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Autore: Zomi    16/10/2017    5 recensioni
Izou sospirò nuovamente, l’auto che rallentava nell’imboccare il candido cancelletto della villetta al mare della famiglia Newgate.
L’edificio si mostrava con i suoi imponenti due piani, la verniciatura candida data di fresco e il prato verdeggiante sul davanti e quello grigio cemento con il cesto da basket sul dietro, la veduta del mare a portata di mano.
Izou sospirò di nuovo.
“Ti divertirai” lo aveva rabbonito “Sarà una bella vacanza” aveva aggiunto la falsa speranza.
Non che a Izou dispiacesse il mare e quella quindicina di giorni di vacanza settembrina fuori programma.
No, Izou Shirohige amava il mare.
*Fan Fiction partecipante al Crack&Sfiga Ship's Day indetto dal Forum Fairy Piece*
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Barba bianca, Ciurma di Barbabianca, Izou, Marco
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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*FanFiciton partecipante alla Yuri&Yaoi's Week indetta dal Fairy Piece*

 




 
CHIUSO PER FERIE
 
 



 
“Bordeaux. Ti prego Dio, dimmi che non ho ispirato un orribile bordeaux… Ros-soRos-soROSSO! Regola numero uno: rosso è il colore del sesso, bordeaux è il colore delle borse dell’acqua calda. Rosso è il colore del sesso, della paura, del pericolo, e dei cartelli che dicono “è vietato l’ingresso”. Tutte le cose che preferisco nella vita.”
Lola -Kinky boots
 


Izou sospirò nuovamente, l’auto che rallentava nell’imboccare il candido cancelletto della villetta al mare della famiglia Newgate.
L’edificio si mostrava con i suoi imponenti due piani, la verniciatura candida data di fresco e il prato verdeggiante sul davanti e quello grigio cemento con il cesto da basket sul dietro, la veduta del mare a portata di mano.
Izou sospirò di nuovo.
“Ti divertirai” lo aveva rabbonito “Sarà una bella vacanza” aveva aggiunto la falsa speranza.
Non che a Izou dispiacesse il mare e quella quindicina di giorni di vacanza settembrina fuori programma.
No, Izou Shirohige amava il mare.
Lo amava come amava il profumo di un buon libro appena acquistato, come la sensazione dell’acqua calda sui piedi, la brezza autunnale che li aveva accompagnati sull’autostrada fin lì, le sciarpe e i dolci. Amava il mare come la salsa barbecue che pizzica la lingua.
Ma amava di più Marco.
Il suo Marco.
E accontentarlo in quella patetica quanto  falsa messinscena era il minimo che potesse concedergli per come lui ricambiava –ancora non sapeva per quale grazia- il suo medesimo sentimento.
Già, non era il mare, o il tempo che avrebbe trascorso con la famiglia di lui in vesti di “”Amico”” a donargli quell’aria cupa e mogia.
In fin dei conto Edward Newgate era stato fin troppo gentile a invitarlo come “più uno” di suo figlio in quella vacanza fuori programma, voglioso di rivedere la famiglia riunita attorno alla sua possente mole con compagni e amici cari al seguito sempre ben venuti.
No, era qualcosa di peggio, non ancor ben identificato, che la sua benevola mente gli celava ma che ben presto avrebbe fatto la sua entrata in scena, con un elegante inchino e un sorriso velenoso.
Si, Izou lo sentiva: c’era qualcosa a cui non aveva voluto pensare e ora era troppo tardi.
L’auto frenò piano, le portiere si aprirono e…
-Benarrivati!-
La voce tonante del padrone di casa lo aveva fatto quasi urlare come una ragazzina, riducendo lo spasmo da adolescente in un poco vigoroso squittio, e mentre scambiava abbracci, pacche calorose sulle spalle e domande di circostanza riguardo il viaggio con Marco, Izou era certo che il buon e caro, enorme, gigantesco, ginormico Edward Newgate non gli avesse tolto gli occhi di dosso per un solo istante.
-Sei tu quindi l’amico di Marco!- non una domanda, una certezza, e la presa possente con cui gli aveva stritolato la mano dandogli il benvenuto lo aveva scosso da capo a piedi.
-È un piacere fare la sua conoscenza signor Newgate, Marco mi ha parlato di lei- si era sforzato di parlare con tono tranquillo e placido, quasi non stesse conoscendo il padre del suo ragazzo, il suo ragazzo gay, lo stesso ragazzo gay con cui faceva l’amore un giorno sì e l’altro pure e con cui avrebbe dovuto fingere una serena amicizia per l’arco dell’intera vacanza, relegando la loro relazione amorosa in… bhè non sapeva nemmeno lui dove.
 
Un attimo. A cosa aveva appena pensato?
 
-Non darmi del Lei: gli amici di mio figlio sono miei amici!- lo aveva spinto in casa con tanto di valige e borsoni, quasi che non pesasse più di un fruscello di ciliegio.
-Su su andate: la stanza è di là. La tua vecchia stanza Marco- l’occhiolino rivolto al biondo non era sfuggito a Izou, che aveva incrociato le labbra e mosso la crocchia nera disorientato da tanta semplicità con cui il genitore lo aveva accolto in casa propria.
-I tuoi fratelli saranno qui tra poco- vociò ancora mentre alcune padelle sbattevano tra loro -Oh: Ho messo le tue lenzuola preferite!-
Le valigie gli sfuggirono di mano contro il pavimento in legno del piano superiore, gli occhi fissi su Marco che apriva la porta beige della sua camera e che lo chiamava confuso mentre nella mente di Izou un gran vociale di urla e allarmi generali risuonavano in pieno attacco di panico.
 
Lenzuola?
Lenzuola.
Parola buffa “lenzuola”, che si abbina perfettamente a letto e sess…
 
Il cuore gli cadde nello stomaco, sciogliendosi negli acidi gastrici quando mise piede nella camera che avrebbe condiviso con il biondo per più di dieci lunghe notti. Tanto erano amici no?
Potevano dormire nella stessa stanza, nello stesso letto matrimoniale, con le stesse profumate e lisce lenzuola… rosse?
Dio del cielo!
Erano lenzuola fresche di bucato color rosso quelle?
Rosse come rose d’amore, come mele succose, come succhiotti appena dati, come labbra da baciare.
Rosse come il sesso!!!
-Ma-marco…- esalò la sua prima parola, richiamando il biondo che si stava occupando di svuotare il suo borsone.
Gli si fece vicino, studiando anche lui il letto che aveva tanto rapito lo sguardo del compagno.
-Si?- sollevò un sopracciglio, in ascolto.
-Dormiremo qui?- indicò le lenzuola scarlatte –In questo letto rosso?-
Marco annuì.
-Dormiremo?- titubò sperando fosse uno scherzo. Un bruttissimo scherzo.
Perché, insomma, lui e Marco che dormono in un letto dalle lenzuola rosse aveva un che di diabolicamente ironico e sconfortante.
-Che altro vorresti fare?- tornò al suo borsone il biondo, dandogli le spalle.
Già, che altro voleva fare Izou abituato a fare l’amore con il suo compagno una notte sì e l’altra pure?
Chissà che aveva in mente di farci in quelle lenzuola, maliziose e rosse, il caro Izou.
Con il suo caro amico Marco poi.
Già, si sedette a terra il moro: chissà che voleva farci.
Al momento solo dargli fuoco.
 

 
   
 
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