Storie originali > Azione
Segui la storia  |       
Autore: Emmastory    17/12/2017    4 recensioni
La vita di Rain e del suo gruppo continua, ma purtroppo senza uno dei compagni di viaggio. Sono passati ben quattro anni da quando la povera Samira è morta da eroina sul campo di battaglia, tentando assieme agli amici di eliminare una minaccia ormai conosciuta, ovvero i Ladri. Ora come ora, con la calma che regna sovrana ad Ascantha, nessuno sa cosa sia successo davvero, se la guerra sia finita, o sei ai nostri eroi sia stata concessa una tregua. Sempre uniti e fiduciosi, sono decisi a combattere le loro battaglie, e sperare, con tutte le loro forze, in un nuovo e sereno domani. Come andrà a finire? Scopritelo unendovi di nuovo a loro, nell'ultimo capitolo della saga di Aveiron.
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le-cronache-di-Aveiron-VII-mod
 
 
Capitolo XLI
 
Passato e presente
 
Un colpo di fortuna. Ecco cos'abbiamo avuto. Un semplice colpo di fortuna. Siamo riusciti a radunarci, e ora, tutti insieme, stiamo seduti sulla carrozza di Lady Fatima. Sono comoda, ma anche molto ansiosa. Non dico nulla, ma quasi non riesco ad evitare di fregarmi le mani in maniera quasi ossessiva. Seduto accanto a me, Stefan me le accarezza, e pur essendogliene grata, non ho modo di calmarmi. Anche se debolmente, gli sorrido, e inspirando a fondo, lascio che mi resti vicino. Era strano e anche difficile da spiegare, ma essere amata per me significava anche questo. Essere coccolata come la bambina che ero un tempo, ben sapendo che in un certo senso lui mi considera tale. Io lo amo, lo amo tantissimo, e sentendo finalmente il rallentare del mio battito cardiaco, chiudo gli occhi. Inspirando ancora, gli stringo la mano con dolcezza e forza insieme, e voltandomi, noto che nu sorride. Stiamo insieme da anni, eppure ogni giorno con lui sembra essere il primo. Non mi spiego perchè, e sinceramente, ora non voglio pensarci. Sono felice, e mentre gli zoccoli del cavallo di Lady Fatima colpiscono il terreno a ritmo sostenuto, quasi mi addormento. Tranquilla, quasi lotto per tenere gli occhi aperti, e nel farlo, noto la felicità sul volto della cara Leader. Come sempre, Drake fa da cocchiere così che lei non debba sforzarsi, e Rachel è al suo fianco. Quasi imitandomi, neanche lei dice nulla, e ignorandoci tutti, osa leggermente, deponendo un dolce bacio sulla guancia dell'amata. Silenziosa com'è solita essere, questa glielo concede, ma poi guarda me. Mi conosce da tanto, nel tempo mi ha aiutata a diventare chi sono, e ad essere sincera, non dimenticherò mai il modo in cui mi ha teso una mano amica dopo la nascita di Rose. "Prima che andiate, lasciatemi la bambina." Aveva detto, lasciandomi senza parole e assicurandomi comunque che se ne sarebbe presa cura. Ricordo bene che nel lasciarla a lei avevo provato una paura a dir poco folle, e che perfino Terra aveva cercato di intervenire in favore della sorellina. Per qualche strana ragione, avevo scelto di fermarla, e prima di allontanarmi definitivamente dalla mia amata secondogenita, non avevo potuto far altro che farle dono di un piccolo e delicato bacio sulla fronte, così che non mi dimenticasse. Dovetti aspettare per quasi un anno prima di rivederla, ma quando accadde, fui felicissima. Sorridendo a quel solo ricordo, posai il mio sguardo stanco su quella così saggia donna, e notandomi, lei ricambiò il mio sorriso. In quel momento, le parole non mi servono a nulla, ma lasciando finalmente andare la mano di Stefan, mi concentrai su Rachel. Più giovane di me di circa due o tre anni, e innamorata della sua bella Fatima. Proprio come me e Stefan, anche loro stavano insieme da anni, e nonostante lo scorrere del tempo, il loro rapporto non sembrava cambiare di una virgola. Per quanto ne sapevo, il loro amore era profondo, e ad essere sincera, ero felice per loro. Le conoscevo, ed erano mie amiche, ragion per cui non potevo evitare di esserlo. Silenziosa, le osservavo senza dire una parola, ma rilassandomi, appoggiai la schiena per stare più comoda, e sentendomi quasi cullata dal rumore degli zoccoli di quel destriero dal manto color della notte, finii per addormentarmi, tenendo ancora stretta la mano di Stefan. Non me lo spiegavo, ma da ormai lungo tempo dormivo sempre così. In un modo o nell'altro, dovevo averlo vicino. Dovevo sentirlo, sapere che c'era, o non avrei chiuso occhio. Era strano, forse anche stupido e a tratti infantile, ma per me era la verità. In fin dei conti, l'ansia non era uno scherzo, e lui