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Autore: Jyushi    17/12/2017    2 recensioni
Sasuke è un ricercatore in Letteratura Giapponese Contemporanea all'Università di Tokyo, con un'indole piuttosto insofferente nei confronti, beh, nei confronti del genere umano! Si annoia facilmente e non ha interessi se non per la lettura. Fino a quando non si trova a dover recensire un libro e per la prima volta prova interesse per un altro essere umano, di cui però non riesce a scoprire nulla!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Itachi, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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2.    Un nuovo giorno

Alle 7 in punto la sveglia suonò e un secondo dopo era già stata spenta da delle affusolate dita bianche. Il proprietario si portò la mano tra i capelli color ebano e si lasciò andare ad un lieve sbuffo << Che un nuovo, noioso, giorno abbia inizio>> pensò. Si alzò e dopo una rapida e fresca doccia bevve il suo caffè, rigorosamente amaro, probabilmente unica consolazione della sua giornata. Prese le chiavi della macchina e vestito di tutto punto si recò all’Università di Tokyo in cui svolgeva un lavoro di ricerca nel campo della letteratura giapponese contemporanea. Ai tempi in cui dovette compiere una scelta universitaria Sasuke non ebbe dubbi sulla facoltà. Se c’era una cosa al mondo che non lo annoiasse questa era proprio la lettura. Sasuke era un divoratore di libri e leggeva veramente di tutto, anche autori o generi che non gli piacevano. Probabilmente la sua levatura intellettuale derivava da ciò e non solo da una buona genetica come suo padre sosteneva. La sua scelta, in ogni caso, non incontrò il gusto di suo padre il quale aveva tracciato per lui un futuro da avvocato nel prestigioso studio di famiglia del quale suo fratello, Itachi, faceva già parte. Beh se c’era una cosa che doveva alla genetica, oltre agli splendidi lineamenti tutti made in Uchiha, era la testardaggine e soprattutto l’orgoglio. Più gli dicevano che non doveva fare una cosa, più lui l’avrebbe fatta solo per il gusto di sottolineare il suo unico e totale dominio sulla sua vita. Quindi forte della sua testardaggine e del suo orgoglio aveva portato avanti la sua scelta di studio prendendone pro e contro. Suo padre, forte anch’egli della sua testardaggine e del suo orgoglio, lo aveva messo di fronte ad un ultimatum: o sceglieva legge o avrebbe dovuto cavarsela da solo. Ovviamente scelse la seconda opzione e con questa il primo contro. In realtà poi la situazione non fu così tragica, sua madre lo amava immensamente e non avrebbe mai lasciato suo figlio minore in mezzo ad una strada per la stupidissima cocciutaggine tutta Uchiha. Quindi gli aveva dato le chiavi di una delle tante proprietà Uchiha e aveva chiesto ad Itachi di aiutare il fratello con il trasloco. Grazie a sua madre, in quegli anni universitari, non gli era mai mancato nulla. Le tasse universitarie erano pagate, idem le bollette e la spesa. In più aveva un conto da cui poteva attingere per le piccole cose quotidiane come gli abbonamenti della metro o i tantissimi libri di cui sentiva il bisogno. Spesso Itachi lo andava a trovare insieme a suo cugino Shisui e nonostante Sasuke facesse il reticente era veramente felice quando potevano passare insieme le serate.

Alla fine di quegli anni universitari Sasuke si fece una certa reputazione, non solo per il cognome che portava, ma anche per il sorprendente talento che il ragazzo dimostrava ogni qual volta buttasse giù un pezzo. Era incredibile che da un ragazzo tanto austero e quasi privo di emozioni potessero venir fuori tra le più belle parole mai lette. Vinse numerosi premi universitari e altrettanti concorsi. Si laureò col massimo dei voti e numerose furono le offerte da parte di quotidiani locali, tutte rifiutate in blocco. A Sasuke non interessava edulcorare pettegolezzi o scrivere romanzetti rosa per casalinghe cinquantenni insoddisfatte. No, lui voleva leggere il meglio che il mondo potesse offrirgli e voleva poter dire la sua in merito. Il critico letterario non era un lavoro semplice, spesso si cadeva nel soggettivo e Sasuke voleva essere il più oggettivo e preciso possibile. Così aveva finito per accettare una borsa di ricerca presso la stessa Università in letteratura giapponese contemporanea, che lo aiutava sul piano dell’indipendenza economica ma anche a fare dei passi avanti verso il suo obiettivo.

