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Autore: Allonsysilverongue    08/10/2017    1 recensioni
{Hayffie}
Pochi anni dopo la guerra, durante un periodo di pace, Panem si ritrova con un problema che richiede una drastica decisione.Viene emanata una legge sul matrimonio che costringe Haymitch ed Effie a sposarsi.
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Dal testo:
Capitolo 35
La porta della stanza dell'assemblea si aprì di botto. Haymitch si fermò e girò la testa vedendo Fulvia avventarsi dentro la stanza, dirigendosi verso di lui. Plutarch lanciò un'occhiataccia alla moglie, per aver avuto l'audacia di interrompere un importante colloquio.
"Che c'è?" Chiese Haymitch dall'angolo della bocca, i suoi occhi che scrutavano i membri del concilio in piedi davanti a lui.
"C'è una chiamata per te, è urgente, proviene dal Distretto Quattro."
"Probabilmente é Annie. Dille che la richiameró una volta che avrò finito," sussurrò.
Fulvia scosse la testa. "É Johanna Mason e ha detto che se non fossi venuto al telefono, avrebbe rilasciato una tua foto di dieci anni fa molto compromettente. Non so cosa significhi, ma sembrava molto seria."
"Sono nel mezzo di una– "
La donna assottiglió le labbra e gli strinse i bicipiti. "Aveva ragione lei, sarebbe stato difficile dissuaderti. Non volevo arrivare a questo, ma riguarda tua moglie."
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Traduzione storia di Allonsysilvertongue
Genere: Angst, Dark, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo Due 

L'alta figura entrò dentro l'ufficio senza bussare, fermandosi di botto dopo aver visto la scena che gli si presentava davanti. 

"Oh cazzo, sei tu, di nuovo," Haymitch brontoló quando i suoi occhi si posarono su Effie Trinket , che era seduta compostamente su una delle sedie. 

"Dai Haymitch, adesso non c'è bisogno di essere così ingiusti nei suoi confronti,"  disse Plutarch, facendogli cenno di sedersi. "Ho richiesto la presenza di  entrambi perché vi devo fare una proposta.  Dovete stare tranquilli, perché  prima ho chiesto un parere a Katniss e Peeta , i quali hanno convenuto che questa fosse la scelta migliore."

Haymitch sollevò un sopracciglio con aria interrogativa, non avendo capito nemmeno una parola di quello che l'uomo stesse dicendo. Si versò un drink prima di mettersi a suo agio sulla sedia scomoda davanti alla scrivania dell'ex primo stratega. 

Accanto a lui, Effie si raddrizzó. Accavvalló le gambe, appoggiando le mani sulle ginocchia. Come era sua abitudine, Haymitch, con la coda dell'occhio, ammiró discretamente le lunghe e sottili gambe della donna, il cui unico scopo della vita - ne era sicuro- fosse quello di rompergli le palle. 

"Quali opzioni? "  Mormorò Haymitch, guardando Plutarch dal bordo del suo bicchiere di whiskey.

"Come probabilmente ormai sapete, il disegno di legge per aumentare la popolazione di Panem dopo gli effetti distruttivi della guerra di pochi anni fa, é stato convertito in legge. Da quando è entrata in vigore, la legge richiede-"

Haymitch soffocó e sputó il suo drink. Plutarch lo guardò con uno sguardo di disapprovazione e tirò fuori un fazzoletto, facendo una sceneggiata per asciugare il liquido finito sul tavolo di quercia. 
"Cosa? Stiamo parlando della ' Population White Paper'?"  Tuonó Haymitch . "Pensavo stessero ancora discutendo sui meriti della legge!"

"La legge è stata approvata tre giorni fa, dov'eri?" Effie strinse le labbra infastidita.

Lui la guardò di traverso. "Sarò stato ubriaco, molto probabilmente," rispose con nonchalance.

"Allora, come stavo dicendo prima di venire interrotto," continuò Plutarch lanciando un'occhiataccia ad Haymitch, "la legge richiede che tutti gli uomini e le donne single  - tra i diciotto e i cinquant'anni - in grado di fecondare si debbano sposare. Lo scopo, come ben sapete, é quello di avere figli e ripopolare così il paese. Questo significa che, sfortunatamente,  entrambi rientrate nella categoria."

