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Autore: vortix    01/10/2017    3 recensioni
Tarquinio il Superbo non aveva preso molto bene la storia che lui fosse l'ultimo re di Roma, e la monarchia per lui doveva continuare. Ora l'ultimo dei re è tornato in vita e sta cercando di impossesarsi nel fuoco di Estia, la fiamma che tiene in vita non solo Roma ma anche la fede negli dei.
Sarà Chiara, l'ultima semidea in Europa, insieme ad alcuni illustri personaggi a noi conosciuti, che cercherà di fermare il temibile Tarquinio.
Storia post "Le sfide di Apollo".
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Estia, Leo Valdez, Nuovo personaggio, Percy/Annabeth, Reyna/Jason
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Una serie di (sfortunati) eventi.'
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Sapete, non è poi così male essere morti. Insomma, non hai problemi, ansie, re romani che minacciano di distruggere Roma, puoi mangiare quanto ti pare senza ingrassare…
Oh, se ve lo state chiedendo, sì: sono sicura di essere morta. Al 100%.
All’improvviso mi ritrovo a svolazzare come un fantasma sulle teste dei miei amici e sul mio corpo ancora inerme, per terra. Da quassù posso vedere ogni centimetro del Four Corners, e per quanto tutto questo possa essere figo, l’unica cosa che riesce ad attrarre la mia attenzione è vedere Reyna versare delle lacrime sul mio braccio.
Un senso di tristezza mi attraversa (ora che sono un fantasma ha anche senso) ma mi ripeto che va bene così, che se dovevo morire per salvare i miei amici ho fatto decisamente la cosa giusta.
Certo, il mio corpo steso sulla sabbia non è una delle migliori scene a cui tenevo assistere, ma cerco di non concentrarmi su quello.
Poco più in là noto un mucchio di cenere e un paio di guanti blu ammassati tra il confine dello Utah e il Colorado, e per la prima volta in un quello che mi sembra un secolo, sorrido.
Ce l’ho fatta: Tarquinio è finalmente stato sconfitto e Roma è ancora in piedi.
Tutto quello che ho fatto non è valso a nulla, e io mi sento finalmente realizzata in qualcosa.
Sto per decidere di andarmene una volta per tutte, ma quello che pronuncia Leo mi ferma.
«No, non lo posso accettare.» Sussurra.
Il ragazzo corre via dal mio corpo, arrivando al suo zaino appoggiato sulla scalinata opposta, e comincia a frugarci dentro. Poco dopo tira fuori una serie di oggetti che io non metterei mai all’interno di uno zaino, come un martello, una cucitrice, un temperino, un portapranzo a forma di banana e un salvadanaio.
Cosa sta facendo?
Mi avvicino a lui con la sola forza del pensiero, e quando arrivo gli di fianco vedo che in mano tiene una specie di fialetta di vetro, con dentro un liquido verdognolo.
Leo poi torna dai suoi amici, correndo ancora più veloce di prima.
Il suo comportamento mi incuriosisce, per cui lo seguo.
«Ragazzi. Vi devo confessare una cosa.»
«Ti sembra il momento?» Sbotta Reyna, chiudendo i miei occhi ancora aperti con due dita.
Percy si alza in piedi con un’espressione dura e fin troppo calma. La sua mano, quella che non stringe la sua spada, è chiusa a pugno.
«Posso far ritornare Chiara!» Afferma Leo, e tutti si voltano verso di lui con uno scatto.
Se avessi ancora un cuore che batte, questo si fermerebbe per ciò che ha detto.
«Quando abbiamo attraversato il portale delle Vestali non sono venuto direttamente qui, ma da Calipso.» Comincia il ricciolino, ma Reyna lo ferma subito.
«Questo lo sappiamo.» Dice lei con tono duro.
«Ci sono andato perché sapevo che aveva una pozione in grado di far riportare in vita le persone!» A questo punto cala il silenzio come se anche le montagne intorno volessero ascoltare, e Leo continua a spiegarsi. «Non sapevo se in questo scontro con Tarquinio saremmo riusciti a cavarcela, e dato che non voglio vedere nessuno dei miei amici morire, ho preso delle precauzioni.»
La mia bocca si spalanca a “o”, e non so cosa pensare.
