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Autore: esserre93    23/11/2017    1 recensioni
Amelia Shepherd decide di trasferirsi a Seattle e iniziare una nuova vita con la sua nuova famiglia
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Amelia Shepherd, Arizona Robbins, Callie Torres, Owen Hunt, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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La mano di Amelia giocava con i ricci biondi di Arizona da ormai qualche minuto. Le due donne, dopo aver pranzato insieme, si erano rifugiate nello studio della mora. Amelia si era seduta sul divano e Arizona aveva poggiato la testa sulle sue gambe. Dopo che la bionda aveva accettato di andare a Los Angeles avevano iniziato a programmare le ferie e affidato i loro compiti a persone di loro fiducia.
Arizona aveva chiesto a Richard Webber di prendere il proprio posto: si fidava di lui e sapeva che avrebbe lasciato l’ospedale in ottime mani. Anche Amelia aveva trovato a chi affidare il reparto di neurochirurgia, nonostante non amasse l’idea di lasciare Stephan durante la riabilitazione.
- Sei preoccupata? – Arizona interruppe il silenzio che si era creato nella stanza
- Un po’, non vado a Los Angeles da molto ormai
- Saranno tutti felici di vederti, ne sono sicura – la bionda alzò la testa e diede un bacio sulle labbra ad Amelia
- Me ne sono andata senza salutare, sono praticamente scappata, quindi dubito possano essere felici di vedermi
Il suono del cellulare della bionda interruppe la loro conversazione: una paziente in pronto soccorso aveva bisogno di lei
- Vado, ci vediamo stasera e non essere troppo in pensiero
- Ci proverò. Buon lavoro – Amelia diede un ultimo bacio alla sua compagna, prima di vederla alzarsi ed uscire dalla stanza.
Prima di partire per Los Angeles, Amelia avrebbe voluto salutare Meredith, da quando non abitavano più insieme, riuscivano a vedersi molto di rado, nonostante lavorassero nello stesso ospedale. Entrambe erano primari di un reparto ed entrambe non avevano mai molto tempo per parlare del più e del meno.
La mora si alzò e si diresse verso la stanza degli strutturati, non era sicura di trovarla lì, ma avrebbe fatto un tentativo. Quando aprì la porta, però, trovò davanti a sé Callie.
- Callie
- Amelia
- Hai visto Meredith?
- No
- Grazie lo stesso
- Ho saputo che partirete per Los Angeles
- Si, domani mattina, ho un paziente lì
- Capisco
- E’ un po’ che volevo dirti una cosa. Arizona e Sofia si vedono molto poco e so con certezza che non dipenda dalla bambina, vorrei solamente che la vostra situazione non ricada su di lei
- Penso che solo io possa dire cosa sia meglio per mia figlia
- Anche Arizona è sua madre, anche se sembra che tu lo abbia dimenticato
- Senti, Amelia, non ho intenzione di continuare questo discorso. È stata Arizona a mandarti qui?
- No, Arizona non c’entra niente, ma volevo dirti che il tuo comportamento è sbagliato, lo sai che se non dovessi concederle il divorzio prenderemo vie legali, vero?
- E’ una minaccia?
- No, un avvertimento. Arizona ti ha lasciata, posso capire che tu abbia sofferto, ma ora sta con me e non puoi farla pagare anche a Sofia
- Come ti ho già detto, solo io so cosa fare con mia figlia
- Perfetto, buona giornata dott.ssa Torres
Amelia voltò le spalle a Callie ed uscì dalla stanza sbattendo la porta. Con Arizona non aveva più parlato di divorzio e matrimonio, ma Amelia sapeva che anche lei ci pensasse. La bionda non aveva più provato ad affrontare Callie per paura di perdere Sofia, ma da quando Callie aveva saputo della proposta di matrimonio, aveva fatto di tutto pur di non fargliela vedere. Ne soffriva ogni giorno di più e ormai quei pochi minuti trascorsi con la propria figlia non le bastavano.
 
- Eccoti, Mer – Dopo aver camminato lungo tutto il corridoio di Chirurgia Generale, Amelia finalmente trovò sua cognata: era appena uscita dalla stanza di un paziente
- Mi stavi cercando?
- Si, volevo salutarti, io e Arizona stiamo partendo per Los Angeles
- Hai accettato la richiesta di Liz, quindi
- Si, non ce la faccio a lasciarlo lì, sapendo di poter fare qualcosa
- Agitata?
- Per James?
- Non solo. Porterai Arizona a casa tua, nell’ospedale dove hai lavorato per anni, dove ci sono i tuoi amici, dove hai passato i tuoi periodi più bui
- Credo di essere pronta
Meredith allargò le braccia per accogliere Amelia, ma questa rimase immobile
- Ehm, dobbiamo abbracciarci?
- Sarebbe troppo strano?
- Forse un po’
Meredith, allora, allungò la mano ad Amelia, che gliela strinse con forza
- Buon viaggio Amy
- Grazie Mer, dà un bacio ai bambini
- Lo farò
Amelia sfilò la mano da quella di Meredith e dandole le spalle andò verso la stanza di Stephan. Il rapporto con sua cognata era cambiato, era migliorato. Non erano mai andate d’accordo, all’apparenza troppo diverse, ma dopo la morte di Derek, qualcosa era scattato tra loro, come se solo in quel momento potessero vedere cosa le legasse. Amelia era felice delle persone che aveva trovato a Seattle, nonostante gli alti e i bassi.
 
