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Autore: piccola_Calliope    22/12/2017    3 recensioni
Marco Castelli, il figlio di Alessandro e Gloria, un adorabile nanetto prepotente, diventato ora un adulto, un noto giocatore di basket dalla vita scellerata, che deve assolutamente trovare la donna adatta a lui...
Il fato vuole che incontri l'adorabile ma allo stesso tempo tagliente Margherita.
Saranno l'uno adatto all'altra? Non vi resta che scoprirlo.
La storia può essere letta indipendentemente da quella dei genitori.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Lo scopriremo solo vivendo 

POV. IRENE
-Tesoro chi era il ragazzo che ha risposto al tuo telefono?-mi domanda mia madre appena rientro da lavoro, nemmeno mi saluta, eh si trovarmi un fidanzato benestante è uno dei suoi obiettivi principali nella vita, visto l'andazzo della nostra.
Mio padre ha sempre lavorato, ha fatto mille mestieri tra i più disparati, dal pizzaiolo, allo spazzino...Ha fatto tutto ciò per non farci mai mancare niente, per farci fare tutto ciò che desideravamo, da due anni a questa parte mio padre non pensa più a noi e non perchè lui non voglia, ma perchè non può, un incidente ce l'ha portato via. La mia vita da quel giorno è totalmente cambiata, ho smesso di sorridere, era lui la fonte di ogni mio sorriso, mi sento cosi vuota senza le sue battute a pranzo, lui sorrideva sempre, nonostante tutto, nonostante la fatica o il dolore, lui riusciva ad essere sempre allegro. Ricordo ancora qualche giorno prima del suo incidente, quando dopo le prime lezioni all'università gli raccontavo cosa avevo appreso, era cosi fiero di me...
Lui voleva vedermi laureata, voleva vedere il mio desiderio realizzarsi, fin da bambina, affascinata dal mondo della legge, dei giudici, magistrati e avvocati, ecco perchè non ho abbandonato gli studi, per renderlo fiero di me, sempre e comunque, ecco perchè faccio due lavori, cameriera, in uno squallido localino di periferia e cubista quando capita in un locale di un cugino alla lontana. Mia madre non si è mai ripresa, spesso piange ancora oggi, ha lasciato fallire la sua sartoria, occasionalmente sistema qualcosa, ma passa gran parte del suo tempo di fronte a quelle ridicole telenovela spagnole che tanto la fanno ridere, proprio perchè sciocche e scontate. Ogni giorno spera in un principe azzurro per me, un principe ricco che mi faccia smettere di lavorare...
-Un idiota-rispondo ripensando a quello sfacciato di Edoardo Castelli, figlio di buona famiglia, fratello di un popolarissimo giocatore di basket, che problemi ha uno cosi? Inoltre mamma e papà sono docenti universitari alla facoltà di lettere.
-Aveva una bella voce-mi sorride mia madre.
-Mi faccio una doccia-le dico lasciandola davanti al televisore.
Entro in bagno e ripenso ancora a Castelli, non ha solo una bella voce e anche un bellissimo ragazzo, ma io non faccio per lui e poi non sono interessata ai ragazzi, rubano tempo alla studio e io già lavorando ne ho davvero poco.
E poi io e Castelli siamo due mondi che non cozzano e non perchè siamo il classico clichè lui ricco e io povera, ma perchè oltre che bello e ricco, è pure stronzo, lo ricordo il nostro primo incontro due anni fa in segreteria.
''Con le cuffie nelle orecchie, seduta su un muretto, con i moduli del piano di studi in grembo vedo entrare un gruppetto di ragazzi, tutti con golfini di lana, sicuramente figli di papà, nella mischia ne riconosco due, sono miei colleghi, uno è Edoardo Castelli, l'altro Marco Rossini. Rossini mi nota e mi guarda con il suo sorrisino beffardo, da quando mi ha visto mezza svestita al locale di mio cugino, mi guarda spesso...Chissà con che intenzioni. Castelli attira la sua attenzione, lui è quello che mi sta meno antipatico, si è sempre fatto i fattacci suoi e se la sente molto meno rispetto a quelli del suo gruppo. Rossini mi fa un cenno di saluto con il capo, Castelli allora mi nota, prende ad osservarmi anche lui. Poco dopo si allontanano insieme.
