Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: Scaramouch_e    27/09/2017    2 recensioni
[ispirato a “io prima di te”, romanzo di Jojo Moyes e successivamente film con Sam Clafin ed Emilia Clarke; potrei cambiare qualcosa. | principalmente Swan queen e altre ship.]
Emma Blanchard-Nolan è una giovane donna piena di vita, con una famiglia numerosa e un lavoro che le piace; non sa che ben presto la sua vita cambierà del tutto e che dovrà fare da badante a una cupa Regina Mills afflitta da una grave malattia.
Nessuno delle due donne sa che quest’incontro le cambierà per sempre.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills, Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I Capitolo
Changing with You.


I CAPITOLO.

“Mamma, papà, nonno, Killian, Elsa vi devo dire una cosa: ho perso il lavoro.”
Un coro di ‘noooo’ e ‘buuuuu’ arrivò da più punti dalla tavola da pranzo.

Emma arrossì nuovamente e continuò coraggiosamente: “Ma sono già andata all’ufficio di collocamento: il mio amico Archibald Hooper mi ha dato la possibilità di fare un colloquio di lavoro.” L’atmosfera migliorò di molto: l’uomo con la giacca di pelle baciò le labbra della bionda, portando le braccia dietro le spalle di lei, possessivamente.
“Grande tesoro.” La donna abbastanza giovane dai capelli neri tagliati corti strinse il braccio di Emma.
“Grazie mamma.” Emma si staccò dal suo uomo e guardò tutti i suoi famigliari con una punta di entusiasmo negli occhi verdi: ce l’avrebbe fatta.
Avrebbe convinto miss Mills che lei era la migliore, avrebbe ottenuto quel posto.

“Che ne pensi?” domandò Emma a Killian Jones quella sera a letto, a casa di lui, lontani da occhi e orecchi indiscreti.
Erano una tribù, in particolare da quando la confusionaria Elsa, colei che era stata adottata prima della nascita di Emma, aveva deciso di tornare con sua figlia e Emma sapeva che questo infastidiva Killian.
“Sei una santa, piccola.” Killian accarezzò la guancia della sua fidanzata. “Se vuoi una mano sai che ci sono: sono un personal trainer professionista.” Spiegò l’uomo serio.
“Ti ringrazio, Killian ma ce la devo fare io da sola: voglio far vedere ai Mills che valgo.”
Killian baciò le labbra di Emma, e poi le sorrise dolcemente.
“E dopo faremmo il nostro giro con gli altri, vero amore?”
Emma sbuffò… quel tratto di Killian la metteva a disagio: Killian era un corridore, uno sportivo per sfogarsi e faceva il maratoneta quasi di professione. A lei non era mai andato giù di allenarsi, anche perché riusciva a mangiare cibi calorici e a dimagrire in men che non si dica; sapeva che allenarsi faceva bene, e difatti correva e dava pugni di boxe, ma a parte ciò non era mai riuscita a allenarsi come faceva Killian, che quando parlava di ‘altri’ parlava della sua squadra con i quali andava a correre e con i quali faceva dei viaggi intorno al mondo.
Emma aveva sempre detto no a ciò: non erano le persone che preferiva, tutte fissate con il cibo e con gli allenamenti. Era uno stress, ma non poteva sempre scappare.
“Va bene, come vuoi Killian.” Emma alzò gli occhi al cielo, mentre il suo ragazzo le baciava il lobo dell’orecchio facendola andare in estasi.
“Ti amo piccola.” Mormorò l’uomo. “E sono contento che hai deciso di venire con noi.”

***
“Questi vestiti non mi stanno bene.” Borbottò Emma guardandosi nello specchio grande della sua camera.
Sua mamma sorrise e sua sorella alzò gli occhi al cielo.
“Bambina, sei meravigliosa.” Pigolò Mary Blanchard-Nolan con un sorriso lasciando andare i capelli biondi della figlia per le spalle.
“Ma voglio la mia comoda giacca di pelle.” Sbuffò Emma guardando desiderosa la giacca appesa nell’armadio.
“Qui devo dar ragione a mamma, Emma.”
“Stai zitta tu!” La fulminò con lo sguardo Emma.
“Tua sorella ha ragione amore, sai chi è Regina Mills?” domandò un po’ esasperata Mary.
“N..o, non mi sono documentata.” Balbettò Emma.
“Io sì.” Ammise sua mamma, e raccontò con voce dolce: “Regina Mills era la coordinatrice della rivista di moda, la classic and chic.”
“Mai sentita.” Intervenne Emma.
“Sì certo, per come ti vesti!” ridacchiò la bionda Elsa, così simile a Emma.
Emma la fulminò con lo sguardo. “Pensa a te!” la riprese poi con un sonoro sbuffo.
“Ragazze ora basta! Comunque ti devi vestire con garbo quando stai davanti a lei: non puoi vestirti come ti pare. E poi così stai benissimo.”
“Ma non li sento miei.” Borbottò Emma guardando la camicetta bianca e la gonna che sua mamma le aveva procurato. Da Granny poteva vestirsi come voleva dato che aveva un camice che le copriva gli abiti, qui invece no.
Che ingiustizia.

