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Autore: Amanda_nikita    07/12/2017    1 recensioni
Il mondo monotono e rigido dei purosangue e dei mangiamorte é scosso da due ragazze, due migliori amiche, due streghe appartenenti a Case opposte. Il loro legame verrá messo alla prova, la loro forza dovrá reggere innumerevoli attacchi: riusciranno a portare a termine il loro destino? Fra incantesimi, tradimenti e colpi di scena, la loro avventura cambierá il mondo magico.
Dal testo: < ...dovevo fare in modo che qualcuno venisse a liberarmi dal controllo di quella pazza. Avrei potuto usare il Patronus, ma non l'avevo fatto mai prima di quel momento e si sa, la teoria è sempre molto diversa dalla pratica. Mi sforzai di ripescare dalla mente ricordi felici e tentai: non successe nulla. Non potevo arrendermi!
Ero già al quarto tentativo, e finora avevo prodotto solo qualche sbuffo di fumo; continuai a concentrarmi talmente tanto da farmi venire il mal di testa, ma... Ecco! C'era quel racconto di mio padre...>
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Harry Potter
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Alexia’s pov
 
 Mi svegliai scossa da un forte crampo alla coscia.
Era il freddo, mi aveva intorpidito tutti i muscoli e i denti sbattevano gli uni tra gli altri, in un’agonizzante danza continua.
Mi accorsi ben presto che il lenzuolo era raggomitolato intorno al mio addome.
Avevo la pelle d’oca lungo tutto il corpo.
Mi alzai avvolgendomelo intorno e fermandolo, facendo un nodo.
Dovevo muovermi, avevo le labbra viola.
Cominciai a fare avanti e indietro per la stanza.
Il contatto dei miei piedi con la moquette mi faceva rabbrividire ancora di più.
Non sapevo quanto tempo fosse passato e non sapevo quanto ancora sarei resistita senza qualcosa da mangiare o da bere.
Quando avvertii i cardini della porta scricchiolare mi andai a rintanare, accovacciata con la schiena al muro.
Circondai le ginocchia con le braccia e ci affondai il viso, chiudendo gli occhi.
Silenzio.
Perché Bellatrix non mi stava schernendo?
Un altro dei suoi piani sicuramente.
Alzai di poco lo sguardo e la vidi.
C’era grazia davanti a me, non crudeltà.
C’erano occhi azzurri e capelli biondi, non nero pece.
C’era mia zia Narcissa che mi fissava, incerta se avvicinarsi o meno.
Mi guardava come se, davanti a se, vedesse un fantasma.
Quant’era bella… sembrava un angelo.
“Alexia…?” pronunciò il mio nome come se avesse scordato come sillabarlo.
Mi alzai lentamente, aiutandomi con la parete.
Mi guardò negli occhi e, in lei, qualcosa si accese.
Ero io, lo sapeva.
Le corsi incontro e la abbracciai.
Magari era lì per torturarmi, non mi importava.
Sapevo che lei era diversa.
Ricambiò l’abbraccio, stringendomi a se.
Finito quello mi portò, afferrandomi le spalle, davanti a lei.
Mi si tinsero le guance di rosso, nonostante tutto avevo addosso solo un lenzuolo.
Mi osservò per un po’ senza dire nulla.
Parlai io per lei.
“so che hai le mani legate” alzò lo sguardo verso i miei occhi, aprendo la bocca e provando a dire qualcosa.
“ma devi aiutarmi. Di questo passo morirò e non so davvero quale sia l’obbiettivo di Bellatrix” notò il mio tremolio e si tolse il mantello, mettendomelo sulle spalle e guardandosi intorno come se qualcuno potesse spiarla.
Ci sedemmo sul letto.
“non posso dire nulla Alexia, mi ucciderebbero” provai a protestare ma dovetti arrendermi.
“perciò…” continuò poco convinta.
“non posso dirti che hanno quasi terminato la preparazione del siero mortale…” all’udire di quelle parole i miei occhi si spalancarono e le afferrai le mani, incitandola a continuare.
“ …e non posso proprio dirti che mia sorella ha parlato con il signore oscuro e che la tua cerimonia del marchio avverrà che tu sia consenziente o meno” la mia mente lavorava veloce, in cerca di una scappatoia.
“come farò?!” dissi più a me stessa che a Narcissa.