Il suo gesto è stato così premuroso che non posso fare a meno di piangere. Poi però mi sento uno schifo: ho incolpato Leo e gli ho gridato addosso senza dargli nemmeno la possibilità di farsi spiegare.
Percy sembra essere ritornato alla realtà. «Ma…ma…potevi dircelo! Noi pensavamo che fossi sparito o che ci avessi abbandonato!»
«Lo so, amico. Ma quando vi ho visti impegnati con quei mostri ho pensato che non aveste il tempo per le mie spiegazioni. E poi è arrivato Tarquinio…»
L’espressione dura di Reyna scompare dal suo viso, e nei suoi occhi ricompare la speranza.
«Come funziona? Dobbiamo farglielo bere?»
Leo si abbassa e si avvicina al mio volto, e io ringrazio gli dei di essere morta, altrimenti sarei arrossita fino a diventare un pomodoro.
«Calipso mi ha detto che questa pozione ti può riportare in vita solo se sei morta valorosamente, e per una causa importante.»
«Sacrificarsi per salvare tutti noi non ti sembra una causa importante e una morte valorosa?» Chiede Percy, dando voce ai miei pensieri.
«Certo, sto solo spiegando come funziona.»
Reyna alza gli occhi al cielo e strappa di mano la fialetta a Leo, per poi versarmela sulla bocca.
Io mi metto vicino al corpo di Percy per vedere se funziona, ma nei primi secondi la situazione non sembra migliorare.
Poi come se una aspirapolvere mi stesse risucchiando, vengo trascinata all’interno del mio corpo, e quando riapro gli occhi torno a sentirmi di nuovo viva, con organi e muscoli pronti a ricominciare a funzionare.
Mi alzo di scatto, mettendomi seduta e prendendo un enorme respiro, riempiendo i miei polmoni di aria.
La mia testa gira e mi viene da vomitare, le mie gambe sono un continuo formicolio e la mia vista è appannata. La resurrezione fa piuttosto schifo.
Gli sguardi di Reyna, Percy e Leo mi fissano come se fossi un’aliena, e una volta che i miei occhi riescono a metterli a fuoco, sorrido, per poi buttarmi tra le braccia del ricciolino e ringraziarlo.
«Non c’è di che.» Ricambia l’abbraccio Leo, sorridendo tra i miei capelli.
Percy e Reyna si asciugano qualche lacrima caduta sulle loro guance, e io abbraccio anche loro.
«Ci hai fatto prendere un grande spavento.» Dice Percy mentre mi stringe tra sé, e io sorrido di nuovo.
Quando mi allontano da lui, decido di dover dare delle scuse a Leo.
«Ehi, mi dispiace per quello che ho detto prima che arrivasse Tarquinio… Io non sapevo che…»
«Chica, nessun problema. L’avresti fatto anche tu se avessi potuto.» Mi risponde lui, facendomi un occhiolino.
Il mio cuore perde un battito, e per un momento penso di essere arrossita.
Non facciamo in tempo a capire cosa fare ora che Tarquinio è stato eliminato che una voce che riconosco ci fa girare di scatto.
«Semidei, siete riusciti a salvare il mondo.» Afferma Estia, seguita dalle quattro Vestali dietro di lei.
«Per l’ennesima volta.» Aggiunge Percy, sottovoce.
La dea sembra essere ritornata al suo antico splendore: i vestiti non sono più strappati, ma al posto di essi c’è una toga bianca che come un lenzuolo la riveste da capo a piedi. I capelli sono tornati morbidi e così perfetti che mi chiedo se la dea non sia la testimonial di qualche shampoo per capelli.
Le lentiggini sul suo viso sono ricomparse e i suoi occhi sono più vivi che mai. Direi che sta benone.
Le Vestali invece sono ancora vestite con gli stessi indumenti strappati dai cani nel combattimento di prima, e ho come la sensazione che è solo grazie a loro se Estia sia ancora viva.
«Tarquinio è stato eliminato una volta per tutte, e solo grazie a voi; specialmente a Chiara, che è riuscita ad accettare sé stessa giusto in tempo per impedire al re di usare la sua luce in maniera sbagliata.»
Estia mi rivolge un sorriso caldo e riconoscente, e io abbasso lo sguardo, imbarazzata.
«Quindi Chiara ha perso i suoi poteri per sempre?» Chiede Reyna.