Mezz'ora dopo qualcuno mi tocca la spalla. Mi volto e mi ritrovo davanti Edoardo Castelli.
-Dimmi-lo esorto a parlare.
Lui mi regala un sorrisino forzato, si siede accanto a me sul muretto.
-Nostra collega giusto?-mi domanda.
-A quanto pare-rispondo.
-Conosci Marco?-mi chiede ancora.
-Conoscere è un parolone, ci siamo visti qualche volta in giro e poi siamo colleghi-rispondo con ovvietà.
-Bhe lascialo perdere-mi dice.
-Come scusa?-mica sono io a lanciare sguardi languidi al suo amico.
-Io ho capito che tipo sei-afferma serio.
-Sentiamo-mi alzo e mi piazzo davanti a lui, cosi posso guardare la sua faccia da idiota, mentre dirà delle sciocchezze.
-Fai la cubista giusto? Magari ti sei iscritta a giurisprudenza per passare il tempo, magari i tuoi ti permettono di sperperare il loro denaro in questo modo, vedi io e Marco, siamo nati per fare gli avvocati e non possiamo di certo, rovinarci per stare con quelle come te, magari una notte si, ma vedi Marco ha l'innamoramento facile e non vorrei...-lo interrompo.
-Sei stato chiarissimo Castelli-gli regalo uno sguardo truce e mi allontano, totalmente schifata. Da oggi in poi lui sarebbe stato il più antipatico.''
Entro nella doccia con lo stesso nervosismo di due anni fa, Castelli poi al bar ha osato anche dire che non è superficiale...E quello che mi ha giudicato una poco di buono, una che sperpera il denaro a caso chi era?
-Stupido Castelli-borbotto mentre mi insapono i capelli.
Il mattino seguente mentre sono nel cortiletto a fumare una sigaretta, prima del inizio della lezione, Castelli si avvicina a me.
-Ciao Irene-mi sorride.
Io continuo a fumare senza considerarlo.
-Ti ho salutato-insiste il cretino.
-E io non voglio salutarti-gli faccio l'occhiolino.
-E per quale motivo?-domanda.
-Dimmi perchè dovrei farlo-rispondo.
-Siamo colleghi-risponde come se fosse ovvio.
Io sorrido nervosamente, ricordando le sue taglienti parole di due anni fa.
-Castelli lascia perdere-gli do uno scherzoso buffetto sul viso, proprio come fa lui spesso con i suoi amici.
-Sei tu quella superficiale se non mi permetti di parlarti-afferma serissimo.
-Io superficiale?-scoppio a ridere.
-Non mi sembra di aver fatto una battuta, non penso di riuscire a scatenare tanta ilarità-esclama quasi infastidito l'idiota.
-Due anni fa non eri cosi contento d'aver me come collega, anzi...-gli dico.
-Io per la prima volta ti ho visto ieri-è interdetto.
-Mi hai voluto notare ieri, ma due anni fa mi hai dato della poco di buono e della spendacciona, sai Castelli mio padre è morto e da quel giorno io mi faccio il culo, per studiare e per portare un piatto di pasta in tavola e aver chiacchierato questi venti secondi con te mi ha fatto peggiorare questa giornata già pietosa di suo-butto il mozzone e mi allontano.
Poi però mi riavvicino.
-In realtà io ti sto preservando, tu sei nato per fare l'avvocato e parlare con una che fa la cubista per realizzare il suo sogno, potrebbe rovinarti, sei viscido e superficiale Castelli-gli dico, fulminandolo con lo sguardo.
