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Autore: ladyT    22/06/2009    2 recensioni
La flebile luce della luna illuminava quel bel paesaggio immerso tra la natura e il lago. Tutto era troppo stranamente silenzioso. Non c’era un’anima viva che passeggiava lungo il parco e neanche un rombo dei motori delle macchine lungo la strada. Sembrava di vivere in un deserto silenzioso però abbellito da lucine bianche e gialle lampeggianti: le stelle. Così era il parco. Più bella cosa aveva oltre a quel deserto ed era la luna riflessa nel lago. Incantevole poteva apparire agli occhi felici ma malinconico a quelli che soffrivano in silenzio. In quel parco, così isolato e muto, si cominciò ad udire il crepitio di passi veloci. Si scorgeva un figura nera, simile ad un’ombra, muovere velocemente. Era una donna che stava correndo senza sosta. Attenzione Spoiler 5 °season Dr house!! Spoiler!!! Collocato dopo la finale della 5° season!!!
Genere: Romantico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Greg House, Lisa Cuddy
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Hola à todos!!!
vi propongo una nuova fanfiction su House/Cuddy.
Questa fanfiction è in parte autobiografica.
Mi raccomando recensite (voglio sia commenti negativi e positivi!!! )
Buona lettura!


Author: ladyT
Paring: House/Cuddy
Typology: One-shot+Longfiction a 3 capitoli
Spoiler: Yes, è collocato dopo l’episodio 24 della 5° season.
Rating: Giallo.
Riassunto: Cosa è successo dopo l’arrivederci di House? Cosa fanno i nostri beniamini ormai lontani spiritualmente in una notte fonda? Sta a voi scoprirlo...
Title: “Chissà se prima o poi riuscirò mai a dirtelo...”

 

La flebile luce della luna illuminava quel bel paesaggio immerso tra la natura e il lago.
Tutto era troppo stranamente silenzioso.
Non c’era un’anima viva che passeggiava lungo il parco e neanche un rombo dei motori delle macchine lungo la strada.
Sembrava di vivere in un deserto silenzioso però abbellito da lucine bianche e gialle lampeggianti: le stelle.
Così era il parco. Più bella cosa aveva oltre a quel deserto ed era la luna riflessa nel lago. Incantevole poteva apparire agli occhi felici ma malinconico a quelli che soffrivano in silenzio. In quel parco, così isolato e muto, si cominciò ad udire il crepitio di passi veloci.
Si scorgeva un figura nera, simile ad un’ombra, muovere velocemente. Era una donna che stava correndo senza sosta.
Quella donna era Lisa Cuddy.
Non sapeva perché proprio quella notte così fonda aveva deciso di fare jogging! Di solito correva allo spuntare dell’alba.
A quel silenzio si unì il sibilo di un venticello che le accarezzava i morbidi capelli legati a codino e d’altronde le stava sussurrando dolci noti melanconiche.
Continuava a correre velocemente come se volesse eliminare dei pensieri che la stavano torturando da chissà quanti giorni, settimane o mesi e che la rendevano molto triste!!!
D’un tratto si fermò e si sdraiò, stanca e affannata, su uno di quei tavoli di legno.
Sospirò e cominciò ad ammirare la graziosa luna e le stelle che sembravano ridere tra di loro.
Improvvisamente il grigio dei suoi occhioni si spegneva al contatto con ogni singola lacrima che le inumidiva il volto ormai troppo stanco tra lavoro e maternità.
Dentro di sé sentiva che le mancava qualcosa e non sapeva cosa.

“ Mi manchi...”

Ancora una lacrima le scivolò timida e leggera sulla guancia.
La sua mente cominciò a volare molto lontano. Cominciarono ad apparire delle immagini di lei giovane quando, distrattamente, andò a sbattere contro le forti braccia di lui; del loro incontro, dopo la laurea, in quell’ospedale e le emozioni che aveva provato nel rivederlo; le loro discussioni all’inizio e al termine della giornata, i loro continui battibecchi e prese in giro; la sua bastardaggine e il suo essere tremendamente un genio in tutto per tutto.
Sorrise.
Poi si ricordò di questo parco, soprattutto del tavolo sotto di lei. Era il luogo dove lui era solito rifugiarsi per evitare le ore in clinica.
Quante volte lo aveva visto così fragile e indifeso, quei suoi occhi blu oceano che le imploravano aiuto, la sua rara dolcezza che era riuscita a scovarlo, i suoi sguardi così intensi e provocanti. Tutte queste piccole cose le facevano sobbalzare il cuore.
Greg, i suoi occhi che sapevano esprimere dolcezza e serietà, quelle labbra che la facevano sempre arrabbiare e mettere in imbarazzo ogni qualvolta che si aprivano per dirle cose del tipo: < Sto cercando di pensare a tutto fuorché alla centrale del latte! >

“Idiota!”

