2.
Un
nuovo giorno
Alle 7 in punto
la sveglia suonò e un secondo dopo era già
stata spenta da delle affusolate dita bianche. Il proprietario si
portò la mano
tra i capelli color ebano e si lasciò andare ad un lieve
sbuffo << Che un
nuovo, noioso, giorno abbia inizio>> pensò. Si
alzò e dopo una rapida e
fresca doccia bevve il suo caffè, rigorosamente amaro,
probabilmente unica
consolazione della sua giornata. Prese le chiavi della macchina e
vestito di
tutto punto si recò all’Università di
Tokyo in cui svolgeva un lavoro di
ricerca nel campo della letteratura giapponese contemporanea. Ai tempi
in cui
dovette compiere una scelta universitaria Sasuke non ebbe dubbi sulla
facoltà.
Se c’era una cosa al mondo che non lo annoiasse questa era
proprio la lettura.
Sasuke era un divoratore di libri e leggeva veramente di tutto, anche
autori o
generi che non gli piacevano. Probabilmente la sua levatura
intellettuale
derivava da ciò e non solo da una buona genetica come suo
padre sosteneva. La
sua scelta, in ogni caso, non incontrò il gusto di suo padre
il quale aveva
tracciato per lui un futuro da avvocato nel prestigioso studio di
famiglia del
quale suo fratello, Itachi, faceva già parte. Beh se
c’era una cosa che doveva
alla genetica, oltre agli splendidi lineamenti tutti made in Uchiha,
era la
testardaggine e soprattutto l’orgoglio. Più gli
dicevano che non doveva fare
una cosa, più lui l’avrebbe fatta solo per il
gusto di sottolineare il suo
unico e totale dominio sulla sua vita. Quindi forte della sua
testardaggine e
del suo orgoglio aveva portato avanti la sua scelta di studio
prendendone pro e
contro. Suo padre, forte anch’egli della sua testardaggine e
del suo orgoglio,
lo aveva messo di fronte ad un ultimatum: o sceglieva legge o avrebbe
dovuto
cavarsela da solo. Ovviamente scelse la seconda opzione e con questa il
primo
contro. In realtà poi la situazione non fu così
tragica, sua madre lo amava
immensamente e non avrebbe mai lasciato suo figlio minore in mezzo ad
una
strada per la stupidissima cocciutaggine tutta Uchiha. Quindi gli aveva
dato le
chiavi di una delle tante proprietà Uchiha e aveva chiesto
ad Itachi di aiutare
il fratello con il trasloco. Grazie a sua madre, in quegli anni
universitari,
non gli era mai mancato nulla. Le tasse universitarie erano pagate,
idem le
bollette e la spesa. In più aveva un conto da cui poteva
attingere per le
piccole cose quotidiane come gli abbonamenti della metro o i tantissimi
libri
di cui sentiva il bisogno. Spesso Itachi lo andava a trovare insieme a
suo
cugino Shisui e nonostante Sasuke facesse il reticente era veramente
felice
quando potevano passare insieme le serate.
Alla fine di
quegli anni universitari Sasuke si fece una
certa reputazione, non solo per il cognome che portava, ma anche per il
sorprendente talento che il ragazzo dimostrava ogni qual volta buttasse
giù un
pezzo. Era incredibile che da un ragazzo tanto austero e quasi privo di
emozioni potessero venir fuori tra le più belle parole mai
lette. Vinse
numerosi premi universitari e altrettanti concorsi. Si
laureò col massimo dei
voti e numerose furono le offerte da parte di quotidiani locali, tutte
rifiutate in blocco. A Sasuke non interessava edulcorare pettegolezzi o
scrivere romanzetti rosa per casalinghe cinquantenni insoddisfatte. No,
lui
voleva leggere il meglio che il mondo potesse offrirgli e voleva poter
dire la
sua in merito. Il critico letterario non era un lavoro semplice, spesso
si
cadeva nel soggettivo e Sasuke voleva essere il più
oggettivo e preciso
possibile. Così aveva finito per accettare una borsa di
ricerca presso la
stessa Università in letteratura giapponese contemporanea,
che lo aiutava sul
piano dell’indipendenza economica ma anche a fare dei passi
avanti verso il suo
obiettivo.
