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Autore: 7vite    20/10/2017    3 recensioni
La vita di Doremi e le sue amiche è cambiata definitivamente da quando le sei apprendiste hanno deciso di rinunciare per sempre all'uso dei poteri magici, scegliendo di restare a vivere nel mondo degli esseri umani.
Le loro strade si sono divise, ognuna di loro ha intrapreso un cammino diverso, promettendosi però di restare amiche per sempre.
Ed è qui che le incontriamo nuovamente, alle prese con i problemi che affliggono tutte le adolescenti.
Riusciranno a gestire le nuove avversità senza l'aiuto della magia?
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-UN INVITO INASPETTATO-
 

 
Anche se erano iniziate le vacanze estive, la mattina dopo il ballo scolastico Doremi si alzò di buon’ora per andare a parlare a Makoto. La notte precedente era riuscita a stento a chiudere un occhio, e i suoi sogni erano stati tormentati dalla presenza di Tetsuya, cosa che aveva sgradito non poco.
Dato che non aveva fame, si limitò a bere un bicchiere di tè caldo prima di lasciare la sua abitazione. Mentre percorreva senza fretta le vie che l’avrebbero condotta a casa Kyosuke, continuava a tornarle in mente l’espressione sconvolta che aveva letto sul viso di Makoto la sera precedente.
Accelerò il passo, ripetendosi in mente il discorso che si era preparata. Nell’ultimo periodo Makoto si era rivelata un’amica preziosa e sincera, e Doremi ci teneva a preservare la loro amicizia a qualunque costo. Ad essere del tutto sinceri, non poteva negare d’essere un po’ risentita dal fatto che non le avesse rivelato qualsiasi cosa ci fosse tra lei ed il suo compagno storico, ma decise di scacciare i suoi dubbi, dicendosi che avrà avuto i suoi buoni motivi per tacere. Quando si trovò davanti il portone di casa suonò il campanello ed attese. Sentì un rumore di passi raggiungerla. Makoto aprì la porta e le due si guardarono come se si incontrassero per la prima volta. La sua reazione fu totalmente diversa da quella che si era aspettata Doremi, infatti l’amica le rivolse un largo sorriso.
«Sapevo che saresti venuta a trovarmi.»
Le confessò, chiudendosi velocemente la porta alle spalle ed invitandola a seguirla mentre s’incamminava in direzione del centro città.
«Ti dispiace se ci facciamo un giro?»
Doremi rimase spiazzata dal suo tono di voce. Sembrava che fosse pienamente a suo agio e che nulla di spiacevole fosse successo nelle precedenti ore.
«Ma certo.»
Percorsero in silenzio un lungo viale costeggiato da abitazioni private immerse nel verde. Makoto non sembrava per niente interessata ad affrontare l’argomento, ma Doremi non stava più nella pelle.
«A proposito di ieri…»
Iniziò a dire, ma venne bruscamente interrotta.
«Non c’è nulla da dire.»
Lo disse con freddezza, superandola. Dopo un secondo di titubanza, la rossa la seguì.
«Come sarebbe a dire? Io credo che invece ci siano tante cose da chiarire.»
Makoto si voltò, rivolgendole uno sguardo radioso.
«Ascolta, fingiamo semplicemente che non sia mai successo, d’accordo?»
Fece per voltarsi, ma Doremi le afferrò un polso, costringendola a fermarsi.
«Ho visto come stavi ieri, non fingere che non ti importi nulla.»
Un brivido percorse la schiena della castana, paralizzandola. Quando parlò, il tono incrinato della sua voce tradiva l’amarezza che provava.
«Ascolta, voglio solo che tu sappia che non sono affatto in collera con te. In verità sono stata una stupida a non notarlo subito, ora che ci penso è tutto così chiaro sin dall’inizio, mi chiedo come abbia fatto a non accorgermene.»
«Ma di che parli?»
«Di ciò che c’è tra te e Tetsuya, naturalmente.»
Disse senza espressione. La rossa fece una smorfia indecifrabile.
«Eh? Ti sbagli di grosso, tra noi non esiste proprio nulla!»
«Beh, da parte tua sarà anche così, ma ti assicuro che non vale lo stesso per quanto riguarda lui. Adesso che rivedo le cose con maggiore lucidità, posso affermare con certezza che fosse chiaro.»
«Smettetela tutti quanti di ripetere la stessa cosa!»
Urlò con frustrazione scuotendo la testa, parandosi di fronte alla ragazzina.
«Insomma, che mi dici di tutte le cose che ha fatto per te? Ad esempio quando vi allenavate insieme, e poi ti ricordo che è te che ha invitato al ballo!»
