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Autore: ROW99    08/10/2017    1 recensioni
Essere soli è una delle cose più devastanti che possano colpire la vita di una persona, ma spesso la luce è nascosta più vicino di quanto sembri, magari negli occhi di qualcuno di insospettabile!
Dal testo: Non è facile avere amici quando sei troppo intelligente. Sembri sempre troppo alto, troppo lontano per chi vive una vita normale. Minaho non ricorda un periodo della sua vita in cui non sia stato solo. Forse, nei suoi primi ricordi, prima dell’incidente che gli porterà via il padre, vi era una stilla di felicità, ma poi tutto era crollato.
nb: Minaho e Manabe frequentano la Raimon, ma in una sezione diversa dai protagonisti di IE go
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Manabe Jinichirou, Minaho Kazuto
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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I have become a direct
I have become a current
I have become a direct
I have become insurgent
I will be the power surge
Shock to the system
Electrified, amplified
Shock to the system


La ciambella cuoceva lentamente nel forno riempiendo la casa con il suo profumo di arancio e vaniglia. Manabe era molto soddisfatto… tenendo anche in conto un paio d’ore perché si raffreddasse, a mezzogiorno sarebbe stata pronta per la tavola.

Mentre lavava le ciotole che aveva usato per l’impasto,  il lilla osservava Minaho con la coda dell’occhio.  L’amico aveva preso un sacco di appunti e ora stava sfogliando il libro con fare distratto, come se riflettesse su qualcosa.
Gli occhi dell’arancione brillavano. Doveva essere vicino alla soluzione.


Manabe era così felice di essere riuscito a tirare Minaho su di morale con la sua idea della sfida che quasi non si rese conto del tempo che passava. Salvò la torta per un pelo!
Erano passati quaranta minuti dall’inizio della prova, e Minaho si alzò in piedi.

-Eureka!! Ci sono!!

L’arancione saltelló verso l’amico e gli mise il libro tra le mani. Manabe sorrideva.
-Mh… vediamo un po’…


Manabe era stupito. Sapeva benissimo quanto il suo amico fosse geniale,  ma non avrebbe mai immaginato fino a questo punto…
Minaho aveva sciorinato nomi, deduzioni e dimostrazioni per dieci minuti. Aveva capito subito che l’assassino doveva essere, paradossalmente, un cadavere… ovvero qualcuno che fingeva di essere morto.
Da li, in poco tempo, aveva ricostruito moventi e procedure. In quattro e quattr’otto l’assassino era scoperto. Il capitolo finale non poté, quando lo sfogliarono insieme, che confermare la tesi dell’arancione.

-Evvai!! Ce l’ho fatta!! Ci sono riuscito!!! -Minaho saltava per la stanza dimentico della sua precedente malinconia. Amava fare indagini, e quel lavoretto gli aveva sollevato l’umore in maniera incredibile. -Adesso ho diritto a tre desideri! Vero? Lo hai promesso…
Manabe sorrise arruffandogli i capelli. -Esatto… abbi pietà di me però! Non maltrattarmi troppo!

L’arancione sorrise sornione. -So che lo hai fatto per me… non infieriró, prometto!


Manabe rideva tra sé e sé mentre spalmava un numero importante di fette di pane con la marmellata all’arancio adorata dal suo amico. Il primo desiderio dell’arancione era stato “fammi mangiare quanti dolci voglio fino all'ora di pranzo.”
Il lilla sapeva che poche cose facevano perdere a Minaho il suo equilibrio… e una fra quelle erano i dolcetti. Ne andava ghiotto.

Portando il vassoio in salotto fece in tempo a notare che l’amico si era sistemato sul divano. Si andò a sedere al suo fianco, prendendo una bellla fetta di pane e addentandola.
-Ehi Man… -Minaho masticava beato la sua colazione speciale. -Ho pensato al secondo desiderio…
-Davvero? Mh… devo preoccuparmi! -Il lilla sorrise.
-Naaa… non temere… è una cosa seeeemplice semplice!
Manabe socchiuse gli occhi. -Dimmi tutto…

L’arancione sorrise.  – Vorrei che mi raccontassi di… di quando eri piccolo.


Il lilla era spaesato. Raccontargli la sua infanzia? E perché voleva saperne di più? Non aveva fatto niente di interessante… aveva avuto un’infanzia triste.
-Min… ma… io… -Sospirò. -E va bene… cosa vuoi sapere esattamente?
-Ecco… -Minaho ci pensò su. -Raccontami… Raccontami di quando sei nato.


Manabe continuava a non capire. Perché? Ovviamente per raccontargli quelle cose doveva basarsi sui racconti dei suoi genitori…
-Ehm… ok. Va bene, ti racconterò di quando sono nato… ovvero ti riferiró quello che mi hanno detto a riguardo.

Minaho si avvicinò all’amico e si strinse contro il suo petto. Inizió a fissarlo curioso. Manabe prese fiato ed iniziò.


-Allora… sono nato la notte del venticinque di agosto di sedici anni fa… i miei genitori si erano sposati da poco, dopo essersi conosciuti sul lavoro, in ambasciata. Mi hanno sempre detto di avermi desiderato tanto… ma capirai che non ne sono più così sicuro. -Manabe si oscuró un istante.
L’arancione gli prese la mano. -Non soffermarti su quello che ti fa male… non devi, Man…
Manabe sorrise debolmente. -Grazie Min… allora… stavamo dicendo… -Prese fiato. -Alla nascita ero abbastanza piccino, e papà… e papà era molto felice che avessi i suoi stessi capelli, sai? -Il lilla sospirò ancora. -Mi hanno portato a casa subito… dicevano che mangiavo come un lupo! Mamma non aveva abbastanza latte a volte…

Minaho sorrise immaginando il suo amico da piccolo. -Vai… vai avanti Man!
-Dunque… -il lilla riprese. -appena ho compiuto tre anni i miei hanno iniziato a litigare… mamma voleva mandarmi in un asilo privato, papà voleva prendere un precettore in casa. Io ancora ero troppo piccolo per pensarci però… mi sarebbe andato bene tutto, credo…  sai? Sapevo già leggere e scrivere, e anche contare e fare piccole operazioni! Papà… papà mi aveva insegnato tante cose.

