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Autore: adnilfree    11/10/2017    1 recensioni
Sono passati circa 70 anni dalla guerra, vinta anche grazie a Jace Herondale.
Herondale, un cognome importante, portato dagli eroi.
È anche il mio ma mi stanno per togliere i marchi, sto per diventare mondano.
La situazione del mondo Invisibile peggiora, sempre di più, gli Accordi sono saltati.
Questo è il mio diario
Genere: Avventura, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nascosti, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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In collaborazione con Stardust94

I capelli neri a ciocche bianche le svolazzavano confusamente attorno al viso, mentre correva sul bagnasciuga.
Il mare ributtava tutto quello che la notte gli aveva donato, lasciando frammenti di conchiglie, ciottoli, vetri rotti, che magari una volta contenevano messaggi per l’universo.
Tutto era incerto a quell’ora. Tutto era possibile.
Se qualcuno credeva nel destino, quello era il momento in cui ci si inchina davanti al futuro.
Le Converse nere non lasciavano impronte sulla sabbia ancora bagnata, i gabbiani si levavano alla sua vista.
Non era lì per caso, né per fare jogging, dato che di solito correva per lasciarsi dietro quello che il sonno le buttava addosso, che era peggio dell’acido.
Quando correva poteva superarli, batterli persino con la velocità delle sue gambe.
“Buio. Precipitava, giù, giù nelle tenebre.
Fiamme con le lingue ardenti cercavano di afferrarla e incenerirla. Ma il peggio era che lei non si accorgeva mai di cadere lì dentro, se non quando affogava nel dolore e i sensi le si intorpidivano.”
Tutte le notti, questo suo sogno ricorrente la tormentava.
Iniziava con ciò che più desiderava, ma si concludeva in un incubo.
Era peggio di quanto si potesse immaginare. Sensazioni di abbandono già provate, torture psicologiche, tristezza, solitudine e dolore. Un dolore orribile.
Ma quella notte qualcuno l’aveva salvata, le aveva teso una corda dall’alto.
Le aveva lanciato una cima e lei vi si era attaccata, salvandosi per la prima volta.
Quando aveva raggiunto la salvezza, però, il ragazzo dai capelli neri era caduto nel abisso dietro di lui e le gridava: Salvami Rosmary come io salverò te!!
Aveva avuto questa visione ed ora era lì a correre.
L’istinto le diceva che lì c’era QUALCUNO.
E ora, da lontano, vedeva una sagoma scura a cento metri da lei, supina.
Corse più forte e si inginocchiò davanti a quel profilo.
Era un ragazzo, e lei capì immediatamente che non era un mondano.
Questo le basta per punzecchiare la testa del giovane con bastoncino.
-Hey ti svegli? - sussurrò.
L’altro mugolò qualcosa e, cercando la spada angelica che non avrebbe mai più posseduto, si mette in ginocchio, dolorante per la posizione in cui si era accovacciato.
-Cosa vuoi? Chi sei?-
-Rosmary Hallowtower o Rosie. Sono una Shadowhunters -

Il ragazzo riuscì a mettere a fuoco la figura contro i raggi fiammeggianti del sole nascente.
La sabbia gli grattava la pelle e lo sciabordio delle onde era ormai parte di lui. Osservava l’intruso dei suoi sogni: la ragazza era minuta, ma con un piglio deciso, gli occhi, uno nero e l’altro viola, mandavano bagliori indefiniti, come riflettendo i soffi misteriosi del vento che se ne vanno con la notte.