Però raramente dalla sua bocca uscivano anche parole che la facevano arrossire come quella sera del bacio. Cosa avrebbe dato per sentire ancora quel contatto delle sue labbra così morbide e affettuose!!!

“Perché te ne sei voluto andare via?”

Non riusciva a smettere di pensare a quel fatidico giorno.
Il suo sguardo era triste, quegli occhi così profondi l’avevano guardata per l’ultima volta e le imploravano aiuto. Neanche una parola erano riusciti a scambiare.
Non le aveva detto niente, neanche una battuta sul suo corpo o su qualcos’altro, neppure un abbraccio… niente… era solo un arrivederci, sapeva che doveva andare in quell’ospedale psichiatrico e rispettava questa sua decisione anche se dentro di sé non ne capiva la ragione!!!

“Perché non sei più uscito da allora?”

Erano passati ormai novi mesi che lui era li dentro.
All’inizio si sentivano spesso, ma poi il telefono cominciò lentamente a non squillare più…

“Non ti sei più fatto sentire… Greg… mi hai dimenticata?”

Forse nel suo cuore non c’era più posto per lei eppure lui aveva promesso che appena uscito sarebbero andati a convivere insieme!!!

“Non può finire così… non prima che io ti abbia detto ciò che nutro per te…”

Si portò una mano all’altezza del cuore, una fitta di dolore cominciò a farsi più forte e le lacrime continuarono a scendere veloci e insidiose, non riusciva a smettere.
I ricordi le facevano così male, lei, sola, in quel parco, freddo e scuro senza di lui.
Si sentiva persa, svuotata, per lui che ormai era diventato indispensabile come l’aria e l’acqua. Voleva dirglielo, gridare al mondo che non ce la faceva a vivere senza di lui, un giorno, un’ora, un minuto, un secondo che l’avrebbe voluto accanto a se per sempre…

**********************



Anche qui era tutto silenzioso e buio. Solo una soffusa luce della luna si poteva scorgere fuori dalla finestra. A quell’ora era proibito tenere anche le candele accese! Stupide regole dell’ospedale!!!
Come gli mancava la propria casa! Se non fosse mai andato a quell’ospedale, a quest’ora avrebbe suonato il suo amatissimo pianoforte e bere qualche bicchiere di whisky!
Ah, che bei tempi!!!
Chiuse gli occhi blu oceano e cominciò a pensare a ciò che più davvero gli mancava.
Il PPTH, lo studio, i pazienti, il team, il suo migliore amico Jimmy e Lisa.
Quando arrivò a pensare a quest’ultima, non riuscì a trattenere una lacrima.

“Accidenti alla lacrima!!!”

Quante volte aveva sognato di uscire da quel maledetto ospedale e andarle incontro per abbracciarla, baciarla e perché no stuzzicarla!
Gli piaceva tanto prenderla in giro e vedere la sua faccia imbronciata pronta a dare ordini, oppure vederla sorridere con i suoi modi provocanti.
Sorrise.
Quando gli mancava la sua mammina, con i suoi occhioni grigi a fissarlo ordinandogli di filare al proprio dovere!!

“Chissà se in qualche modo stai sprecando tempo a pensare me!!!”

Erano molto distanti spiritualmente da troppo tempo... aveva voglia di telefonarla ma non poteva anzi non voleva.
Aveva paura di farla ancora soffrire e sentire lei implorargli di tornare oppure sentirla piangere. Non poteva sopportare tutto questo!!! Tutto per colpa delle allucinazioni che aveva deciso di farsi curare!! Sperava di eliminare quelle allucinazioni che gli faceva confondere la realtà! Questo gli succedeva troppe volte e purtroppo gli aveva fatto credere di aver passato una meravigliosa notte d’amore con Lisa! Però non andò come lui aveva sperato! Sperava di uscire subito e invece continuava a parlare con quei due fantasmi!!
Così aveva deciso di smettere di telefonare a Lisa sperando che col tempo lo avesse cancellato dalla sua vita.
D’altronde non poteva continuare a illuderla con la promessa che le aveva fatto: andare a convivere insieme appena fosse guarito!!!

“Chissà se in tutto questo tempo avrai trovato qualcuno che ti sappia rendere felice...”

