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Autore: AlexiaKH    24/10/2017    1 recensioni
La quarta guerra mondiale ninja si era conclusa da mesi, ma ancora non si potevano chiamare tempi di pace. Vi erano ancora questioni e conflitti irrisoliti, riorganizzazioni e nuove minacce.
Niente di preoccupante, fino a quando un intero villaggio venne raso al suolo per mano di un nuovo gruppo di nukenin. Ciò che però tutti ignoravano, era l'esistenza della sola sopravvissuta di quella strage: una ragazza con un chakra e un potere molto particolare, che il suo villaggio si era assicurato di nascondere agli occhi del mondo.
Senza più un villaggio, una casa e una famiglia dove far ritorno, la ragazza si dedicherà anima e corpo nella vendetta. Ma riuscirà nel frattempo a ricostruirsi una vita?
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sabaku no Gaara, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Capitolo 13: Trappole e controtrappole
 
C’era un silenzio tombale tra i ragazzi. Erano tutti perfettamente consci di quello che sarebbe successo da lì a poco, oltre al fatto che volevano evitare di dare informazioni al nemico, essendo in un terreno che controllava Yume. Decisero comunque di stare al gioco, di seguire Kaito e di andare dritti nella tana del nemico, del resto a distanza potevano fare ben poco di produttivo. Lo scontro diretto era la loro unica possibilità di sopraffare il nemico, dal momento che nel gruppo non vi era un ninja sensitivo.
Loro lo sanno chi sei veramente? Chiese la voce di Kaito direttamente nella mente di Yui. La ragazza rimase per un primo momento sorpresa, non era più abituata a quella tipologia di comunicazione. Per quanto il ragazzo fosse sotto il controllo di Yume, pareva che avesse ancora intatto il suo Io.
Certo che no. Rispose Yui, sentendo il ragazzo alla sua risposta sospirare. Fai male, ormai loro li hanno presi di mira… dovresti dire perché una loro compagna sta rischiando di rimanere uccisa o per che cosa stanno rischiando la vita. Loro sanno chi sei, lo hanno sempre saputo. Disse pacatamente il ragazzo, e Yui si chiuse un'altra volta nel suo mutismo, ragionando su cosa rispondere. Proprio tu, che non vedevi l’ora di uscire dal Villaggio, violando le regole, ora ne sei così attaccata nonostante la sua distruzione? Chiese con amarezza, tirando fuori l’ovvietà che la ragazza si rifiutava di vedere: aveva paura. Aveva vissuto per anni in una gabbia emotiva e, per quanto avesse desiderato la sua libertà, era palese che con la mente era rimasta in quella prigione, costruita su menzogne e ossessioni degli abitanti. Kaito aveva cercato in tutti i modi di cambiare il gli abitanti, perché la loro politica di sfruttamento di un singolo clan si era rivelato fallimentare, soprattutto nello sfruttare fino all’inverosimile una giovane ragazza e farle credere che fosse una cosa necessaria ma soprattutto giusta. All’inizio lo faceva per un mero senso di giustizia, nonostante tutto voleva solo trovare una soluzione a una situazione che andava sempre più a peggiorare, ma finì per guardare Yui non solo come una compagna di accademia, una compaesanea, un’amica… lei per lui divenne qualcosa di più, e quando se ne rese conto era già troppo tardi. Per la sua lotta di cambiare il villaggio, considerato da molti come atto di possibile tradimento, Kaito venne condannato all’esilio dal Villaggio, con la rimozione di ogni informazione sui loro segreti, compresa l’esistenza di Yui… del resto non vi era condanna peggiore di quella a detta sua: la consapevolezza di aver dimenticato una cosa importante, una persona importante, cercarla incosciamente in ogni ragazza bruna, pur di colmare il vuoto creatosi nel suo essere. Ma in quel momento il suo animo era un misto di gioia e dolore, nell’aver ritrovato la ragazza in quella situazione, e si meravigliava di come quel sentimento sia ancora così vivo nel suo animo.
Non voglio coinvolegere nessun altro, è già morta fin troppa gente. Disse alla fine Yui, interrompendo il flusso di ricordi di Kaito. Ormai è irrilevante che loro sappiano o non sappiano la tua vera identità per gli Tsukiyo. Rispose il giovane prendendosi una pausa, stando ben accorto a quello che stava per dire. Dovresti essertene resa conto, useranno qualunque mezzo per farti perdere la ragione. Ormai le loro prime fasi del loro piano, avere informazioni su di te e trovarti, sono complete. Non ho la minima idea di quale sia il loro scopo finale, ma vogliono te, consenziente, all’interno della loro setta.
Fu una vera e propria doccia fredda per la ragazza, che per un istante si paralizzò, fermandosi nel mezzo del loro cammino. Bastò quella semplice frase di Kaito per collegare molti tasselli che non le tornavano, e finalmente molte cose abbero senso. Ma quale persona così mentalmente malata ma allo stesso tempo geniale poteva aver previsto tutto quello che sarebbe successo o tutto quello che fino a quel momento lei aveva fatto? Era come se fino in quel momento lei non avesse fatto il minimo passo in avanti.
