Hola
à todos!!!
vi propongo una nuova fanfiction su House/Cuddy.
Questa fanfiction è in parte autobiografica.
Mi raccomando recensite (voglio sia commenti negativi e positivi!!! )
Buona lettura!
Author:
ladyT
Paring: House/Cuddy
Typology:
One-shot+Longfiction a 3 capitoli
Spoiler: Yes, è collocato dopo
l’episodio 24 della 5° season.
Rating: Giallo.
Riassunto: Cosa è successo dopo l’arrivederci di
House? Cosa fanno i nostri
beniamini ormai lontani spiritualmente in una notte fonda? Sta a voi
scoprirlo...
Title: “Chissà se prima o poi riuscirò
mai a dirtelo...”
La
flebile
luce della luna illuminava quel bel paesaggio immerso tra la natura e
il lago.
Tutto era troppo stranamente silenzioso.
Non c’era un’anima viva che passeggiava lungo il
parco e neanche un rombo dei
motori delle macchine lungo la strada.
Sembrava di vivere in un deserto silenzioso però abbellito
da lucine bianche e
gialle lampeggianti: le stelle.
Così era il parco. Più bella cosa aveva oltre a
quel deserto ed era la luna
riflessa nel lago. Incantevole poteva apparire agli occhi felici ma
malinconico
a quelli che soffrivano in silenzio. In quel parco, così
isolato e muto, si
cominciò ad udire il crepitio di passi veloci.
Si scorgeva un figura nera, simile ad un’ombra, muovere
velocemente. Era una
donna che stava correndo senza sosta.
Quella donna era Lisa Cuddy.
Non sapeva perché proprio quella notte così fonda
aveva deciso di fare jogging!
Di solito correva allo spuntare dell’alba.
A quel silenzio si unì il sibilo di un venticello che le
accarezzava i morbidi
capelli legati a codino e d’altronde le stava sussurrando
dolci noti
melanconiche.
Continuava a correre velocemente come se volesse eliminare dei pensieri
che la
stavano torturando da chissà quanti giorni, settimane o mesi
e che la rendevano
molto triste!!!
D’un tratto si fermò e si sdraiò,
stanca e affannata, su uno di quei tavoli di
legno.
Sospirò e cominciò ad ammirare la graziosa luna e
le stelle che sembravano
ridere tra di loro.
Improvvisamente il grigio dei suoi occhioni si spegneva al contatto con
ogni
singola lacrima che le inumidiva il volto ormai troppo stanco tra
lavoro e
maternità.
Dentro di sé sentiva che le mancava qualcosa e non sapeva
cosa.
“ Mi manchi...”
Ancora una lacrima le scivolò timida e leggera sulla guancia.
La sua mente cominciò a volare molto lontano. Cominciarono
ad apparire delle
immagini di lei giovane quando, distrattamente, andò a
sbattere contro le forti
braccia di lui; del loro incontro, dopo la laurea, in
quell’ospedale e le
emozioni che aveva provato nel rivederlo; le loro discussioni
all’inizio e al
termine della giornata, i loro continui battibecchi e prese in giro; la
sua
bastardaggine e il suo essere tremendamente un genio in tutto per tutto.
Sorrise.
Poi si ricordò di questo parco, soprattutto del tavolo sotto
di lei. Era il
luogo dove lui era solito rifugiarsi per evitare le ore in clinica.
Quante volte lo aveva visto così fragile e indifeso, quei
suoi occhi blu oceano
che le imploravano aiuto, la sua rara dolcezza che era riuscita a
scovarlo, i
suoi sguardi così intensi e provocanti. Tutte queste piccole
cose le facevano
sobbalzare il cuore.
Greg, i suoi occhi che sapevano esprimere dolcezza e
serietà, quelle labbra che
la facevano sempre arrabbiare e mettere in imbarazzo ogni qualvolta che
si
aprivano per dirle cose del tipo: < Sto cercando di pensare a
tutto fuorché
alla centrale del latte! >
“Idiota!”
Però raramente dalla sua bocca uscivano anche parole che la
facevano arrossire come
quella sera del bacio. Cosa avrebbe dato per sentire ancora quel
contatto delle
sue labbra così morbide e affettuose!!!
“Perché te ne sei voluto andare via?”
Non riusciva a smettere di pensare a quel fatidico giorno.
Il suo sguardo era triste, quegli occhi così profondi
l’avevano guardata per
l’ultima volta e le imploravano aiuto. Neanche una parola
erano riusciti a
scambiare.