Portò una mano all’altezza del cuore e lasciò che le lacrime scendessero veloci sulla guancia.
Il pensiero di lei con un altro lo faceva sentire male, più male della gamba!!
Se avesse potuto tornare indietro a quel giorno fatidico, avrebbe voluto averla tra le proprie braccia, stringerla a se e le avrebbe sussurrato di non preoccuparsi, che non l’avrebbe mai lasciata sola... Se però avesse fatto tutto questo,se ne sarebbe pentito e non sarebbe più andato a quell’ospedale.
Ma Lisa era molto speciale! Sapeva far nascere un sorriso dove le lacrime bagnavano il viso, tirarti su quando soffriva per il dolore alla gamba e renderti speciale!!
Quella notte del bacio lo aveva fatto sentire vivo, libero e felice!!
Non riusciva a dimenticare quell’emozione che aveva provato in quel momento.
Nel baciarla, aveva sentito le catene del proprio corpo sciogliersi come neve al sole e a sua volta migliaia di emozioni, sentimenti, paure e gioia si liberarono fondendosi insieme fino a formare una sola cosa: arcobaleno!!!
Questo è ciò che aveva provato: pace e serenità!
Sospirò.

“Ora non sono con te!”

Mosse entrambe le braccia e le portò dietro al collo.
Fece un altro sospiro però più prolungato e spostò di lato il viso in modo da ammirare la luna fuori dalla finestra.
Come avrebbe desiderato sentire le sue continue prediche, il suo fare da mamma, vedere i suoi occhi, il suo sorriso solare, sentire la sua delicata mano accarezzare il proprio viso, il contatto delle sue labbra delicate e affettuose sulle proprie.

“E già, questa volta non sarò io a baciarti... Raggio di Sole!”

**********************



Lisa asciugò le lacrime e tentò di accennare un sorriso.

“Piccolo idiota... io ti aspetterò...”

Si alzò dal tavolo, scosse la testa, non era quello il suo modo di pensare, non era da lei piangere come una bambina!!!
Era forte e sapeva che Greg sarebbe tornato.

“Greg...”

Doveva farsi coraggio nonostante la lontananza la stava uccidendo, anche se soffriva in silenzio da troppo tempo.

Uscì dal parco, mentre il silenzio avvolgeva le strade, i lampioni erano permeati da una brillante e fievole luce che illuminava delle coppiette intenti a ammirare la luna abbracciati.
Un’altra lacrima le solcò le guance...

“Cosa darei per essere al loro posto!”

Sentiva le forze abbandonarla, stava cedendo di nuovo alle lacrime. Scattò velocemente, correndo lungo la strada. Immagini spezzate e dolci ricordi le apparivano come flashback.
Vedeva Greg che la baciava, lo vedeva irrompere nel proprio ufficio, sabotare gli appuntamenti e infine lo vedeva allontanarsi da lei.

“Greg non è vero che sono forte... mi manchi... torna da me!!!”

Continuò a correre con gli occhi gonfi di lacrime. Non riusciva a controllarle, non ne aveva la forza. Aveva capito quanto aveva bisogno di lui, quanto la sua mancanza la rendeva triste e quanto avesse bisogno della sua presenza.
Ora le sue gambe camminavano quasi barcollando.
Era arrivata a casa. Aprì il portone e lo chiuse appoggiandosi con la schiena.

“Oh, Greg...”

**********************




Greg sentì un dolore acuto al petto.

“Lisa...”

Si sedette sul letto piegando la testa in avanti appoggiando la fronte contro le ginocchia e cingendo, con le braccia, le proprie gambe.
Sospirò profondamente.
Dio quanto le mancava!!!

“Perché è così complicato?”

Chissà cosa stava facendo ora Lisa, cosa avrebbe dato per saperlo...

“Idiota... sono un’idiota... devo chiamarla...”

Sorrise, prese il telefono e compose il numero di casa...

Tu-tu-tu-tu-tu-tu...

Il telefono era occupato.
Il pensiero gli balenò nella mente, come poteva essere stato così sciocco e infantile... forse lei si era già consolata con un altro... magari con Jimmy.
Scosse la testa, come poteva pensare ad una cosa del genere? La gelosia non era da lui... ma perché si sentiva così?
Riprovò a comporre il numero e stavolta era libero.
Il cuore di Greg cominciò a battere all’impazzata, gli sarebbe bastato anche solo sentirla una volta...

< Segreteria telefonica: sono Lisa Cuddy, al momento non ci sono! Lasciate un messaggio dopo il bip! Grazie!... Bip...>

Riagganciò il telefono.

“Come sospettavo!”

Abbassò lo sguardo

“Cosa mi dovevo aspettare dopo tutto questo tempo?”

Sospirò tristemente.

“Che mi avrebbe aspettato e accolto con le braccia aperte?”

