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Autore: Lady Windermere    01/10/2017    2 recensioni
Giulia Pisani ha diciassette anni, una passione sfrenata per le serie Tv, una madre fervente cattolica e tanti altri problemi.
A questi si aggiunge il recente trasferimento in uno dei licei più prestigiosi di New York, dove, tra reginette frustrate, una fastidiosa gossip man, professori appena usciti dall'ultimo numero di Cosmopolitan, un nerd addominalato e i due ragazzi più ambiti da ogni individuo di sesso femminile nelle vicine cinquecento miglia, dovrà imparare la lezione più importante di tutte: per fare i popcorn non serve l'olio di palma.
Riuscirà la nostra protagonista a sopravvivere?
STORIA INTERROTTA
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Il mio uomo ideale? Jafar è già stato preso?

 

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“Just keep passing the open windows”

Hotel New Hampshire, J. Irving

 

 

 

«Ecco, ora sei presentabile.»  

Grace si soffermò a rimirarmi, con una tale luce negli occhi che poteva essere eguagliata soltanto da quella negli occhi di Van Gogh davanti alla Notte Stellata.

«Mi fa piacere che prima tu mi considerassi una sciattona, Grace» replicai, non senza una punta di fastidio.

Sapevo benissimo di non essere bella, di certo non serviva che quarantotto chili di top model venissero a ricordamelo.

«Tesoro, in confronto a prima sei totalmente un’altra persona, fidati» commentò Shelly, intenta a limarsi le unghie.

Grace mi soppesò con lo sguardo «Un grande contributo è dato dai miei vestiti.»

Sorrisi forzatamente, aspettando che finisse gli ultimi ritocchi.

«Non pensavo di essere finita a Project Runway» scherzai.

«Heidi Klum può accompagnare solo» dichiarò Grace «E poi, forse il programma che ti si addice di più è Plain Jane…»

Decisi di soprassedere, anche perché in quel preciso istante mi fu dato il permesso di vedere il capolavoro di Grace.

E, per quanto fosse bruciante, dovetti ammettere che aveva ragione.

Miseria se aveva ragione.

Davvero quella ragazza allo specchio ero io?

Incredibilmente era riuscita a domare i miei capelli ribelli, per non parlare degli occhi e…oh cielo, quello era senza dubbio il vestito più bello che avessi mai visto in tutta la mia vita.

Non potei fare altro che sussurrare «Grazie.»

E quella volta lo pensai davvero.

Sheila ruppe il silenzio «Sì, bene abbiamo capito che sei figa, ora possiamo andare? I ragazzi ci aspettano di sotto.»

 

«Giulia, sei splendida» mormorò Chris, venendomi incontro sulle scale.

«Tutto merito mio, modestamente» si compiacque Grace, raggiungendo Harry e stampandogli un bacio sulle labbra.

Mi ero quasi dimenticata che quei due stavano assieme.

«Stewart, i miei complimenti, sei riuscita a trasformare il brutto anatroccolo in cigno» disse Harry.

«Facciamo un’anatra» si corresse, vedendo la mia faccia compiaciuta.

Sheila, come suo solito, rovinò completamente il momento «Non dovremmo andare in macchina? Rischiamo di arrivare tardi altrimenti. E di certo le due cheerleader più sexy della scuola e i due giocatori più bravi della squadra non possono arrivare tardi, no?»

Giunte all’auto, mi guardò «Oh, cara, mi dispiace, ma io ho solo posto per me e per Grace nella mia auto.»

«Stai scherzando vero? Ci starebbero minimo altre due persone là dentro.»

Finse di mostrarsi rammaricata «Sì, ecco, vedi, ho appena messo la pelle nuova sui sedili posteriori e non vorrei che me la rovinassi.»

Dimenticavo con chi avevo a che fare.

Guardai Grace che mi fece capire con lo sguardo di volerne restare fuori.

«Beh, e come dovrei fare io adesso? Non posso mica andare a piedi!»

Grace sospirò «Shelly, non credi che…»

Chris, giunto in quell’istante, la interruppe «Chi è che dovrebbe andare a piedi?»

«Shelly dice che non ha posto per Giulia nella macchina» spiegò Grace, concisamente.

«Tipico di Shelly» commentò Harry, guadagnandosi un’occhiataccia.

Chris sorrise «E quindi, che problema c’è? Ho spazio io nella mia» disse, aprendomi lo sportello e facendomi segno di salire.

«Tu e Grace andate pure, Shelly. Noi tre ce la caveremo benissimo» concluse.

Sorrisi smagliante «Esatto, Shelly, vai pure, ce la caveremo benissimo» ripetei, salutandola con la mano.