-Mi dis...-lo interrompo, ha lo sguardo impietosito come tutti quelli che vengono a sapere della dipartita di mio padre.
-Non voglio la tua pietà-lo lascio lì.

POV. GIADA
Io e Kevin ci frequentiamo esattamente da una settimana, si ok, non è chissà cosa, ma da una che è una vita che lo aspetta ed è sempre uscita con idioti, è un traguardo, Kevin è cosi dolce e io non credevo che quel sexy giocatore di basket potesse essere cosi.
E' una settimana che vivo nel mondo di pan di zucchero, sono cosi felice.
-Maestra è cosi bella mentre sorride-mi dice una bambina che seguo al asilo da due anni.
-Grazie piccola-le scompiglio i capelli ed esco dalla scuola.
-Maestra mi sa che il suo fidanzato le ha fatto una sorpresa-afferma la stessa bimba.
Io mi volto e di fronte mi ritrovo Kevin Santi con un mazzo di rose rosse in mano e un gran sorriso.
-Kevin-esclamo felice.
-Sorpresa-mi sorride dolcemente.
-Sono felice di vederti-mi avvicino a lui e gli lascio un casto bacio sulle labbra.
-Spero ti piacciano-mi consegna le rose.
-Sono fantastiche-gli faccio l'occhiolino.
-Che fai gli occhiolini stile Castelli?-scoppia a ridere.-Ho un'altra sorpresa-mi prende per mano.
-Mi piacciono le sorprese-affermo entusiasta.
-E io?-chiede mentre mi trascina verso la sua auto.
-Tu da sempre-sorrido.
Lui mi sorride e poi cattura le mie labbra, il bacio è molto dolce ma allo stesso tempo passionale. Dopo venti minuti di macchina arriviamo al parco.
-E' una bellissima giornata, ho pensato che potremmo fare un picnic-sorride allegro.
-E' tutto cosi bello-esclamo ancora incredula di tutta questa felicità.
-Ti ho detto che ho un'altra sorpresa?-mi dà un bufetto sul naso.
-Come mi vizia Santi-affermo ridendo.
-Ho perso davvero troppo tempo Giada-afferma.
-Lo recupereremo tutto-catturo le sue labbra.
Ci sediamo sul prato e gustiamo gli sfiziosi panini preparati da Kevin, fin quando lui non mi consegna uno scatolo.
-E' l'ultima sorpresa?-domando, lui annuisce.
Io apro lo scatolo e di fronte mi trovo un semplicissimo abitino rosso a maniche corte, molto simile a quello che io indossai per il 16° compleanno di Marco. (http://image.nanopress.it/donna/fotogallery/845X0/155303/vestiti-inverno-2013-abitino-rosso-svasato.jpg )
-E' molto carino-sorrido a Kevin.
-Ti ricorda qualcosa?-mi domanda.
-Il compleanno di Marco-rispondo.
Kevin mi sorride e mi carezza la guancia.
-Il giorno in cui ho perso la testa per la timidissima sorella maggiore del mio migliore amico, ho perso tanto tempo Giada, ma te lo prometto non accadrà più-stringe le mie mani, il suo sguardo è cosi tenero.
-E questo vestito quando lo indosserò? Al prossimo compleanno di Marco?-chiedo.
-No domani sera a cena-il mio bel giocatore mi fa l'occhiolino.
-Signor Santi mi porta a cena e non mi dice niente?-chiedo ridendo.
-Lo sai che eri bellissima mentre parlavi con quella bambina?-mi chiede sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Io catturo le sue labbra, è tutto cosi bello ed irreale, fino ad un mese fa, io piangevo di fronte all'ennesimo articolo di lui con una modella e adesso posso baciarlo, lui mi fa regali e vuole recuperare tutto il tempo perso con me.
-E tu saresti bellissimo con un bambino tra le braccia-affermo e spero che quest'affermazione non lo spaventi.
-E' troppo presto?-chiede.