Ciao Shadowhunters – disse con sarcasmo -io sono Cole Herondale, un ex Shadowhunters esiliato da Idris. Se vuoi uccidermi fallo subito e in maniera piuttosto veloce .-
Pensavo piuttosto a qualcos’altro .- affermò l’altra
-Hai fame? Stavo andando a fare uno spuntino. Se vuoi ti offro qualcosa. -
Lo guardò calma e con un lieve sorriso. -In fondo avrai bisogno di un posto dove stare no?-
- Senti bella.... Rosie giusto?! Non sono del umore e mai lo sarei stato. In più, sono abbastanza grande per badare a me stesso-
Era irritato, ma anche incuriosito.
Si spazzolò gli abiti e fece per andarsene altrove.
Vega lo segue e lo blocca per il polso.
- Ma stai morendo di fame e hai bisogno di farti una doccia. Mettiamola così... mi dovrai un favore in futuro - disse ridacchiando e facendogli l'occhiolino
-Dai vieni!-
- Che cazzo di problemi ha la gente che è sempre gentile con tutti?!- borbottò lui.
Ma si fece comunque condurre, controvoglia, da Rosie.
- Potrei essere un assassino!-

Rosmary lo accompagnò a casa sua alla guida di una Nissan Skyline bianca.
La ragazza viveva in una viletta dalle parteti bianche, ampie vetrate, con anche un pezzo di spiaggia privata, inclusa la piscina. Mentre entrano in casa, la tipica dei giovani vip, la conversazione continua da dove si era interrotta.
-Teoricamente potresti. Ma io sono una Shadowhunters, so difendermi e ho anche la magia. - si volta verso di lui- Il bagno è a destra, ora cucino qualcosa, spero che le ciambelle siano di tuo gusto ehm...come hai detto che ti chiami? -
-Cole, mi chiamo Cole. -alzò le sopracciglia -Come ti guadagni da vivere?
- Informatrice. È un lavoro come un altro, ma almeno mi permette di vivere. Questa è la vecchia casa di mio padre. Lui ora vive a New York con mamma e io mi sono trasferita qui -
Mise un grembiule bianco e legò i capelli. La cucina aveva un’ampia isola in legno al centro, vista mare, il tipico delle case benestanti. Cole non sapeva dove fosse capitato.
Annuì - Posso farmi una doccia e mangiare qui? Dopo andrò e non ti scoccerò oltre.-
-Hey, guarda che non mi scocci affatto! Anzi...mi fa piacere parlare con te. Il bagno è di là -
Indicò una porta- Ci sono anche dei vestiti puliti, sono di mio padre ma dovrebbero andarti bene. Per il cibo ti chiamo appena è pronto. A proposito caffè ?
- Volentieri, senza zucchero-
Sorpreso e spiazzato dalla gentilezza che Rosie aveva manifestato fino ad allora, balbettò - Gra...Grazie mille -
 Rosie sorrise e si avvicinò, abbracciandolo.
- Eri spaventato vero? Adesso va tutto bene - passò delicatamente una mano tra i suoi capelli, accarezzandoli piano.


L’ex cacciatore non sapeva come comportarsi, ma sentiva il bisogno di allontanarsi immediatamente.
Sfoggiando il suo migliore sorriso, si diresse verso il bagno, ovviamente ammobiliato alla perfezione e tutto in granito nero.
Si rivestì e ritornò in cucina.
 Rosie sapeva di aver portato a casa qualcuno solo per il suo istinto, ma non se ne pentiva.
Sperava di trovare motivi per tutto.

Finì di apparecchiare e, appena lo vide, sorrise - È pronto, spero ti piaccia !-

Cole si sedette sul bordo della sedia - Non preoccuparti, grazie ancora e scusa per prima , ma... no..non sono abituato ad essere toccato...-
Dopo alcuni secondi aggiunse -Non mi abbracciano da quando avevo sei-sette anni-.
Arrossì violentemente, profondamente imbarazzato:
-Merda, devo imparare a tenere la bocca chiusa- ringhiò a se stesso.

Rosie sorrise e si avvicinò, abbracciandolo da dietro, portando la mano al suo collo- Come ti senti? Intendo, a parte l'imbarazzo, non è bello? -


-Si, ma è sbagliato, intendo il contatto, non trovi?
Non hai l'urgenza di scappare?-
Si rese conto di stare per aprirsi troppo e impreca nuovamente.