"Questo é fottutamente barbarico. Non abbiamo combattuto una guerra per questo, Plutarch. Non mi sono ribellato contro un tiranno per una società che chiede ai suoi cittadini di riprodurre come delle macchine!"
Haymitch sbatté una mano sul tavolo in un impeto di rabbia, facendo trasalire Effie che spostò la sedia lontano da lui.

L'ex primo stratega lo guardò freddamente, prima di emettere un sospiro di stanchezza. 
"C'eri anche tu il giorno in cui vennero lanciate le bombe sui bambini di Capitol City, Haymitch. Innumerevoli bambini sono morti quel giorno. I numeri erano impressionanti, senza tenere conto del numero dei bambini mandati nell'arena prima-"
"Di chi era la colpa?"  Mormorò il vincitore sottovoce.
"- della ribellione. Il dipartimento di statica é stato costretto a calcolare e riportare le previsioni della popolazione di Panem tra cinque, dieci e vent'anni da ora. Il punto è che non ci saranno abbastanza bambini che ci rimpiazzeranno. Il governo ha incoraggiato le coppie sposate ad avere più figli, e per le coppie in procinto di sposarsi di averne, adesso che non ci sono più i giochi, ma la cosa non sta funzionando. Stanno prendendo delle decisioni drastiche. Adesso è obbligatorio sposarsi e contribuire alla crescita della popolazione."

"E se... e se non ci sposassimo? E se scappassimo o.."  lo interruppe Effie, lanciando un'occhiata ad Haymitch in cerca di aiuto. 

"E dove? Dove vi nasconderete?" Chiese Plutarch.

Haymitch si alzò e cominciò a camminare per la stanza. Alla fine si fermò davanti alla finestra appoggiandosi e incroció la braccia al petto.

"Quello che io voglio sapere è cosa succederà se io mi dovessi rifiutare di accettare questa cazzo di proposta?" Chiese Abernathy, battendo le dita sul braccio.

"Perderai la cittadinanza e verrai espulso fuori  dal confine di Panem," rispose l'altro.

Plutarch lo guardò serio, implorandolo con lo sguardo di ragionare.

Effie sussultó, gli occhi spalancati dall'orrore. "Non possono...No, non possono farlo. Nessuno sa cosa giace fuori dal confine."

"Plutarch, ascoltami," lo imploró Haymitch. "Ero un vincitore e un ribelle. Ho aiutato a liberare questo paese, maledizione! Non conta qualcosa?"

"No," l'ex primo stratega scosse la testa. "Non ci sono trattamenti speciali. Tutti sono sottoposti alla legge. Anche io. Nessuna eccezione."

"Tu? E chi è che sposerai? "

"Fulvia Cardew"

Haymitch cominció a ridacchiare, le spalle che si sollevano dal ridere. "Fulvia? Quella Fulvia che è sempre con te? La tua assistente?"

Effie gli schiaffeggió il braccio, lanciandogli uno sguardo d'avvertimento.

"Va bene non dovrei ridere," il vincitore alzò una mano. "Giusto, giusto non è educato."

Si infilò un pugno in bocca per cercare di contenersi, ma non poteva farne a meno. Lo stress della situazione si  stava facendo sentire e la sola reazione che gli era rimasta, dopo l'incredulitá e la rabbia, era quella di farsi una risata all'idea del matrimonio di Plutarch. 

"Fulvia Heavensbee," constató con ilarità. "Non suona male, non credi Effie?" 

"Hai ragione, cosi come Haymitch Trinket," rispose di rimando l'altro. "Quando sarete sposati, dovresti veramente considerare l'idea di prendere il suo cognome." 

Questo lo zittí per poi provocargli una reazione. "COSA? Non mi sposerò con lei! Sei pazzo?" 

"La legge è passata tre giorni fa e non ti ho visto con in mano una lista di donne che hanno chiesto la tua mano," constató il capitolino.