Makoto si arrestò e la fisso intensamente dentro agli occhi.
«Ha iniziato ad allenarsi con me solamente dopo tutte le pressioni che hai fatto alla squadra. E poi, ad essere sinceri, sono stata io ad invitarlo e non viceversa.»
Arrossì un po’ quando confessò quella verità.
Rimase leggermente spiazzata da quella confessione, ma decise di non darglielo a vedere.
«Ma lui ha accettato! Come lo spieghi?»
Domandò infine, convinta che l’argomento fosse chiuso.
«Ha accettato solamente perché credeva che andassi con Shin. Ci ho ripensato molto ieri sera, ed in effetti mi sono ricordata che il giorno in cui gli ho chiesto di accompagnarmi è stato lo stesso in cui tu hai rivelato all’intera classe di avere già un compagno. Mi riferisco al primo giorno di scuola dopo le vacanze natalizie, quando Tyuji ha scritto quell’infelice articolo sul tuo conto.»
Specificò, lasciando che le sue parole venissero assorbite.
«Doremi, la verità è che Tetsuya ha una cotta per te. Non so se questa sia davvero cominciata durante il periodo delle elementari, ma direi proprio che è così, a giudicare da quanto dicono i vostri ex compagni. Adesso che lo sai, penso sia più facile per te comportarti di conseguenza.»
«Ma si può sapere di cosa parli? Sembra che tutti vi aspettiate che io diventi la sua ragazza, smettetela!  Tra noi due non esiste proprio nulla. Siamo dei semplici compagni di classe, non c’è altro!»
Makoto la guardò come se parlasse una lingua aliena.
«Se lo fai solamente per me, perché credi che provi qualcosa nei suoi confronti, allora ti rassicuro sin da subito: è vero, all’inizio avevo un debole per lui, perché credevo che fosse un ragazzo generoso altruista, ma adesso mi sono resa conto che quell’aspetto del suo carattere era fine solamente ad attirare la tua attenzione!»
Fece un sorriso tirato, mentre una gocciolina le colava lungo la tempia.
«Inoltre, se non vi parlate, diventa di cattivo umore ed è praticamente impossibile stargli accanto, quindi ti prego di non sentirti in colpa.»
Doremi strinse i pugni ed emise un suono sgraziato, come un urlo a denti stretti.
«Ma come ti viene in mente una simile sciocchezza? Quante volte dovrò ripeterti che io non provo proprio nulla nei suoi confronti? Tetusya è un ragazzo cocciuto ed antipatico! Per lui ogni momento è ottimo per insultarmi e prendermi in giro, pensi sul serio che possa innamorarmi di un tipo del genere?»
Doremi stava praticamente urlando, e non si curava nemmeno degli sguardi sconvolti che le rivolgevano i passanti. Fissò Makoto con rabbia, ma la ragazza mantenne lo sguardo senza cedere.
«Sul serio non capisci che tutte queste cose le fa solamente per attirare la tua attenzione? Perché credi che con tutte le altre non si comporti in questo modo? Te lo dico io, perché non gliene importa nulla.»
Quelle parole la colpirono. Se l’avesse schiaffeggiata, forse avrebbe fatto meno male. Si sentì ancora più stupida, era corsa dall’amica con un discorso pronto a consolarla, ma alla fine la situazione si era completamente ribaltata e lei era rimasta senza parole.
Gli ingranaggi nella sua testolina misero a muoversi velocemente, e, per la prima volta, Doremi iniziò a pensare che ci fosse un fondo di verità in quell’assurda faccenda.
 
 
Poche ore Dopo trascinava pigramente i piedi verso casa. La mattinata con Makoto era stata stremante, seppure si fosse conclusa con un “lieto fine” che le aveva indotte a chiarirsi definitivamente. Tuttavia adesso un nuovo pensiero si faceva lentamente spazio nella sua mente, una nuova consapevolezza che era incapace di gestire: Tetsuya era innamorato di lei. Come avrebbe fatto a respingerlo senza ferirlo? Era il caso di andare a parlargli adesso o di aspettare fino alla fine delle vacanze estive? Ma, soprattutto, cosa mai avrebbe potuto dire? “Scusa ma ti trovo insopportabile?”
Era talmente concentrata sui suoi pensieri, che non si accorse dei petali di dente di leone che svolazzavano stancamente per aria, trascinati da una leggera brezza primaverile.
Quando tornò a casa era di pessimo umore e non aveva alcun appetito, sebbene non avesse messo nulla sotto ai denti nemmeno a colazione.
Aprì la porta di casa e si abbandonò sul pavimento, strisciando verso il piano di sopra come un verme.
«Ah, Doremi, sei tornata a casa finalmente.»