«Ehm, scusate? Anche io ho ceduto come se niente fosse il mio fuoco. Ti ricordo che sei stata proprio tu a strappare la fiamma dal mio petto.» Esclama Leo, incrociando le braccia al petto.
«Giusto, scusa.» Risponde lei, ridacchiando.
«I vostri poteri non sono andati perduti. Leo, hai ancora la mia fiamma?»
Il ragazzo annuisce, e apre il suo borsellino giallo, per poi tirare fuori delicatamente una fiamma decisamente più vivace e grande di quella di Leo.
Il figlio di Efesto la porge alla dea, e non appena la sua mano sfiora la fiamma, un bagliore rosso ci investe improvvisamente, fino ad arrivare a tutta la vallata.
Una nuova energia comincia a pulsare nelle mie vene, e poco dopo mi accorgo che quello che prima era un deserto, ora sotto i miei piedi vedo un prato rigoglioso e fiorente.
Caspita, questo fuoco potrebbe risolvere il problema della deforestazione.
Quando ritorno a guardare Estia, mi accorgo che le mie mani hanno cominciato a brillare senza che io lo volessi, e lo stesso è accaduto a Leo.
Ci metto qualche secondo a capire che la dea grazie alla sua fiamma ci ha ridato i poteri, ed una improvvisa euforia mi fa saltare come una bambina di cinque anni il giorno di Natale.
«È il minimo che potessi fare. -mi legge nel pensiero la divinità- E non è finita qui. So che il Campo Mezzosangue vi sta aspettando, per cui ho pensato che un piccolo passaggio possa farvi comodo.»
La dea ci indica dietro di noi un enorme jet privato con tanto di due entrate e scaletta. L’aereo è fatto completamente d’oro, e giusto vicino ai finestrini si legge una scritta gigante che dice: “Olympus Airlines”.
«Oh ma ditelo allora, Festus proprio non vi piace.» Esclama Leo, ma nessuno gli dà retta perché siamo troppo occupati a contemplare la magnificenza dell’aeroplano.
«Un piccolo omaggio di Apollo ed Ermes, per ringraziarvi del vostro contributo.»
Percy al contrario di noi fa una piccola smorfia, e mi ricordo che lui non ha tanta simpatia per gli aerei.
Io invece, sono entusiasta.
Non attendendo oltre, entriamo nell’aeroplano e per una volta, dopo quelli che sembrano secoli, ci rilassiamo.
Alla fine Leo è salito lo stesso e non appena ha notato che vicino ad un sedile di pelle c’è una Playstation si è convinto che poi qui non è poi così male.
Vicino ai finestrini ci sono una serie di carrelli pieni di cibo, e alla sola vista il mio stomaco brontola rumorosamente; se ci penso bene, non faccio un pasto decente da un sacco di tempo.
A quanto pare anche Reyna sembra essere al settimo cielo davanti a tutto quel cibo, e insieme ci ingozziamo come non mai con una serie di tramezzini, cous cous alle verdure e cedrata.
Così poco dopo lasciamo il Four Corners, sperando di non doverci più tornare, e ci godiamo il viaggio, ricordando i momenti passati insieme.
Leo durante il viaggio mi chiede se sto bene un miliardo di volte, fissandomi come un padre preoccupato, e io non so se esserne seccata oppure contenta. Va bene che sono morta per un po’, ma non serve controllare il mio stato di salute ogni cinque minuti.
Dopo una serie di ore che io non ho contato, Percy annuncia che stiamo arrivando al Campo Mezzosangue, e dal finestrino posso vedere la Casa Grande e l’arena nella quale ho scoperto di essere figlia di Apollo.
Senza che io me ne accorga un paio di lacrime solcano il mio viso, e mi rendo conto di essere felice di poter rivedere tutto questo.
Questa missione mi ha provata come non mai, e anche se la stanchezza si fa sempre più pesante, la felicità di avere ancora un posto dove tornare da viva è diventata la cosa più importante adesso.
Il jet atterra con una grazia pari ad un elefante sulla spiaggia del Campo; ad aspettarci c’è una folla di un centinaio di persone, e davanti a tutti c’è Chirone con le braccia incrociate al petto e un’espressione felice.