Gaara subito si avvicinò alla ragazza, nell’istante che si era fermata, e ne aveva visto il volto shoccato. Il resto del gruppo si fermò e istintivamente il rosso guardò Kaito, che aveva un’espressione addolorata puntando gli occhi sulla ragazza, che per qualche motivo disprezzava fortemente, era una sensazione a pelle che gli trasmetteva un senso di minaccia. Yui dopo pochi istanti si riprese e guardò dritta negli occhi il ragazzo, ma il suo sguardo era incomprensibile come lo era anche quella silenziosa conversazione tra i due shinobi artigiani. Perchè mi stai dicendo queste cose? Per quanto mi riguarda, potrebbe essere una montatura per distruggermi psicologicamente. Commentò Yui, aggrappandosi agli insegnamenti di suo fratello, raccomandazioni di non perdere la lucidità in una situazione di pericolo, e di conseguenza preferì non credere sulla parola del ragazzo, essendoci la possibilità che siano macchinazioni di Yume. Del resto, più quella conversazione andava avanti e più le pareva strana. Il modo migliore di distruggere uno shinobi è torturalrlo sui suoi punti deboli. Commentò tristemente Kaito, per poi volgere lo sguardo prima verso Gaara e poi verso gli altri shinobi. Non sei d’accordo, Yui? Continuò, ma in quel momento la sua voce divenne diversa e meno profonda, come se si fosse mischiata con un altra. Fu in quel momento che Yui si rese conto del grave errore che aveva appena commesso.
“Posso sapere che sta succedendo?” Chiese Naruto leggermente confuso, guardando gli altri quattro ragazzi. Subito La ragazza si mise sulla difensiva, prendendo dei kunai pronti per essere lanciati. “E’ una trappola!” Gridò, appena in tempo per far evitare a Shikamaru una raffica di vento tagliente, seguito da il colpo di una falce.
“Accidenti a te Yume!” Imprecò subito un uomo dai capelli argentati, in direzione di Kaito. Le bastò uno sguardo per capire che si trattasse di Hidan, nonostante fosse la prima volta che lo incontra, grazie alle numerose descrizioni che aveva sentito. Ma nessuna descrizione era degna della enorme sete di sangue che avvertiva in lui.
“Suvvia non ti arrabbiare, ucciderlo in un solo e veloce colpo non sarebbe stato divertente.” Disse Kaito, ridendo e comportandosi in maniera effeminata. Gli occhi del ragazzo si fecero violacei, e poi dopo volse lo sguardo alla propria destra, mantenendo un diabolico sorriso. Yui seguì lo sguardo, notando che si stavano radunando intorno a loro tutti gli abitanti rimasti nel villaggio, con lo sguardo spento ma violaceo. Però, ciò che shoccò di più il gruppo, soprattutto Shikamaru, fu che alla direzione dove osservava Kaito, anzi Yume, era la presenza di Temari ma anche lei senza alcuna luce nei suoi occhi.
“Siete in una posizione di svantaggio, ma questo già lo sapete.” Continuò Kaito. “Yui cara, hai visto? Sono stata di parola.”
“Non hai proprio un briciolo di umanità.” Rispose invece la ragazza, guardando gli ostaggi che aveva intorno a sé. “Ma non mi aspettavo qualcosa di leale da voi, avete giocato sporco fino ad adesso.” Concluse guardando Kaito, o il suo corpo, temendo che per lui non c’era iù niente da fare. Lui, a differenza degli altri ostaggi, non aveva lo sguardo spento o il viso sofferente, era come se dentro il suo corpo ci fosse solo Yume, quindi un altro tipo di possessione.
 “Maledetti.” Imprecò Naruto. “Usare degli innocenti come scudo, e peggio ancora una nostra amica.” Continuò. Gli unici che non proferirono parola furono Shikamaru e Gaara, entrambi rimasti fermi a guardare Temari. Uno schiocco di dita diede inizio alla battaglia, e da lì ci fu soltanto un mare di dolore, più psicologico che fisico. Tutti gli ostaggi posseduti si buttarono, chi malamente e chi con chiaramente delle abilità da combattimento, verso il gruppo. Shikamaru fu costretto a stare sulla difensiva, per evitare gli attacchi di Temari combinati a quelli di Hidan, con l’aiuto di Naruto; Gaara, usava parte della sua sabbia per immobilizzare gli ostaggi e metterli fuori gioco. Infine, Yui fu costretta a battersi contro Kaito, che cercava di imprigionarla in una gabbia di terra. Erano si in svantaggio perchè, fatta ad esclusione di Hidan, i ragazzi non potevano colpire nessuno. Naruto entrò in modalità eremitica, in cerca di Yume, in modo da capovolgere la situazione ma fu inutile. Non vi era nessuno in disparte, fuori dalla battaglia, segno che la donna si nascondeva tra gli ostaggi… il problema però era che non riusciva a distinguerne il chakra, come se tutti gli ostaggi nel suo controllo avessero lo stesso... Anzi tutti i presenti, lui compreso, fatta ad esclusione di Yui.
