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Autore: __roje    27/12/2017    2 recensioni
-- QUESTA STORIA CONTIENE SCENE DI SESSO ESPLICITE! --
Aki Nomura è solo un ragazzo di 16 anni che ha sempre sognato di poter condurre una vita scolastica del tutto normale, fatta di amicizia e nuovi amori. Tuttavia la realtà in cui si trova non è affatto così; a causa di diversi eventi il suo carattere è diventato molto più rude e introverso e i primi due anni di scuola non sono stati esattamente ciò che credeva ed una delle ragione è la continua presenza nella sua vita di quello che una volta era il suo migliore amico: Hayato Maeda. Un ragazzo di straordinaria bellezza che viene definito da tutti "Principe" per i suoi tratti e i suoi modi, ma la realtà è ben altra infatti Aki scoprirà presto i nuovi gusti sessuali della persona che credeva di conoscere bene e da quel momento tutta una serie di strani eventi cominceranno a susseguirsi nella vita di questo giovane ragazzo.
IKIGAI: è l'equivalente giapponese di espressioni italiane quali "qualcosa per cui vivere" o "una ragione per esistere" o "il motivo per cui ti svegli ogni mattina".
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Speciale Christmas!
- seconda parte


Per strada si sentiva la classica atmosfera natalizia, ovunque vi erano luci e fiocchi, e non lontano dalle strade principali era stato montato il classico albero di natale. Ormai la vigilia era alle porte e io non sapevo ancora cosa regalargli.
Decisi allora di trascorrere molti più pomeriggi con lui e con diverse scuse lo trascinai per negozi con l’intento di capire cosa gli potesse piacere ma fu inutile. Ogni volta che Hayato sembrava interessato a qualcosa immediatamente sminuiva tutto dicendo: “Che idiozia.” E così ero sempre punto e da capo.
Eravamo in uno degli starbucks della città, e me ne stavo afflitto al mio posto mentre intorno a me c’erano coppiette felici che se la spassavano. Mi chiedevo come facessero le persone a sapere tanto dell’altro. Io conoscevo Hayato da anni eppure in quelle settimane mi ero accorto di non conoscerlo affatto, non sapevo quali erano i suoi gusti in fatto di cibo e vestiti, né cosa amasse in particolare a parte leggere, né come amasse passare il tempo senza di me tra i piedi.
Hayato tornò da me con in mano due cioccolate calde e nel vedermi così afflitto inarcò il sopracciglio.
“Mi spieghi perché sei sempre li a sospirare? Se volevi tornare a casa potevi dirmelo prima.”
“Non è questo...” come potevo dirgli che avevo problemi nel capirlo.
Dentro di me desideravo ardentemente conoscere cosa che gli frullava per la testa ma era troppo chiedere un potere del genere.
“Allora smettila, quella tua brutta faccia mi rovina la cioccolata.”
Si mise a sedere di fronte a me e cominciò a sorseggiare la sua cioccolata. A guardarlo da fuori sarebbe sembrato il figlio di una buona famiglia e in effetti lo era, a livello economico stava bene. Per chi non lo conosceva da vicino sarebbe anche sembrato un ragazzo educato e socievole, invece era l’esatto opposto. Non era per nulla gentile, spesso i suoi commenti erano cattivi e non faceva che prendermi in giro continuamente a parte quei rari momenti in cui si ricordava di amarmi.
Continuai a fissarlo fisso in cerca di un idea e Hayato notò si essere insistentemente fissato, a quel punto preso dall’esasperazione esplose. “Smettila! E’ inquietante.”
“Senti un po’ ma quali sono i nostri programmi per Natale? Non ne abbiamo più parlato.”
Sorseggiò ancora la sua bevanda in assoluta tranquillità anche dopo quella domanda. “Tranquillo ho già pensato a tutto. Cerca di vestirti carino quel giorno, per una volta.”
“Che significa per una volta?!”
Hayato rise “Quello che ho detto, vestiti bene.”
 