Potrei giurare di non averla mai vista così arrabbiata.

Girò sui tacchi, entrò in macchina e dopo aver fatto salire in fretta e furia Grace partì con una sgommata, accompagnata dal suono delle risate fragorose di Harry, piegato in due dal divertimento.

 

«Ti prego cambia musica, o mi getto dal finestrino» protestò Harry «Queste boy band non si possono sentire…»

Chris sbuffò, ma cambiò emittente «Vuoi farci una performance live delle nostre canzoni?»

«Voi suonate?» domandai, incuriosita.

«Harry canta e suona la chitarra, io suono e basta.»

Perfetto. Ci mancava solo quello. Già erano esseri umani maschili strafighi, ricchi da far schifo e dotati di cervello funzionante.

Dovevano solo vincere Masterchef e poi avrebbero potuto entrare nel Guinness dei Primati.

«Non lo sapevi?» chiese Harry, sporgendosi dal sedile anteriore.

«Devi assolutamente venire a qualche nostro spettacolo» disse Chris, guardandomi dallo specchietto «Non siamo i Rolling Stones, ma ce la caviamo.»

Sorrisi «E Grace cosa ne pensa delle tue fan adoranti, Richards?»

«Ho più timore per loro che per Grace, Pisani. Lei è una che sa quello che sa quello che vuole e sa come ottenerlo. La sicurezza è una qualità che ho sempre apprezzato nelle ragazze.»

«Basta che non abbia solo quella» mormorò Chris.

Lo osservai di sottecchi. Forse era quello il motivo per cui aveva lasciato Shelly.

Harry si voltò verso di me con aria maliziosa «Ma dimmi, Pisani, tra te e Lerman…?»

Avvampai «Ancora? Hai proprio una fissa! Ti ho già detto diecimila volte che non stiamo insieme.»

«Lui lo sa? Perché a vedersi non si direbbe. Sai, ha pure dormito da lui, l’altra sera» disse, rivolgendosi al guidatore.

Chris sbandò leggermente «Scusate, avevo visto un gatto» si difese, davanti all’occhiata interrogativa dell’amico.

«Non vorrei morire prima di poter bere alcolici legalmente, amico.»

«Tanto ne bevi già abbastanza mi pare. E comunque sono rimasta a casa sua solo perché mi sono addormentata mentre guardavamo Netflix

Potei sentire distintamente Chris tirare un sospiro di sollievo. O poteva essere tutto un’illusione della mia mente malata. Chissà.

Harry mi guardò mordicchiandosi il labbro inferiore. Ma perché tutti i ragazzi che conoscevo si mordevano le labbra in una maniera così tremendamente sexy? Quanto avrei voluto mordergliele io quelle labbra… Oddio, Giulia, contieni i tuoi istinti animaleschi!

«Quindi non ti piace nessuno alla Trinity?»

Chris fece di tutto per evitare di incrociare il mio sguardo dallo specchietto.

«È ancora presto per dirlo, sono qui da appena un mese» risposi, giocherellando con il bracciale di mio padre.

Sì, sei qui da un mese e già ti sei presa una cotta per due dei ragazzi più fighi della scuola, di cui uno già impegnato con la tua unica amica. Complimenti.

Harry sogghignò «Beh, visto che sei imparziale allora dicci: sono meglio io o Chris?»

Chris dovette aver avvistato un altro gatto, perché sbandò di nuovo.

Ma in che guaio mi ero cacciata?

«Siete entrambi simpatici» dissi, tentando di girarci intorno.

Cosa che purtroppo non sfuggì al mio aguzzino.

«Ci stai girando intorno. Vogliamo una risposta vera. Finora nessuna ragazza è riuscita a rispondere.»

«Parla per te, Harry. Sentiti pure libera di mandarlo a fanculo» mi rincuorò Chris, scoccando all’amico uno sguardo di rimprovero.

«Se è per questo lo faccio già, ma grazie comunque, Chris.»

Harry gli rifilò un pugno amichevole sulla spalla «Sei proprio un cagasotto, Dallas. Hai paura che scelga me.»

«Non penso proprio. E poi è ovvio che sceglierebbe me, ti sto solo risparmiando un’umiliazione.»

«Ah sì?»

«Sì.»

«Scommettiamo?» replicò Harry, in tono di sfida.

Avrei dovuto fermarli prima che arrivassero a tanto. Ma ero troppo eccitata. Due ragazzi stavano litigando per me e questo non risultava per niente barbaro e sessista, ma terribilmente romantico.

Chris alzò un sopracciglio.

Scriverò un trattato un giorno sulla mobilità delle sopracciglia di Chris Dallas.