Non le aveva detto niente, neanche una battuta sul suo corpo o su
qualcos’altro, neppure un abbraccio…
niente… era solo un arrivederci, sapeva
che doveva andare in quell’ospedale psichiatrico e rispettava
questa sua
decisione anche se dentro di sé non ne capiva la ragione!!!
“Perché non sei più uscito da
allora?”
Erano passati ormai novi mesi che lui era li dentro.
All’inizio si sentivano spesso, ma poi il telefono
cominciò lentamente a non
squillare più…
“Non ti sei più fatto sentire…
Greg… mi hai dimenticata?”
Forse nel suo cuore non c’era più posto per lei
eppure lui aveva promesso che
appena uscito sarebbero andati a convivere insieme!!!
“Non può finire così… non
prima che io ti abbia detto ciò che nutro per
te…”
Si portò una mano all’altezza del cuore, una fitta
di dolore cominciò a farsi
più forte e le lacrime continuarono a scendere veloci e
insidiose, non riusciva
a smettere.
I ricordi le facevano così male, lei, sola, in quel parco,
freddo e scuro senza
di lui.
Si sentiva persa, svuotata, per lui che ormai era diventato
indispensabile come
l’aria e l’acqua. Voleva dirglielo, gridare al
mondo che non ce la faceva a vivere
senza di lui, un giorno, un’ora, un minuto, un secondo che
l’avrebbe voluto
accanto a se per sempre…
**********************
Anche qui era tutto silenzioso e buio. Solo una soffusa luce della luna
si
poteva scorgere fuori dalla finestra. A quell’ora era
proibito tenere anche le
candele accese! Stupide regole dell’ospedale!!!
Come gli mancava la propria casa! Se non fosse mai andato a
quell’ospedale, a
quest’ora avrebbe suonato il suo amatissimo pianoforte e bere
qualche bicchiere
di whisky!
Ah, che bei tempi!!!
Chiuse gli occhi blu oceano e cominciò a pensare a
ciò che più davvero gli
mancava.
Il PPTH, lo studio, i pazienti, il team, il suo migliore amico Jimmy e
Lisa.
Quando arrivò a pensare a quest’ultima, non
riuscì a trattenere una lacrima.
“Accidenti alla lacrima!!!”
Quante volte aveva sognato di uscire da quel maledetto ospedale e
andarle
incontro per abbracciarla, baciarla e perché no stuzzicarla!
Gli piaceva tanto prenderla in giro e vedere la sua faccia imbronciata
pronta a
dare ordini, oppure vederla sorridere con i suoi modi provocanti.
Sorrise.
Quando gli mancava la sua mammina, con i suoi occhioni grigi a fissarlo
ordinandogli di filare al proprio dovere!!
“Chissà se in qualche modo stai sprecando tempo a
pensare me!!!”
Erano molto distanti spiritualmente da troppo tempo... aveva voglia di
telefonarla ma non poteva anzi non voleva.
Aveva paura di farla ancora soffrire e sentire lei implorargli di
tornare
oppure sentirla piangere. Non poteva sopportare tutto questo!!! Tutto
per colpa
delle allucinazioni che aveva deciso di farsi curare!! Sperava di
eliminare
quelle allucinazioni che gli faceva confondere la realtà!
Questo gli succedeva
troppe volte e purtroppo gli aveva fatto credere di aver passato una
meravigliosa notte d’amore con Lisa! Però non
andò come lui aveva sperato!
Sperava di uscire subito e invece continuava a parlare con quei due
fantasmi!!
Così aveva deciso di smettere di telefonare a Lisa sperando
che col tempo lo
avesse cancellato dalla sua vita.
D’altronde non poteva continuare a illuderla con la promessa
che le aveva
fatto: andare a convivere insieme appena fosse guarito!!!
“Chissà se in tutto questo tempo avrai trovato
qualcuno che ti sappia rendere
felice...”
Portò una mano all’altezza del cuore e
lasciò che le lacrime scendessero veloci
sulla guancia.
Il pensiero di lei con un altro lo faceva sentire male, più
male della gamba!!
Se avesse potuto tornare indietro a quel giorno fatidico, avrebbe
voluto averla
tra le proprie braccia, stringerla a se e le avrebbe sussurrato di non
preoccuparsi, che non l’avrebbe mai lasciata sola... Se
però avesse fatto tutto
questo,se ne sarebbe pentito e non sarebbe più andato a
quell’ospedale.
Ma Lisa era molto speciale! Sapeva far nascere un sorriso dove le
lacrime
bagnavano il viso, tirarti su quando soffriva per il dolore alla gamba
e
renderti speciale!!
