Spazio
autore
Schwarzweis:
Non hai nulla di cui
scusarti: anzi, io apprezzo chi fa recensioni lunghe e complesse e
spero che
continuerai a fare così.
Doflamingo
non mi sembra poi
troppo Ooc, visto che anche qui è cinico e strafottente e
pensa solo a bere e a
festeggiare con Bellamy e Co.
Riguardo
al prossimo capitolo,
parlerà del “caro” Orso Bartholomew, di
cui tutti sappiamo la poco piacevole
fama quando era un pirata…aspettati un capitolo piuttosto
cruento.
E
poi, chi lo dice che Mihawk è
sempre stato solo e annoiato?
Orso
Bartholomew- Il tiranno delle acque
Mare Settentrionale
Sarebbe
anche potuta essere una
bella, fresca e tranquilla mattina di primavera, se non fosse stato che
Orso
Bartholomew “il Tiranno” era a caccia.
Il
suo vascello, l’ “Orsa
maggiore”, fendeva fulmineo le onde, spinto da una grande
massa di bianche
vele, spaventando persino i delfini che saltavano davanti alla prua con
il
proprio scafo completamente dipinto di nero e ornato da grossi portelli
per i
cannoni.
Il
comandante, enorme e vestito in
modo singolare, si aggirava per il ponte come una furia sbraitando
gelido:
“Muovetevi bastardi! Dobbiamo prendere quel galeone prima di
notte, o non mi
chiamo più Orso Bartholomew”, indicando la scia
della nave che inseguivano
ormai da varie ore.
La
ciurma era euforica per il
ricco bottino di cui si sarebbe impossessata a breve, e si era
sparpagliata per
il veliero preparandolo allo scontro in ogni dettaglio: alcuni
portavano in
coperta palle di cannone e botti di polvere nera, altri riempivano
secchi con
acqua per prevenire gli incendi, altri ancora spargevano sabbia sul
ponte per
evitare che il sangue lo rendesse scivoloso.
Buona
parte dell’equipaggio passò
sottocoperta, nella stanza delle armi, dove a ognuno venivano
distribuiti
spade, moschetti e pistole, mentre gli artiglieri, preparati micce e
munizioni,
aprirono i portelli e fecero sporgere i cannoni, lucidati di recente.
Tutti
però pregavano, in quanto
Bartholomew e la sua ciurma erano molto religiosi.
Finalmente
la preda fece la sua
apparizione; era danneggiata e galleggiava incerta fra le onde.
“Sparate
un colpo d’avvertimento”
ordinò, e il comando fu eseguito.
“Signore,
si rifiutano di ammainare
la bandiera e continuano a fuggire” commentò il
primo ufficiale scrutando i
nemici con il cannocchiale, al che Orso rispose: “Al diavolo!
Impareranno a
proprie spese cosa significa mettersi contro di me! Preparatevi a far
fuoco e
issate il mio stendardo”.
Il
Jolly Roger, nero,
rappresentante il muso di un orso con due ossa incrociate, fu
inalberato, e
quando i due velieri si affiancarono fra loro cominciò il
bombardamento.
I
pirati centrarono il nemico a
poppa, provocando varie esplosioni e abbattendo di netto un albero, ma
il fuoco
fu ricambiato e un pennone dell’”Orsa
maggiore” fu tranciato, cadendo sul
ponte.
Bartholomew
tamburellò le dita sul
parapetto, innervosito dal danno, e continuò a godersi
l’andamento della
battaglia, assicurandosi intorno al corpo una fascia di cuoio da cui
pendevano
due gigantesche pistole e un coltellaccio affilato come un rasoio.
La
nave nemica era metodicamente
distrutta dal fuoco dei filibustieri, ma con una serie di fortunate
cannonate li
colpì sotto la linea di galleggiamento costringendo il
carpentiere a
intervenire.
I
vascelli si avvicinarono ancora
di più, avvolti dal denso fumo dei cannoni e dei moschetti,
mentre le granate
volavano devastando i ponti e i pirati agitavano le spade sbattendole
sulle
fiancate per intimorire il nemico con quel suono di morte.
A
un certo punto fu date il
segnale dell’abbordaggio e i filibustieri, assicurando
rampini e scale di corda
alle fiancate e ai pennoni del galeone, lo invasero.
Il
loro comandante li seguì
subito, spiccando un balzo e atterrando sull’altro ponte,
provocando un grave
danno e facendo tremare l’intero veliero sotto la propria
mole.
“Oh
no! E’ Bartholomew il Tiranno!
Ha una taglia di 296 milioni” gridò spaventato un
marinaio.
“Avanti
uomini”ordinò il
comandante, fingendosi ardito ma in realtà altrettanto
terrorizzato, impugnando
la sciabola. “Combattete fino all’ultimo uomo o vi
tortureranno fino alla
morte!”.
Orso
si gettò in mezzo alla
battaglia, incedendo trionfalmente mentre gli uomini intorno a lui
incrociavano
le spade e morivano; nessuno sapeva fermarlo.