Temari, assieme degli altri ostaggi, approfittò di quella situazione per lanciarsi contro Naruto armata del suo ventaglio, costrigendo il ragazzo a ritornare all’attacco; non fu difficile per lui schivare la ragazza, ma era impossibilitato di contrattaccare, per paura di ferire la ragazza, quindi aveva le difese scoperte. Fortunatamente intervenne Shikamaru, con il controllo dell’ombra, che fermò la bionda prima che potesse attaccare, mentre Naruto si moltiplicò per battere gli uomini che gli erano venuti addosso. Nel frattempo, Yui, grazie alla protezione che Gaara le dava con la sabbia, fu in grado di buttare a terra Kaito con il solo uso delle arti mariziali, immobilizzandolo sotto di lei.
“Ancora una volta ti avvali della protezione di un uomo.” Commentò Yume, usando Kaito. “Non sei troppo diversa da me, che ironia.” Continuò ridendo.
“Io non ho niente a che vedere con te.” Rispose Yui, prendendo il kunai e puntandolo alla gola del ragazzo. Il suo fu un atto istintivo, ma qualcosa dentro di lei la spingeva a farlo.
Yume scoppiò a ridere. “Questo si che è inaspettato, pur di uccidermi, gli faresti del male?” Ma, contrariamente a quello che l’avversaria si aspettava, Yui portò il kunai sul collo della maglia, tagliandola scoprendone il petto. Non era felice nel vederne sopra il segno maledetto, ma almeno le confermava le sue teorie. La cosa strana è che era lo stesso segno che aveva avuto anche Rikuto, seppur con sintomi diversi, quando Kitanai lo usò come esca per avvicinarsi e colpirla. Non poteva essere una coincidenza che entrambi i fratelli avessero sul loro corpo lo stesso segno maledetto. Poco dopo, la sabbia di Gaara avvolse gli arti del giovane, in modo da immobilizzarlo.
“Si può sapere che stai facendo? Non possiamo perdere tempo con gli ostaggi” Gridò Gaara, venerdole incontro. La ragazza lo studiò: non aveva un graffio e nemmeno un granello di sporco sui suoi abiti, era come se tutto quello che stava succedendo per lui fosse solo una passeggiata. Come diavolo faceva? Si chiedeva mentre guardava tutte quelle persone immobilizzate con la sabbia, lei a differenza sua era stanca e si era occupata solo di una persona. Se solo potesse usare la sua abilità innata…
“Si Yui, se perdi tempo con me loro moriranno.” Commentò Yume, ancora ferma. Fu in quel istante che la ragazza notò che Hidan si stava preparando per il rituale, disegnado con il suo sangue il simbolo di Jashin, mentre i due ninja della foglia erano impegnati a fermare gli attacchi di Temari e degli ostaggi. Il suo fu un gesto istintivo, prima che l’uomo potesse iniziare ad attaccare, a preparativi ormai completati assieme alla trasformazione, la ragazza estrasse dal proprio corpo la Coda di Drago, conficcandola nel terreno, per poi usare il proprio chakra per allungare e controllare la lama, facendola arrivare fino ai piedi di Hidan. L’uomo schivò tranquillamente l’attacco, ma grugnì di rabbia nel vedere il simbolo distrutto.
Ormai non si torna più indietro. Pensò tristemente, ma allo stesso tempo si sentii più leggera e libera. Era incredula di aver buttato all’aria, senza battito di ciglio, quella raccomandazione che anni le era stata fatta.
“Yui attenta!” Urlò Kaito, questa volta con la sua vera voce e con l’aria di chi stava soffrendo le pene dell’inferno. Fu un attimo, ma poco dopo il suo sguardo ritornò viscido e divertito della scena. “Ma tu guarda, sei finalemente uscita dalla tua gabbia.” Disse prima che tutto, intorno alla ragazza, divenne nebbioso.
“Ma che diavolo…” Commentò Gaara. La scena che aveva assistito era stata troppo veloce: prima Yui che estrae dal suo corpo una spada, poi il suo attacco verso Hidan… per poi svenire sotto le risate di Kaito, ancora sotto possessione, non appena la ragazza si voltò alle sue spalle.
“E’ fortunata quella mocciosa, se non fosse chiesta dal nobile Jashin l’avrei uccisa per aver interrotto il rituale.” Commentò Hidan. “Ma non posso lamentarmi troppo, finchè abbiamo questa donna ti ho in pugno.” Aggiunse avvicinandosi a Temari. Ridisegnò il simbolo, trasformandosi ma in quel momento puntò l’arma verso la ragazza, mentre lei non batteva ciglio. Un chiaro segno che bastava un passo falso ai presenti e lei sarebbe morta. In quel momento Gaara si accorse che tutti gli ostaggi smisero di lottare contro la sua sabbia per liberarsi, come se avessero perso le forze, e la stessa cosa successe anche a Kaito che svenne. Poco dopo Yui si alzò, ma il suo atteggiamento era completamente diverso, era di dir poco disgustata.