Quella notte del bacio lo aveva fatto sentire vivo, libero e felice!!
Non riusciva a dimenticare quell’emozione che aveva provato
in quel momento.
Nel baciarla, aveva sentito le catene del proprio corpo sciogliersi
come neve
al sole e a sua volta migliaia di emozioni, sentimenti, paure e gioia
si
liberarono fondendosi insieme fino a formare una sola cosa:
arcobaleno!!!
Questo è ciò che aveva provato: pace e
serenità!
Sospirò.
“Ora non sono con te!”
Mosse entrambe le braccia e le portò dietro al collo.
Fece un altro sospiro però più prolungato e
spostò di lato il viso in modo da
ammirare la luna fuori dalla finestra.
Come avrebbe desiderato sentire le sue continue prediche, il suo fare
da mamma,
vedere i suoi occhi, il suo sorriso solare, sentire la sua delicata
mano
accarezzare il proprio viso, il contatto delle sue labbra delicate e
affettuose
sulle proprie.
“E già, questa volta non sarò io a
baciarti... Raggio di Sole!”
**********************
Lisa asciugò le lacrime e tentò di accennare un
sorriso.
“Piccolo idiota... io ti aspetterò...”
Si alzò dal tavolo, scosse la testa, non era quello il suo
modo di pensare, non
era da lei piangere come una bambina!!!
Era forte e sapeva che Greg sarebbe tornato.
“Greg...”
Doveva farsi coraggio nonostante la lontananza la stava uccidendo,
anche se
soffriva in silenzio da troppo tempo.
Uscì dal parco, mentre il silenzio avvolgeva le strade, i
lampioni erano
permeati da una brillante e fievole luce che illuminava delle coppiette
intenti
a ammirare la luna abbracciati.
Un’altra lacrima le solcò le guance...
“Cosa darei per essere al loro posto!”
Sentiva le forze abbandonarla, stava cedendo di nuovo alle lacrime.
Scattò
velocemente, correndo lungo la strada. Immagini spezzate e dolci
ricordi le
apparivano come flashback.
Vedeva Greg che la baciava, lo vedeva irrompere nel proprio ufficio,
sabotare
gli appuntamenti e infine lo vedeva allontanarsi da lei.
“Greg non è vero che sono forte... mi manchi...
torna da me!!!”
Continuò a correre con gli occhi gonfi di lacrime. Non
riusciva a controllarle,
non ne aveva la forza. Aveva capito quanto aveva bisogno di lui, quanto
la sua
mancanza la rendeva triste e quanto avesse bisogno della sua presenza.
Ora le sue gambe camminavano quasi barcollando.
Era arrivata a casa. Aprì il portone e lo chiuse
appoggiandosi con la schiena.
“Oh, Greg...”
**********************
Greg sentì un dolore acuto al petto.
“Lisa...”
Si sedette sul letto piegando la testa in avanti appoggiando la fronte
contro
le ginocchia e cingendo, con le braccia, le proprie gambe.
Sospirò profondamente.
Dio quanto le mancava!!!
“Perché è così
complicato?”
Chissà cosa stava facendo ora Lisa, cosa avrebbe dato per
saperlo...
“Idiota... sono un’idiota... devo
chiamarla...”
Sorrise, prese il telefono e compose il numero di casa...
Tu-tu-tu-tu-tu-tu...
Il telefono era occupato.
Il pensiero gli balenò nella mente, come poteva essere stato
così sciocco e
infantile... forse lei si era già consolata con un altro...
magari con Jimmy.
Scosse la testa, come poteva pensare ad una cosa del genere? La gelosia
non era
da lui... ma perché si sentiva così?
Riprovò a comporre il numero e stavolta era libero.
Il cuore di Greg cominciò a battere all’impazzata,
gli sarebbe bastato anche
solo sentirla una volta...
< Segreteria telefonica: sono Lisa Cuddy, al momento non ci
sono! Lasciate
un messaggio dopo il bip! Grazie!... Bip...>
Riagganciò il telefono.
“Come sospettavo!”
Abbassò lo sguardo
“Cosa mi dovevo aspettare dopo tutto questo tempo?”
Sospirò tristemente.
“Che mi avrebbe aspettato e accolto con le braccia
aperte?”
Greg tornò di nuovo al letto, sdraiandosi completamente su
di esso.
Lisa aveva bisogno di un uomo di polso, capace di farla sorridere e
realizzare
i suoi sogni, starle vicino nei suoi momenti no, e viziarla, non di un
fantasma
come lui.