“ci terrai a sapere che oggi è il ventinove di Agosto e che il primo Settembre Severus ti libererà con la scusa di Hogwarts” erano ventinove giorni che ero lì.
Ero stata rinchiusa lì dentro per un mese.
Mi metteva inquietudine anche solo pensarci.
“non glielo permetterà mai!” urlai “Il signore oscuro non permetterà mai che Severus si metta in mezzo!” mi fissò con uno strano sguardo negli occhi.
“Severus?” disse alzando un sopracciglio.
Arrossii, arrivando in ritardo al mio eccesso di confidenza.
“non farò domande” asserì distogliendo lo sguardo confusa.
“ma ti dirò che il signore oscuro non ha gradito l’idea di Bellatrix di portarvi qui. E’ stata… punita per questo. Non credo che se Piton si intrometterà farà qualcosa. Al massimo se la prenderà con Bellatrix per non avervi sapute convincere prima” finalmente una buona notizia, uno spiraglio di luce in fondo al tunnel.
Mi toccò i capelli con cautela.
“lo so… hanno visto tempi migliori” con la mano scese sulla mia guancia e poi sul mio collo.
Mi scansai velocemente, prendendo lunghi respiri.
“scusami, è… difficile”
“perdonami. Sei diversa” provò a dire, sedendosi più composta.
“quindici chili in meno e un caschetto asimmetrico” sentenziai con una risata amara.
“non solo quello…” provò ad afferrarmi una mano, ma si arrese subito quando mi allontanai ulteriormente.
“i tuoi occhi” non lo doveva dire “sono…vuoti” grazie zia, grazie tante.
Negava con la testa “cosa ti ha fatto…” si coprì la bocca con la mano, alzandosi e dandomi le spalle.
Si riprese, girandosi nuovamente verso di me.
Era di nuovo calma, il suo volto freddo, come sempre.
Sapevo che stava facendo, quel suo meccanismo di reset.
Buttava via le emozioni.
No, non gliel’avrei permesso.
“è successo, sta succedendo e continuerà a succedere. Sai che ho ragione” mi tolsi il suo mantello, ridandoglielo.
“sai che se mi togliessi questo lenzuolo vedresti un quadro ben accurato della follia di Bellatrix Lestrange vero?” sospirò stanca “non farlo” – “ no, non hai lo stomaco per vedere giusto? Ma riesci a dormire, sapendo che io sono qui”.
Si voltò rossa dalla rabbia “io non dormo da ventinove giorni! Non una notte ho chiuso occhio con tranquillità!” si fece più vicino a me.
“chi credi abbia avvertito il signore oscuro?!” la fissai con la bocca aperta.
“non so ancora perché sono viva, Bellatrix lo scoprirà presto o lui… lui probabilmente cerca solo il momento adatto per rivelarglielo” commentò a bassa voce, dandomi le spalle.
“non capisci che mi rimanete solo tu e Draco! Ti ho cresciuta e pensi che io sia tranquillamente disposta a lasciarti in queste condizioni?!” okay, mi sentivo in colpa.
Avevo parlato senza pensarci, ma mi si poteva biasimare!? Ero lì dentro da 29 giorni!
“…come sta lo zio Lucius?” le chiesi per cambiare argomento.
Si voltò, se potevo evitare non parlavo di quel verm… ehm uomo.
“scosso. Non abbiamo più la posizione di prima Alexia. Non ce la passiamo bene, questa casa è diventata il quartier generale dell’oscuro signore e non possiamo fare un passo senza che mezzo mondo lo sappia” constatò esasperata, passandosi le mani lungo i boccoli nei quali comparivano visibili ciocche biancastre.
Non avevano più il vigore di una volta, non era più la sensazionale signora Black.
Ora era una donna sola, sulla quale gravitava la fama del nome dei Malfoy.
“mi dispiace…” ero sincera? Forse si… forse no.
Mi fissò qualche secondo, quasi persa nel mio sguardo.
“Aleeeexia! Tesooooro!” una voce rimbombò nel corridoio e fu il panico.
Passai lo sguardo da mia zia alla porta, quasi potesse aiutarmi a scomparire da lì.
Ero io quella in pericolo? Entrambe sapevamo che non era così.
Non ero io ad aver violato le regole dettate da Voldemort.
Almeno non in quel frangente…
Mia zia, se possibile, si fece ancora più chiara in volto.
“Dio e ora…?” quelle parole mi erano uscite dalle labbra, come soffiate con velocità.
