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Autore: Liioisjustchemical    26/11/2017    1 recensioni
Scorpius Malfoy riesce, dopo settimane e settimane di vane proposte a portare Rose Granger-Weasley fuori per un caffè e quale miglior momento per realizzare il suo tutt'altro che etero orientamento sessuale?
ATTENZIONE! SPOILER DE "THE CURSED CHILD"
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Il mercoledì seguente mi diedi malato. Ci avevo messo circa fino a domenica per convincermi che tutta quella sfiga non potesse essere dovuta al semplice giorno della settimana, poi tra lunedì e martedì tutta la mia convinzione era scemata lasciandomi un terribile senso di colpa per aver saltato le lezioni. Come se ciò non bastasse ero anche tremendamente imbarazzato. Avevo –di nuovo- dovuto mentire ad Albus –e poi anche a Rose che era venuta a trovarmi nella Sala Comune dei Serpeverde- perché non potevo micca andare in giro a dire che avevo paura dei mercoledì! Scorpius Hyperion Malfoy: quello con la fobia del mercoledì.
Se la mia vita fino a quel momento era stata una barzelletta della sorte, tra l’altro raccontata anche male, ora era proprio diventata una satira completa e a più atti.
Di giovedì mi toccò simulare una miracolosa rimessa in sesto e mi presentai a lezione e presi appunti e feci tutto come il solito Scorpius sano come un pesce.
Rose sembrò contenta della mia guarigione repentina e Albus pure. Che dire? Solo io mi sentivo uno schifo.
--
Colsi l’occasione della partita di Quidditch di quel sabato per rimanermene in santa pace a studiare e soprattutto a riflettere su quanto la vita facesse pena. Rose era andata a tifare per sua cucina Domenique che giocava nella squadra di Corvonero, ma si era lasciata sfuggire che avrebbe preferito festeggiare la vittoria di Grifondoro piuttosto che quella della cugina, come logico che fosse.
Albus ed io, che ce ne infischiavamo alquanto del Quidditch (e dello sport in generale) eravamo in Sala Grande lui a studiare, io a fare finta.
“Sei sulla stessa pagina da quando abbiamo iniziato. Il che significa da circa quaranta minuti” commentò il moro.
“Mh” dissi continuando a fissare il libro, ma senza guardarlo per davvero.
“Scorpius!” disse tirandomi una gomitata nelle costole.
Io saltai sulla sedia.
“Che c’è?” domandai voltandomi.
Albus alzò un sopracciglio.
“Sveglia! Sei sulla stessa pagina da quaranta minuti” ripeté.
“Oh” dissi e voltai pagina.
Lui alzò ancora di più il sopracciglio, ma non disse niente. Scosse la testa e riprese a leggere Erbologia.
“Devo andare in bagno” annunciò dopo poco Albus.
Io a malapena lo sentii e mugugnai qualcosa in risposta. Lui si alzò dalla panca e mi passò dietro per uscire dalla Sala Grande e dirigersi in bagno.
Quando fu fuori dalla mia portata mi lasciai sfuggire un sospiro.
Devo elaborare un piano, per la miseria, non posso continuare in questo modo! Mi do tempo una settimana, da domani a sabato prossimo e, se entro quel periodo non avrò trovato una soluzione, beh… troverò una soluzione. Ho una settimana per capire cosa provo davvero per Rose e se quello che provo per Albus è effettivamente quello che fino a poco fa credevo di provare per Rose.
Un tonfo al mio fiancò mi annunciò che il mio compagno di Casa era tornato dal bagno.
Tirai un secondo sospiro. Ora potevo finalmente concentrarmi su Difesa Contro le Arti Oscure.
--
Un boato si levò nell’ingresso quando i giocatori della squadra vincente ed i loro tifosi entrarono al castello. Vidi sfavillanti colori rosso e oro e Rose Granger-Weasley festeggiare con le sue compagne di dormitorio. Aveva vinto Grifondoro, yuhu, ora potevo tornare a ripassare Difesa.
Si, come no…
Rose piombò su di noi come una furia e ci invitò a festeggiare assieme a loro. Per fortuna fu Albus a farle notare che non sarebbe stato proprio opportuno che due serpeverde che notoriamente se ne fregavano del Quidditch, festeggiassero la grande vittoria di Grifondoro. Lei non sembrò del tutto convinta, ma annuì. Ci costrinse, però, a passare il pomeriggio seguente assieme nel parco della scuola.
Albus accettò volentieri ed io pensai che sarebbe stata una buona occasione per cominciare a capirci qualcosa di più riguardo i miei sentimenti.
Ero fiero di me stesso, fino a poco prima mi sarei tappato in bagno in cerca di una via di fuga da quella situazione, ma ora che c’ero dentro fino al collo, senza possibilità di fare dietrofront, avevo cominciato a prendere in mano la situazione e a cercare di districarmene in modo… attivo.
