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Autore: Salice    23/06/2009    5 recensioni
Atena Bonell è una studentessa qualunque di Serpeverde, alle prese con i piccoli problemi quotidiani di Hogwarts, fino a che una sua compagna del club di pittura non svanisce nel nulla. Non ottenendo l'aiuto dei professori, Atena inizierà la ricerca con i suoi amici, sfidando le punizioni e i misteri che la scuola nasconde. Una storia tutta Verde e Argento!(ambientata un anno prima dell'arrivo di Harry Potter ad Hogwarts)
Genere: Romantico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Serpeverde
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Serpens in fabula'
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Capitolo_1


Questa fan fiction è una storia su personaggi originali, per la maggior parte di Serpeverde. E' nata perchè mi sono appassionata fin dal primo libro di Harry Potter a questa casa, fin troppo relegata al semplice ruolo di "Antagonista a tutti i costi" Pensavo che con il sesto e settimo libro, grazie anche a personaggi di alto spessore come Piton e Lumacorno, negativi si, arrivisti anche, ma non necessariamente cattivi, ci sarebbe stata una redenzione almeno per alcuni, sperando che non ne uscissero così stereotipati.Ne sono uscita sinceramente un pò delusa. Cattivi perchè si, senza alcuna possibilità . Ebbene, questa è la mia risposta, saranno anche arrivisti, potranno essere antipatici, ma non necessariamente sono personaggi bidimensionali. La storia è ambientata un anno prima dell'arrivo ad hogwarts di Harry Potter, quindi troverete alcuni personaggi che già conoscente - I gemelli, Percy, Baston...- ma saranno citati solo in maniera marginale, in quanto non saranno a stretto contatto con i miei protagonisti.
Buona lettura!


Cap. 1 - Una proposta

Atena Bonell camminava velocemente lungo il sotterraneo, diretta all'aula di pozioni. La divisa di Hogwarts sarebbe apparsa perfettamente in ordine se non ci fosse stato a rovinarne l'effetto il toast imburrato che teneva in bocca. Lo trangugiò in un boccone, mentre metteva frettolosamente il suo diario nella borsa carica di libri e poi si sistemò nervosamente la cravatta argento e verde. Una volta raggiunta l'aula scivolò al suo posto in seconda fila con un sospiro.
Piton non era ancora arrivato!
Mentre sistemava con cura l'occorrente per la lezione gettò un'occhiata ai suoi compagni di corso. C'erano ovviamente tutti i Serpeverde e i Tassorosso del suo anno. Era la quarta volta in quattro anni di scuola in cui aveva avuto sia erbologia che pozioni in comune con i Tassorosso. Sospirò di nuovo, ma quando alzò la testa si trovò a fissare il volto di Piton.
-La prima lezione non è di suo gradimento, signorina Bonell?-
Atena deglutì nervosamente
-Assolutamente no, professore, mi guardavo solo intorno-
-
Bene, se nessun altro ha da guardarsi intorno iniziamo la lezione-
Atena arrossì, e slegò i capelli castani, nella speranza che i suoi compagni non notassero le sue guance in fiamme.
Dopo aver parlato, Piton si allontanò da lei e si diresse verso la lavagna, e, girandosi verso la classe, mosse il polso con gesti veloci e secchi, e subito il gesso iniziò a scrivere con una grafia spigolosa ma ben chiara.
Una volta terminata la lezione si catapultò letteralmente fuori dall'aula, dirigendosi verso quella successiva. Una sua compagna di stanza le si accostò dandole di gomito e ridacchiando.
-bell'inizio, non c'è che dire-
-sophie non c'è niente da ridere sai?Mi è andata bene perchè sono una Serpeverde- Atena si voltò verso la compagna, osservando i capelli neri e lucidi della ragazza e la sua eleganza innata. Sophie, al contrario di Atena apparteneva ad una delle ormai rare famiglie purosangue e meritava ampiamente di trovarsi a serpeverde, lei invece aveva un solo genitore mago, e non sempre si sentiva a suo agio sotto gli sguardi freddi dei suoi compagni di casa.

