma se lo scrollo di dosso, come una furia spalanco i grandi cancelli e sparì nella notte.
 
 
 
 
 
 
 
ANGOLO DELL AUTORE:  Mi scuso per l enorme ritardo vedrò di mettere altri capitoli nei prossimi giorni avendone scritti ormai ben oltre trenta. Mi scuso anche per gli errori purtroppo non sempre riesco a scrivere perfettamente più avanti vedrò di sistemarli del tutto. Vi ringrazio per aver letto il mio testo ci vediamo più avanti.
   
 
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