Io, Reyna, Leo e Percy usciamo dall’aereo, e non appena mettiamo piede sulla sabbia un fragoroso applauso accompagnato da una serie di fischi ci accolgono, e io non riesco a fare a meno di sorridere.
Fino ad una settimana fa avevo la sensazione che tutti mi odiassero, ora invece sembro essere la reginetta della scuola.
Prima che Chirone possa venirci incontro, vedo Annabeth correre verso Percy, per poi buttarsi tra le sue braccia e baciarlo.
«Te lo avevo detto che sarei tornato.» Dice lui, e io cerco di mantenere la fangirl che c’è in me più calma possibile.
Poco più in là di Annabeth vedo Nico e Will insieme a tutta la casa di Apollo, ma prima che io possa andare a salutarli, una ragazza dai capelli rossi mi si butta addosso e mi saluta con un calore che non avevo mai ricevuto.
«Chiara! Sei viva! Ce l’hai fatta!» Rachel avvolge le sue braccia magroline intorno al mio collo, e io ho le lacrime agli occhi.
«Si, sono viva.» Dico nello stesso momento in cui io guardo Leo, e con sorpresa noto che anche lui sta ricambiando il mio sguardo, sorridendo.
«Semidei, sono estremamente orgoglioso di voi. Siete riusciti a salvare tutti noi, e il Campo Giove. -Chirone fa una pausa, solo per dare sfogo agli applausi e alle urla degli altri semidei- Vorrei congratularmi specialmente con Chiara, che non ha avuto nessun tipo di addestramento ed è riuscita nonostante tutto a sopportare una missione del genere. Per questo, la festa di questa sera la dedichiamo a lei. E poi qualcuno mi ha detto che hai ancora in sospeso una festa di compleanno.»
Io sgrano gli occhi, sconvolta. Una festa dedicata a me?
«Io…io…grazie, ma senza Leo, Reyna e Percy non ce l’avrei mai fatta.»
«Goditi questo momento, credimi. -Reyna mi si avvicina e appoggia una mano sulla mia spalla- E poi Leo e Percy hanno avuto fin troppe feste in loro onore.»
Noi due scoppiamo a ridere, e io annuisco.
 
Quando esco dalla mia stanza nella casa di Apollo, noto con piacere che tutto il Campo Mezzosangue è stato addobbato appositamente per la festa di questa sera, con tanto di festoni, candele e palloncini.
L’atmosfera è una delle migliori: la mensa è stata allestita con una serie di lucine appese alle colonne ioniche, e in aria volteggiano delle lucciole che creano una luce soffusa; l’aria profuma di pane appena sfornato, e una musica strana, quasi antica e che non avevo mai sentito riempie tutto il Campo.
Il mare che si vede all’orizzonte è calmo e di un color azzurro limpido, e tutto l’insieme mi trasmette una sensazione di pace che non avevo mai provato prima.
Alcune persone sono sedute rispettivamente ai propri tavoli, mentre altre sono in piedi che sorseggiano un drink, e io inizialmente non so dove andare; ma quando vedo Leo, Reyna, Percy e Annabeth seduti in un tavolo poco lontano dal carrello dei dolci, non aspetto oltre e li raggiungo.
Quando mi vedono mi regalano un paio di sorrisi, e Reyna si sposta leggermente verso destra per farmi spazio.
«Allora, come ti senti?» Mi chiede lei.
«Bene, alla grande. La resurrezione mi ha reso la pelle morbidissima come quella di un bambino.» E anche se io non stavo scherzando, loro scoppiano a ridere.
Annabeth comincia a chiedermi i dettagli della missione dalla quale sono appena tornata, e anche se non ho molta voglia di ricordare tutto quanto, rispondo ad ogni sua domanda con un sorriso.
A partire da Annabeth, improvvisamente tutto il Campo Mezzosangue vuole conoscermi, sapere i dettagli di ogni combattimento e com’era fatto Tarquinio: una ragazza figlia di Ares voleva sapere il metodo di combattimento di Carope, un ragazzo figlio di Ermes voleva sapere com’era il Four Corners e mi ha chiesto un parere se fosse un buon posto per portarci una ragazza per il primo appuntamento; mentre una ragazza figlia di Nemesi mi ha dato qualche consiglio su come vendicarmi di Tarquinio se in un futuro prossimo il re potesse avere la malsana idea di tornare in vita.