Conscio dei successi del figlio, Fugaku fece, invece, un passo indietro e dopo delle formali scuse per aver cercato di tarpargli le ali e dei complimenti per i successi ottenuti lo abbracciò come non faceva da.. (beh in realtà Sasuke non ricordava un abbraccio di Fugaku). Ciò stupì molto Sasuke, conosceva il padre e sapeva che doveva essergli costato caro mettere da parte il suo orgoglio per riconoscere finalmente le sue scelte. Itachi sosteneva che in realtà a Fugaku era mancato molto il figlio minore, perché anche se non esternava mai i suoi sentimenti, alla fine era un buon padre che voleva solo il meglio per i suoi figli e nella sua visione tradizionale il meglio era rappresentato dalla scuola di legge.

Sasuke inchiodò, perso tra i suoi pensieri non si era accorto di aver passato l’università. Parcheggiata la macchina si recò presso il Dipartimento di Lettere e nel tragitto fece cenno ad un paio di persone che lo salutavano allegramente. “Cosa avevano da essere così allegri alle 8 del mattino? Beh in generale cosa avevano da essere così allegri?!” pensò stizzito. Il suo ufficio lo condivideva con un altro borsista, probabilmente una delle pochissime persone che non odiava. Il suo nome era Shikamaru. Shikamaru era un tipo piuttosto singolare, incredibilmente pigro, sembrava non avere interesse per niente, a volte sembrava non sapere nemmeno lui come ci fosse finito lì dentro, ma nell’anno passato a condividere l’ufficio Sasuke aveva capito che Shikamaru aveva un’intelligenza di tipo analitico fuori dal comune e inoltre si faceva sempre i fatti suoi quindi andava abbastanza a genio all’Uchiha. Certo, lavorare con lui alla recensione di libri gialli era un incubo perché finiva sempre (involontariamente) per spoilerargli chi fosse l’assassino. Già dalle prime pagine lui capiva come andava a finire il caso. Inquietante e incredibilmente irritante.

<> salutò Sasuke entrando nell’ufficio.

<< Buongiorno Sasuke, nuovo lavoro per noi. E’ arrivato questo libro di un autore emergente e il professore Kakashi vorrebbe che lo leggessimo e che organizzassimo un incontro con l’autore a cui possono partecipare tutti gli studenti.>>

<< Bene, quanto tempo abbiamo?>> chiese Sasuke.

<< Due mesi. A fine gennaio dovremmo fare questo incontro. A quanto pare il professore è rimasto talmente colpito da quest’autore che lo ha messo nel programma e quindi vuole che il tutto avvenga prima della sessione d’esami di Febbraio.>> disse Shikamaru << Una bella seccatura, proprio sotto Natale>> continuò. << Avevi altri programmi?>> domandò l’Uchiha. << Volevo rilassarmi e guardare le nuvole>> risposte Nara guardando con sguardo sconfitto fuori dalla finestra. Sasuke scosse la testa, a volte era davvero bizzarro quel ragazzo. Colto dalla curiosità prese il libro che lo avrebbe accompagnato nei mesi successivi. Il titolo era “Dolce Malinconia” e già questo lo colpì parecchio visti i pensieri della sera precedente, e l’autore era un certo Kyuubi Namikaze. Non l’aveva mai sentito e sul retro del libro non c’era alcun accenno biografico. Guardò il libro, non vedeva l’ora di leggerlo sperando che le sue aspettative non venissero deluse.

   
 
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