 
17:00 p.m.
E il giorno di Natale arrivò e con esso anche l’incubo di non aver ancora trovato nulla di carino da fargli come regalo. Quel giorno cominciò con il delirio, con me che correvo per tutta casa in maniera isterica alla ricerca di una soluzione per il mio problema e dopo diverso casino, e lamenti apparve la mamma sulla porta del salone di casa.
“Si può sapere cos’hai da lamentarti tanto?” Vedendola mi partì la disperazione e mi lanciai contro di lei in cerca di conforto. La mamma ne restò basita e ricambiò stringendomi a se ma era molto confusa. “Si può sapere che ti prende? E’ successo qualcosa di grave?”
“Mamma come fai a scegliere cosa regalare a papà? Come fai a sapere sempre cosa fargli per renderlo felice?”
“Regali?” rise nel sentirmi parlare di ciò, “A chi devi fare un regalo eh? E’ una persona speciale per te? Se lo è non è importante cosa gli prendi ma l’amore che ci metti nel farlo tesoro mio.”
“L’amore che ci metto...” Improvvisamente si accese una lampadina e mi fu chiaro cosa fare ma dovevo muovermi! Lasciai andare la mamma e corsi verso la porta, ma prima di uscire tornai indietro da lei e le diedi un bacio sulla guancia “Grazie, sei una grande!” le dissi e corsi fuori.
Avevo il tempo contato visto che il nostro appuntamento era verso le sette di sera e avevo meno di due ore per trovare il regalo adatto e mettere in atto l’idea che mi era venuta. Dovevo sbrigarmi.

17:14 p.m.
Era da una settimana che Aki si comportava in maniera strana e un po’ riuscivo a comprendere il perché. Era sempre il solito stupido, si faceva prendere dal panico da cose insignificanti. Era solo un appuntamento, nulla di speciale eppure per lui sembrava sempre una passeggiata verso il patibolo.
Mi chiedevo quand’è che anche per lui sarebbe stato normale stare insieme. Quand’è che avrei potuto toccarlo senza sentirlo tremare tra le mie braccia. Eppure dovevo reputarmi fortunato perché un po’ le cose erano cambiate e dovevo essere grato almeno di ciò.
Me ne stavo sdraiato sul letto, ogni tanto guardavo l’orologio aspettando con ansia di vederlo e l’idea di trascorrere il Natale insieme a lui mi rendeva di buon umore. Il solito tepore mi avvolgeva il cuore, e nella mente non facevo che immaginare il rossore delle sue guance e quel suo solito sorriso spontaneo.
Drrrin, era la suoneria dei messaggi. Allungai la mano per afferrare l’oggetto dal comodino e un po’ sperai che fosse lui ma strabuzzai gli occhi quando lessi un altro nome.
- Ho bisogno di vederti. Ci vediamo alla solita caffetteria. –
Sospirai seccato per quella scocciatura che non ci voleva proprio, tuttavia molto a malincuore dovetti muovermi e considerando quanto mancava ancora per il nostro appuntamento pensai di andare un attimo e di mettere le cose in chiaro una volta per tutte.

17:30 p.m.
Girai a vuoto per diversi negozi senza alcun successo e cominciò a prendermi lo sconforto. Giurai a me stesso di non arrivare ma più così sotto a una festività per organizzare un regalo.
Più guardavo l’orologio e più vedevo le lancette correre, tutto sembrava essermi contro e rischiavo anche di non fare in tempo a tornare a casa per cambiarmi.
Mi fermai su una panchina preso dall’angoscia che non sarei riuscito a combinare nulla così mi lasciai cadere con la schiena contro il ferro freddo del mio posto a sedere, e guardai verso l’alto notando un cielo bianco. Il che presagiva neve, visto anche il freddo che faceva.
“Aki?”
Sussultai nel sentire il mio nome e mi ritrovai davanti Saori insieme ad Oija. Le ultime persone che speravo di vedere li in quel momento. “Ciao ragazzi” dissi con un filo di voce.
I ragazzi mi si avvicinarono mano nella mano “Che ci fai qui da solo?” domandò Saori stupita.
“Sono venuto per comprare una cosa ma non la trovo.”
Oija notò il mio sconforto e mi diede una pacca sulla spalla, “Dicci che ti serve, magari possiamo aiutarti.”
“Già, dicci tutto!”
Li guardai entrambi e sorrisi ringraziando che fossero li in quel momento di sconforto.
 