«Cosa vuoi scommettere?»

Harry sorrise, malefico «Chi farà più punti alla partita vincerà un appuntamento con lei. Che dici, ci stai?»

«Certo che ci sto, ma non farti troppe speranze, amico.»

«Nemmeno tu» ribatté Harry, decisamente troppo sicuro di sé.

Fu quella ostentata sicurezza a farmi rinsavire.

«Ehm, scusate, non vi è passato nemmeno per l’anticamera del cervello che io potrei non essere d’accordo?»

Harry mi fissò, stupito «Perché? Hai di meglio da fare?»

No, ma non volevo certo farlo sapere a lui.

«Certo che sì! Io non sono un trofeo da vincere» replicai, sdegnata.

«Non sei nemmeno Jasmine, se è per questo…» ribatté lui, facendo sporgere il braccio fuori dal finestrino.

Ero sorpresa «Hai riconosciuto la battuta?»

«Chi non ha mai visto Aladdin in vita sua?»

Chris si interpose «Sarò io il tuo Aladdin, principessa, non temere» mi disse, facendomi gli occhi dolci.

Harry sbuffò «Sì. Tutt’al più potresti essere Iago. “Il sultano vuole un biscottino? Un biscottino?”»

Non potei fare a meno di sorridere «Io, Richards, ti vedo bene come Jafar. Ti manca solo quella barbetta sexy. Da brividi

Chris scoppiò a ridere. Era piacevole ascoltare la sua risata. Aveva un che di autentico.

«Ti ricordo che Jafar si slinguazza per bene Jasmine anche prima di Aladdin. Era per caso una proposta, Pisani?»

Gli tirai un pugno sulla spalla.

«E poi» continuò, scansandosi «Io sono tutto sexy. Non mi manca nulla.»

«Sì, e sei anche tutto scemo» concluse Chris.

Harry fece una smorfia.

«Su, smettetela di punzecchiarvi, altrimenti consumerete tutte le vostre energie e farete schifo in campo» li ammonii.

Non che a me interessasse effettivamente che vincessero o meno, sia chiaro.

«Sarà già tanto se non ci massacreranno di botte» commentò Chris.

Impallidii. Certo, sapevo che il football era uno sport pericoloso, ma non avevo mai realizzato completamente la cosa.

Se Chris si fosse ferito non avrei potuto sopportarlo.

Harry notò il mio cambio d’umore «Preoccupata che il tuo Romeo possa farsi male, Pisani?»

«Sono preoccupata per entrambi i miei cavalieri dall’armatura scintillante» replicai, mantenendomi neutrale.

La mia risposta sembrò soddisfarlo, perché tacque.

«Siamo arrivati» annunciò Chris, rompendo il silenzio.

 

«Devo parlare un attimo con Giulia, tu vai intanto, Harry» disse Chris, appena fu sceso dalla macchina.

L’altro lo squadrò con aria diffidente «Non ti metterai a barare, vero, Dallas?»

Chris alzò le mani in segno di difesa «Non sono mica come te, Richards.»

«Ti tengo d’occhio» lo ammonì, mimando il gesto, per poi correre verso gli spogliatoi.

E finalmente rimanemmo soli.

Io e Chris. Chris e me. Potrei ripeterlo mille volte, ma non suonerebbe meno impossibile.

Lo guardai di soppiatto. Era visibilmente a disagio. Almeno, a giudicare da quante volte si era sistemato i capelli con la mano o era a disagio o era affetto da un disturbo ossessivo compulsivo e sinceramente in quel momento preferivo la prima opzione.

«Ehm, ecco, Giulia…» cominciò, mezzo impappinandosi.

Gli sorrisi incoraggiante. Ero troppo presa dalla sua bellezza per rendermi conto di quanto fosse imbarazzante la situazione.

«So che non è da molto che ci conosciamo, e che abbiamo iniziato nel peggiore dei modi, ma…ecco, tu mi piaci e vorrei che ci frequentassimo.»

Lo fissai con quella che ad un osservatore esterno doveva sembrare senza ombra di dubbio un’aria idiota.

Il mio cervello si era fermato a “tu mi piaci”.

Io gli piacevo? Eravamo su Candid Camera per caso? Mi misi seriamente a cercare con gli occhi le telecamere nascoste, cosa che probabilmente mi fece sembrare una povera scema.

Dai, non poteva essere vero. Uno scherzo su YouTube? Instagram? Chris era una Facebook Star e io non me n’ero accorta?

La mia mente macinava possibili spiegazioni che andavano da “Chris è stato rapito dagli alieni e questa è una sua copia usata per adescarmi e compiere su di me esperimenti genetici” a “Chris ha mangiato castagnaccio alle cozze per cena e adesso sta delirando.”

