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Autore: Federico    24/06/2009    1 recensioni
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Genere: Drammatico, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? (E se ...), Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Schwarzweis: Non hai nulla di cui scusarti: anzi, io apprezzo chi fa recensioni lunghe e complesse e spero che continuerai a fare così.

Doflamingo non mi sembra poi troppo Ooc, visto che anche qui è cinico e strafottente e pensa solo a bere e a festeggiare con Bellamy e Co.

Riguardo al prossimo capitolo, parlerà del “caro” Orso Bartholomew, di cui tutti sappiamo la poco piacevole fama quando era un pirata…aspettati un capitolo piuttosto cruento.

E poi, chi lo dice che Mihawk è sempre stato solo e annoiato?

 

Orso Bartholomew- Il tiranno delle acque

 

Mare Settentrionale

Sarebbe anche potuta essere una bella, fresca e tranquilla mattina di primavera, se non fosse stato che Orso Bartholomew “il Tiranno” era a caccia.

Il suo vascello, l’ “Orsa maggiore”, fendeva fulmineo le onde, spinto da una grande massa di bianche vele, spaventando persino i delfini che saltavano davanti alla prua con il proprio scafo completamente dipinto di nero e ornato da grossi portelli per i cannoni.

Il comandante, enorme e vestito in modo singolare, si aggirava per il ponte come una furia sbraitando gelido: “Muovetevi bastardi! Dobbiamo prendere quel galeone prima di notte, o non mi chiamo più Orso Bartholomew”, indicando la scia della nave che inseguivano ormai da varie ore.

La ciurma era euforica per il ricco bottino di cui si sarebbe impossessata a breve, e si era sparpagliata per il veliero preparandolo allo scontro in ogni dettaglio: alcuni portavano in coperta palle di cannone e botti di polvere nera, altri riempivano secchi con acqua per prevenire gli incendi, altri ancora spargevano sabbia sul ponte per evitare che il sangue lo rendesse scivoloso.

Buona parte dell’equipaggio passò sottocoperta, nella stanza delle armi, dove a ognuno venivano distribuiti spade, moschetti e pistole, mentre gli artiglieri, preparati micce e munizioni, aprirono i portelli e fecero sporgere i cannoni, lucidati di recente.

Tutti però pregavano, in quanto Bartholomew e la sua ciurma erano molto religiosi.

Finalmente la preda fece la sua apparizione; era danneggiata e galleggiava incerta fra le onde.

“Sparate un colpo d’avvertimento” ordinò, e il comando fu eseguito.

“Signore, si rifiutano di ammainare la bandiera e continuano a fuggire” commentò il primo ufficiale scrutando i nemici con il cannocchiale, al che Orso rispose: “Al diavolo! Impareranno a proprie spese cosa significa mettersi contro di me! Preparatevi a far fuoco e issate il mio stendardo”.

Il Jolly Roger, nero, rappresentante il muso di un orso con due ossa incrociate, fu inalberato, e quando i due velieri si affiancarono fra loro cominciò il bombardamento.

I pirati centrarono il nemico a poppa, provocando varie esplosioni e abbattendo di netto un albero, ma il fuoco fu ricambiato e un pennone dell’”Orsa maggiore” fu tranciato, cadendo sul ponte.

Bartholomew tamburellò le dita sul parapetto, innervosito dal danno, e continuò a godersi l’andamento della battaglia, assicurandosi intorno al corpo una fascia di cuoio da cui pendevano due gigantesche pistole e un coltellaccio affilato come un rasoio.

La nave nemica era metodicamente distrutta dal fuoco dei filibustieri, ma con una serie di fortunate cannonate li colpì sotto la linea di galleggiamento costringendo il carpentiere a intervenire.

I vascelli si avvicinarono ancora di più, avvolti dal denso fumo dei cannoni e dei moschetti, mentre le granate volavano devastando i ponti e i pirati agitavano le spade sbattendole sulle fiancate per intimorire il nemico con quel suono di morte.

A un certo punto fu date il segnale dell’abbordaggio e i filibustieri, assicurando rampini e scale di corda alle fiancate e ai pennoni del galeone, lo invasero.

Il loro comandante li seguì subito, spiccando un balzo e atterrando sull’altro ponte, provocando un grave danno e facendo tremare l’intero veliero sotto la propria mole.

“Oh no! E’ Bartholomew il Tiranno! Ha una taglia di 296 milioni” gridò spaventato un marinaio.

“Avanti uomini”ordinò il comandante, fingendosi ardito ma in realtà altrettanto terrorizzato, impugnando la sciabola. “Combattete fino all’ultimo uomo o vi tortureranno fino alla morte!”.

Orso si gettò in mezzo alla battaglia, incedendo trionfalmente mentre gli uomini intorno a lui incrociavano le spade e morivano; nessuno sapeva fermarlo.

Con i suoi poteri deviava i proiettili di archibugi e balestre, e intanto spezzava con le possenti mani arpioni e alabarde, colpiva con i pugni gli avversari facendoli cadere defunti sul ponte o contro gli alberi oppure gli scagliava fuoribordo, molte miglia più in là, in mezzo al nulla.