Con
i suoi poteri deviava i
proiettili di archibugi e balestre, e intanto spezzava con le possenti
mani
arpioni e alabarde, colpiva con i pugni gli avversari facendoli cadere
defunti
sul ponte o contro gli alberi oppure gli scagliava fuoribordo, molte
miglia più
in là, in mezzo al nulla.
Incalzato
da una massa di marinai
che, resi impavidi dalla forza della disperazione, correvano verso di
lui
agitando sciabole e asce, compresse un piccola quantità
d’aria, quindi sussurrò:
“Ursus shock”
e il vascello fu
squarciato da una devastante esplosione, accompagnata da una luce
accecante.
Dopo
quest’ultimo attacco i morti
erano sparsi ovunque, nei boccaporti, sui cannoni, sul ponte di
comando, gli
alberi erano crollati a terra e si erano aperte falle nel legname.
I
pochissimi sopravvissuti,
confusi e sanguinanti, si inginocchiarono disperati sulle assi di
legno, mentre
tutt’intorno i pirati sciamavano nella stiva e nelle cabine
uscendovi carichi
di botti, forzieri e sacchi pieni di ogni ben di Dio, confidando, anche
se
molto flebilmente, nella pietà o quantomeno nel senso
dell’onore del capitano
dei filibustieri.
Uno
dei marinai fu ben sorpreso
quindi di vedere Bartholomew portarsi una mano al petto, alzare il cane
della
pistola, puntarla e sparare.
IL
malcapitato si accasciò morto
sul colpo, la testa ridotta a pezzi.
“Non
tollero che le prede
oppongano resistenza” disse scuro in volto fissando i
superstiti da dietro gli
occhiali spessi. “Per questo vi ucciderò tutti.
Portateli sottocoperta, e
fateceli rimanere”.
Quanti
si opposero furono
brutalmente assassinati a sangue freddo; gli altri, dopo essere stati
sottoposti a qualsiasi angheria possibile, furono condotti nella stiva,
legati
fra di loro a piccoli gruppi; quindi i boccaporti furono serrati.
Tornato
sull’“Orsa maggiore”
insieme al resto della ciurma, Orso ordinò di far sparare
una cannonata: il
proiettile bucò lo scafo del galeone, che prese ad affondare.
Per
interminabili minuti si
sentirono i prigionieri gridare di terrore, quindi anche la punta
dell’albero
maestro scomparve sotto le onde e lo strazio finì.
***
Felici
per la conquista di una
preda tanto ricca, gli uomini brindavano con tutti gli alcolici
accumulati da
mesi in cambusa, aspettando un’occasione simile.
Alcuni
erano già svenuti, e
dormivano ebbri sul ponte, altri cantavano e ballavano stando a
braccetto, e
certo nessuno avrebbe smesso di tracannare per molto tempo.
Sobrio
in mezzo a un baccanale di
tale proporzioni ( odiava l’alcool), Orso Bartholomew era
seduto sopra i molti
scrigni, pieni d’oro fino all’inverosimile, che
avevano appena sottratto.
Ogni
uomo si presentava da lui a
reclamare la propria parte di bottino, e veniva esaudito.
I
pirati erano molto democratici
riguardo a questo argomento: è vero che al capitano e a
figure importanti quali
il primo ufficiale, il medico, il capo cannoniere e il navigatore,
spettava una
quota maggiore, ma tutti i componenti della ciurma in teoria avevano
diritto a
una fetta, a meno che non si fossero comportati vigliaccamente.
Chi
si era distinto in battaglia,
chi aveva avvistato per primo la preda o chi aveva guidato la prima
squadra
d’abbordaggio riceveva una ricca gratifica o le armi migliori
trovate sulla
nave.
A
un certo punto sotto gli occhi
del capitano si presentò un marinaio con il braccio destro
mutilato e fasciato
malamente in bende insanguinate, sorretto a fatica da un compagno.
“Richard!
Cos’è successo al tuo
braccio?”.
“Una
dannata scheggia signore! Il
nostro chirurgo è abile, ma ha dovuto amputare
comunque…”.
“Mi
dispiace! Ma non preoccuparti,
riceverai un risarcimento in denaro o schiavi”.
Il
capitano si rivolse poi
all’uomo che accompagnava Richard.
“Allora
Jack? Sei felice di
essersi arruolato?”chiese con tono rassicurante.
“Così
e così, signore. Devo ammettere
che…”.
“Che
la prima battagli è sempre
sconvolgente, vero? Non preoccuparti, ti ci abituerai presto,
così come ci
siamo passati tutti. Come vedi, la vita del pirata ti dà
molte soddisfazioni
economiche e morali, ma anche dolori acuti e improvvisi”
disse indicando
Richard che barcollava.
“Dobbiamo
essere pronti a quel che
ci può capitare ogni giorno in questo mondo, e anche ad
affrontare quel che
troveremo nell’altro. Per questo dobbiamo pregare”
continuò.
Contemporaneamente
i corpi dei due
uomini periti nel corso dell’abbordaggio, racchiusi in vele e
appesantiti con
palle di cannone, furono gettati in mare mentre i loro compagni si
scoprivano
il capo e alzavano le sciabole al cielo per commemorarli.
Conclusi
i propri discorsi,
all’antitesi di quelli di Doflamingo, Bartholomew
aprì