-Abbiamo 31 anni-rispondo.
-Tu faresti un figlio con me?-ride.
-Tu vuoi avere un figlio? Vuoi smettere d'avere quella vita sregolata?-chiedo, d'altronde lui una settimana fa era stato avvistato con una biondina.
-Mi piacerebbe fare il papà-sorride.
Io mi accoccolo contro il suo corpo.
-Tuo fratello vuole fare una sorpresa a Margherita oggi-afferma.
-Davvero?-chiedo alzando notevolmente la voce, anche mio fratello sta mettendo la testa apposto?
-Io e tuo padre dobbiamo dargli una mano-mi dice.
-Passerai tempo con mio padre?-chiedo.
-E' già capitato ma non l'ho mai considerato come un suocero-afferma.
-E tu lo consideri tuo suocero adesso?-domando.
-Giada io e te non ci stiamo solo frequentando, non siamo più ragazzini, noi vogliamo fare andare bene questa cosa vero?-domanda.
-Voglio conoscere la tua famiglia-affermo.
-Mia madre ti adorerà-mi fa l'occhiolino.
-La mia famiglia già ti adora-sorrido.
-Diciamo che i tuoi fratelli e tuo padre da una settimana a questa parte non mi amano più cosi tanto-entrambi scoppiamo a ridere.

POV. MARCO
-Questa camicia blu mi sta bene?-la mostro a mio padre che è comodamente seduto sul mio letto.
-Ma pensi davvero che a Margherita importi il colore della tua camicia?-mi domanda lui ridendo di gusto.
Sento il campanello.
-Deve essere Kevin-affermo.
Apro la porta di casa e mi ritrovo di fronte il mio migliore amico.
-Sei in ritardo-lo ammonisco.
-Ero con Giada-si giustifica.
-A fare?-domanda mio padre che ci ha appena raggiunti.
-Non sesso, se vi fa sentire tranquilli-risponde Kevin.
-Certo-esclamiamo in coro io e mio padre.
-Accadrà prima o poi eh-puntualizza Santi.
-Non me lo ricordare-sbuffa mio padre.
-Potrei tagliarti le palle lo sai Santi?-do un pugnetto sulla spalla al mio migliore amico.
-A te potrebbe tagliarle il papà della tua Margherita-mi fa l'occhiolino il biondo.
-Non è mia, ci stiamo lavorando, Kevin non mettermi ansia-sbuffo.
-Che cucini alla tua donzella?-mi domanda spaparanzandosi sul divano accanto a mio padre.
-Sto facendo preparare a Kora delle delizie-affermo soddisfatto.
-Hai davvero fatto cucinare alla tua colf?-chiede Kevin.
-Io non so cucinare-rispondo con ovvietà.
-Oggi le chiederai di mettervi insieme?-mi chiede mio padre sorridendo.
-In realtà no-rispondo alzando un sopracciglio.
-E questa sorpresa a cosa serve?-chiede Kevin interdetto.
-Alle donne piacciono queste cose, voglio che sia contenta-spiego.
-Marco ma che intenzioni hai con questa ragazza?-chiede mio padre.
-Camminiamo insieme nella stessa strada-affermo sorridendo.
-Parla anche per metafore ora-sbuffa Kevin.
-Tu e Giada state insieme?-chiedo indispettito.
-La porterò presto dai miei-sorride il biondo.
-Bravo Kevin-mio padre gli fa l'occhiolino.
-E io sarei cattivo?-chiedo fin troppo acido.
-Non te la fare scappare Marco, non fare l'idiota-afferma mio padre.
Io non so dove mi porterà questo percorrere la stessa strada con Margherita, lei mi piace io le piaccio, il resto come dice, cito la famosa frase di una canzone; ''lo scopriremo solo vivendo.''

POV. MARGHERITA
La prima cosa che vedo quando apro gli occhi, è mio padre decisamente arrabbiato seduto ai piedi del letto.