Il resto della mattinata passò velocemente e Atena si sedette con sollievo alla tavolata di serpeverde, carica come al solito di enormi quantità di cibo.
Proprio in quel momento stava entrando una classe di Tassorosso. Una delle ragazze, bionda e bassina, stava ridendo e scherzando con una sua compagna, quando inciampò in una borsa e scontrò una studentessa seduta. Sfortunatamente la ragazza in questione era Ludmilla Hart, una ragazza dai lunghi capelli castano scuro, compagna di stanza di Atena e Sophie, che non era particolarmente famosa per la sua simpatia. Nessuno era mai riuscito a sopportarla per più di qualche giorno di fila. Ludmilla saltò su come una furia, e stava già tirando fuori la bacchetta, quando di fianco alla ragazza bionda comparvero due studenti, entrambi con la bacchetta sguainata, uno era un serpeverde del sesto anno, aveva spalle molto larghe e i lunghi capelli castani raccolti in una coda. Era talmente imponente che l'altro ragazzo, che era alto ma snello, sembrava quasi gracile a suo confronto. La Tassorosso bionda squittì e si riparò dietro ai due.
-non ti conviene tirare fuori la bacchetta.- Disse con calma il ragazzo dai capelli lunghi. L'altro sogghignò, sempre puntandole contro la bacchetta.
La loro compagna di stanza rinunciò e lasciò la bacchetta dove stava, e mentre si risedeva scostandosi i capelli con un gesto teatrale sibilò ai due
-Dite alla vostra amica maldestra di stare attenta a quello che fa!- Il tono era quello di una minaccia, ma ai due parve non fare alcun effetto.
 Stavolta fu Atena a dare di gomito a Sophie
-Ehi la principessa Ludmilla si è fatta un altro paio di nemici-
-Ho notato, in effetti è la cosa che le riesce meglio. Le va bene perchè la sua famiglia è sangue puro, altrimenti, smorfiosa com'è dovrebbe prendersi a schiaffi da sola- Atena a quell'idea quasi sputò il succo di zucca, e i due ragazzi che erano di fronte a lei si scostarono di scatto. Sophie invece rise fino alle lacrime.

Quella sera, Atena e Sophie si trovarono a dover affrontare una Ludmilla molto nervosa. Girava per la stanza come una tigre in gabbia e di tanto in tanto lanciava strepiti
-Ma come osano quei due incapaci?- Ripetè per l'ennesima volta. Erano tutte in pigiama, pronte per andare a dormire, ma Ludmilla non pareva della medesima idea.
-Sai qual è il tuo problema?- Disse ad un tratto Camilla. Si girarono tutte a guardarla, perfino Ludmilla interruppe la sua scenata per fissare il volto della sua compagna di stanza.
-E' che non hai un minimo di classe, Ludmilla Hart- . Nessuna osò replicare, così lei continuò
-Se ti fossi limitata a gettare loro uno sguardo di ghiaccio, se ne sarebbero andati di corsa e nessuno sarebbe giunto in aiuto della povera Valentine Taylor- Detto questo, scrollò le spalle e si mise a letto, sganciando la cordicella che legava le tende
- E ora, se non vi dispiace, vorrei dormire- Camilla Raynolds era l'ultima ragazza che divideva con loro la stanza nel sotterraneo; quel genere di persona che si limita a guardare il pane e il burro e si aspetta che le fette si imburrino da sole per impedirle di sporcarsi le mani.

La mattina dopo si trovarono a dover andare alle serre sotto una pioggia torrenziale. Capannelli di studenti erano fermi nell'atrio ad osservare con aria sconsolata la pioggia, mentre altri, più coraggiosi, si lanciarono sotto l'acqua con i libri o le borse sulla testa. Atena arrivò fradicia alla serra numero otto, come del resto molti altri. Passò gran parte della lezione a tremare di freddo e a starnutire, muovendo nervosamente le dita dei piedi nelle scarpe zuppe. Quando venne l'ora di tornare al castello, il cielo era più nero che mai, illuminato a tratti dai lampi, seguiti da fragorosi tuoni. Con tutte le intenzioni di arrivare alla sala comune davanti al caminetto e poi fare una doccia bollente, Atena si gettò di corsa sotto la pioggia scrosciante, tenendo ben stretta sotto il mantello la borsa con i libri, fino a che raggiunse l'atrio. Vide però che Gazza stava sgridando alcuni suoi compagni, lamentandosi delle pozze d'acqua e del fango che decoravano in maniera decisamente troppo artistica le mattonelle del pavimento. Decise così di infilarsi in un corridoio sulla destra, che in teoria non portava a nulla. In realtà era una galleria di quadri, e dietro il terzo sulla sinistra si trovava un passaggio segreto che conduceva fino al piano delle cucine. Da li sarebbe dovuta scendere, certo, ma era comunque meglio che sopportare per interminabili minuti la ramanzina ingiustificata di Gazza. Giunta davanti al quadro, svegliò il giovane damerino lì ritratto e gli chiese gentilmente di farla passare. Il quadro si aprì come una porta, rivelando uno stretto cunicolo polveroso che lentamente si allargava, e Atena si arrampicò, attraversando il primo pezzo a gattoni per poi rialzarsi a circa un quarto del suo percorso. Aveva quasi raggiunto l'uscita, quando udì delle voci nella galleria. Subito rallentò e aguzzò l'udito. Due persone di sicuro stavano bisbigliando, ma a tratti si interrompevano. Aggrottò la fronte e si avvicinò. Quando fu dietro l'ultima curva si affacciò. Il quadro che dava sul piano era socchiuso, e filtrava una debole luce, grazie a cui vide una lunga coda di cavallo che terminava con qualche boccolo e riconobbe il serpeverde del giorno prima, quello grande e grosso e... stava pomiciando con una ragazza! Atena si ritirò dietro la curva e trattenne il respiro. Cosa doveva fare adesso? Interromperli e rischiare di farsi minacciare da uno del sesto anno, oppure tornare indietro e perdere un mucchio tempo, cercando anche di schivare Gazza? I suoi dubbi non durarono molto, perchè chiaramente la coppietta aveva deciso che era ora di smettere di scambiarsi effusioni. Per un attimo si convinse che stavano venendo dalla sua parte, e sbiancò solo all'idea, poi si rese conto che stavano uscendo da dove avevano lasciato il quadro socchiuso. Quando sentì il leggero tonfo che indicava che il passaggio era stato richiuso, lasciò andare un lungo sospiro, contò fino a trenta e si avviò anche lei verso il quadro, ben decisa a non ritardare la doccia bollente un minuto più del necessario.