Nelle seguenti ore mi ritrovo a dover raccontare sempre la stessa storia a semidei, ninfe e satiri, e solo tra un racconto all’altro riesco a parlare qualche minuto con Rachel e Reyna. All’improvviso mi rendo conto che Leo è sparito e che è da un po’ di tempo che non lo vedo, ma non ho tempo per preoccuparmene perché un gruppo di ragazze della casa di Afrodite cominciano ad inondarmi di una serie di domande tutte uguali. Un momento prima che io arrivi all’esaurimento, una mano afferra il mio braccio e mi libera dal tormento delle interviste in cui sono caduta.
«Scusate ragazze, Chiara ha bisogno di una pausa.» Dice Percy con un tono autoritario, e io lo ringrazio mimando con le labbra un qualcosa come “mi hai salvato più adesso che negli ultimi sette giorni”.
Una volta lontana dalla musica e dal chiacchiericcio tipico di qualsiasi festa in questo mondo, mi avvicino al banco delle bevande e mi faccio un drink fatto di succo di arancia e prosecco.
(Ed è ora che capisco la vera utilità di Dioniso).
«Sai, mi ricordi tanto nella mia prima missione. Forse te l’ho già detto, ma negli ultimi giorni mi hai fatto ripensare a quando avevo dodici anni e ho recuperato la folgore per Zeus. La festa poi era più o meno simile. -Fa una pausa, mentre io continuo a guardarlo senza saper cosa dire- Comunque, ti ringrazio per aver sacrificato la tua vita per salvarci. So cosa hai fatto, e non l’ho dimenticato. È stato un gesto da vera eroina.»
Le sue parole mi fanno sorridere e abbassare il capo. «Sono piuttosto sicura che se fossi stato al mio posto avresti fatto la stessa cosa.»
«Esattamente, per questo mi piaci. Ma questo non vuol dire che in futuro nella Caccia alla Bandiera io sia più buono con te.» Il suo tono è sarcastico, e sul suo volto è comparso quel sorrisetto irritante che a quanto pare ad Annabeth piace tanto.
Io apro la bocca, sconvolta. «Lo vedremo, Jackson.»
E mi volto, non vedendo l’ora di affrontarlo per fargli il culo.
 
Il giorno dopo mi sveglio di colpo con un leggero mal di testa, allarmata dai passi veloci dei miei fratellastri nella casa di Apollo che corrono verso l’esterno come se per colazione ci fosse la torta al cioccolato.
Così, già abituata a questi risvegli improvvisi, mi vesto velocemente ed esco anche io, per poi attraversare l’arena e arrivare alla Casa Grande, nella quale si sono riuniti un buon numero di semidei. Che sta succedendo?
Tra di questi vedo poco più in là Rachel che mi saluta con una mano e Piper, la ragazza di Jason.
Al centro del cerchio che si è creato c’è Reyna che sta sistemando le ultime cose nel suo zaino, per poi metterselo in spalla.
Io, confusa, mi faccio spazio tra la folla per arrivare a lei e chiedere spiegazioni.
«Dove stai andando?»
«Oh buongiorno Chiara. Sarei venuta a salutarti tra poco, ma vedo che mi hai preceduta. -fa una pausa, sistemandosi la bretella del suo zaino viola- Sto ritornando al Campo Giove, è quello il mio posto.»
Non mi era passata neanche per l’anticamera del cervello che Reyna dovesse andarsene, ero convinta rimanesse qui.
«Oh…io non pensavo andassi via così presto.» Una leggera sensazione di tristezza trapela dai miei occhi ancora assonnati, e non posso fare a meno di nasconderla. In questi giorni Reyna mi è stata così vicina, e ora vederla andare via mi fa stare male.
«Speravo che tu potessi venire con me.»
Alle sue parole spalanco gli occhi, scioccata.
Prima che io possa parlare, lei continua. «Pensaci, sei italiana! Non puoi non vedere il Campo Giove, è come essere a Roma. Sarà solo per qualche giorno, e poi non sarai sola: ci sono io e ci sarà anche Jason.»