-Cosa c'è?-domando.
-Non mi piace Marco per te-mi passa con un gesto brusco una rivista.
Ci siamo in copertina io e Marco che ci baciamo nella sua Porche...
Il titolo recita: ''Castelli e le sorprese romantiche, il giocatore finalmente innamorato.''
-Papà...-lui mi interrompe subito.
-Non mi piace, ti farà soffrire, non è l'uomo per te-afferma serio.
-Allora se conosci l'uomo perfetto per me, perchè non me lo presenti?-chiedo acida, non posso accettare che la mia famiglia si intrometta nella mia vita sentimentale, questa è già disastrosa di suo, senza il loro intervento.
-Ma non ambisci anche tu a qualcosa di meglio di uno che è stato con tantissime donne?-mio padre alza la voce.
-Nella vita si può cambiare-rispondo.
-Ci credi solo tu in queste favole Margherita-mio padre è molto nervoso e sta facendo innervosire molto anche me, scendo dal letto sbuffando.
-Grazie per avermi rovinato il risveglio-gli regalo uno sguardo truce.
-Pensa Castelli potrebbe rovinarti la vita-risponde lui.
-Ma non era come un figlio per te?-domando, questo cambio di posizione davvero non lo capisco.
-Da oggi in poi no-risponde serio.
-Io e Castelli non stiamo insieme, però a me piace-gli comunico.
-Non state insieme? E ti va bene?-mio padre adesso sta urlando.
Io non rispondo, apro l'armadio per cercare cosa indossare.
-Menomale che a te piace conservare queste riviste, lo vedi dov'era il tuo Castelli fino a qualche giorno fa?-mi passa il giornale di qualche tempo fa in cui Marco era ritratto con una biondina in un locale.
-L'ha fatto solo per farmi ingelo...-mi interrompe.
-E tu ci credi?-chiede ridendo nervosamente lui.
-Papà la vita è la mia e me la gestisco io-alzo anche io la voce.
-Non venire a piangere da me Margherita-sbatte un pugno sulla mia scrivania e va via.
Io scoppio in un pianto nervoso, non capisco cosa ci sia di male nella conoscenza con Castelli? Si ok, non è il perfetto bravo ragazzo, ma si da il caso che quei bravi ragazzi mi hanno sempre trattato a pezze in faccia, ieri Marco con me è stato carinissimo e mi ha detto che sono diversa dalle altre, perchè non posso crederci? Perchè non posso illudermi che una volta nella vita davvero il più bello della storia si innamora della sfigatella?
Poco dopo mi raggiunge mia madre.
-Tesoro come stai?-mi chiede.
-Non è giusto che lui si intrometta-le dico.
-Vuole solo il tuo bene-cerca di giustificarlo.
Passo quella giornata nervosissima sul posto di lavoro, non faccio altro che alzare la voce senza motivo e sbattere qualunque cosa mi sia data in mano, ripenso continuamente alle parole di mio padre.
All'uscita dell'ufficio quella sera, mi ritrovo davanti Marco.
-Ciao Marco-affermo.
-Sei arrabbiata con me?-mi domanda a causa del mio volto sicuramente.
-Stanca e arrabbiata con mio padre, ma sono felice di vederti-affermo.
-Non si direbbe, nemmeno ti sei avvicinata-sorride lui e il mio cuore perde un battito, quest'uomo è bellissimo, quella camicia blu gli sta da Dio.
-Potresti avvicinarti tu-gli faccio un sorrisino per la prima volta in quella serata.
-Hai ragione-lui afferra la cintura dei miei jeans e mi avvicina al suo corpo.-Ti avvicino-mi fa l'occhiolino.
-Hai un buon profumo Castelli-affermo godendomi la sua fragranza.
-Ceni da me?-mi chiede sorridendo.
-E' un invito?-domando.
-Vorrei ordinartelo, ma non credo sia opportuno-continua a sorridere.
-Ho una fame da lupi-sorrido anche io.
