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Autore: Emmastory    04/11/2017    3 recensioni
La vita di Rain e del suo gruppo continua, ma purtroppo senza uno dei compagni di viaggio. Sono passati ben quattro anni da quando la povera Samira è morta da eroina sul campo di battaglia, tentando assieme agli amici di eliminare una minaccia ormai conosciuta, ovvero i Ladri. Ora come ora, con la calma che regna sovrana ad Ascantha, nessuno sa cosa sia successo davvero, se la guerra sia finita, o sei ai nostri eroi sia stata concessa una tregua. Sempre uniti e fiduciosi, sono decisi a combattere le loro battaglie, e sperare, con tutte le loro forze, in un nuovo e sereno domani. Come andrà a finire? Scopritelo unendovi di nuovo a loro, nell'ultimo capitolo della saga di Aveiron.
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
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Le-cronache-di-Aveiron-VII-mod


Capitolo XXXIII
 
La forma del dolore
 
Erano ancora lì, fermi, l'uno fra le braccia dell'altra. Non parlavano, non dicevano nulla, ma Ava piangeva. Volendo solo confortarla, Aaron la stringeva forte a sè, carezzandole la schiena con dolcezza. Io ero lì, e stando a guardarli, le parlavo in tono gentile. Proprio come lui, anch'io volevo rassicurarla, e quando finalmente il loro abbraccio si sciolse, lei si avvicinò alla finestra, poi sorrise. Silenziosa come un topo o un saggio gufo, mi allontanai fino a lasciarli da soli, sicura che volessere del tempo per sè stessi. Seguendomi, anche i cani di casa sparirono dalla loro vista, e prima di andare, Chance li guardò per un'ultima volta. Per quanto ne sapevo, aveva in qualche modo partecipato al suo ritrovamento durante quella passeggiata, e fra un passo e l'altro, scandito solo dal suono delle sue unghie che ticchettavano contro il pavimento, io lo guardai, notando che sembrava essere davvero orgoglioso di lui. Stando ai miei ancora nitidi ricordi, quel cane aveva già agito da Cupido in una situazione simile, quando mia figlia Rose temeva di rivelare i suoi sentimenti all'amato Isaac. Da allora erano passati circa quattro anni, ma a me non importava. Rose poteva contare sul suo appoggio e sull'affetto che lui riversava su di lei, e in qualità di madre, non volevo altro che il meglio per i miei figli. Avendogli letteralmente donato la vita, potevo dire di conoscere Aaron perfino meglio di me stessa, ed ero sicura che fosse innamorato di Ava. Inizialmente, non l'avrei mai detto, ma in un giorno di sole, mia sorella Alisia era riuscita a capirlo, convincendo poi anche me. Ero felice, e negarlo era inutile, ma tornando a sedermi sul letto nella mia stanza, mi fermai a pensare. Nel farlo, ricordai il giorno in cui Ava aveva deciso di realizzare il desiderio delle mie nipotine e legger loro una storia. Non aveva usato un libro, ma la sua stessa mente, finendo per raccontar loro la storia della sua vita, includendo il barbaro modo in cui era stata costretta a entrare a far parte delle fila dei Ladri, ovvero con l'inganno. In cuor suo, lei non avrebbe mai voluto, ma allora era solo una bambina avventuratasi troppo lontano da casa, che avendo finito per perdersi nella nebbia, non aveva fatto altro che chiedere aiuto. L'aveva ricevuto, certo, ma da quel giorno in poi, le persone che avevano deciso di aiutarla, l'avevano obbligata a portare sulla pelle e nell'anima un segno, il loro. Sin da quando l'aveva ricevuto, Ava non aveva fatto altro che accusare una strana debolezza fisica e mentale, che seppur lentamente, l'aveva portata a fuggire da noi, dalla sua nuova, grande e allargata famiglia. Finalmente, il suo comportamento aveva una spiegazione, e il suo problema più grande una nome e un'identità. Una sorta di tatuaggio dalla forma unica, che ormai io e i miei compagni avevavano imparato a riconoscere, chiamandola semplicemente "forma del dolore, e che ero sicura lei volesse semplicemente far scomparire, nonostante per pura sfortuna non fosse possibile.
   
 
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