lo sapeva bene. Così, il nostro viaggio verso quella che consideravo salvezza continuò senza interruzioni, e quando finalmente arrivammo a destinazione, a Stefan toccò svegliarmi. Riaprendo gli occhi, mi ripresi dal torpore in cui ero caduta, poi scesi dalla carrozza grazie al suo aiuto. Improvvisamente, venni colta dal freddo, e nel tentativo di proteggermi dal vento che intanto aveva iniziato a soffiare, mi strinse a sè con delicatezza, spogliandosi della sua giacca solo per offrirmela. Regalandogli un debole sorriso, accettai ringraziandolo a bassa voce, poi mi voltai per provare a baciarlo. Paziente come sempre, lui mi lasciò fare, e posando le labbra sulla sua guancia, capii quanto mi facesse sentire al sicuro. Dopo quel viaggio così lungo e duro, avevamo raggiunto la nostra destinazione. La Casa della Leader, o stando a come la ricordavo, il mio primo rifugio. Guardandomi metaforicamente indietro, sentii mille pensieri invadermi la mente. Stringendo i pugni, cercai di scacciarli come facevo con le mosche o le zanzare in estate, ma ogni mio tentativo fu inutile. Passandoci accanto, Lady Fatima ci guidò con sapienza lungo gli ampi corridoi della sua dimora, e ancora intirizzita, faticai a muovermi. Fra un passo e l'altro, avrei voluto aprir bocca per lamentarmi, o quantomeno esporre il mio problema, ma conoscendo alla perfezione la donna che ci faceva da guida, preferii tacere. Ero sicura che mi volesse bene, ma per quanto ne sapevo, nessuno al castello osai mai remarle contro. Rispettandola, tacqui i miei problemi, e guardandomi intorno, scoprii di essere stata condotta nella stessa stanza che occupavo anni prima, quando fui trovata semiassiderata nella neve dal mio Stefan. Con l'arrivo della sera, quello si trasformò nel mio luogo di riposo, e con grande sorpresa, scoprii che a ognuno di noi era già stata riservata una stanza. Ancora stanca e debilitata da quel viaggio, mi rintanai subito sotto le coperte, e seguita da Stefan, mi addormentai quasi subito. Nel silenzio della notte, non riuscii neanche a sognare, e svegliandomi a causa di alcuni rumori che definii sospetti, mi rigirai fra le coperte. Alzandomi dal letto, decisi di provare a indagare, poi capii che non si trattava di intrusi. Prima di dormire, avevo visto Rachel e Lady Fatima dirigersi verso la stanza che condividevano, e rimanendo ferma davanti alla porta, mi calmai. Le nostre camere da letto erano vicine, e le pareti non erano poi così spesse, così, anche non volendo, riuscii a sentire tutto. Erano insieme, e nessuna delle due riusciva a dormire. Innamorate perse l'una dell'altra, non facevano che parlarsi, e ai loro discorsi si alternavano baci e carezze, poi effusioni sempre più intense, alle quali nessuna delle due riusciva o voleva sottrarsi. Sapevo bene che Lady Fatima era più vecchia di Rachel di qualche anno, e che fosse perfino più grande di me, ma ignorando quel piccolo dettaglio, rimasi dov'ero, preoccupandomi e provando compassione per quella povera ragazza. L'avevo sempre vista e giudicata come dolce e sensibile, e ora scoprivo di non sbagliarmi affatto. Con il cuore che le batteva furioso nel petto, stava amando la sua donna come era abituata a fare ormai da anni, e quella la lasciava fare, non avendo occhi che per lei. "Ti amo, gattina." Le diceva, accettando ogni suo bacio e ogni sua dolce carezza. "Vi amo anch'io, mia Signora." Rispondeva prontamente Rachel, completamente certa dei suoi sentimenti per la donna. A sentire quella parola, sorrisi. Gattina. Semplice come tante altre, ma che per lei aveva un gran significato. In un giorno apparentemente normale, in cui per pura fortuna la calma regnava ancora, Rachel non aveva perso tempo, e fidandosi di me, mi aveva raccontato tutto sulla coppia che lei  e la Leader formavano. Sapevo già molte cose, ma nonostante questo, lei continuava ad aggiungere dettagli. Come mi aveva già detto, stavano insieme da anni, ma nonostante questo, si sentiva sempre insicura, troppo spaventata ed esposta a tutto, perfino più ansiosa di me. Ascoltandola, non la interrompevo mai, e annuendo, potevo benissimo dire di capirla. L'amore che provava per Lady Fatima era reale, e ne ero sicura, e pensandoci, ero felice per lei. Essendo la più giovane della coppia, Rachel tendeva ad essere capricciosa e infantile, e come c'era d'aspettarsi, questo divertiva non poco la cara Leader. Com'ero arrivata a capire da sola, "gattina" era soltanto un epiteto, un dolce nomignolo che lei le aveva affibbiato, reputandola paurosa come un animaletto