Venti minuti dopo siamo a casa sua.
Marco ha sistemato tutto, luci soffuse, candele profumate e tavola apparecchiata con un elegante tovaglia di seta bianca.
-Che eleganza, tutto per me?-chiedo carezzando un bicchiere di cristallo probabilmente.
-Mi sto impegnando no?-chiede sorridendo.
-Sei stato bravo, mi fai accomodare?-indico con lo sguardo la sedia, che lui prontamente scosta, ho di fronte a me la versione di Castelli gentiluomo, un altro rispetto a quello che ho conosciuto qualche settimana fa, uno sfacciato, egocentrico.
-Giornata lavorativa stressante?-mi domanda quando si accomoda di fronte a me.
-La mia vita è stressante-sbuffo ripensando a mio padre ancora una volta.
-E io cosa potrei fare per allentare questo stress un massaggio? Prenotare un fine settimana in una Spa?-domanda.
-E perchè vuoi che il mio stress si allenti?-chiedo, non sono mica abituata a questo Castelli premuroso.
-Sei più bella quando sorridi-mi regala un sorriso tenerissimo.
-Mi è piaciuta la tua sorpresa di oggi-carezzo la sua mano sul tavolo.
Lui osserva le nostre mani, sorride e le intreccia.
-Ero molto agitato prima d'incontrarti-ammette e penso gli costi parecchio, io non sono abituata al Castelli premuroso e lui non è abituato ad esserlo.
-Ti agito cosi tanto?-rido, ma per nervosismo, ho paura che questa cosa possa fregarmi cervello e cuore.
-Ti penso spesso-Marco sorride.
-Anche io-stringo ancor di più la sua mano.
-Volevo giocare a calcio, si fin da piccolissimo, mi divertivano tanto quei giocatori che rincorrevano la palla, mio padre era entusiasta di questo mio interesse, lui tifosissimo, mi hanno iscritto a scuola calcio a tre anni, me la cavavo, bambino vivace, si-sorride e io non comprendo molto il senso di questo suo discorso.-Era la prima partita dei pulcini, quella mattina sono stato investito, è stato un incidente gravissimo, per un bambinetto cosi piccolo, ho rischiato grosso, la mia caviglia ne ha risentito parecchio e il dottore mi aveva dato un divieto tassativo, non potevo mai più giocare a calcio, ero il bambino più triste di questa terra, poi un giorno il dottore disse a mio padre di farmi provare con il basket, le probabilità di un grave infortunio sono minori, cosi a 6 anni per la prima volta ho toccato un pallone da basket, è stato amore a prima vista-sorride anche se ha gli occhi lucidi, io stringo ancor di più la sua mano.-Il basket è la mia vita, il basket è stato il mio riscatto nei confronti di quel incidente che mi voleva fermo...Mi piace l'arancio, è un bel colore, mette allegria, preferisco il salato, in particolare il fritto, ho un tatuaggio nel inguine sbiadito è un infinito, lo abbiamo fatto quando Edoardo aveva 16 anni anche con Giada, è segno che il nostro legame sarà infinito, mi piacciono molto i cani, ne ho uno, lo conosci bene-trattiene la risa, probabilmente ricordando il nostro primo incontro.-Ho avuto una fidanzatina per due mesi all'età di 14 anni, ma non ricordo il suo nome, ho una strana passione per Celentano colpa della madre di mio padre, mi piace anche Mina per lo stesso motivo, al momento non mi viene altro, però ti ho dato varie informazioni, ho letto su internet che bisogna fare cosi quando si conosce qualcuno, tu cosa vuoi raccontarmi?-chiede sorridendo.
Io mi alzo, scosto la sua sedia e mi accomodo sulle sue gambe.
-Mi sarebbe tanto piaciuto coccolare quel bimbetto di 3 anni che non poteva più giocare a calcio-gli carezzo il viso.
Marco è stato cosi carino, nel dirmi tutte queste cose.