L’arancione pensò a suo padre… anche lui aveva imparato tante cose così. Gli mancava terribilmente.

-Poi… -Il lilla abbassò gli occhi. -Poi ho iniziato a capire che la scuola era un posto spaventoso. Pensa cosa potesse significare per un bambino vedere che nessuno vuole parlare con lui… che nessuno lo considera nient’altro che un fenomeno da baraccone.
-Man… non parlare di cose che ti fanno male, non volevo…

-No. Non ti preoccupare, non è troppo doloroso parlarne ora che ho te… -Il lilla sorrise all’amico. -Solo che vedi… non era facile. La mattina stavo malissimo, vomitavo e avevo sempre mal di pancia per la paura e il disagio che mi dava la scuola, poi tornavo a casa e i miei genitori non… non erano mai contenti… non facevo mai abbastanza per loro… mai.

Minaho abbracció l’amico. -Scusa Man, non dovevo farti parlare di queste cose. Speravo che raccontando questa storia ricordassi cose felici… non ti avrei mai costretto se… se avessi saputo…
Manabe gli accarezzò i capelli. -Va tutto bene, non temere. È che non ho avuto un’infanzia molto interessante Min… mi spiace.
L’arancione sorrise. -Sei un ragazzo speciale, sai?


Minaho, mentre si avvicinava l’ora di pranzo, rimuginava su cosa chiedere all’amico come terzo e ultimo desiderio. Fu il brontolio della sua pancia a dargli l’idea… nonostante fosse già in piena digestione per la colazione “speciale” consumata insieme al suo amico!
-Ehi Man… ho avuto l’illuminazione riguardo al terzo desiderio!

Manabe, che stava sistemando i piatti sulla tavola, sorrise radioso. -Vai! Spara!
-Ecco… -Minaho si sentiva un bimbo goloso, ma non poteva non ridacchiare dentro di sé. -Man… mi fai il caramello?
Manabe si immobilizzó, poi scoppiò spudoratamente a ridere.

-Oh Min… sei un inguaribile golosone!! E va bene… prendi lo zucchero dall’armadio, che io metto su la pentola…


Tempo nemmeno dieci minuti e lo zucchero profumato, ormai liquido, stava bollendo nel pentolino. Minaho si laccava i baffi.
-Man… ho sentito il rumore della moto del postino, vado a dare un’occhiata!
Manabe annuì sorridendo.

L’arancione si alzò e corse fuori. In un minuto era già tornato con alcune buste che sistemó sul tavolo in una bella pila.
 -Allora… che cosa abbiamo di bello? -Manabe era intento a rigirare con il mestolo il liquido morbido e profumato.

-Vediamo… -Minaho iniziò ad aprire le buste. -Questa è pubblicità… niente… a meno che non ti interessi un paio di pinne! Questa è una promozione per una palestra… dunque niente di che… questa è di un’associazione di carità… magari possiamo mandare qualche yen… e infine…
Manabe fischiettava allegro.
-E infine… -Minaho si prese il mento tra le dita. -Una… una convocazione del tribunale minorile! Oddio!

Manabe urló. Era scattato alle parole dell’amico e si era rovesciato il caramello sulle dita.
-Dannazione!! -Minaho scattò in piedi, si precipitó ad afferrare i posti dell’amico e gli tenne le mani aperte sotto il getto dell’acqua fredda. Manabe sospirò di sollievo.
-Stai attento Man! Rischi di farti male davvero…

-Io… io… oddio… quella busta…
Minaho prese la lettera rimasta sul tavolo. -La… la apriamo?
Manabe sospirò. -Credo… credo di sì.


“Gentile Manabe Jinichirou.
Il tribunale minorile della prefettura, presa visione della Sua richiesta di emancipazione pervenuta a questa corte, richiede la sua presenza presso il Palazzo di giustizia per la domenica ventura allo scopo di sottoporLa alla perizia psicologica necessaria ad aprire il processo stesso.
Confidando nella sua collaborazione la salutiamo cordialmente.
Ufficio relazioni con il pubblico della prefettura.”


Dunque Endou aveva ragione… la perizia era stata fissata. Manabe ebbe per la prima volta la percezione di essere nell’occhio del ciclone.
-Min… oddio Min…
-Man… stai tranquillo… -L’arancione stava massaggiando le mani dell’amico con una pomata per calmargli il bruciore. -andrà… andrà tutto bene, lo sai vero?

-Io… io credo di si… Ahi! -Manabe strinse i denti. Minaho aveva premuto un po’ troppo su una scottatura. -È che… che vedere questa cosa scritta sulla carta fa un certo effetto, sai?
Minaho sorrise. -Lo sai che io sono con te.


Pranzarono in maniera abbastanza allegra nonostante l’ansia. Manabe aveva deciso di lottare, dunque era consapevole che prima o poi quella lettera sarebbe arrivata ed era pronto ad affrontare il destino.
-Man… che ne dici… ci finiamo il caramello che abbiamo salvato? -Minaho sorrise all’amico.
-Mh… -Manabe si fissò le mani arrossate. -E va bene… finiamo in dolcezza!

Tempo nemmeno cinque minuti e … c’era una pentola in meno e due ragazzi felici in più!
   
 
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