“Che schifo, avverto delle tracce della possessione di Kitanai. E meno male che lui diceva che non riusciva più ad avvertirla, che dilettante. Con una sola goccia del mio chackra io avverto i miei schiavi a qualsiasi distanza.” Aggiunse mentre si tastava il corpo, con un attenzione quasi manicale. “Un fiore in procinto di sbocciare, ma lameno il suo chakra è potente.” Disse alla fine, con fare di chi si doveva accontare,
Gaara subito le si avvicinò, ma la ragazza fece uscire dalla sua mano un kunai e se lo puntò in gola. “Oh non ci provare, sta volta non potrai salvare la tua bella.”
“Muoviti ad imporle il sigillo, così possiamo finire questa buffonata.” Imprecò ancora Hidan interrompedola, guardando divertito l’espressione crucciata di Shikamaru. “Cos’è? Non hai preparato buche a questo giro?”
“Guarda che ci vuole tempo, anche perché è più difficile quando sono dentro la persona che deve subire la maledizione…” Rispose la donna, per poi guardare attentamente la situazione. “… ma ora che ho fatto quello che dovevo, divertiti. Se ci riesci.” Commentò Yui, mentre guardava scocciata il compagno di squadra.
Hidan rise e subito puntò alzò la falce verso la ragazza, pronto a ucciderla. Non vedeva l’ora di torturare il ragazzo uccidendo ciò che gli era più caro, come il suo caro maestro. Ma prima che la lama potesse ferire, il suo corpò si fermò. L’uomo guardò i suoi piedi, vedendo che la sua ombra era collegata a quella del Nara. “La sete di vendetta ti ha reso ancora più stupido.” Comentò il ragazzo.
“Concordo…” Aggiunse Yui sbuffando delusa. “Potete smembrarlo in fretta per favore? Ah, già che ci siete potete tagliargli la lingua? Inutile dire che è piuttosto chiassoso.” Continuò, continuando a fare segno agli avversari di non avvicinarsi a lei.
“Maledetta, tu te ne eri accorta e sei rimasta lì impalata?” Imprecò Hidan, sotto lo sguardo shoccato degli avversari. Era come se tutto quello che era successo era solo una macchinazione della donna. “Farti fregare in quel modo, hai bruciato la tua ultima possibilità di perdono, Hidan.” In effetti Yume stava adempiendo a tutti gli ordini che aveva ricevuto: organizzare un enorme rituale con un gran numero di vittime, prendere la Kinzoku e liberarsi di Hidan, definito eretico dal Sommo per essersi allontanato dagli insegnamenti del Sommo Yashin per seguire la via della vendetta. Se smetti di amare Yashin, Yashin ti condanna a morte. Aveva architettato tutto fin nei minimi particolari, anche abbindolare Hidan con il sesso… gli uomini per lei erano tutti uguali, per questo si era unita al Dio che tanto amava, sposandolo.  “Ormai sei solo un peso per noi.” Comentò alla fine la donna. “Che i tuoi peccati vengano assolti con il rituale.” Concluse mentre in un istante fece dei segni, illumnando l’intera area e rivelando un sibolo di Yashin che era stato occultato con una tecnica illusoria, assieme a dei fili di chakra che univano ogni essere vivente al terreno maledetto.
“Prima che mi facciate domande: la stavate tirando troppo per le lunghe e si, siete stati tutti quanti delle mie marionette. Credevate di agire secondo la vostra volontà ma, come aveva detto il vostro eroe biondo, eravate nella mia ragnatela avete fatto esattamente quello che volevo io, ma non vi eravate resi conto di non combattere al massivo delle vostre possibilità?” Chiese, dando ai presenti degli idioti.
I fili tirarono tutti i presenti, ad eccezione di Yui, legati al terreno, mentre la ragazza si mise davanti a Gaara. “Tu in particolare mi hai fatto tenerezza: desideravi questa ragazza così tanto, e morirai senza nemmeno sfiorarla.” Commentò ridendo, per poi afferrargli il volto e baciarlo. “Ti dovrai accontentare di questo, di un falso.” Aggiunse per poi allontanarsi e fare dei segni che fecero apparire una sorta di altare. Dopo di chè, sfruttò i fili che legavano i presenti per prosciugarli lentamente del loro chakra.
Ci furono attimi di silenzio, come se la donna si stesse concentrando all’interno del corpo della Kizoku. “Ti devo ringraziare Yui, avevo sempre voluto farlo.” Disse alla fine, soddisfatta, per poi creare con il uo corpo una moltitudine di lame che, una volta create, fluttuavano puntavano a tutti i presenti. Una tecnica di creazione e controllo delle armi, che Yui conosceva bene e che usava per controllare la coda del Drago, ma non aveva abbastanza chakra per fare un armamentario di quella portata. “Questo sarà il tuo rito di iniziazione, con questo sacrificio Jashin ti accoglierà nelle sue grazie.” Ma in quel momento avvertii un forte dolore nella sua testa, urlando di dolore. “Maledetto, questo non me l’aspettavo…” Disse a fatica, con il respiro affannato. “Anche tu avevi previsto gli eventi fino a questo punto.”