-Sei tra le pochissime persone che conoscono questa storia-mi dice.
-In effetti non è nota?-domando.
-E voglio che cosi rimanga, non voglio che questo lo sappia il resto del mondo-mi dice.
-Capisco-rispondo continuando a carezzargli il viso.
-Mi racconti qualcosa?-mi ruba un bacio a stampo.
-Sono molto goffa, cado spesso, riesco a strappare vestiti in continuazione, anche la tonaca per la comunione, la mia prima parola non è stata né mamma né papà ma cacca-rido e lui con me.-Mi piacciono molto il rosso e il viola, vado pazza per la pizza tonno e cipolla, mi piace lo sport ma sono troppo pigra per praticarlo, spesso guardo i cartoni animati, piango ogni volta che rivedo la Bella e la Bestia, la prima volta che ho baciato un ragazzo mi sono ritrovata la sua gomma in bocca-affermo disgustata al ricordo, lui continua a ridere.-Mi piace moltissimo il mare, mi rilassa, canto sotto la doccia e sono stonata, nel periodo di Natale per andare a nanna indosso delle buffe calze che raffigurano Babbo Natale-ridiamo ancora come due scemi.
Marco improvvisamente cattura le mie labbra.
-Voglio vederti solo con quelle calze addosso per il nostro Natale-sussurra tra un bacio e un altro.
-Mancano ancora due mesi, non sono troppi per noi?-chiedo, d'altronde Castelli non è mai stato fan delle relazioni durature.
-Posso anche morire dopo, ma prima devo vederti quelle calze-ride.
-E' una promessa?-chiedo.
Lui annuisce e cattura di nuovo le mie labbra.
-Io non ho molta fame-afferma mentre inizia ad aprire la mia camicetta.
-Io ho fame di te-affermo.
-Mmmm mi piace- mi toglie velocemente la camicetta.

POV. MARCO
Margherita giace addormentata accanto a me dopo aver rifatto l'amore, questa volta è stato tutto cosi passionale e molto più intenso rispetto alla prima volta.
La osservo e le carezzo il delicato viso, sto bene con lei, mi incuriosisce, mi fa ridere.
-Non hai sonno?-borbotta.
-Mi piace guardarti-affermo.
Apre gli occhi.
-Sono un bello spettacolo?-domanda.
-Molto bello-sorrido.
-Sai che per adesso mi sorridi spesso?-mi chiede.
-Ti ho sempre sorriso, mi sei sempre piaciuta-affermo e non mento, lei mi ha colpito sin da subito.
-E hai sempre detto che non ero il tuo tipo, falso-mi morde una spalla, senza farmi male però.
-La tua lingua lunga mi indispettiva-le do un pizzicotto sul sedere.
-Mio padre oggi ha fatto una scenata, è contro la nostra frequentazione-sospira.
-Potrei parlarci io, magari...-mi interrompe.
-Non avrebbe senso, non siamo una coppia-mi sembra quasi amareggiata nel pronunciare ciò.-Ti rubo una maglia, vado un attimo al bagno-afferma, vestendosi e allontanandosi in fretta.
-Non siamo una coppia-affermo ad alta voce tra me e me, mentre accarezzo il lato del suo letto che si sta raffreddando.
Angolo autrice
Salve mie care <3 E' tantissimo che manco, ma ho avuto vari imprevisti, che mi hanno allontanato dalla scrittura, ho ricevuto molti vostri messaggi e vi ringrazio.
E' stato difficile riprendere a scrivere.
Questo capitolo, è un capitolo di passaggio in questa storia il prossimo che spero di farvi avere giorno 27, sarà un vero e proprio passo in avanti :D
Vi piace Irene? Vi incuriosisce la sua storia? Perchè io vorrei approfondirla, fatemi sapere.
Vi faccio tantissimi auguri di Buon Natale, mie pazienti lettrici <3
Tanti saluti piccola_Calliope
  
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