indifeso. Sdraiata nel letto, ripensai allo stesso ragionamento che avevo fatto con mia figlia Terra, ora adulta e non più bambina. Chiudendo gli occhi, cercai di tornare a dormire, ma poi le sentii parlare di nuovo, e con mia grande sorpresa, scoprii che la povera Rachel stava piangendo. In quel momento, non avrei dovuto intromettermi nè origliare, ma ero troppo preoccupata per starmene in disparte. Rachel era un'anima sensibile, e sentendomi in questo affine con lei, ero letteralmente pronta a intervenire qualora avesse bisogno di me. "Avrei una domanda per voi, se posso." Azzardò, con il viso che immaginavo contratto in una smorfia di tristezza. "Chiedi pure." Le rispose la Leader, prendendosi una pausa dall'amarla per ricomporsi e ascoltarla a dovere. "È importante, perciò siate sincera. Cosa, dentro di voi vi ha spinto ad amarmi tanto?" Chiese, immobile e rigida come un'asse di legno, ma più seria di quanto non fosse mai stata. Capendo di dover rispondere in modo sincero , Lady Fatima fece sparire dal suo volto ogni ilarità, tornando ad essere di ghiaccio, e a vantare uno sguardo affilato. Sapeva che stava per dire qualcosa che non aveva mai dovuto spiegare a nessuno ma sperò che la giovane ne capisse il senso. "Vedi, Rachel, si tratta di qualcosa di più di una semplice attrazione. Magari non lo capirai ora , ma sappi che è stata quella luce che porti dentro ad attirarmi. Il tuo animo è così puro e semplice che alla fine ne sono stata attratta come una falena. Riesci a seguirmi?" Rispose, dando vita ad un discorso tanto chiaro quanto toccante e veritiero, che terminò quasi inevitabilmente con quella domanda. "Certo, milady, e sappiate che capisco perfettamente." Replicò la ragazza, finalmente sicura. Nel dirlo, la baciò ancora, quasi con le lacrime agli occhi. Non poteva crederci. L'aveva sempre vista come attrazione superficiale derivante dal rapporto fra serva e Leader, ma ora scopriva che non era così. Dentro di sè sentì qualcosa spezzarsi,e seppur felice, scoppiò a piangere. Colpita da quella reazione, la Lady spalancò gli occhi dallo stupore mentre la vedeva scuotersi nei singhiozzi. Non sapendo cosa dire, l'attirò a se in un abbraccio avvolgente, cullandola come una bambina. "Non mi aspetto la vostra completa pietà, ma cercate di capirmi. Forse le genti del regno hanno ragione, e noi... noi stiamo sbagliando. Vi amo, Vi amo davvero, ma non riesco a smettere di pensarci!" Piagnucolò la giovane in risposta, per poi urlare tutto il suo dolore e perdere l'intraprendenza che riusciva ad avere con lei, e di cui peraltro andava tanto fiera. "Calmati, tesoro, calmati." Rispose la donna, cercando di ammansirla con baci e carezze. Era difficile da ammettere, eppure quello era un argomento scottante per entrambe. Rimanendo in silenzio, Lady Fatima sospirò amareggiata  mentre faceva trasparire tutta la sua tristezza. "Rachel, il fatto è che la gente non ama mai quello che non capisce. Noi..." Disse, esitando per un attimo e prendendo la mano della ragazza nella sua per guidarla fino al suo cuore, che ancora batteva come un tamburo. "Siamo quello che siamo, tesoro mio, e sai una cosa?  Che parlino!  Non m'importa nulla delle loro leggi e punizioni." Aggiunse poi, terminando anche quel discorso grondante di verità come il primo. "Io so cosa voglio, e tu?" Concluse, donando con quelle parole la calma alla sua giovane fidanzata. In silenzio, Rachel smise di singhiozzare e si asciugò con la mano gli occhi lucidi. La sua Lady aveva ragione, ed entrambe si amavano troppo per sottostare a leggi bigotte tanto quanto quelle. Poi, tornando a sorridere debolmente, riprese coraggio e parlò, dando alla sua amata la risposta che covava nel cuore da tempo. "Sì, milady. Io voglio stare con Voi, e lo voglio ora." Disse, stringendole poi la mano con forza ancora maggiore. A quella rivelazione, provai a mia volta l'impulso di piangere. Inutile è dire che non trattenni le lacrime, e pur facendolo in silenzio, mi accorsi che anche Stefan era sveglio, e che come me, aveva sentito tutto. Facendosi più vicino, mi strinse a sè, e ancora una volta, mi sentii al sicuro. Quella notte fu per me piena di dolore e felicità insieme, e quando finalmente riuscii ad addormentarmi, rivolsi il mio ultimo pensiero alla mia cara amica Rachel, sperando che date le ferree leggi di Aveiron, lei e la sua amata Fatima non restassero bloccate e sospese a metà fra passato e presente. 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Azione / Vai alla pagina dell'autore: Emmastory