Greg tornò di nuovo al letto, sdraiandosi completamente su di esso.
Lisa aveva bisogno di un uomo di polso, capace di farla sorridere e realizzare i suoi sogni, starle vicino nei suoi momenti no, e viziarla, non di un fantasma come lui.

**********************




Lisa era sotto la doccia quando sentì il telefono squillare e per questo motivo non era riuscita a rispondere.

“Chissà chi mi cercava.”

Pensò dopo essersi asciugata e indossato quella sua incantevole camicetta da notte di seta bianco.
Spinse il bottone per vedere l’ultima chiamata persa.
Nel leggere il numero sul display, le sue labbra s’incresparono in un dolce sorriso.

“Non si era dimenticato di me!”

Si gettò sul letto e prese la cornetta...

**********************




Greg stava fissando il telefono sperando magari in una sua chiamata. Quando improvvisamente sentì squillare, tolse la coperta e si sedette sul letto.
Sospirò e allungò la mano per afferrare la cornetta avvicinandola all’orecchio.
Si fece coraggio...

< Pronto?>

Disse con voce tentennante con la paura che dall’altra parte dell’interlocutore non fosse Lisa...

< Greg...>

Una vocina gli rispose.
La voce di Lisa eliminò ogni suo dubbio e cacciò la paura che aveva addosso.
Greg rimase qualche istante in silenzio.
Anche Lisa rimase in silenzio. Era buffo che due persone si cercassero e, una volta cercate, non trovassero le parole da dire...

< Ciao, come stai? >

Disse solamente Greg per spezzare quel silenzio così fastidioso.

“Idiota, che sto facendo? Perché non le dico quanto mi manca...”

L’orgoglio, purtroppo, non gli permetteva di superare la barriera... non ci riusciva...

< Bene, tu invece? >

Pronunciò quasi perplessa la ragazza.

< Bene... si... ehm... >

Rimasero ancora in silenzio, poi, Lisa cominciò a singhiozzare, rompendo così l’imbarazzo.

< Lisa, ma tu stai piangendo? >

Il cuore di Greg si strinse più forte perché la sentiva piangere e questo lo faceva soffrire.

< Non ti preoccupare, Greg... è... solo... che... non ti sei più fatto sentire per tutto questo tempo e... mi... manchi! Scusami sono una stupida! >

Greg si sentì male... lei aveva ragione, lui non si era fatto più vivo e tutto quello che le voleva dire era “Ciao”?

< No, non sei stupida... >

La sua voce era così melodiosa e dolce.

< Greg? >

Lisa strinse il cuscino ancora di più premendolo contro il petto mentre teneva ferma la cornetta vicino all’orecchio. Sul viso altre lacrime scesero a dirotto.

< Hai ragione, Lisa... non mi sono fatto più sentire per troppo tempo... mi... sei... mancata da morire... >

Quelle parole fecero correre brividi lungo la schiena della donna e mille emozioni le scorrevano lungo le vene.
Doveva essere duro per lui ammettere tutte queste cose!
Inoltre dietro a quella maschera di burbero, misantropo e cinico dottore batteva un cuore.

< Oh, Greg! Quanto torni? >

Chiese spaventata, quasi per paura di una risposta negativa da parte sua...

< Ti prometto... mio piccolo Raggio di Sole... che tornerò e da allora ti sarà difficile liberarmi perché quella promessa che ti ho fatto tanto tempo fa è ancora valida! >

Sorrisero.

< Dici davvero? >

La voce di Lisa stavolta aveva assunto un tono più allegro e dolce...

< Te lo prometto! >

Lisa sorrise, ora era felice... sapeva che avrebbe mantenuto al promessa, sapeva che teneva a lei.

< E ti prometto che ti chiamerò più spesso, Raggio di Sole! >

Disse con tono convinto e deciso.

< Ne sono sicura, buonanotte Greg... >

Fece per riattaccare... ma la voce calda e dolce di lui la bloccò.

< Lisa... aspetta... >

Greg deglutì, chiuse gli occhi e sorrise...

< Dimmi Greg... >

Disse impaziente la donna. Era curiosa di sapere cos’altro voleva dirle.

< Non vedo l’ora di stuzzicarti! >

Sorrise... poi riattaccò... non ce l’aveva fatta!
Maledetto orgoglio!!!

Lisa sorrise e strinse il telefono al petto, rimase seduta sul bordo del letto a lungo... poi si alzò, osservando la luna che in quel momento sembrava brillare più di prima...

Anche Greg fece lo stesso... si alzò affacciandosi alla finestra... sorrise osservando il chiarore della luna.

“Ti amo, Lisa! Chissà se prima o poi riuscirò mai a dirtelo...”

  
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