Paralizzate, pietrificate, immobilizzate in quell’istante infinito di terrore.
“toc toc!” Bellatrix bussò nella porta.
“sto entrando zuccherino, spero tu sia presentabile…” gracchiò contornando la frase con le sue solite risate.
La porta si aprii, io con il lenzuolo addosso, Narcissa davanti a me, gli occhi sgranati dalla paura e le spalle alla sorella.
Il volto mutò, l’espressione di terrore divenne glaciale. Mia zia era una Malfoy dopotutto.
L’apparenza prima di ogni cosa.
“facciamo così. Eviterò di fare la solita diffidente, come mi chiami tu. Vedrò tutto da un punto di vista meno critico e fingerò di non essere certa di un tradimento in piena luce del giorno. Spiegami perché sei qui. Sono davvero molto curiosa” appoggiò il volto sulla spalla della sorella.
Non un tremito, non un’esitazione. Narcissa era abituata.
“sai cosa sia un attacco di panico Bellatrix? Sai cosa succede se a quello ne consegue uno respiratorio?! Ringrazia Merlino che io sia passata qui vicino mentre la ragazza stava agonizzando a terra o il tuo gioco preferito si sarebbe estinto nel giro di un’ora” si staccò dalla sorella, fronteggiandola.
Capii il suo gioco e lentamente, facendolo sembrare il più naturale possibile, mi passai una mano sul petto.
“è così bambina mia…?” sussurrò venendomi incontro e abbracciandomi.
Annuii anche se sapevo benissimo che non le importava della risposta.
Si spostò teatralmente vicino a Narcissa, stringendole le mani.
“grazie sorella… grazie! Se non ci fossi stata tu cosa ne sarebbe stato della mia piccola?!” rimase seria per qualche secondo e poi scoppiò a ridere clamorosamente.
Il gioco era finito.
“esci di qui, ora” sentenziò, alzando lentamente lo sguardo su di lei.
“Bellatrix io….” Provò a rispondere la signora Malfoy.
“esci di qui immediatamente e potrei scordare quello che è appena successo”
Mia zia fece qualche passo indietro, avvicinandosi alla porta.
Mi guardò e sussurrò “scusami…”, aprì la porta ed uscì.
Non potevo incolparla, non l’avrei fatto.
“…e ora a noi due…” si voltò verso di me, sorridendomi sinistramente.
“mi stavo davvero sentendo male, se non fosse entrata chissà che sarebbe successo e…” mi bloccò con un urlo che sembrava viscerale e che mi fece sobbalzare.
“sta zitta! Non voglio sentirti fiatare Alexia…” aggiunse, venendomi incontro.
Una volta guadagnato il mio silenzio mi arrivò ad un palmo dal viso e parlò chiaramente.
“per quanto ricordo non ti piace il buio mh?” scossi la testa con vigore, era inutile mentirle.
Sin da piccola ne avevo paura, mi ricordava il marchio nel braccio di zio…
“bene…” commentò a bassa voce, alzandomi il mento.
“la visita di Narcissa ti ha rimessa in forze?” mi trovò confusa a tale domanda.
“speralo perché sto per farti… tanto… tanto… male” disse e in un secondo fu buio pesto.
Il nodo che permetteva al lenzuolo di rimanere su fu slegato e mi ritrovai senza in men che non si dica.
Non che qualcuno potesse notare la mia nudezza…
Mi ritrovai al centro della stanza.
Non più una voce…
Qualcosa mi colpì forte al volto e poi allo stomaco.
Caddi a terra e provai a rialzarmi velocemente.
Da lì in poi furono continui colpi.
Ricordo precisamente il momento in qui un pesante oggetto si abbatté sul mio braccio sinistro, rompendolo sonoramente.
Le mie urla mischiate a delle risate acute.
“ti tratterò come una di loro adesso” la voce di mia zia mi raggiunse prima di un altro colpo alla schiena.
Loro?! Loro chi? Le sue vittime…
Le mie gambe si piegarono e mi ritrovai di nuovo con meno voglia di prima e meno forza di alzarmi.
“ti conviene rimanere a terra e dirmi quello che sai” ora cosa andava blaterando?!
Mi rimisi in ginocchio “ma che dici?! Io non so nulla!” urlai.
