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Autore: Kia_do87    23/06/2009    1 recensioni
Johanna Barker è stata adottata dal giudice Turpin, ma lei come si sente a vivere la sua vita rinchiusa in una stanza, quasi che il male del mondo esterno possa contaminare la sua purezza. Il suo tutore la sta nascondendo al mondo, la tiene solo per sé, sotto la sua custodia… lei è solo sua. Ma Johanna che cosa prova?
Si sente come un uccellino consapevole del fatto che mai potrà lasciare la sua gabbia. Forse però, un marinaio di nome Anthony può fare qualcosa per lei...
Genere: Malinconico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come già annunciato in questa seconda parte descrivo il rapporto tra Johanna ed Anthony, il bel marinaio che, innamoratosi di lei al primo sguardo, decide di farla evadere prima dalla casa del giudice e poi dal manicomio dove quest'ultimo l'aveva fatta rinchiudere.
La canzone è la medesima del primo capitolo, cambia solo la strofa presa in esame.
Non mi resta che augurarvi buona lettura e ringraziare coloro che hanno commentato la prima parte (Dogma ed Ashley Snape) e anche chi si è cimentato nella sua lettura.




The Girl and the Sailor





I’m screaming, “I love you so”
My thoughts you can’t decode

How did we get here?
I used to know you so well, yeah
How did we get here?
Well, I used to know you so well
I think I know
I think I know
(Decode - Paramore)





Gli incubi non andranno mai via.
La prima volta che i miei occhi hanno incontrato i tuoi è stato come se la coltre di nubi e fumo che mi avvolgeva fosse stata rischiarata da un'apparizione miracolosa. Il mio miracolo personale.
I tuoi occhi e il tuo sguardo mi hanno spinto a fidarmi di te, sapevo che non mi avresti delusa... il tuo cuore me l'ha sussurrato mentre dormivo nel mio letto e sognavo te: un bellissimo principe dai capelli rossicci che si arrampicava sul cornicione e spalancava la finestra della mia stanza.
Quando i miei occhi si aprivano trovavano i tuoi a fissarmi e a promettermi che tutto sarebbe andato bene e che saremmo potuti vivere felici e contenti fino alla fine dei nostri giorni.
Ma questo bel lieto fine non è altro che un sogno ad occhi aperti; ho pagato la mia disobbedienza con l'incarcerazione in una prigione buia e sudicia, dove mi sento mancare il fiato, dove non mi era concesso distendere le mie ali di uccellino in gabbia e volare oltre le sbarre scomparendo oltre la coltre di fumo che fuoriesce dai camini.
La mia mente era isolata da quelle povere sventurate che si lamentavano cantando la loro nenia sconsolata e che perdevano la ragione ogni giorno che passava. Guardando la stella più brillante pregavo la luna di dissolvere la mia immagine in polvere di stelle e di farmi fluttuare nella notte, lontana dal mondo e dal male che lo popola.
Forse avrei dovuto accettare la proposta del giudice, ma come avrei potuto legarmi in matrimonio al cospetto di Dio con un uomo che sapevo di odiare più di qualunque altro?
Non potevo.
La mia anima già massacrata e messa a dura prova non lo avrebbe sopportato ed io a differenza del giudice non voglio essere un mostro.
Un cuore di pietra disposto a tutto pur di raggiungere i suoi scopi.
Ma le cose non sono andate come credevo: nessuna magia, nessuna trasfigurazione in angelica figura e nessun miracolo… solo un ragazzo bello come il sole e innamorato di me, ecco la mia salvezza.
Mia speranza, mio eroe… mi hai portata nella casa di un tuo amico e a tua insaputa un uomo col viso sporco di sangue ha cercato di farmi del male, ho letto la paura nei suoi occhi neri, ma anche la gioia folle e spietata. Non so che cosa fosse successo in quel posto ma dall'odore che aleggiava al suo interno non dev'essere stato niente di buono. C'era odore di morte e di sofferenza.
Ora lui se n'è andato, l'uomo dallo sguardo truce intendo, e qualcosa dentro di me mi dice che non lo rivedrò mai più.
Ora resto ferma ed aspetto il tuo ritorno, mio salvatore, e con la speranza di chi sa che gli incubi non spariranno, ma che col tempo potranno essere dimenticati, ti seguirò oltremare e ovunque tu decida di condurmi.


"I feel you, Johanna..."

  
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