-Che ingiustizia!- e un -Wow!- furono i pensieri di Emma quando scese dalla sua macchina gialla e guardò il castello di proprietà dei Mills.
Entrò nella struttura dalla porta principale, e subito una cameriera venne a prendere la giacca che Emma le porse.
“Lei è?” le domandò la donna portandola in un soggiorno abbastanza grande.
“Emma Blanchard-Nolan, sono qui per il colloquio.” Disse Emma mentre osservava intorno. L’arredamento era di un che di imperiale, personale, e bellissimo.
C’erano parecchi fiori, e cornici di quadri, un tavolo da pranzo di legno intarsiato dominava lo sguardo e un bel lampadario di cristallo faceva la sua porca figura.
“Vado a chiamare Mrs Mills immediatamente.” Disse intanto la cameriera dopo averle lanciato un lungo sguardo penetrante.
Emma annuì, e la cameriera andò via di corsa lasciandola sola.
“Wow!” pronunciò, avvicinando il viso a delle foto: ritraevano una ragazza bellissima che veniva diplomata, altre sempre quella ragazza con un cagnolino e un gatto di razza, e ancora la ragazza con, pensò Emma, i suoi genitori che soffiava le candeline su una torta.
“Quella è mia figlia.” La voce sofisticata di una donna le giunse alle orecchie e Emma scostò subito gli occhi dalle foto.
Mrs Mills era entrata di soppiatto, perché Emma non l’aveva sentita. Era una bella donna alta, dal portamento fine, dai capelli e occhi neri penetranti, era magra e aveva parecchie rughe sul viso.
“È la mia Regina.” Spiegò la donna in tono orgoglioso e posò la mano verso Emma, la ragazza fece per baciarla, ma si trattenne e la prese gentilmente nella sua.
“Mi chiamo Emma, Emma Blanchard-Nolan, e sono qui per un colloquio.” La donna sospirò studiando il volto giovane della ragazza.
“Sì lo so. Accomodati pure.” Disse indicando il tavolo e la ragazza si sedette sentendosi impacciata, non sapeva come mettersi con quella gonna.
“Archibald Hooper mi ha raccontato di lei.” Disse Mrs Mills. “Perché dovrei dare lavoro a lei rispetto a una giovane donna esperta nella malattia di mia figlia?” fu la prima, dura domanda della donna.
Emma si trovò a deglutire.
“Io… ecco…” Miss Mills la guardò con sguardo duro. “Dunque non sa perché è qui…? È così Miss Nolan?” domandò Mrs Mills. “No… aspetti, io sono qui perché so preparare del tè, e perché sono di ottima compagnia e perché… ecco… faccio ridere.”
“Eppure non sa niente sulla malattia di mia figlia, dico bene?”
Emma si fece piccola, piccola sotto lo sguardo duro della donna. “Ecco, no, ma posso imparare. La prego, mi serve questo lavoro. Io e la mia famiglia non è che siamo in una situazione rosea e…” le mani della donna scattarono verso l’alto e Emma capì che le aveva chiesto di tacere, così si stette zitta in attesa del suo destino.
“Può incominciare anche da adesso?”
“Sì certamente!”
“Bene venga a conoscere Regina.”

Entrarono nella dependance di mattoni che Emma non aveva visto troppo presa a fissare il castello.
Era una struttura compatta divisa fra cinque stanze abbastanza grandi.
Mrs Mills spiegò di ognuno le funzioni: vi erano una cucina, un bagno disabili, uno normale, un soggiorno e una porta chiusa, che Emma dedusse essere la camera da letto di Regina.
Non entrarono lì, ma rimasero nel soggiorno. “Prima di chiamare Regina, le devo dare questi fascicoli. Sono scritte tutte le medicine che prende mia figlia.” Spiegò Mrs Mills, prendendo dei contenitori ad anelli da un cassetto e consegnandoli a Emma, che annuì prendendo il pacco e ringraziando la donna a bassa voce.
“Regina cara, puoi venire.”
Emma si voltò cercando di sorridere quanto più possibile. Un uomo alto e muscoloso fu sul suo campo visivo entrando dalla porta chiusa. Quando si voltò, Emma vide che aveva una barba folta e nera e due occhi neri gentili, era un bell’uomo piazzato e grosso; reggeva per le mani i manubri di una carrozzina nera, in cui vi era seduta una donna magra, troppo magra dai lineamenti raffinati e il viso scocciato aveva due occhi neri e guardava con sfida Emma e sua madre.
E fu così che Emma vide per la prima volta Regina Mills.

Note.
Sono tornata, con un nuovo capitolo. Spero tanto che anche questo vi piaccia, così come l'altro (: 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Scaramouch_e