Anime & Manga > Kuroko no Basket
Segui la storia  |       
Autore: HatoKosui    28/12/2017    1 recensioni
Nishiyoshi Mayori è una studentessa dello Yosen. Dalla fervida immaginazione e dal carattere diretto e diffidente, se ne sta sempre sulle sue, fa poca attenzione al mondo che la circonda ed ancora di meno ai ragazzi che le parlano. A malapena ricorda i loro nomi.
O almeno questo accadeva prima di conoscere Kise Ryouta. Travolta dal modello durante un viaggio in bus si ritrova a dover resistere ai suoi corteggiamenti... e come se non bastasse, sembra che la coach del club di basket della sua scuola la voglia in squadra ad ogni costo come manager.
Mayori è una ragazza semplice.
O almeno credeva di esserlo prima di innamorarsi di... di chi, esattamente?
Genere: Erotico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Atsushi Murasakibara, Nuovo personaggio, Ryouta Kise, Tatsuya Himuro
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

-CAPITOLO 17: ROSE E SPINE-
 


-Tu devi essere Aomine.

Il ragazzo che ho davanti è esattamente fuori dai miei canoni. Ne ho viste di persone alte, ma lui è così diverso, così muscoloso, così aggressivo che sembra sfidare il mondo intero. Si gira e mi guarda, con la palla appoggiata al fianco. Il campetto è vuoto, inizia a fare anche freddo perché è all'ombra e da noi si gela, all'ombra.

-Eh? E tu chi sei?

Mi chiede, la voce bassa, gli occhi dal colore torbido dell'altro mare. Io mi stringo nelle spalle e scuoto la testa.

-Lascia stare, non mi conosci. Mi chiamo Mayori, sono... un'amica di Kise.

Lui guarda in su, noncurante. Totalmente diverso da quel cretino biondo.

-Non mi ricordo nulla di quelle sue amiche, sono troppe.

Io rimango spiazzata. -Troppe?

Ripeto piano, il vento mi fa gelare e lui senza curarsi di me continua a palleggiare verso il canestro.

-Mh, non so che dirti se vuoi sapere dove si trova è ovvio, a scuola.

Io scuoto la testa e mi avvicino a lui. -No no lo so che è a scuola, ma chissenefrega. Io non sono una sua amica, non in quel senso perlomeno...

Lui mi rivolge uno sguardo solo, poi si gira.

-E allora che vuoi?

Io gli sorrido. -Sono una studentessa della Yosen, mi hanno parlato molto di te... perché non giochi, oggi?

Lui tira a canestro e centra.

-Mi annoio.

Io mi avvicino, noto i suoi muscoli sviluppati, le braccia allenate.

-Si, lo vedo, tiri con una postura da giocatore di poker, più che da cestista.

Lui si gira di scatto e mi fissa. Io alzo un sopracciglio.

-Che c'è?- Dico, lui è in silenzio. -E' ovvio...

Mi sto giustificando per un motivo a me sconosciuto, ma non ho molta ansia... Kise mi mette quasi soggezione, mentre lui è più aggressivo. Ed io ne conosco a bizzeffe di cestisti aggressivi.

-Che ne sai tu?

Io alzo le spalle, ma poi mi rannicchio per il freddo.

-Giocavo, un po' di tempo fa.

Non posso credere di averlo detto! Sono talmente shoccata che strabuzzo da sola gli occhi e guardo altrove. Lui si avvicina e si abbassa un po' alla mia altezza.

-Non ci credo, sei troppo bassa

Io sono indignata e alzo il mento.

-Scusa? Quando giocavo ero tra le più alte della squadra. E poi...- Indico il suo fisico -Sei tu che non sei normale per essere un liceale!

Lui si guarda e poi mi rivolge uno sguardo interessato, scendendo proprio sul mio petto.

“A...aspetta... sta proprio guardando... oddio, non può essere...” Arrossisco, sentendo quello sguardo penetrante, più diretto di Kise.

Mi ha preso alla sprovvista! Mi copro con le mani il petto e mi giro, gonfiando un pò le guance.

-Scusami?! Vuoi piantarla?

Dico e lui sorride beffardo. -Non ti ho mica fatto nulla

Io assottiglio gli occhi. -Tu e Kise siete due pervertiti identici.

Lui si tocca i capelli. -Ma che ne sa quello lì.

Io mi faccio avanti mantenendo il mio petto coperto.

-Perchè dici così?

Lui mi guarda dritta negli occhi, poi scende e mi squadra, neanche avesse uno scanner. Io rimango ferma e perplessa. Cosa dovrei fare?

-Perchè sta con una così- Io aggrotto le sopracciglia, ma lui si gira. -Non hai quasi niente da coprirti, quindi puoi toglierle, quelle mani.

Il mio cervello ci mette molto tempo a capire cosa effettivamente mi ha detto. Non ho nulla... io non ho nulla? Ma come si permette. Come?!

-Butto cretino, io porto una terza!

Lui si gira, ma io mi avvicino furtiva e prima che lui possa capire cosa sto per fare, gli tiro il calcio più forte che posso mirando agli stinchi.