18:00 p.m.
La caffetteria indicata da Kuro era vicina al centro. Normalmente non avrei mai accettato di vederlo sapendo quanto Aki non volesse ciò, ma era Natale e a suo tempo Kuro era stato un amico caro, un po’ mi dispiaceva trattarlo così freddamente.
Una volta dentro lo trovai già seduto con la sua tazza di caffè sul tavolo. Indossava un maglioncino rosso a collo alto, i soliti orecchini neri ai lobi e da un po’ di tempo aveva lasciato crescere i capelli.
Kuro si accorse subito del mio arrivo visto che ogni tanto guardava verso l’ingresso, e nel vederli arrossì lievemente scattando in piedi.
“Non credevo che saresti venuto davvero” fece stupito di vedermi per davvero, “siediti.”
“Non sono qui per restare. Sono solo venuto per sapere cos’è che vuoi.”
Kuro nel sentirmi parlare così si morse il labbro in cerca di qualcosa da dire, notai che guardava la sedia accanto alla sua e dopo un po’ tirò fuori un pacco colorato con sopra un grosso fiocco.
“Lo so bene che da me non vuoi nulla del genere ma volevo comunque augurarti Buon Natale.”
Mi offrì un dono, e sconvolto della cosa lo accettai anche se un po’ spaesato non sapendo che dire. “Kuro.. lo sai bene che non posso accettarlo, sarebbe come prenderti ancora in giro” feci per ridarglielo. Tuttavia Kuro mise le mani davanti e mi fermò.
“Non pretendo nulla, anzi, l’ho fatto solo perché sapevo che ti sarebbe piaciuto quindi aprilo.”
Lo ascoltai, e sebbene a malincuore e dispiaciuto, lo scartai, ne aprii la scatola trovando al suo interno un libro. Lo afferrai per guardare meglio di cosa si trattasse e notai con stupore che era l’originale di uno dei miei classici preferiti. L’edizione originale, e nel constare ciò e quanto caro dovesse essere quel dono lo guardai ad occhi spalancati. “Tempo fa mi dicesti che avresti sempre voluto averlo nella tua libreria, e settimane fa mi è capitato di trovarlo per caso così ho deciso di prendertelo. Non voglio un grazie, nè che tu ricambi semplicemente volevo che tu lo avessi tutto qui.”
“Grazie Kuro, è molto bello davvero.”
Abbozzai un sorriso molto amaro sapendo quanto fossi stato spregevole nei suoi confronti.
 
18:20
Oija e Saori furono di grande aiuto e grazie a loro riuscii a trovare il posto che cercavo e fui in grado di comprare il regalo per Hayato. Finalmente l’ansia svanì lasciando posto alla speranza che andasse bene.
“Devi portarli a casa?” domandò Saori incuriosita di ciò che avevo comprato.
“Nono, devo darli ad una persona. Comunque non so come ringraziarvi ragazzi, senza di voi non sarei mai riuscito a trovare questo posto.”
I ragazzi si lanciarono un occhiata felice e mi rivolsero un sorriso. “E di cosa, vuoi che ti accompagniamo alla stazione?” fece Oija gentilmente.
“Oh no, da qui in poi sono a posto. Divertitevi per il vostro appuntamento!”
Salutai entrambi e corsi via visto che ormai si era fatto tardi e dovevo assolutamente tornare a casa per cambiarmi. Non potevo credere di essermi ridotto così all’ultimo, ero davvero il peggiore ma almeno tenevo stretto a me un regalo speciale che in qualche modo avrebbe sciolto la fredda corazza di Hayato.
Corsi con tutto il fiato che avevo per fare prima e pensai di farcela. Quando arrivai alla stazione per prendere il treno notai tuttavia sulla banchina, non molto lontano da dove ero, un bambino molto piccolo (forse aveva tre o quattro anni) che si aggirava da solo andando avanti e indietro. Spesso si avvicinava pericolosamente ai binari e così capendo che era tutto solo mi avvicinai a lui.
“Ehi ciao” feci per attirare la sua attenzione per non spaventarlo. Il piccolo che stava guardando inizialmente i binari del treno si voltò verso di me e un po’ confuso mi ignorò all’inizio, “Sei qui da solo?” feci ancora.
“No sto aspettando la mamma.”
“E dov’è la mamma?”
Il bambino a quel punto non rispose e parve un po’ spaesato guardandosi intorno. Era proprio come aveva pensato, quel bambino si era perso, così gettando ancora una volta una rapida occhiata all’orario mi rassegnai all’idea che avrei sicuramente fatto tardi, ma quel bambino non poteva restare da solo così molto gentilmente gli chiesi se voleva che lo aiutassi a cercare la mamma e il piccolo rispose di si. Mi diede la mano e insieme lasciammo la stazione.


Note autrice: Buon Natale a tutti! Spero abbiate passato delle piacevoli giornate. Io le ho trascorse in maniera serena, e ho avuto poco tempo per scrivere ma le idee sono tutte nella mia testa. In questi giorni pubblicherò l'ultima parte dello speciale di Natale e per il resto dei capitoli ci vedremo direttamente nel 2018, penso.
Ringrazio chi ha sempre commentato le mie storie, chi le segue, chi almeno apre la pagina per darci una sbirciata e chi ha deciso di seguirmi sulla Pagina Ufficiale. Spesso non ho tempo di rispondere ai commenti, ma li leggo tutti e non sapete quanto mi riempano il cuore di voglia di fare, di continuare. Sono una persona che non crede in se stessa, do per scontato che tutto ciò che scrivo è una cacca ma a quanto pare, quello che scrivo non è così brutto come penso. Quindi grazie davvero.
  
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