Non tralasciando ovviamente l’eventualità che il mio cervello da minorata avesse capito male. Magari aveva appena detto “tu mi pisci” e in quel caso forse avrei dovuto offendermi?

Poi vidi la luce.

Anzi, per meglio dire, vidi Benedict Cumberbatch, che, con la sua voce profonda e altamente orgasmica disse «Eliminando l’impossibile, quello che rimane, per quanto improbabile, deve essere la realtà.»

Per cui, eliminando gli alieni, i castagnacci alle cozze, le pisciate e gli Instagram Pranks mi rimaneva solo un’opzione valida.

Oh mio Dio, Chris Dallas ha appena detto che gli piaccio e vuole uscire con me!

«Grazie Benedict!» sussurrai.

Chris mi guardò confuso «Come scusa?»

«No. No, nulla» replicai.

Lo confusi ancora di più «No, non vuoi che ci frequentiamo?»

«No! Sì! Sì che voglio che ci frequentiamo!» mi affrettai a correggerlo «Anche tu mi piaci» conclusi, diventando bordeaux dall’imbarazzo.

Chris mi degnò di un sorriso così bello che avrebbe fatto invidia alla ragazza della pubblicità della Mentadent.

«Non sai quanto sia felice. Ero incerto perché mi pareva di piacerti, ma dopo la sera della festa non sapevo più cosa pensare e tu sei così bella che io…» disse tutto d’un fiato.

Mi ripromisi di prenotargli una visita dall’oculista.

«Questa partita andrà alla grande, me lo sento! Vincerò solo per te, Giulia, te lo prometto» concluse, raggiante.

Esitò per qualche istante, poi parve decidersi. Si abbassò verso di me.

Chiuse gli occhi e dischiuse le labbra. Quando finalmente capii, era troppo tardi. Non che avessi intenzione di oppormi, ovvio. Chris mi aveva appena baciato!

Per l’esattezza, non avrei saputo dire se poteva essere classificato come bacio. Mi portai la mano sulla guancia, in quel sottile spazio in cui la carne che ricopre il cranio diventa labbra. Chris arrossì come si rese conto che avevo smesso di parlare.

Non poteva sapere che ero zitta per timore che fosse tutto un sogno. Essere svegliata dalle urla di mia madre in un momento come quello sarebbe stato devastante.

Chris balbettò qualcosa di incomprensibile e scappò via.

Non osavo ancora muovermi. Lentamente, molto lentamente, mi pizzicai la parte interna del gomito. Non successe nulla.

Esultai. Le labbra, pure solo sfiorate da quell’estatico contatto, scoppiarono di fuoco, calore che si insinuò sottile nelle mie membra. Non avevo neppure la forza di parlare, la vista mi si annebbiava a tratti.

Un basso ronzio fece tintinnare le mie orecchie di un suono loro proprio, o almeno così credetti finché non mi resi conto che non si trattava di me, ma di una piccola trombetta che qualcuno stava suonando proprio dietro il mio orecchio.

Mi voltai «Matthew!»

Chismokens annuì compiaciuto.

«Che ci fai qui?» chiesi.

Avrei voluto chiedergli da quanto era lì e, soprattutto, quanto aveva visto, ma il sorrisetto che aveva in faccia mi fece ritenere meglio non domandare.

«Potrei chiederti lo stesso» rispose «Ma non ho nulla da nascondere: sono il commentatore della partita. Che sta per cominciare, tra l’altro. Fossi in te andrei a sedermi, prima che i posti migliori vengano occupati. Ci vediamo.»

Se ne andò fischiettando.

Sorrisi. Nulla, nemmeno quell’odioso di Matthew avrebbe potuto rendermi meno felice in quel momento.

«Io e Chris. Chris e me» ripetei, come un mantra, mentre mi dirigevo verso gli spalti, messaggiando a Dylan di raggiungermi immediatamente.

 

 

 

 

​N.d.A: Hola! Scusatemi per il disagio, ma ho deciso di pubblicare domenica invece di giovedì, perchè infrasettimana mi dava non pochi problemi logistici...

​A quanto pare il nostro bel ragazzo si è dichiarato. La nostra sfortunata fanciulla sembra averla presa bene, ma...Harry? E Shelly? Ma, soprattutto, riusciranno i nostri eroi a vincere la partita senza spargimenti di sangue? Tutto questo e molto altro ancora nel prossimo capitolo!

​Grazie mille a tutti e spero che vi sia piaciuto!

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IwanRheonamente vostra, 

​LadyWindermere<3

  
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