**********************
Lisa era sotto la doccia quando sentì il telefono squillare
e per questo motivo
non era riuscita a rispondere.
“Chissà chi mi cercava.”
Pensò dopo essersi asciugata e indossato quella sua
incantevole camicetta da
notte di seta bianco.
Spinse il bottone per vedere l’ultima chiamata persa.
Nel leggere il numero sul display, le sue labbra
s’incresparono in un dolce
sorriso.
“Non si era dimenticato di me!”
Si gettò sul letto e prese la cornetta...
**********************
Greg stava fissando il telefono sperando magari in una sua chiamata.
Quando
improvvisamente sentì squillare, tolse la coperta e si
sedette sul letto.
Sospirò e allungò la mano per afferrare la
cornetta avvicinandola all’orecchio.
Si fece coraggio...
< Pronto?>
Disse con voce tentennante con la paura che dall’altra parte
dell’interlocutore
non fosse Lisa...
< Greg...>
Una vocina gli rispose.
La voce di Lisa eliminò ogni suo dubbio e cacciò
la paura che aveva addosso.
Greg rimase qualche istante in silenzio.
Anche Lisa rimase in silenzio. Era buffo che due persone si cercassero
e, una
volta cercate, non trovassero le parole da dire...
< Ciao, come stai? >
Disse solamente Greg per spezzare quel silenzio così
fastidioso.
“Idiota, che sto facendo? Perché non le dico
quanto mi manca...”
L’orgoglio, purtroppo, non gli permetteva di superare la
barriera... non ci
riusciva...
< Bene, tu invece? >
Pronunciò quasi perplessa la ragazza.
< Bene... si... ehm... >
Rimasero ancora in silenzio, poi, Lisa cominciò a
singhiozzare, rompendo così
l’imbarazzo.
< Lisa, ma tu stai piangendo? >
Il cuore di Greg si strinse più forte perché la
sentiva piangere e questo lo
faceva soffrire.
< Non ti preoccupare, Greg... è... solo... che... non
ti sei più fatto
sentire per tutto questo tempo e... mi... manchi! Scusami sono una
stupida!
>
Greg si sentì male... lei aveva ragione, lui non si era
fatto più vivo e tutto
quello che le voleva dire era “Ciao”?
< No, non sei stupida... >
La sua voce era così melodiosa e dolce.
< Greg? >
Lisa strinse il cuscino ancora di più premendolo contro il
petto mentre teneva
ferma la cornetta vicino all’orecchio. Sul viso altre lacrime
scesero a
dirotto.
< Hai ragione, Lisa... non mi sono fatto più sentire
per troppo tempo...
mi... sei... mancata da morire... >
Quelle parole fecero correre brividi lungo la schiena della donna e
mille
emozioni le scorrevano lungo le vene.
Doveva essere duro per lui ammettere tutte queste cose!
Inoltre dietro a quella maschera di burbero, misantropo e cinico
dottore
batteva un cuore.
< Oh, Greg! Quanto torni? >
Chiese spaventata, quasi per paura di una risposta negativa da parte
sua...
< Ti prometto... mio piccolo Raggio di Sole... che
tornerò e da allora ti
sarà difficile liberarmi perché quella promessa
che ti ho fatto tanto tempo fa
è ancora valida! >
Sorrisero.
< Dici davvero? >
La voce di Lisa stavolta aveva assunto un tono più allegro e
dolce...
< Te lo prometto! >
Lisa sorrise, ora era felice... sapeva che avrebbe mantenuto al
promessa,
sapeva che teneva a lei.
< E ti prometto che ti chiamerò più
spesso, Raggio di Sole! >
Disse con tono convinto e deciso.
< Ne sono sicura, buonanotte Greg... >
Fece per riattaccare... ma la voce calda e dolce di lui la
bloccò.
< Lisa... aspetta... >
Greg deglutì, chiuse gli occhi e sorrise...
< Dimmi Greg... >
Disse impaziente la donna. Era curiosa di sapere cos’altro
voleva dirle.
< Non vedo l’ora di stuzzicarti! >
Sorrise... poi riattaccò... non ce l’aveva fatta!
Maledetto orgoglio!!!
Lisa sorrise e strinse il telefono al petto, rimase seduta sul bordo
del letto
a lungo... poi si alzò, osservando la luna che in quel
momento sembrava
brillare più di prima...
Anche Greg fece lo stesso... si alzò affacciandosi alla
finestra... sorrise
osservando il chiarore della luna.
“Ti amo, Lisa! Chissà se prima o poi
riuscirò mai a dirtelo...”