- Ciao campione, sei pronto? – La mora entrò nella stanza del bambino, gli si avvicinò e posò le labbra sulla sua fronte
- Si dott.ssa, verrai con me?
- Certo, però da domani mattina ti seguirà la dott.ssa che ti ha operato insieme a me. Devo partire per guarire un’altra persona
- Tornerai presto?
- Non ti accorgerai neanche della mia assenza
Amelia aiutò Stephan a scendere dal letto, per poi farlo sedere sulla sedia a rotelle. Una volta usciti dalla stanza, prima di andare nella sala riabilitazione, Amelia fece fare un giro dell’ospedale al bambino.
- E’ il tuo l’ospedale?
- No, ma di tante altre brave persone
- Della dott.ssa Robbins?
- Si, è tra quelle persone
- Del dottor Karev?
- No, lui non è tra quelle persone, ma anche lui è bravo
- Mangiamo un gelato prima di andare?
- Faremo tardi, lo prendiamo dopo
- Mm va bene
- Non devi aver paura, farai delle cose semplicissime
Amelia entrò nella stanza, fece sedere Stephan su una sedia che si trovava davanti ad uno schermo e uscì, andando verso il terapeuta
- Mi raccomando, oggi solo cose basilari, è impaurito
- Non si preoccupi dott.ssa
Il dottore diede inizio alle analisi preliminari. Fece scorrere davanti a Stephan delle immagini di oggetti comuni, cose con le quali il bambino veniva continuamente a contatto. Come sospettato da Amelia, il test andò brillantemente. Stephan non dimostrava alcuna lacuna.
- Ci vediamo domani, dott.ssa?
- No, mi assenterò per qualche giorno, ma si occuperà di tutto la dott.ssa Edwards; voglio essere tenuta al corrente di tutto
- Certo dott.ssa Shepherd
 
- Allora? Come è andata il resto della giornata? – Amelia e Arizona erano in auto, il turno era terminato per entrambe e finalmente erano di ritorno a casa.
- Sono andata a salutare Meredith, poi abbiamo iniziato con riabilitazione di Stephan
- Tutto bene?
- Alla grande, non pensavo potesse riuscire così bene l’intervento
- Sono fiera di te, nient’altro da raccontarmi?
Amelia, che era al volante, sentì lo sguardo indagatore di Arizona. Probabilmente era venuta a conoscenza della discussione che aveva avuto con Callie.
- In realtà si, quanto sai già di ciò che è successo?
- Abbastanza
- Mi dispiace, non volevo fare nulla di sbagliato, ma odio il modo in cui si comporta. Sofia ha bisogno di te e tu di lei
- Mi fa piacere che tu abbia a cuore questa cosa, però non mi piace il fatto che tu l’abbia minacciata
- L’ho solo avvisata, perché l’hai lasciata e deve concederti il divorzio
- Non andremo mai in tribunale, Amelia, altrimenti mi toglieranno Sofia, lo sai vero?
- Non lo faranno, quella che ha una relazione stabile sei tu
- Non le farei mai una cosa del genere
- Lo so, era solo per dire
- No, Amy, non voglio togliere Sofia a Callie, voglio solo riuscire ad accordarci e questo possiamo farlo solo quando mi concederà il divorzio. Noi possiamo aspettare, me lo avevi promesso
- Ed è vero, ma Sofia ti manca
- E smuoverei mari e monti pur di vederla, ma voglio anche che non soffra, quindi aspetterò
- Va bene, scusami
- Non devi scusarti, lo so che agisci in buona fede – Arizona posò una mano sulla gamba di Amelia – ti stai affezionando a Stephan
- Purtroppo si
- E’ dolce, invece
- Presto lo dimetterò
- Ci saranno altri pazienti a cui dedicherai il tuo tempo
Amelia, nel frattempo, parcheggiò ed entrambe si diressero verso la loro casa.
Le due donne trascorsero la serata all’insegna del relax; prepararono le valige, fecero un bagno caldo, per poi andare a letto. La sveglia, il mattino seguente, avrebbe suonato molto presto.
 