Lui urla per il dolore e si accascia, la palla rotola via ed ora finalemtne ha cambiato espressione e mi guarda arrabbiato e incredulo.

-MA SEI SCEMA?!

-TE LO SEI MERITATO!

Lo guardo dall'alto, e mi sento molto meglio, ora che è lui a stare in ginocchio. Incrocio le braccia e mi mantengo fredda. Lui mi guarda con astio, ma io sorrido beffarda.

-Prendi quella palla, ti faccio vedere cosa sa fare “una così”.

 

°°°

 

-E perché hai mollato?

-Scusa, non avevi detto che non ti interessava?

Siamo seduti al tavolino del primo bar vicino la scuola, lui davanti a me, con una tazza fumante davanti, io con la mia cioccolata XXL. Ne bevo un sorso. Sono in cattive condizioni, mi ha fatto sudare, stancare, cadere e arrabbaire. Nel frattempo è sceso il sole, si è fatta quasi sera e lui ha vinto una pertita che è andata avanti per tutto il pomeriggio.

“Notevole”

Penso, mentre lo guardo, da dietrola mia tazza fumante.

-E poi, Aomine-kun, tu non mi hai mica detto perché hai non giochi alle partite ufficiali.

Lui guarda altrove. -Sarebbe troppo lungo, fattelo spiegare da Kise, se ci tieni tanto.

Io sospiro e poso la tazza sul tavolo. Mi guardo i piedi.

-Si, certo. Ti ho già detto che non è il mio ragazzo quindi non ci parlo così tanto.

Lui posa una mano sul tavolo e mi guarda.

-Cavolate...- Io lo fisso già incazzata, ma lui mi pare più limpido. -Sei la prima ragazza che gioca a Basket e che non si trucca e che non porta quei cosi alle orecchie che tintinnano.

Mi indica il suo orecchio come se stesse parlando del peggio insetto schifoso del pianeta, guardandomi con occhi quasi ridotti ad una fessura. Mi viene da ridere e mi copro la bocca un po'.

-Ma piantala... e poi, sai, avevo un'amica che portava quella trappola rumorosa alle orecchie, ma infondo era più maschiaccio di te!

Lui mi sorride, beffardo.

-E anche lei era negata nel palleggio?

Io mi avvicino falsamente sconcertata.

-Ah-ah, molto divertente, Mr. Modestia.

Lui si appoggia allo schienale e mi sorride.

-Giocheremo tutti nel torneo, quest'estate. Dovresti venire a vedere. A Kise queste cose piacciono.

Io lo guardo e non so che occhi ho, ma in qualche modo mi sento male. Io so che Kise è distante da me, ma che cosa dovrei fare? Cosa vorrei fare?

Abbasso lo sguardo.

-Che hai?

Mi chiede ed io lo rialzo subito. -Scusa, mi ero distratta. Tu sei fidanzato?

Lui è sorpreso e si tira indietro, sembra quasi vergognarsi, e mi fa un attimo divertire.

-Non mi serve...

Io ghigno. -Si, certo. Dopotutto potete fare anche da soli.

Lui mi guarda shoccato e arrossisce un po', pochissimo. Come se non si aspettasse che una ragazza come me potesse dire certe cose.

In effetti non lo faccio di solito.

Bah, sarà il freddo, che mi ha dato alla testa.

-Tu sei veramente insopportabile.

Biascica, guardando altrove. Io sorrido e non rispondo, bevo un po'. Lui mi guarda e dopo qualche attimo si avvicina.

-Dovresti stare attenta- mi dice, serio -Qualcuno potrebbe pensare male

Io sorrido e poggio un piede sulla sedia, portandolo vicino al petto.

-Ma va, ti pare? Mi hai vista? Non sono esattamente queltipo di ragazza…

Lui sembra rimanere serio e con il cucchiaino mi indica, scettico.

-Continua a pensarla così e finirai nei guai, specie con uno come Kise.

Io allora lo fisso questa volta molto confusa. Lui beve velocemtne la sua cioccolata, si alza e non mi guarda.

-Vado a pagare il conto.

Io sono molto sorpresa, perché prorpio prima di entrare aveva messo in chairo che lui non offriva un bel nulla perché aveva vinto la partita.

-Sia chairo, non è che mi vada, solo che sei stata motlo coraggiosa, tutto qui.

Io alzo un sopracciglio, ma lui continua.

-E non dirlo a Kise, santa miseria.

Io lo guardo motlo confusa, e scuoto la testa come per spronarlo a dirmi cosa intende. Lui mi rivolge quei suoi occhi torbidi, che sembrano essere preoccupati per qualcosa. In realtà fin da subito sembrava poco contento, ma in fondo che n so io.

-Kise è molto possessivo con quello che è suo… e non sai quanto può diventare insopportabile.

Detto ciò se ne va verso la cassa ed io rimango ferma con la mia tazza in mano. Mnetre guardo il lliquido caldo mi sento confusa.

“Era ovvio che Kise non fosse come diceva di essere, ma detto anche da un suo amico…” Guardo la figura di Aomine in prospettiva e sorrido.