Incalzato da una massa di marinai che, resi impavidi dalla forza della disperazione, correvano verso di lui agitando sciabole e asce, compresse un piccola quantità d’aria, quindi sussurrò: “Ursus shock”  e il vascello fu squarciato da una devastante esplosione, accompagnata da una luce accecante.

Dopo quest’ultimo attacco i morti erano sparsi ovunque, nei boccaporti, sui cannoni, sul ponte di comando, gli alberi erano crollati a terra e si erano aperte falle nel legname.

I pochissimi sopravvissuti, confusi e sanguinanti, si inginocchiarono disperati sulle assi di legno, mentre tutt’intorno i pirati sciamavano nella stiva e nelle cabine uscendovi carichi di botti, forzieri e sacchi pieni di ogni ben di Dio, confidando, anche se molto flebilmente, nella pietà o quantomeno nel senso dell’onore del capitano dei filibustieri.

Uno dei marinai fu ben sorpreso quindi di vedere Bartholomew portarsi una mano al petto, alzare il cane della pistola, puntarla e sparare.

IL malcapitato si accasciò morto sul colpo, la testa ridotta a pezzi.

“Non tollero che le prede oppongano resistenza” disse scuro in volto fissando i superstiti da dietro gli occhiali spessi. “Per questo vi ucciderò tutti. Portateli sottocoperta, e fateceli rimanere”.

Quanti si opposero furono brutalmente assassinati a sangue freddo; gli altri, dopo essere stati sottoposti a qualsiasi angheria possibile, furono condotti nella stiva, legati fra di loro a piccoli gruppi; quindi i boccaporti furono serrati.

Tornato sull’“Orsa maggiore” insieme al resto della ciurma, Orso ordinò di far sparare una cannonata: il proiettile bucò lo scafo del galeone, che prese ad affondare.

Per interminabili minuti si sentirono i prigionieri gridare di terrore, quindi anche la punta dell’albero maestro scomparve sotto le onde e lo strazio finì.

 

***

Felici per la conquista di una preda tanto ricca, gli uomini brindavano con tutti gli alcolici accumulati da mesi in cambusa, aspettando un’occasione simile.

Alcuni erano già svenuti, e dormivano ebbri sul ponte, altri cantavano e ballavano stando a braccetto, e certo nessuno avrebbe smesso di tracannare per molto tempo.

Sobrio in mezzo a un baccanale di tale proporzioni ( odiava l’alcool), Orso Bartholomew era seduto sopra i molti scrigni, pieni d’oro fino all’inverosimile, che avevano appena sottratto.

Ogni uomo si presentava da lui a reclamare la propria parte di bottino, e veniva esaudito.

I pirati erano molto democratici riguardo a questo argomento: è vero che al capitano e a figure importanti quali il primo ufficiale, il medico, il capo cannoniere e il navigatore, spettava una quota maggiore, ma tutti i componenti della ciurma in teoria avevano diritto a una fetta, a meno che non si fossero comportati vigliaccamente.

Chi si era distinto in battaglia, chi aveva avvistato per primo la preda o chi aveva guidato la prima squadra d’abbordaggio riceveva una ricca gratifica o le armi migliori trovate sulla nave.

A un certo punto sotto gli occhi del capitano si presentò un marinaio con il braccio destro mutilato e fasciato malamente in bende insanguinate, sorretto a fatica da un compagno.

“Richard! Cos’è successo al tuo braccio?”.

“Una dannata scheggia signore! Il nostro chirurgo è abile, ma ha dovuto amputare comunque…”.

“Mi dispiace! Ma non preoccuparti, riceverai un risarcimento in denaro o schiavi”.

Il capitano si rivolse poi all’uomo che accompagnava Richard.

“Allora Jack? Sei felice di essersi arruolato?”chiese con tono rassicurante.

“Così e così, signore. Devo ammettere che…”.

“Che la prima battagli è sempre sconvolgente, vero? Non preoccuparti, ti ci abituerai presto, così come ci siamo passati tutti. Come vedi, la vita del pirata ti dà molte soddisfazioni economiche e morali, ma anche dolori acuti e improvvisi” disse indicando Richard che barcollava.

“Dobbiamo essere pronti a quel che ci può capitare ogni giorno in questo mondo, e anche ad affrontare quel che troveremo nell’altro. Per questo dobbiamo pregare” continuò.

Contemporaneamente i corpi dei due uomini periti nel corso dell’abbordaggio, racchiusi in vele e appesantiti con palle di cannone, furono gettati in mare mentre i loro compagni si scoprivano il capo e alzavano le sciabole al cielo per commemorarli.

Conclusi i propri discorsi, all’antitesi di quelli di Doflamingo, Bartholomew aprì la Bibbia e si mise a leggerla pacificamente, sempre pronto però a trasformarsi di nuovo nel tiranno delle acque.

  
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