Subito Naruto, Gaara e Shikamaru avvertirono che la presa dei fili di chakra si faceva molto più debole. “E bravo il mio Ken, mi hai fatto scacco anche da morto.” Commentò alla fine Yume, prima di perdere il controllo del corpo di Yui.
 
Quando Yui riaprii gli occhi, si accorse di essere a casa sua, nel suo letto. “Yui dai muoviti, la colazione è pronta!” Subito urlò Ken, dal piano di sotto. Ma che cosa stava succedendo… un sogno… no, era più un incubo… ma non se lo ricordava bene. Si alzò con fatica, come se avesse dormito per secoli, per poi scendere in cucina. Trovò Ken, e quasi istintivamente non le venne da piangere. Era strano, era come se avesse desiderato con tutto il suo cuore di rivederlo un’altima volta. Corpuratura muscolosa e alta, pelle diafana, i capelli castano scuri e arruffati, segno di essersi alnche lui alzato da poco e i suoi occhi color cenere, che ora in quel momento la stavano scrutando. “Ma stai dormendo in piedi?” Le chiese scherzoso, avvicinandosi a lei. “Sveglia!” Le disse con un tono più alto, dandole un pugno sulla sua testa.
“Hey!” Protestò subito la ragazza. “Fai male!” Aggiunse massaggiandosi la parte lesa del cranio, causando la risata del fratello. Non le sembrava vero, non riusciva a capire questa sensazione di incredulità che sentiva nel suo cuore. I due si sedettero a tavola, bisticciando come al loro solito mentre consumavano la colazione. “Ah già, per il cibo di oggi e di domani ti devi arrangiare.” Commentò Ken. “Vedi di non far esplodere la casa.”
“Un’altra missione?” Chiese Yui pensierosa. “Certo che ultimamente te ne stanno dando tante…” Aggiunse un pizzico d’invidia, desiderosa di accompagnarlo e di vedere il mondo al di fuori del Villaggio.
“E’ perché sono il migliore, no? Dopotutto è grazie ai geni di famiglia.” Rispose con orgoglio, facendo scoppiare una leggera risata alla sorella. Il ragazzo guardò Yui con un malinconico sorriso, per poi distogliere lo sguardo.
“La mamma si sarebbe già preoccupata a morte per te.” Disse Yui, togliendo le parole di bocca a Ken. Era consapevole chefosse la versione più giovane di sua madre, e che Ken a volte la osservava come se stesse osservando un fantasma. Sapeva che quella somiglianza a volte lo feriva, tormentato dal senso di colpa di non aver salvato i loro genitori, dimenticandosi di averla salvata.
“Mi hai proprio letto nel pensiero.” Commentò tristemente Ken, mentre metteva via i piatti nel lavandino. “Comunque non dovresti andare a lavoro? Hai un mucchio di armi da riparare, e lo avresti dovuto fare ieri!”
Da quella frase Yui scattò come un grillo in camera sua, a per potersi cambiare e prendere il necessario per il negozio. Le era proprio passato di mente tutto quel lavoro arretrato. Si vestì più velocemente che poteva, raccogliendo anche il metallo di riserva per poterlo assorbire, nel caso esaurisse le sue forze prima del dovuto, ma si accorse di non trovare più il rotolo contenente la lista delle armi da riparare.
“Accidenti…” Istintivamente le venne da chiamare il fratello, nel caso lui lo avesse spostato, ma qualcosa la spinse a non pronunciar suono, come se le stessero suggerendo di andare da sola. Entrò nella camera del fratello, dopotutto non era la prima volta che i due confodessero le loro cose e cominciò a cercare il rotolo. Fu lì che, aprendo un cassetto, ne trovò un cassetto pieno. Istintivamente si fermò per qualche istante, rapita con lo sguardo da uno in particolare.
“Yui tutto bene?” Sentii leggermente udire, ma ormai era come se fosse all’interno di una bolla d’acqua e quindi il suono pareva lontano e distorto. La ragazza prese il rotolo e lo esaminò: era vuoto, uno di quelli che Ken teneva quando doveva scrivere messaggi o per annotare qualcosa; ma non staccò gli occhi da quella carta bianca che aveva tra le sue mani, come se stesse cercando qualcosa. Le sembrava inspiegabilmente anormale che proprio quel rotolo fosse bianco.
Yui non dovresti stare qui. Sentii all’improvviso nella sua testa. Si voltò di scatto, pensando di trovare Ken alle sue spalle, ma niente. Svegliati. Continuò a riecheggiare.
“Yui che stai facendo qui?” Commentò Ken non appena entrò nella stanza, perplesso.
“Oh!” disse come se fosse appena ritornata alla realtà. “Scusami, cercavo la lista delle armi da riparare, l’hai per caso vista?” Le girava leggermente la testa, come se il mondo intorno a lei avesse un contorno… sfumato.