Trascorremmo il resto del pomeriggio a finire i compiti di Erbologia ed a prepararci per la prossima lezione. Non avevo ben capito cosa avremmo dovuto fare alla Tentacula Velenosa, ma la cosa mi preoccupava e non poco. Ero deciso ad imparare qualsiasi cosa sulle Tentacule prima che queste cercassero di uccidermi. Inoltre il professor Paciock ci aveva chiesto di studiarci almeno le pagine introduttive riguardo l’argomento ed io lo feci più che volentieri.
Quando ormai arrivarono le sei, io ed Albus chiudemmo i libri e tornammo nel nostro dormitorio per farci una doccia prima di risalire per cena. Lui impiegò quasi un’ora, mentre io ci mi si poco. Ero carico per il giorno seguente e morivo di fame.
Purtroppo la mia gioia per la cena sfumò in fretta quando fu servita una zuppa di carote ed un arrosto con le patate cotti in una salsa con le carote, ed io sono allergico alle carote… Mi limitai, così, a riempirmi di insalata e uova sode. Quando fu l’ora del dolce, per poco non mi misi ad urlare quando sul tavolo apparve una torta di carote. Afferrai un grappolo d’uva e cominciai a mandare giù un acino alla volta con fare a metà tra l’arreso e l’incazzato.
Albus, dal canto suo, continuava a sghignazzare senza ritegno.
“Dacci un taglio” gli sibilai quando ormai avevamo finito di cenare e stavamo scendendo nei dormitori, ma lui sembrava non volerne sapere di smetterla di ridere.
“Non posso! Dovresti vedere la tua faccia ora!” disse e riprese a ridere sguaiatamente.
--
Io alzai gli occhi al cielo ed accelerai il passo.
Eravamo sdraiati sui nostri letti, con le luci spente, quando Albus mi parlò.
“Sai, tu e Rose siete davvero una bella coppia”
Fortuna che era buio e non poteva vedere la mia espressione disperata. In una scala da 1 a 10 la voglia che avevo di parlare di questo argomento scendeva ben oltre il -10.
“Dici?” chiesi, non sapendo bene cosa sia consono rispondere in queste circostanze e reputando un ‘grazie’ alquanto patetico.
“Si!” continuò lui convinto “siete affiatati…”
Ma dove?
“Dolci”
Eh?
“E avete tanti interessi in comune”
L’interesse per il sesso maschile, dici?
“Non credevo fosse questa l’impressione che diamo” risposi, poi mi accorsi che sarebbe potuto suonare equivocabile e mi affrettai a correre ai ripari “intendo, mi fa piacere che anche gli altri ci vedano per quello che siamo” dissi a denti stretti. Davvero, fortuna che era buio…
Albus sembrò soddisfatto della mia risposta ed io mi illusi che avrebbe chiuso lì il discorso.
“Hai presente Susannah Corbin di Tassorosso?” domandò il moro.
“Si” risposi.
Susannah Corbin: Tassorosso del nostro stesso anno, capelli ricci simili a paglia bruciata, begli occhi azzurri, grandi, e un sorriso accogliente, ma ha le gambe storte e cammina pendendo leggermente verso sinistra.
“Mercoledì si è seduta di fianco a me a Incantesimi quando tu eri malato ed è stata molto carina. Domani sera le ho chiesto se avrebbe voluto studiare con me dato che lei ha tutte E ed io… beh io faccio schifo in incantesimi”
“Ok” risposi senza capire bene perché Albus sembrasse avere il respiro affannoso.
“Sai… credo che mi piaccia”
SBAM
Ecco, adesso capivo.
Era come se un orco fosse piombato dal nulla sul mio stomaco. E io ero troppo scioccato per reagire e mi mancava pure il fiato per gridare aiuto.
A. I. U. T. O.
“Scorpius?” Albus mi chiamò, ma io rimasi muto.
“Ponto?” continuò.
“Pronto a fare cosa?”
NO PER SALAZAR NON SONO PRONTO A TE CHE MI ESCI CHE TI PIACE TESTA DI PAGLIA CORBIN!
“No, intendo… niente, lascia perdere…” disse muovendosi sotto le coperte.
“Beh, fammi sapere come va l’appuntamento” risposi cercando di suonare cortese.
“Certo!”
“Buonanotte Albus”
“Buonanotte Scorpius”
Mi voltai su un lato guardando la porta della nostra camera, ma senza vederla per via del buio.
Perché tutto deve fare così schifo?





Buonasera! Eh sì, sono risorta, finalmente riesco a tornare a scrivere e (speriamo) ad avere un minimo di tempo ed ispirazione perchè la cosa non si esaurisca in questi due giorni.
Per tutti quelli che ancora seguono la storia... GRAZIE E SCUSATE, davvero sono mortificata, tenterò di rimediare, ma non mi sento di promettere nulla dato che si avvicina il periodo degli esami.
Per coloro che, invece sono arrivati da poco... BENVENUTI, spero che la storia so far vi piaccia e che continuerete a seguirla C:
Leo
  
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