 
LOS ANGELES
- Wow – le due donne erano appena atterrate all’aeroporto di Los Angeles e Arizona continuava a guardarsi intorno come una bambina al luna park
- Non eri mai venuta?
- No, mai
- Bene, ti presento Los Angeles, dove le spiagge e il sole sono i protagonisti indiscussi
- Dove andiamo?
- Posiamo le cose in hotel, poi andiamo in ospedale
- In clinica non vuoi passare?
- Liz ed Addison ci stanno aspettando lì, anche Charlotte troveremo, quindi in clinica passeremo più tardi
- Va bene, andiamo allora
Amelia e Arizona presero un taxi, che le accompagnò in hotel.
Circa un’ora dopo, erano davanti al St. Ambrose. Rivedere la struttura in cui aveva lavorato, fece suscitare in Amelia molte emozioni, anche contrastanti. In quell’ospedale aveva conosciuto Jason, in quell’ospedale aveva avuto degli amici veri, amici che avevano tentato di tutto pur di farla uscire dal tunnel della droga, in quell’ospedale c’era gran parte della sua vita.
- Sei pronta?
- Si, possiamo andare
Le due donne entrarono e immediatamente furono catapultate nel mondo frenetico degli ospedali: parenti di pazienti entravano ed uscivano, alcuni seduti nella sala d’aspetto, in attesa di chissà quale notizia, alcuni pazienti passeggiavano per i corridoi.
- Dove dobbiamo andare?
- Liz ci aspetta in terapia intensiva – Amelia si avvicinò al cartello in cui erano indicati i vari piani e una volta individuato il loro, entrarono nel primo ascensore libero.
- Cerca di stare calma, so che non fa un bell’effetto ritrovarti qui
- Ci sto provando
Il suono dell’ascensore avvisò loro dell’arrivo al piano di terapia intensiva.
- Amelia! Eccoti finalmente! – Liz andò loro incontro, la gioia di vederle era palpabile, a quanto pare era davvero importante per lei che sua sorella riuscisse ad aiutare James
- Ciao Liz, ti presento Arizona Robbins
Arizona allungò la mano a Liz, che gliela strinse
- Lavori con mia sorella?
- Si, sono il capo di chirurgia
- E come mai qui?
Prima che Arizona potesse rispondere, Amelia fermò la conversazione – Stai facendo il terzo grado? Possiamo metterci subito a lavoro?
- Va bene, va bene, andiamo – Liz fece strada alle due donne e Amelia cercò di non incrociare mai lo sguardo di Arizona. Sapeva di aver fatto una mossa sbagliata, sapeva che Arizona avrebbe voluto presentarsi come la sua compagna, ma Amelia non ce l’aveva fatta.
Una volta arrivate davanti la stanza di James, Liz e Arizona la lasciarono sola.
Amelia entrò e avvicinandosi al letto vide il suo ex ragazzo attaccato alle macchine; era sempre stato bello James, ma ora il suo viso era scarnito, dopo un mese di coma il suo corpo stava iniziando a cedere. Davanti a quella scena, Amelia riuscì a malapena a reprimere le lacrime.
- Tutto bene? – anche Liz entrò nella stanza e si avvicinò ad Amelia, cingendole la vita con il braccio
- Non posso crederci che sia in queste condizioni
- E’ dura, lo so, se hai bisogno di tempo lo capisco
- No, voglio iniziare subito
- Va bene, comunque sono tutti ansiosi di rivederti, passerai in clinica, vero?
- Si, ci avevo già pensato, ma Addison dov’è?
- In sala operatoria ancora
Le ore seguenti al suo arrivo a Los Angeles, Amelia le trascorse nell’eseguire i vari esami su James. Liz le stette accanto per tutto il tempo. Arizona, invece, aveva deciso di lasciarla sola e Amelia aveva capito.
Quando ebbero terminato con i vari esami, le tre donne si recarono in clinica. Come un flash, non appena le porte dell’ascensore si aprirono, Amelia ricordò tutto ciò che aveva passato lì dentro. Rimase ferma per un po’, fino a quando non sentì Arizona posarle la mano sulla schiena, per incitarla ad entrare. Non appena varcarono la soglia, tutti i suoi vecchi amici le andarono incontro, c’erano proprio tutti: Addison, Charlotte, Pete, Cooper, Violet, Sam, Sheldon, Naomi. Nel vedere tutti lì per lei, il cuore di Amelia iniziò a battere all’impazzata, non credeva le fossero mancati così tanto.
Abbracciò tutti, nessuno escluso, il calore che le mandarono con un semplice gesto, ridiede ad Amelia la forza che le mancava per poter aiutare James al meglio.
-Ragazzi, vi presento Arizona Robbins, ma suppongo già sappiate chi sia, Addison vi avrà detto tutto
Addison: In realtà non ho detto nulla, aspettavo lo facessi tu
Sheldon: Quindi? Cosa devi dirci?
Cooper: Dai, su, non tenerci sulle spine
Amelia: Io e Arizona stiamo insieme, nel senso che conviviamo e ci sposeremo
Charlotte: Wow, questa è bella, va anche oltre i miei pensieri più impuri
Addison: Charlotte, sempre con la tua delicatezza
Charlotte: Che ho detto?
Pete: Sono felice per te, Amelia, davvero
Amelia: Grazie Pete, significa molto per me
I suoi amici erano felici per lei, i suoi amici, dopo la sua “fuga” erano ancora lì, contenti di vederla. Il cuore di Amelia era colmo di gioia.
- Visto? E’ andata bene – Arizona strinse la sua mano a quella della mora, che ricambiò il gesto
- Grazie
- Cosa c’entro io?
- Sei come loro, non mi abbandoni mai, neanche quando lo meriterei
- E non lo farò mai, Amy
   
 
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