Il vincitore si girò verso Effie e, cercando di deviare l'attenzione, le chiese con un sorriso di scherno stampato sulla faccia "Qual è il problema Trinket? Non hai ricevuto nemmeno tu delle richieste?"

"Oh, ne ho ricevute parecchie, Haymitch," rispose lei tranquillamente. "Sembrerebbe che io abbia una migliore reputazione della tua, e per questo-"

"Adesso basta. Il motivo per cui vi ho convocati qui oggi é perché penso che vi dovreste sposare a vicenda," disse loro Plutarch senza altri giri di parole.

"Stai scherzando?"

"Non puoi essere serio, giusto?"

"Sto parlando più che seriamente," l'ex primo stratega aggrottó la fronte e si rivolse ad Effie. "Quegli uomini che hanno chiesto la tua mano sono simpatizzanti capitolini. Lo sai che cosa vuol dire, non é vero?"

Il vincitore aveva la sensazione che ci fosse qualcos'altro di cui lui non ne era a conoscenza, perciò li osservò con curiosità.

"Ho paura che la tua sicurezza possa essere compromessa se ti dovessi sposare con uno di loro. Temo che il tuo ruolo durante la ribellione possa metterti in pericolo. Dubito che ti possano uccidere per quello che hai fatto, ma potrebbero essere in grado di fare qualcosa di peggiore. Mentre tu Haymitch, se non dovessi riuscire a trovare una donna da poter sposare entro i prossimi tre mesi, te ne assegnaremo una noi tra quelle che si troveranno nella tua stessa situazione."

La testa di Haymitch si sollevò di scatto, osservando Plutarch in modo necrotico. Affianco a lui, Effie era impallidita, l'immagine di sé stessa morta ancora vivida nella sua mente.

"Ho pensato che sarebbe stato meglio per entrambi stare con qualcuno che conoscete. Sto cercando di aiutarvi. Non sarebbe meglio essere sposati con qualcuno che conosci da anni, piuttosto che con un completo estraneo? Sono al corrente, ovviamente, che voi due non andavate tanto d'accordo, ma avete lavorato tanti anni assieme e quando il tempo ve lo ha richiesto, avete svolto un eccellente lavoro durante la ribellione. Per mettervela semplic siete l'uno la migliore scelta per l'altro."


Haymitch si drizzó a sedere, le lenzuola che gli caddero sui fianchi. Continuava a fare lo stesso sogno- uno stralcio di ricordo della conversazione avuta nello studio di Plutarch- da giorni ormai. Il sogno finiva sempre con l'ex stratega che cercava di convincerli. Il resto per lui era un mistero. Era stato troppo sotto shock per ricordare altro.

Effie lo aveva chiamato pochi giorni dopo. Voleva sapere se avesse pensato a quello che Plutarch aveva proposto loro e se era già riuscito a trovare un donna da sposare. Lui non aveva fatto né l'uno né l'altro, e glielo disse. La donna ammise, seppur a malincuore, che il capitolino avesse ragione: avrebbe preferito sposare lui piuttosto che gli altri uomini che non conosceva affatto.

Haymitch aveva riso amaramente. "Perció sono il minore dei due mali, eh?" Aveva biascicato, buttando giù dell'altro whiskey.  

"Si, per metterla in modo semplice, lo sei."

"Ma guarda un po', Effie Trinket che chiede la mia mano," aveva poi riso in modo esagerato. "Devo aprire la bottiglia di champagne."

 "Io..io devo dare una risposta a quegli uomini entro settimana prossima, altrimenti sembrerà che io abbia rifiutato la proposta. Potrei non averne altre, Haymitch, perciò preferirei non dire di no a loro per poi ritrovarmi con un marito assegnato," aveva spiegato la donna emettendo un sospiro. "Spero di sentirti presto."

 "Sai qualcosa su questi pretendi? Sono dei tuoi conoscenti?" Aveva chiesto lui.