-Atena, dove ti eri cacciata?-Sophie era in accappatoio, seduta sul letto e si stava spazzolando i lunghi capelli neri.
-C'era Gazza che si lamentava del fango, ho dovuto deviare- rispose, gettando a terra borsa e mantello.
-Che tortura quell'uomo, ma non può trovarsi qualcosa di diverso da fare?-
-Chi Gazza? Fossi in voi non ci conterei, mio padre dice che è una specie di istituzione a Hogwarts- Disse Camilla, mentre agitava la punta della bacchetta da cui fuoriusciva un venticello caldo a pochi centimetri dai suoi capelli biondissimi.
In quell'istante la porta si spalancò e Ludmilla entrò con aria contrariata.
-Ho scoperto perchè mi ha dato addosso-
-Chi?-
-Come chi? Quel grosso idiota della nostra casa che mi ha fatto fare una figuraccia davanti a tutti!-
-Ah, -quel- grosso idiota...- Ridacchiò Sophie.
-A me sembrava evidente- Camilla aveva parlato con voce distratta, mentre riponeva la bacchetta sul suo comodino e completava l'opera con un morbido asciugamano bianco.
-Quindi tu lo sapevi?- Ludmilla si stava irritando.
Camilla sospirò, rivolgendole uno sguardo vacuo - Chiunque abbia un minimo di cultura di base conosce le principali famiglie di purosangue, e quei due ne fanno parte, sono cugini.-
-Camilla, ti hanno mai detto che sei veramente insopportabile?- Domandò all'improvviso Atena, rompendo il silenzio imbarazzato che si era venuto a creare.
-Sì Cara, è la mia migliore qualità - Lo disse in un tono talmente altezzoso e snervante, che tutte e quattro si misero a ridere, fino a che ad Atena non capitò di vedere le sue scarpe, ancora infangate, si rese conto all'improvviso di essere ancora bagnata fradicia, così saltò su e corse verso i bagni borbottando qualcosa di incomprensibile.