“E lo stavi cercando in un rotolo bianco?” Le disse scherzoso.
“Lo so… è solo che…” Rispose confusa, come se ci fosse qualcosa di storto. “… non ci avevi scritto qualcosa? Tipo un codice?” Chiese senza quasi rendersene conto del’importanza della sua domanda.
“Qualcuno sta ancora dormendo, dai mettilo via e va a lavorare, pigrona.” Commentò Ken, avvicinandosi per toglierle il rotolo. “Altrimenti poi chi lo sente il Kazekage, se non ripari il ventaglio della sorella”
Nell’udire quelle parole, subito Yui si allontanò di scatto, mettendosi le mani in testa, come se stesse per impazzire. “Cosa hai detto?” Chiese flebilmente. Non ricordava di aver nessun ventaglio in riparazione, e nemmeno di avere affari con suna o col Kazekage in persona… e allora perché la sua mente visualizzava il suo volto chiaramente? Perché ricordava alla perfezione tutti i suoi sguardi smeraldini, il suo volto impassibile e i suoi capelli cremisi?
“Non è reale…” Commentò fra sé e sé, per poi guardare addolorata il fratello. “Non sei reale…”
“Ho detto qualcosa che non dovevo dire, mi sa” Rispose il ragazzo, a con una voce distorta.
E’ molto più forte di quello che sembra, Yume. Parlò di nuovo la voce nella sua testa. Stà alla larga da lei. Continuò, finchè non divenne tutto bianco, accecando la ragazza.
Quando riaprii gli occhi, Yui si ritrovò in un mondo dorato, caldo e confortante, e davanti a sé Ken, ma questa volta quello vero… ne avvertiva il forte legame di chacra che aveva dentro di sé. “Yui…” Disse il ragazzo sollevato, stringendo forte tra le sue braccia la sorella, ricambiato, causandole la caduta di qualche silenziosa lacrima nate da un sentimento misto di gioia e di dolore. “Non hai nemmeno idea di quanto tu mi sia mancato…” Riuscì solo a dire la ragazza.
“Posso immaginarlo…” Le rispose dolcemente, per poi allontanarla leggermente, per poterle vedere il viso. “Sono fiero di te, sappilo.” Disse senza alcun dubbio. Finalmente l’aveva rivista e sembrava molto più maturata, anche se era visibilmente segnata dagli ultimi eventi che le erano capitati, del resto era quella la via del ninja.
“Come fai ad essere qui?” Chiese la ragazza.
“E’ una lunga storia, ma non abbiamo il tempo, il mio chakra si sta per esaurire e tu ancora non sei completamente libera.” Rispose determinato, mettendo una mano sul petto della ragazza.
“Aspetta!” Disse la ragazza implorante, allontanandosi dalla mano. “Non ho nessuna intenzione di lasciarti fare senza una spiegazione. Niente più misteri, niente più enigmi da risolvere, dimmi la verità.” Il ragazzo sospirò ma non la biasimò, del resto aveva tutto il diritto di sapere. Rimase per qualche istante ad osservarla, studiando la situazione e il da farsi… non voleva farlo ma per la prima volta non riuscii a desistere dallo sguardo determianto della ragazza. “Fino a che punto sai?” Chiese alla fine, arrendendosi alla nuova forza di volontà che la sorella aveva maturato.
“Abbastanza da aver capito che abbiamo un traditore che ha rivelato le informazioni segrete del nostro Villaggio, e comincio a sospettare che tu sappia molto di più di quello che vuoi far pensare.” Rispose, riportando alla mente quello che era sucesso nel mondo fasullo, dove Ken ha chiamato Yume per nome.
Il ragazzo rimase in silenzio per qualche istante, per poi sospirare. Fu così che allora mise la sua mano sulla testa della ragazza, accarezzandola, per poi fermala in una presa salda. “Sappi che non ti piacerà.” Disse all’inizio, per poi guardarla malinconico. “Te la racconterei volentieri ma, come ti ho già detto: non abbiamo tempo. Mi dispiace solo che dovrai subire questo shock.”
“Lo hai detto tu: sono più forte di quello che sembro.” Rispose pronta la ragazza, con un tono d’inquietudine nel vedere il fratello così serio.
“Una volta averti dato i miei ricordi, userò tutto il chakra che mi rimane per aiutarti a liberarti dalla possessione, ma devi fare tu il grosso del lavoro.” Rispose il ragazzo. “Il mio chackra più che altro serviva ad aiutarti a riprendere coscienza nel caso fossi finita in questo genere di situazione.”
“E’ tutto chiaro.” Rispose pronta la ragazza. “Anche se non voglio perderti di nuovo…” Aggiunse avvicinadosi al fratello, abbracciandolo di nuovo. Il ragazzo non molò la presa sulla sua testa, ma spostò la mano dietro la nuca e poi ricambiare l’abbraccio. “Non mi perderai, sarò sempre nell’unico posto dove tu puoi raggiungermi, nel tuo cuore.”