L’accolse la voce di sua madre, intenta a cucinare.
«Ehh.»
Fu la sua misera risposta.
«È arrivata una lettera per te stamattina, è proprio lì sul tavolo.»
«Ehhh.»
«Credo si tratti di un invito, ne sono arrivati due uguali, uno per te ed uno per Bibi. A proposito, dovrebbe rientrare anche lei tra un paio di minuti. Sai? Oggi il suo amico Kimitaka è tornato a Misora e lei ha pensato bene di fargli compagnia,non è adorabile? Credo che quel bambino piaccia particolarmente a Bibì.»
La informò con un sorriso, controllando il grande orologio da parete.
«Ahhh!»
Tornò sui suoi passi per afferrare la busta e si trascinò verso la sua stanza al piano superiore. Quanto era deprimente venire a sapere che sua sorella minore fosse in grado di gestire una relazione sentimentale meglio di lei?
«Sono… la ragazzina… più sfortunata della terra!»
Si auto commiserò, gettandosi sul suo letto a pancia in giù. Dal piano inferiore le arrivò la voce della sua sorellina minore ed ebbe modo di udire la stessa conversazione a proposito della lettera. Strappò svogliatamente il sigillo dell’invito gettando la cartaccia per terra, poi lesse il breve testo.
“Sei invitato al vecchio negozio di magia MaHo lunedì alle 16 in punto . Conto sulla tua presenza,
                                                                                                                                             Hanna”
Dovette rileggerlo altre due o tre volte prima di esser certa di aver compreso.
«CHE COOOOOSA?»
Urlò a pieni polmoni, e proprio nello stesso istante la porta della sua cameretta si spalancò e fece il suo ingresso Bibì. L’espressione sgomenta sul suo viso non lasciava spazio ai dubbi, anche lei aveva già letto l’invito.
«Ma cosa significa?»
Bibì sventolò il foglio di carta sotto al naso della sorella maggiore, che in meno di un secondo aveva già scordato Tetsuya ed il suo amore non corrisposto e si interrogava sul significato misterioso  di quelle poche parole.
«Non ne ho idea, ma la cosa non mi piace affatto!»
«Com’è possibile che Hanna venga nel nostro mondo? Che sia successo qualcosa nel Mondo delle Streghe?»
Ipotizzò la minore, portandosi le mani alla bocca e scuotendo la testa per allontanare quel brutto pensiero.
«Spero proprio di no! Ma come le viene in mente di informarci con una lettera?»
«Chi altri lo ha ricevuto? Contatta Melody e le altre.»
La incitò la piccolina, afferrando il cellulare e lanciandoglielo addosso.
Doremi mosse con rapidità le dita sui tasti consumati del suo apparecchio telefonico.
«Ecco qui, scegli destinatario… Fatto!»
Non passò molto prima che le arrivassero delle risposte. Sinfony aveva appreso la notizia nello stesso momento, ed anche lei aveva espresso la sua preoccupazione.
“Qualsiasi cosa sia successa, io non riuscirei comunque a raggiungere Misora. Eppure dovrebbe sapere bene che mi sono trasferita ad Osaka, visto che il postino ha recapitato la posta al nuovo indirizzo!”
Presto arrivò anche la risposta di Lullaby.
Credo che sia stata recapitata tramite la Magia. Anche io l’ho ricevuto, ma non ho modo di recarmi al MaHo, dal momento che dovrò lavorare.
Subito dopo fu il torno di Mindy.
“La faccenda è strana, ho ricevuto lo stesso messaggio, anche se mi trovo a New York. Cosa mai può voler dire?Hanna dovrebbe sapere che per noi tre è pressappoco impossibile presentarci all’appuntamento.”
E per finire, fu Melody a scrivere.
“In questo caso ci andremo solamente io, Doremi e Bibì. Vi contatteremo subito per informarvi delle novità, vi chiedo solamente di restare reperibili.”
Dopo aver ricevuto un ultimo SMS di conferma da parte di tutte, Doremi poté abbandonarsi alle congetture insieme alla sorellina.
«Spero non si tratti di nulla di grave, anche se non ne sarei così sicura.»
«Non promette nulla di buono. Dal momento che non siamo più né apprendiste né streghe, dovrebbe esserci vietato mantenerci in contatto. Dev’essere qualcosa di estremamente importante se ha deciso di convocarci con così poco preavviso, non trovi?»
Doremi guardò fuori dalla finestra abbandonandosi a mille supposizioni. Sebbene fosse giorno, si poteva scorgere uno stralcio di luna. La sera successiva ci sarebbe stata la luna piena, ne era certa.
“Hanna, che cosa sta succedendo?”
  
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