Il giorno successivo, mentre si stiracchiava, Atena attraversò la volta che conduceva alla Sala Grande, e vide formarsi diversi gruppetti di persone. Li osservò perplessa per qualche minuto, mentre raggiungeva il suo posto, prima di rendersi conto che erano usciti gli avvisi delle varie squadre di quidditch che cercavano nuovi membri.Si sedette tra Camilla e un ragazzo del sesto anno, non molto alto, con la mascella squadrata e i capelli neri di nome Marcus.
Stava sfogliando distrattamente la gazzetta del profeta, quando fu interrotta dalla figlia dei suoi vicini di casa, Abigail, di Corvonero.
-Atena!- senza chiedere il permesso, si sedette tra lei e Marcus, badando bene di mettere le sue grazie in bella mostra.
-Abigail- Disse Atena senza entusiasmo, mentre scoccava un'occhiata disperata a Camilla, che stava frettolosamente rimettendo i suoi libri nella borsa.
-Ragazze, io ho Rune Antiche, e non posso arrivare in ritardo, adoro Rune Antiche!- Esclamò all'improvviso, allontanandosi in tutta fretta. Atena si lasciò sfuggire un singulto, per poi fare un sorriso sghembo ad Abigail
-Ehm... Come va?-
-Bene grazie, pensavo di entrare nella squadra di corvonero, sai, come cercatrice-
-ah... Beh buona fortuna...- Disse, stringendo le mascelle in un'espressione scocciata, mentre osservava Marcus e non pochi altri Serpeverde intenti a scoccare occhiate "casuali" in direzione di Abigail e soprattutto, notò con grande scorno Atena, in direzione del suo torace, ben evidenziato dalla camicia dell'uniforme sbottonata fin quasi al limite.
-Grazie, non vedo l'ora di provare!- Esclamò tutta entusiasta, alzandosi e tornando al suo tavolo -Ciao, ci vediamo in giro- disse sventolando la mano.
Atena non rispose al saluto, ma strinse l'orlo della panca con le mani, fino a farsi venire le nocche bianche. Era talmente concentrata ad osservare Abigail circondata da un gruppetto di studenti "sbavanti" da trasalire quando udì una voce poco dietro di lei.
-Non ne vale la pena-
Lei si voltò di botto, trovandosi ad osservare il suo compagno di casa dell'altro giorno, il cugino di Valentine.
-Cosa intendi, scusa-" Domandò leggermente irritata, mentre già arrossiva.
-Sto parlando di quell'oca con il davanzale in mostra- Rispose l'altro, gettandosi con noncuranza i lunghi capelli dietro le spalle.
-Uhm, e di cosa non varrebbe la pena?- Domandò, decidendo di far finta di niente.
-Di preoccuparsi di quella, è una questione risolvibile, se si è disposti a pagare il giusto prezzo-
Atena si voltò ad osservare Abigail, che si stava allontanando seguita da un codazzo di ragazzi, per poi tornare ad osservare lui.
-Devo ammettere che la proposta è interessante, qual è il prezzo?- chiese cercando di assumere un'aria noncurante, mentre si rialzava, raccogliendo la borsa e mettendoci dentro la gazzetta del profeta.
-Ne discuteremo quando sarò sicuro di poter sistemare la faccenda, che ne dici di domani mattina? Avete trasfigurazione alla terza ora vero?- Anche lui iniziò a raccogliere i suoi libri e quaderni.
-Si, perchè?-
-Bene, mi farò trovare nel cortile interno, così dovrai solo attraversarlo e potremo parlarne-
-Ok, ma tu come...- Atena non riuscì a finire la frase, perchè se ne stava già andando -Come ti chiamii?- Riuscì solo ad urlargli dietro.
-Fabian Parker- Le gridò prima di infilarsi nel corridoio che portava alla torre di astronomia.

Quella sera nella sala comune nel sotterraneo, Atena faceva fatica a concentrarsi sui compiti di cura delle creature magiche, avrebbe dovuto scrivere un tema sugli unicorni, ma continuava a mangiucchiare la punta delle sua piuma senza combinare nulla. Alle sue spalle Marcus Rigel stava parlando con un altro ragazzo del settimo anno, Anthony Farrel.
-Ho già preparato il mio curriculum da inviare al ministero della Magia!- diceva allegramente
-Ma non è un pò presto? Vorranno sapere i tuoi voti ai M.A.G.O.-l'altro ragazzo, magro con gli occhiali, sembrava perplesso.
-In effetti, ma voglio inviarlo il prima possibile, il tempismo, per trovare un buon posto è importante-
-In effetti, ma in ogni caso tua madre ha lavorato là vero? Sicuramente sarà d'aiuto!-
-Certamente, ma preferisco sapere che il merito sarà poi tutto mio, ovviamente- Il Tono era tranquillo, di una persona sicura di sè, si mise a pensare Atena, per poi sospirare rumorosamente, lei non sapeva neanche cosa avrebbe fatto domani, figuriamoci dopo aver finito la scuola! Troppo annoiata per fare i compiti, decise di continuare ad origliare, qualsiasi cosa pur di non pensare agli unicorni!
-Anche tuo fratello pensa di lavorare al ministero? E' al terzo anno, giusto?- domandò Anthony, sistemandosi gli occhiali sul naso.
-Non credo proprio- Sentì mormorare a denti stretti l'altro. - Preferisco non parlare dell'argomento! - E si allontanò, concludendo bruscamente la conversazione, così che ad Atena non restò altro che riflettere sui suoi unicorni.

   
 
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