“Vorrei farti così tante domande…” Continuò la ragazza.
“Mi dispiace, se avessi potuto avrei messo molto più chakra nel rotolo che ti ho lasciato.” Rispose. “Miraccomando non cacciarti nei guai.” Disse alla fine, per poi usare tutto il suo chakra sia per impiantare i suoi ricordi in Yui e sia per spingerla a liberarsi dalla possessione totale. “Non te lo posso garanti…” Rispose ma si paralizzò, con sè una moltitudine d’immagini stessero cercando di entrare con prepotenza nella sua mente. Poi, l’unica cosa che le venne istintivo fare fù ribellarsi, con tutte le sue forze, avvertendo un chakra che cercava di contenerla dal mondo esterno.
Non appena riprese conoscenza, si accorse di essere in piedi e circondata da persone che avevano perso i sensi, o quasi tutte. Alla prima occhiata vide i suoi compagni di squadra a terra, ma vivi, coscienti e soprattutto illesi. Erano solo privi di forze. Subito la sua attenzione si spostò subito sulla marea di fili di chakra che uscivano dal terreno tenendo tutti legati. Solo una persona, al di fuori di lei, non era legata. Una donna priva di coscienza, bella e prosperosa, con lunghi capelli violacei, pelle perfetta che sembrava di porcellana e con addosso dei umili vestiti. La ragazza si fiondò subito, facendo uscire dalle sue mani delle lame, conficcò nelle braccia della donna, immobilizzandola. Ironicamente, era la prima volta che avvertva che le sue lame avessero trafitto anche le ossa, e questo la fece deglutire e tenere un respiro leggermente affannato.
Il dolore fu tale da destare in un istante la donna dal riposo, urlando di dolore e spalancando i suoi occhi neri. “Maledizione…” Commentò alla fine, dolorante ma allo stesso tempo estasiata. A Yui non parve strana quella reazione, dopotutto i seguaci di Jashin erano tutti dei sadici ma anche masochisti, visto che svolgevano i rituali provocando ferite mortali alle vittime su sé stessi, avvalendosi della loro condizione di apparente immortalità. “Mi hai trovata.” Aggiunse alla fine, per poi osservare il volto della ragazza rimanendone sorpresa.
“Fammi indovinare…” Cominciò a dire Yui mentre creava un’altra lama. “… stai pensando che sono cambiata.” Continuò per poi avvicinare la lama sulla gola, creando un lievissimo taglio sulla pelle, dimostrazione che era molto affilata.
“Non tanto in verità, ma hai finalmente lo stesso sguardo di tuo fratello, quello sguardo di chi ha compreso appieno la realtà dei fatti ma ancora non si vuole arrendere.” Rispose la donna.
“Ci avete fruttato senza pietà per troppo tempo, e pure da morti non date pace alla gente del mio Villaggio.” Rispose determinata Yui, senza nascondere la sua sete di sangue e vendetta, abbandonando per sempre quella ragazza timorosa di agire completamente e solamente secondo il suo libero arbitrio. “Ma prima le cose importanti, del resto vai pazza per i patti, no?” Concluse premendo ancora più la lama nel collo, che man mano trafiggeva lentamente la carne della donna.
“Non posso morire, dovresti saperlo bene.” Rispose sicura la donna, mostrando un’espressione maligna. Questo però non mosse di un millimetro la ragazza, cosa che fece preoccupare Yume perché, al contrario, la Kinzoku abbozzò un sorriso, un sorriso di una persona che la stava giudicando patetica.
“Hai davvero un aspetto maglifico sai…” Cominciò Yui a dire, minacciosa, osservando il corpo della donna. “Una pelle piacevole al tatto, morbida ma, soprattutto, senza alcuna imperfezione.” All’ultima affermazione Yume, per la prima volta dopo molti anni, avvertii dei brividi in tutto il suo corpo, in preda alla paura. “Chissà che razza di cicatrici verrebbero fuori se ti facessi letteralmente a pezzi.”
Istintivamente a Yume vennero in mente le cicatrici mostruose che aveva Hidan. Solitamente lo guariscono completamente da ogni ferita, senza lasciare alcun segno, ma non si poteva dire la stessa cosa se un arto, la testa o un pezzo del loro corpo veniva completamente separato… “No…” Fu solo capace di dire.
“Allora libera tutti gli ostaggi e i miei compagni, e parlo anche del segno maledetto.” Disse alla fine Yui. “Se lo farai, non ti farò a pezzi…” Aggiunse per poi prendere le due lame infinzate nelle braccia e conficcarle alle spalle, mentre la terza dritto al cuore. “Questo è giusto per dirti di non fare mosse strane.”
Yume non battè ciglio, e subito prese fece con le mani, incapace di fermare il tremolio, dei segni che liberò tutti dai fili di chakra. “Contenta ora?” Le chiese alla fine.