"Sì.  Uno di loro era un ex stratega, un amico di Seneca Crane. Un altro era un venditore di titoli prima della ribellione ed era anche uno sponsor di uno dei distretti dei favoriti. L'ultimo, invece, lui.. lui possedeva una società tessile prima della caduta di Snow, e in qualche modo é riuscito a riottenerla. È noto per..per godere della compagnia di diversi uomini e donne. Questo è tutto quello che so su di loro."

Gli ci vollero alcuni giorni, giorni passati a sbronzarsi, ma l'aveva chiamata comunque. Era ubriaco marcio quando aveva preso il telefono, spinto da un inspiegale bisogno di salvare Effie da un terribile destino-come aveva sottinteso Plutarch- e se stesso dall'essere incastrato con una sconosciuta. 

"Va bene, ti sposeró."

Era svenuto subito dopo e adesso era un nuovo giorno. Si era appena svegliato come un uomo sposato, affianco ad Effie Trinket. 

XxX
Girando la testa a destra, Haymitch vide la capitolina dormire così vicina al bordo del letto, che sembrava strano che non fosse ancora caduta. Effie era rannicchiata in una posizione fetale, con la schiena rivolta verso di lui, i capelli che le coprivano la faccia. Durante la notte, evidentemente, lui aveva preso tutte le coperte, lasciando lei senza. Come il vincitore scivolò fuori dal letto, appoggiò le coperte sopra la sua gracile e tremante figura, e sparì dentro al bagno.

Si era svegliato completamente vestito ed Effie indossava la sua vestaglia da notte, questo voleva dire che non avevano consumato il matrimonio. Emise un sospiro di sollievo. In qualche modo dubitava che la ex accompagnatrice fosse entusiasta all'idea di andare a letto mentre lui era ubriaco. Haymitch prese mentalmente nota di chiedere a Plutarch se potessero ancora togliere loro la cittadinanza, se nel caso non dovessero fare sesso. Era sicuro che così fosse, perché loro sarebbero stati costretti prima o poi ad andare a letto, visto che il vero scopo della legge fosse quello di avere una prole e i bambini non nascevano magicamente. 

Oh, merda, sbatté la testa contro la porta incredulo, quando un pensiero orribile gli attraversò la mente, bambini… un bambino... Dovrò fare un bambino con Effie.

Haymitch fissò la sua immagine riflessa in un silenzio attonito. Per tutto questo tempo si era preoccupato del fatto di sposarsi e adesso che il matrimonio era stato celebrato, doveva affrontare un altro vero problema. 

Quando uscì dal bagno, Effie si era già svegliata. Ci fu un lungo ed imbarazzante silenzio, in cui nessuno dei due sapeva come riempirlo. Per una volta lui non aveva delle battute pungenti da dirle e lei, d'altra parte, non sapeva come rompere il ghiaccio. 

L'uomo si tamponó il viso con un asciugamano pulito e incominciò a vestirsi. La capitolina girò per la camera a raccogliere le loro cose e a metterle nella valigia.

"Oh…Questo é tuo?"

Effie sollevò una lunga catenina d'argento che aveva trovato sul comò e la ispezionó con curiosità, notando che il ciondolo fosse fatto a mano; un sottile pezzo di metallo con una scritta sciatta sopra, scritta evidentemente di fretta. Se la portò vicino per mettere a fuoco le lettere incise. H & M.

"Si, é mio," attraversò la stanza e le strappò la catena di mano. Poi se la mise intorno al collo, sotto la camicia.

"Chi è M?"

"La mia ragazza," rispose lui. "Myra."

"Ce l'hai ancora dopo tutti questi anni?"

Non voleva chiederlo ad alta voce. Effie era sorpresa dal fatto che lui avesse tenuto qualcosa di così poco appariscente per tanto tempo.

"Me l'aveva data quando era venuta a salutarmi," le raccontò. "Fu l'ultima cosa che mi desse."

"Capisco".

La donna chiuse la valigia senza aggiungere altro, evitando appositamente il suo sguardo.

"Sarò nell'atrio," le disse burbero . "Non perdere tanto tempo davanti alla specchio. Stai solo andando al dodici, non c'è bisogno di chissà che cosa." 