“Parla mezzosangue o giuro che ti faccio rimpiangere di essere nata!” la sua voce mi trapanò un orecchio. Volevo silenzio, volevo stare al caldo e tranquilla, il mio cuore si agitava nella piccola gabbia toracica.
Perché mi parlava così ora?!
“cosa vuoi che ti dica?!” stavo capendo sempre di meno.
Me la ritrovai dietro, premuta contro la mia schiena e con i miei capelli incastrati tra le sue dita.
Il suo coltello premeva contro la mia giugulare “quello che sai mi pare ovvio” soffiò contro il mio orecchio.
“non so nulla! Che informazioni ti servono?!” cercai di dire senza tagliarmi con la lama del pugnale.
dimmi quello che sai di Alexia Black” ordinò con una voce roca.
 
 
Se muovevo troppo la schiena sentivo di nuovo quella impellente e bruciante sensazione lungo la gola, quell’urgenza di sputare sangue.
Dovevo provare a trattenermi visto anche che il cuscino ora era una spugna scarlatta.
Quelle ore che si erano riassunte in un interrogatorio inconcludente su chi fossi diventata dopo le sue torture asfissianti, mi vedevano sempre più coperta di ferite e sempre meno vigile sul presente.
Su una cosa aveva ragione però, ero una stupida a pensare che si sarebbe impietosita.
Quando mi aveva incastrato un ginocchio sullo stomaco mentre tentavo, inutilmente di scivolare via, mentre mi tagliuzzava il braccio già rotto con le sue unghie… mentre mi torturava di nuovo pensavo: non finirà mai.
La porta si riaprì. Chiusi gli occhi immediatamente: io non vedevo lei, lei non vedeva me.
“Alexia…” non era la voce di Bellatrix, non era chiaramente la voce di Bellatrix.
Sapevo di chi fosse, non avevo nemmeno la forza per riaprire gli occhi per guardarlo.
Mi si dipinse un sorriso sereno sul viso “sono già morta?” la mia domanda doveva averlo turbato molto, al punto di rimanere fermo e in silenzio per qualche secondo.
Credo si ricompose e mi rispose “no Alexia, ti porto a casa…” non realizzavo ancora cosa stesse per succedere o se la mia salvezza fosse finalmente arrivata.
Avvertii due braccia forti mettermi seduta e aprii gli occhi.
C’era lui, solo lui. Non era un sogno.
“ora ti vesto mh? Fa freddo fuori…” con un colpo di bacchetta avevo addosso un pantalone largo e una maglia a maniche lunghe che era il doppio della mia misura.
Non voleva che il tessuto toccasse le ferite aperte, non poteva medicarmi lì, non c’era tempo.
Mi prese in braccio e mi trattenni dall’urlare dal dolore atroce, la mia voce uscì solitaria a sprazzi, una voce che somigliava più ad un latrato animalesco.
Non capivo, provavo solo una sensazione diversa dal dolore e dalla disperazione, solo quello.
“Alexia, voglio che tu tenga gli occhi aperti.” Affermò Severus, guardandomi mentre mi copriva tra le sue braccia con il suo mantello.
“parliamo che ne dici? Ma devi guardarmi” mi sforzai di farlo anche se tenere gli occhi aperti sembrava impossibile.
“guarda cos’ho qui?” tirò fuori una bacchetta… la mia bacchetta! Da quant’era che non la vedevo!
Con quella pronunciò la formula “Rinnerva” fu come una secchiata d’acqua ghiacciata.
Se prima mi sentivo quasi incosciente ora finalmente avevo il quadro completo.
STAVO USCENDO DA LI!
Severus sembrò leggere i miei pensieri… o li lesse proprio.
“ora però sta giù, ti senti meglio ma le ferite sono li.” Mi tirò su, cominciando a camminare e le sentii tutte.
“Alexia hai un braccio rotto, vedo parecchie contusioni e forse la milza è lesionata” cercò di tenere un certo distacco, ma la preoccupazione gli si leggeva negli occhi.
Quelle ferite sarebbero state una bazzecola da curare se fossi stata in buone condizioni…
La malnutrizione, continue torture, la mancanza di sonno e molto altro non permettevano al mio corpo di riprendersi.
“ora ti porto via con me” la frase mi commosse al punto che dovetti affondare il viso nel suo petto per soffocare i singhiozzi.
Mi sembrava di vivere tutto a rallentatore.
Camminò lungo tutto il corridoio, mi domandavo se non gli pesassi, sembrava portasse una piuma.