Conscio dei
successi del figlio, Fugaku fece, invece, un
passo indietro e dopo delle formali scuse per aver cercato di tarpargli
le ali
e dei complimenti per i successi ottenuti lo abbracciò come
non faceva da..
(beh in realtà Sasuke non ricordava un abbraccio di Fugaku).
Ciò stupì molto
Sasuke, conosceva il padre e sapeva che doveva essergli costato caro
mettere da
parte il suo orgoglio per riconoscere finalmente le sue scelte. Itachi
sosteneva che in realtà a Fugaku era mancato molto il figlio
minore, perché
anche se non esternava mai i suoi sentimenti, alla fine era un buon
padre che
voleva solo il meglio per i suoi figli e nella sua visione tradizionale
il
meglio era rappresentato dalla scuola di legge.
Sasuke
inchiodò, perso tra i suoi pensieri non si era accorto
di aver passato l’università. Parcheggiata la
macchina si recò presso il
Dipartimento di Lettere e nel tragitto fece cenno ad un paio di persone
che lo
salutavano allegramente. “Cosa avevano da essere
così allegri alle 8 del
mattino? Beh in generale cosa avevano da essere così
allegri?!” pensò stizzito.
Il suo ufficio lo condivideva con un altro borsista, probabilmente una
delle
pochissime persone che non odiava. Il suo nome era Shikamaru. Shikamaru
era un
tipo piuttosto singolare, incredibilmente pigro, sembrava non avere
interesse
per niente, a volte sembrava non sapere nemmeno lui come ci fosse
finito lì
dentro, ma nell’anno passato a condividere
l’ufficio Sasuke aveva capito che
Shikamaru aveva un’intelligenza di tipo analitico fuori dal
comune e inoltre si
faceva sempre i fatti suoi quindi andava abbastanza a genio
all’Uchiha. Certo,
lavorare con lui alla recensione di libri gialli era un incubo
perché finiva
sempre (involontariamente) per spoilerargli chi fosse
l’assassino. Già dalle
prime pagine lui capiva come andava a finire il caso. Inquietante e
incredibilmente irritante.
<
<<
Buongiorno Sasuke, nuovo lavoro per noi. E’ arrivato
questo libro di un autore emergente e il professore Kakashi vorrebbe
che lo
leggessimo e che organizzassimo un incontro con l’autore a
cui possono
partecipare tutti gli studenti.>>
<<
Bene, quanto tempo abbiamo?>> chiese Sasuke.
<<
Due mesi. A fine gennaio dovremmo fare questo
incontro. A quanto pare il professore è rimasto talmente
colpito da
quest’autore che lo ha messo nel programma e quindi vuole che
il tutto avvenga
prima della sessione d’esami di Febbraio.>>
disse Shikamaru << Una
bella seccatura, proprio sotto Natale>>
continuò. << Avevi altri
programmi?>> domandò l’Uchiha.
<< Volevo rilassarmi e guardare le
nuvole>> risposte Nara guardando con sguardo sconfitto
fuori dalla
finestra. Sasuke scosse la testa, a volte era davvero bizzarro quel
ragazzo.
Colto dalla curiosità prese il libro che lo avrebbe
accompagnato nei mesi
successivi. Il titolo era “Dolce Malinconia” e
già questo lo colpì parecchio
visti i pensieri della sera precedente, e l’autore era un
certo Kyuubi
Namikaze. Non l’aveva mai sentito e sul retro del libro non
c’era alcun accenno
biografico. Guardò il libro, non vedeva l’ora di
leggerlo sperando che le sue
aspettative non venissero deluse.