L'uomo, poi, afferró il bagaglio più pesante e lo porto fuori dalla stanza dell'albergo, senza aspettarla. 

XxX
Katniss e Peeta lo raggiunsero per la colazione, nel ristorante dell'albergo. Erano sorpresi di trovarlo da solo, senza Effie, la quale arrivò mezz'ora dopo, con una valigia in mano.

I ragazzi erano stati fortunati ad essersi sposati prima che la legge fosse entrata in vigore. Non voleva immaginare l'incubo in cui sarebbero finiti se fossero stati ancora single. Non aveva dubbi che si sarebbero sposati lo stesso, con o senza legge, ma se la proposta fosse arrivata a causa del Paese, che chiedeva ai due eroi di guerra di unirsi in matrimonio, sarebbe stata immaginabile.

Quando la biondina si sedette accanto a lui, si accorse che aveva gli occhi rossi e gonfi, cosa che non sfuggì nemmeno a Katniss e Peeta, visto che la loro attenzione fu sempre rivolta a lei, per tutto il tempo fino alla stazione del treno. Le fecero delle stupide domande sul suo vestito del matrimonio, sulle sue intenzioni a riguardo dell'appartamento a Capitol, visto che ora si sarebbe trasferita da Haymitch. Il ragazzo parlò pure di una delle sue zie, con cui aveva chiacchierato durante il matrimonio. 

 "Credo che sia carina, forse molto sola ma comunque simpatica," Peeta sorrise.

Quando finalmente raggiunsero il distretto dodici, era già buio. Le stelle illuminavano il cielo e la luna creava delle ombre mentre il gruppo si apprestava a raggiungere il villaggio dei vincitori. Quasi tutti coloro che erano sopravvissuti ai bombardamenti del distretto erano ritornati nelle loro case che avevano ricostruito faticosamente dopo che la guerra terminò. Katniss e Peeta gli augurarono una buona notte, lasciando la coppia da sola. Haymitch fece strada a sua moglie.

"Bene," aprì la porta di casa e fece spazio ad Effie, in modo che potessero passare, "benvenuta nella tua nuova casa, immagino."

La capitolina non era un'estranea. Era stata più volte a casa sua, per accompagnarlo alle mietiture e per assicurarsi che fosse abbastanza presentabile; ma nonostante questo rimase immobile in mezzo all'entrata, un po' intimidita.

"Dolcezza, la mia camera è al piano di sopra, seconda porta a destra, o te ne sei dimenticata?" Le sue labbra si arricciarono in un sorriso."Ti posso assicurare che è pulita. Peeta si è assicurato che la pulissi."

"Mi ricordo," annuí lei, sorridendogli leggermente.

"Sai dove sono le camere, fai quello che devi fare," le disse, dandole una gomitata in modo che si muovesse.
Il vincitore la guardò mentre saliva le scale, scomparendo dietro all'angolo; poi sgattaioló in cucina per recuperare dallo scaffale il suo amico fidato. Quella notte, bevve fino ad addormentarsi sul divano della sala.








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Spazio Traduttrice:
Scusatemi tantissimo per l'assenza di più di un mese, ho avuto qualche problemino. 
Comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto. Cosa ne pensate?
Haymitch ed Effie riusciranno a convivere senza uccidersi a vicenda?
Cosa ne pensate invece della legge? 
Vi starete chiedendo che ci sono altri personaggi della Trilogia che si sono dovuti sposare, e ovviamente la risposta è sì.
Ogni capitolo è composto dalle sei alle nove pagine, perciò ci metto un po' a tradurlo e a rileggerlo per correggere eventuali errori; perciò gli aggiornamenti dei nuovi capitoli saranno una volta ogni due/tre settimane. Solitamente quando pubblico un capitolo è perché ho già finito di tradurre e di correggere anche il successivo. 
Ho già pronto il capitolo tre e sto iniziando a tradurre il quarto.
Spero di leggere qualche recensione, sono curiosa di sapere cosa ne pensate.

 
   
 
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