-No. È piacevole, come è piacevole parlare con te. Io non sono tanto meschina da giudicarti solo perché non sei più uno Shadowhunters. Poi ho due amiche Mondane. -
Sorrise e appoggiò il mento alla sua spalla -Comunque, se vuoi posso anche staccarmi.-

Il diretto interessato cercò di resistere all'impulso di allontanarla
- Si. E per favore, ti prego non raccontiamoci bugie, è piacevole parlare con me!? - Ora la rabbia aveva preso il sopravento
- È la miglior cazzata che mi hanno mai raccontato. E ne ho sentite, sai? -

- Sei fortunato allora - rise rocamente e lo sguardo divenne più seducente "Siamo sulla stessa barca, dato che io non voglio avere nulla a che fare con il Conclave". -

Cole aveva un tono deciso, che però aveva toccato la malinconia quando affermò:
-La mia barca la dirigo da solo. Non sono abituato e non sono capace di condividerla con altri, e poi non c'è solo il Conclave nel buio. Non sono capace di orientarmi per conto mio, quindi la prima delle regole è quella … di non permettere ad altri di perdersi per colpa mia. Poi non so nemmeno come ho fatto a perdermi. Mi sono semplicemente voltato e puff... è sparito quello... quello che mi teneva ancorato. Il conclave è solo l’unico nome che riesco a collegare a questo veleno, a parte forse quello di... mia... nulla, nulla. -
L’altra si avvicinò, inchiodandolo schiena al muro.
Profumava di ginepro, e gli sussurrò all'orecchio:
- Mi sono già persa, quando mi hanno portato via Altair, mio fratello gemello. Quindi... so bene quanto sia oscuro il mio cuore. -lo guarda, gli occhi sono tristi e spenti- Io e lui...siamo mezzi cacciatori, ibridi in grado di usare la magia. Quando quelli lo scoprirono, cercarono di obbligare nostro padre ad abbandonare mamma. Lui non solo non lo fece, e invece scappò con lei, che all’epoca era ancora incinta di noi due. Ma dopo la nostra nascita, il Conclave portò via mio fratello. Mamma si ammalò e papà decise di staccarsi dall’ ordine diventando a tutti gli effetti... un criminale. -

-È come il filo spinato, ti prende e non ti lascia più andare. Quella orribile sensazione. Per quanto tu stia già navigando per l'oscurità, non ti permetterò di sguazzare nel mio mare privato, per ora.
Ci conosciamo solo da poche ore e tu non conosci me. - ribadì il ragazzo.

Al contrario di quello che voleva sembrare, si sentiva smarrito e confuso da ciò che avrebbe dovuto fare e da cosa avrebbe voluto fare.
Si sentiva attratto da quella ragazza, ma non per l’aspetto, bensì per qualcosa di più profondo che non riusciva a decifrare.
Provava il fascino che ti trasmette un precipizio, il brivido della possibile caduta, che ti sussurra quanto quel singolo attimo sarebbe magnifico.

- È vero. - la voce strozzata da un dolore lontano lo distrasse dai suoi pensieri.
-Non ti conosco, però...sento che se ti lascio crollerai da un momento all’altro.-

-Non crollerò, non ne sono capace. O almeno è una delle certezze sui cui mi baso e di conseguenza mi rifiuto di credere in quella possibilità. -
- Crollerai. E sai perché? Perché sei forte. Scusa non sono fatti miei però...mi dispiacerebbe non poterti più vedere. -

A questa affermazione, sentì un inspiegabile bisogno di scappare, di allontanarsi, ma non lo fece e con una enorme forza volontà riesce ad affermare -Tre giorni, se ti va. Resterò tre giorni, per capire cosa devo farne di questa nuova vita, se accetti.
Ad una condizione. Pretendo di aiutarti in ciò di cui hai bisogno, compreso il tuo lavoro. –

Spazio Autrice: ecco qui!! Speriamo vi piaccia !! I commenti sono sempre meravigliosi per capire come va il nostro lavoro !
   
 
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