“…ed è più o meno il tuo peso ora Alexia.” Rispose leggendomi di nuovo la mente, decisi di rimanere in silenzio.
“posso provare a camminare da sola se vuoi” provai a dirgli con un filo di voce.
Ghignò sardonico, mi bastò come risposta.
Arrivammo davanti al portone principale della villa dove ci attendeva zia Narcissa.
“veloce, ci penso io a Bellatrix” mi spostò i capelli dal viso per osservarmi meglio.
“non dimenticherò mai cosa hai fatto per me zia…” biascicai, mi sorrise.
“avanti andate” rispose di nuovo.
Severus si voltò di nuovo e aprì il portone.
“dove… credete… D’ANDARE!?” una voce tuonò nel salone e dei passi stacchettanti si avvicinarono a noi, gli occhi della signora Malfoy mi dissero tutto.
Sapevo che non sarebbe mai finita.
Mi strinsi a Severus, che però, si voltò e la fronteggiò.
Cercai di scendere dalle sue braccia, se doveva combattere ero da ostacolo.
Mi ressi sulle mie gambe inaspettatamente.
“perché non mostri al tuo fidanzatino che sgualdrina che sei mh?” fu un secondo, un secondo che mi girai, attirata da una persona che ci osservava dall’entrata del salone.
Irina…
Severus fece lo stesso e Bellatrix mi tirò verso di lei per un braccio.
Mi teneva strettissima “ti ho vista più volte nuda io che lui. Pareggiamo i conti… che ne dici?!” afferrò con rabbia il collo della maglia e lo aprì in due parti lasciandolo dilaniato.
Mi coprii la scollatura con le mani, provando a renderla marginale.
“Bellatrix lasciala immediatamente, hai perso.” Disse calmo Severus.
“posso ancora fare qualcosa non credi…” non mi resi conto praticamente di nulla.
Mi prese entrambi i polsi, stringendoli insieme e lasciandoci il segno delle unghie sopra.
Tentai di ribellarmi ma sembrava inutile, in una sola spinta mi tirò a se e mi colpì dritta sotto le costole con una ginocchiata, fu talmente forte che mi piegai in due in riserva d’aria, la parte destra dell’addome mi bruciava troppo per essere una semplice botta.
Mi tirò su nuovamente e questa volta tenne i polsi con una sola mano mentre con l’altra mi ricolpì, precisamente nello stesso punto.
Il suo pugno si incastrò perfettamente sul mio addome ed urlai, afferrandole le spalle per non cadere a terra agonizzante.
Stavo tossendo, la testa era leggerissima, quei colpi mi avevano lasciata totalmente senza fiato.
Non mi lasciò tregua e dopo un attimo la sua mano mi artigliò il collo, ero di nuovo dritta, forse anche troppo.
Anche espirare faceva male, aspettò finchè non ci provai e appena presi aria spinse la sua mano sul punto debole, esercitando una pressione asfissiante, tossii e tossii… fino a che non vidi la maglia tingersi di rosso scarlatto.
Provai  a mugugnare qualcosa ma non avevo nemmeno l’aria necessaria a parlare.
“ah ah… shh” sussurrò, allentando la pressione e lasciandomi cadere ai suoi piedi.
Severus aveva provato a venirmi incontro ma Bellatrix mi aveva puntato la bacchetta alla testa.
Aveva fatto qualche passo indietro e stava caricando un calcio quando…
“stupeficium!” la mia aguzzina dovette formulare un vero e proprio incantesimo scudo per proteggersi e Severus mi riportò dalla sua parte.
Era stata Irina, tra il dolore mi ero totalmente scordata di lei.
Bellatrix si girò nella sua direzione con due occhi pieni di fuoco, non la guardò come di solito guardava me, quella era rabbia, ira, furia inespressa.
Aveva smesso di giocare.
Urlò “tu non immagini nemmeno cosa ti aspetti irina!” poi si voltò verso di me, cambiando totalmente espressione e tonalità.
“quello…” indicò il mio busto coperto dalla maglietta sporca di sangue.
“oh… quello farà tanto male” ridacchiò, passando lo sguardo da me a Severus.
“quando ti torturavo mi contenevo! Non sai nemmeno quanto bambolina mia!” la pazzia stava trasudando ovunque, era un tornado.