“No, perché è stato troppo facile.” Rispose per poi creare un’altra lama e infilzarla sulla sua fronte. La lama era talmente fine e affilata che non provocò rotture, ma solo il teglio che trapassò la testa, facendo urlare di dolore la donna che avvertiva il corpo estrsneo nel suo cervello. Era lancinante. “Devo prima assicurarmi che tu abbia davvero liberato tutti.” Aggiunse per poi evocare un’altra lama, puntandola sulla gola della donna.
“Ferma! Così vieni meno all’accordo, ho fatto quello che mi hai chiesto, lo giuro!” Le urlò pregandola.
“Ti sbagli, ti ho solo promesso che non ti avrei fatto a pezzi, ma questo non mi impedisce di decapitarti per renderti inoffensiva.” Rispose rancorosa e dura, cercando di mantenere la sua recita. Non le piaceva quello che stava facendo, ma il suo nuovo odio e rancore nei confronti di quella donna e di ciò che rappresentava era tale da rendere sopportabile quella situazione. In quel istante, Hidan colpì Yui alle spalle con la sua falce, facendo uscire le lame dal suo addome. L’uomo fece un sorriso vittorioso, per quanto fosse sfinito, e premeditava di eliminare anche Yume, che lo aveva tradito. C’era da dire che la ragazzina gli aveva suggerito un’idea niente male, ovvero fare a pezzi Yume. Già assaporava il momento che la sua falce avrebbe tagliato le carni della donna, ma si accorse che qualcosa non andava. La falce non usciva dal corpo della ragazza, anzi il metallo si stava scioiendo in lei, come se venisse prima liquefatto e poi assorbito. Fu così che l’uomo di ritrovò con la falca praticamente inutilizzabile e la sua avversaria illesa, fatta ad esclusione dei suoi vestiti tagliati e sporchi di sangue. Le sue ferite si erano rimarginate.
“Dovevi colpirmi in un punto vitale.” Rispose freddamente la ragazza, mentre faceva uscire dal suo corpo la coda di drago, alzandosi, per poi puntarla verso l’uomo. Hidan comunque non si perse di animo, la vendetta ormai era il suo unico obbiettivo, aveva deciso: prima di far fuori il Nara, doveva prima far fuori Yume e quella ragazza che si stava prenendo gioco di lui, al diavolo gli ordini. Basta così.
In quell’istante Gaara, con quel poco di chakra che gli era rimasto, avvolse Hidan in un bozzolo di sabbia, per poi sigillarlo, mentre Shikamaru e Naruto si misero davanti a Yui, in cerca di chi aveva appena parlato. Saltò subito all’occhio dei ninja una figura incappucciata, che lentamente si stava avvicinando verso Yume. In un istante fece dei segni e dalla terra sbucarono delle creature che circondarono il gruppo di ninja.
Bastò un attimo di urla da parte della donna, e sia la figura ce Yume sparirono, lasciando solo le lame e una pozza di sangue. Poco dopo la figura, con in braccio Yume, riapparve alle spalle di Yui. “Per questa volta ti lascio andare, consideralo un premio per la freddezza e sete di sangue che sei riuscita a dimostrare, ma hai ancora molta strada da fare… sei troppo umana.” Disse la figura per poi svnire prima che Yui si voltasse.
Il senso di minaccia sparì dall’area, e la Kinzoku avvertii solo un forte senso di stanchezza, il suo e quello dei suoi compagni. Avevano ancora molto lavoro da fare, come prestare soccorso ai feriti e controllare che nessuno avesse adosso segni maledetti o qualsiasi altra cosa, ma voleva ritornare a Suna il più presto possibile, doveva parlare con tutti i kage e mettere finalemente il mondo dei ninja al corrente della situazione che si stava andando a creare.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Angolo dell'autrice:

Buonsalve a tutti.
Se qualcuno ancora sta leggendo questa storia apparentemente abbandonata, sappiate che avete tutta la mia gratitudine. In questi mesi sono stata a rileggermi la storia e a capire dove andare a parare. A distanza di un anno, da quando ho iniziato a scrivere questa storia, mi sono resa conto che sono andata ritmi troppo lenti in alcuni punti, peccavo di dinamicità degli eventi. Quindi sono state a riscrivere gli eventi futuri che avevo in mente, in modo che la lettura fosse sempre e costantemente dinamica e interessante sia nelle scene ma anche nei personaggi.
Quindi ho inserito, anzi anticipato, un evento che avrebbe cambiato Yui, in modo da farla agire di più e tergiversare di meno. Questo causerà un effetto a catena che portare l'intero contesto a essere più movimentato e meno statico, a differenza dei precedenti capitoli. Voglio scrivere una bella storia, ma non voglio che il lettore sia appesantito da eccessivi drammi psicologici di persone che alla fine in un tot di capitoli non hanno combinato nulla. Non perderò il tocco di traccia e studio psicologico dei personaggi, come anche le loro emozioni, ma nei precedenti capitoli mi sembrava che a volte mi fossi troppo soffermata su quello e non sugli eventi che portavano la trama avanti.

Detto questo io vi ringrazio di cuore, spero di non avervi deluso con questo lungo (davvero lungo) capitolo.
Alexia.
  
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