L’idea di ripartire di nuovo mi mette la nausea, ma quello che mi ha raccontato Reyna in questi giorni sul campo romano mi mette un sacco di curiosità. Stare qui mi permetterebbe di riposare come si deve e allenarmi con Chirone, ma sarei costretta a vedere Leo e forse anche Calipso. Non sono sicura di essere pronta per questo.
Mi guardo per un momento indietro, e fisso i semidei del Campo Mezzosangue con indosso le loro magliette arancioni.
Poi ritorno a guardare Reyna, sorridente.
So già che mi pentirò di questa scelta.
«Va bene, verrò al Campo Giove.» E alle mie parole, la ragazza mi abbraccia calorosamente.
«Non pensavo sarebbe stato così semplice. -ride lei- Prima che tu vada a fare le valige, voglio presentarti una persona che ci accompagnerà fino al Campo.»
Solo in questo momento mi rendo conto che non tanto lontano da Reyna c’è un ragazzo alto, sulla ventina, con due spalle possenti e capelli castani tendenti al riccio.
Il suo viso è squadrato, gli occhi color nocciola sono cupi e vuoti, e le labbra sono sottili.
Il ragazzo è vestito completamente di nero, a partire dagli scarponi fino ad arrivare alla giaccia di pelle, molto simile a quella di Nico.
«Chiara, ti presento Logan. Figlio di Venere.»
 
 
 
 
THE END.
 
 
 
 
 
 
….
Salve a tutti!
AH ODDIO È FINITA, ORA PIANGO LO STIGE.
Beh allora, facciamo le cose con ordine.
La morte di Chiara. Già, perché lei è morta per salvare tutti. Ma poi BAM Leo non aveva tradito nessuno ed è stato super cute a pensare di andare a prendere una pozione per riportare in vita qualcuno.
(Dai ora mi odierete di meno)
Estia è sana e salva e ha ridato i poteri a Leo e Chiara (come minimo) e gli ha offerto un passaggio da ricchi fino al Campo Mezzosangue. Questo perché se mi mettevo a scrivere anche del viaggio di ritorno sarebbe stato noioso e infinito, quindi ho preferito fare una cosa più “semplice”.
La cosa più interessante è di sicuro l’ultima parte: Reyna chiede a Chiara di far visita al Campo Mezzosangue, e poi BAM nuovo personaggio. Così, a caso.
Ho inserito questa parte perché alla fine (indovinate un po’) ho deciso di fare un seguito di questa storia. Ma calma, calma, calma.
Diciamo che l’idea principale già ce l’ho, devo ancora rifinire i dettagli e tutto quanto, per cui se posterò il primo capitolo sarà tra non meno di una settimana (università permettendo).
Ho deciso di continuare perché non appena ho finito di scrivere questo capitolo sono diventata triste, e non volevo lasciare tutto questo. Ed è anche per questo che ho deciso di lasciare in sospeso alcune cose, come la (non) relazione tra Leo e Chiara, Rachel etc..
Per cui, dato che questo è l’ultimo capitolo della storia, avete un’ultima possibilità di farmi sapere se davvero volete un seguito e se (magari) seguirete anche quello.
Dai, vi ho già messo un personaggio figlio di Venere che non sembra figlio di Venere. Un po’ dovrebbe incuriosirvi.
Ora passerei ai ringraziamenti.
Grazie a tutti quelli che sono passati a leggere la mia storia, a quelli che sono arrivati fin qui e anche a quelli che hanno aperto anche solo il primo capitolo e che hanno deciso di non continuare più a leggere.
Grazie alle ragazze che hanno recensito i miei capitoli (mi avete dato una grande motivazione, ve se ama.)
E grazie alla mia coinquilina, che non appena le ho detto che scrivevo su EFP si è letta tutti e venti i capitoli in meno di ventiquattro ore e nel mentre mi mandava messaggi (mentre ero a lezione) dicendomi che anche lei shippava Leo e Chiara.
Spero davvero che “L’ultimo dei re” vi sia piaciuta e che vi abbia fatto riportare almeno un pochino nel mondo di Rick.
Per qualsiasi cosa potete trovarmi su Twitter (@glaukopsis)
Un bacio, Claire
 
 
PS: vi avviserò qui con un capitolo extra quando posterò la nuova storia, così vi obbligo a sorbire la mia parlantina ancora per un po’ di tempo.
Okay, mi dileguo. Bye😊
   
 
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