“conosco tutti i modi più dolorosi e sottili per romperti! Mi fermavo ogni volta ad un passo dal farlo!” si voltò verso Irina con gli occhi ridotti a due fessure.
“con lei non lo farò…” commentò con una voce molto cavernosa.
“Ir-Irina!” urlai senza più fiato “vieni con noi! Avanti!” continuavo a ripeterlo ma lei non si muoveva, sembrava incollata a terra.
“ma cosa fai?! Non è ciò che vuoi?!” le lacrime stavano scendendo senza darmi la possibilità di arrestarle.
“NON SO PIU’ COSA VOGLIO OKAY?! ANDARE AD HOGWARTS?! PER FARE COSA?!” aveva sovrastato la mia voce, urlando ancora più forte.
“p-per dimenticare Irina… per dimenticarla” dissi, rivolgendomi a Bellatrix che ci osservava divertita.
“Alexia non capisci?! Hanno vinto loro! Hanno vinto loro… c’è poco che tu possa fare! Unisciti a lo… a noi. Non ci sono più schieramenti, è inuti…” la bloccai, prima che potesse finire di parlare un grido interiore proruppe all’esterno.
“RAZZA DI INGRATA! Razza di maledetta ingrata! Io sono stata lì dentro! Ho penato fino all’ultimo, agonizzando! Avrei accettato volentieri la morte pur di stare dalla loro parte! Avrei salvato te e invece.. invece tu non solo mi hai tradita, ma hai tradito l’intero mondo magico… HAI PERSINO TRADITO LA MEMORIA DI TUA MADRE!” volevo davvero dirle quello? Probabilmente no, ma ormai era andato tutto a puttane.
Alzò la bacchetta verso di me, verso la figura inerme di un copro straziato e io feci lo stesso verso di lei.
“sei stanca, sfinita e distrutta MA TE LO RIMANGI!” urlò. Strinsi ancora di più la bacchetta, cercavo di non tradire lo sforzo immane che facevo anche solo a tenerla dritta.
“sei la mia delusione più grande Irina… io credevo in te, confidavo in te, tutte quelle notti… i miei incubi ritraevano te morta! I tuoi cosa invece eh?! La nostalgia di un letto a baldacchino! Ti odio! E’ questa quella che sei davvero! Prima la tua pelle giusto?! GUARDAMI! GUARDA COSA MI HA FATTO! Non c’è una parte di me che non sia viola o contusa!” abbassò lo sguardo stringendo ancora di più la bacchetta.
“Cazzo! Imperio! Guardami!” le ordinai, colpendola.
“ecco come mi ha ridotta Irina! Io lo facevo per te! Solo per te! Per la speranza che ti potessi salvare che…” – “sta zitta…” disse con una voce sommessa.
“IO TENEVO PIU’ A TE CHE A ME STESSA” – “sta zitta!” risi nervosamente.
“la verità fa male vero?! Sapere che io SAREI MORTA PER TE TRADITRICE!” – “HO DETTO CHIUDI QUELLA CAZZO DI BOCCA!” Bellatrix le fu dietro in un attimo, impugnò la bacchetta con lei e le fece abbassare di poco la mira, scaturì una luce rossa che mi fece volare metri indietro, colpendomi di nuovo e definitivamente alla milza.
Vidi tutto nero, battei la testa e da lì in poi notai solo Severus mettersi davanti a me, alzare la bacchetta contro Irina e la mia ex-migliore amica cadere a terra piena di ferite profonde.
“se ci riprovi ragazzina ti puoi reputare morta” sillabò con la voce che gli tremava dalla rabbia.
La risata di Bellatrix si levò nell’aria e poi sparì, vidi il mobilio addirittura spostarsi mentre passava, sembrava come se scaturisse un’aura talmente forte da scansarlo.
Severus si piegò su di me.
“Alexia respira! Respira guardami!” cercava di muovermi per aiutarmi.
Contrassi la muscolatura addominale e poi… solo sangue, sangue davanti a me, tra le mie mani, sul mio volto.
Solo sangue e poi nero.



BUONSALVE A TUTTI!!!
Non c'è molto da dire veramente, finalmente la luce in fondo al tunnel per la povera Alexia.
Ma irina? Avrebbe fatto meglio a seguire l'amica?
Sto cercando di aggiornare presto ma gli impegni sono davvero molti.
I'll do my best!
Spero vi piaccia e ci vediamo al prossimo capitolo!
   
 
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