“Non potevo pretendere una rosa senza spine, dopotutto”

 

°°°

 

Dopo aver assistito alla peggiore scenata da parte di una ragazza di tutta la mia esistenza, sono tornata a casa con il senso di colpa alle stelle. Aomine era stato letteralmente mangiato dalla sua manager, io invece mi ero dovuta sorbire gli sguardi delusi di tutta – tutta – la squadra, Murasakibara compreso.

-Che giornataccia.

Dico, mentre poso la borsa a terra e mi butto sul letto. Rimango un po' ferma sulle coperte, stanca per non so quale motivo. Poi mi arriva un messaggio.

Spero che non sia Kise.

Mayori, Hibiki sta migliorando. Mi farò sentire io, ti prego di non creare problemi”

Aggrotto le sopracciglia e lancio il telefono altrove. Fisso il muro e ripenso a tutto quello che mi è successo da un po' di tempo a questa parte. Murasakibara… non gli ho parlato molto negli ultimi giorni e non mi sento neanche di farlo.

Himuro? Himuro sembra ignorarmi. Chissà cosa gli ho fatto.

Kise… Kise un po' mi manca. Poco, naturalmente Mi rigiro nel letto e mi viene subito sonno. Chiudo gli occhi per qualche secondo e subito cado vittima della stanchezza.

 

 

Le pareti sono bianche, il suono metallico delle apparecchiature che la tengono in vita mi rimbomba nel cervello.

“Non è in grado di muoversi”

Dicono. Lo dicono ai suoi genitori, lo dicono mentre noi siamo lì, vicine al suo corpo inerme. Mi sporgo sulla sedia, mi sembra di cadere in avanti, ma è impossibile perché proprio lì davanti a me c'è Hibiki. La vedo, lei. La vedo bene, mentre guarda la ragazza sul letto e le stringe la mano bianca. La vedo mentre i suoi occhi trasmettono tristezza, mentre le sue spalle si fanno sempre più curve. Starà pensando alla sua famiglia.

E le altre?

Mizu è scappata via, in bagno forse. Lo sappiamo tutte che probabilmente starà piangendo per conto suo. Forse sarebbe stato meglio se avesse pianto qui, con tutte. Almeno avremmo potuto farlo anche noi – invece, in questo modo, ci limitiamo a starcene in silenzio. Persino Akemi e Rei-chan stanno zitte e non si muovono.

Mi sembra tutto così surreale.

Poi d'improvviso quel suono si accentua, sta succedendo qualcosa. Hibiki spalanca gli occhi, il dottore si gira, tutte guardiamo la macchina. Ed ancora il cuore mi salta in gola. Ci fanno spostare. I genitori urlano qualcosa, Aika viene portata via.

E l'unica cosa che riesco a dirle?

-Perdonami....

Quella parola rimbomba. Ora sono sola.

“Perdonami”

Aika non dovevi tenerti tutto per te. Non avresti dovuto essere così egoista.

“Perdonami”

Una piccola luce. Qualcosa di caldo e immateriale. Da dove proviene questo calore?

 

 

-Per...perdonami...

-Nishi...!

Una voce, non è quella di Hibiki, non è quella di Akemi. Piano piano riacquisto il potere sul mio corpo, sulle mie sensazioni. E allora la sento bene.

-Nishiyoricchi!

Apro gli occhi, mi rendo conto dopo un po' di tempo che ho il fiatone, il mio corpo è sudato. Quel calore sono le sue mani, le mani di Kise, sopra le mie spalle, che mi stringono con forza. Non ho il tempo di realizzare, vedo il suo volto preoccupato, i suoi occhi sono immersi nella penombra della stanza ma sembrano brillare.

-K...kise?

Biascico. Sembra così preoccupato, ma io sono completamente confusa.

-Stai bene? Rispondimi!

Il suo tono è tremante, non so cosa gli sia successo, davvero. Frastornata rispondo:

-S...si... io sto bene, ma...

Volto lo sguardo e mi rendo conto che è la mia camera e proprio dietro Kise c’è mio fratello, in piedi, con le mani congiunte e lo sguardo di chi ha visto un fantasma. Lo guardo scandalizzata, perché non lo credevo neanche capace di provare dei sentimenti!

-Ma che sta succedendo?

Kise sembra allentare la presa sulle mie spalle, curva le sopracciglia verso l'alto e mi guarda dritto negli occhi.

-Hai preso ad urlare da un momento all'altro... Pensavamo che ti fossi sentita male, continuavi a rigirarti e urlavi qualcosa, stavi urlando...!

Spalanco gli occhi. Un brutto sogno? Quel brutto sogno... aspetta, cosa stavo sognando? Non mi ricordo bene. Poggio una mano sulla mia fronte, noto che sono davvero sudata. Mi guardo la mano, aggrotto le sopracciglia.

-Ma che stavi sognando?

Mi dice mio fratello, avvicinandosi. Io scuoto la testa.

-Non me lo ricordo, sono un po' confusa.

Guardo di nuovo Kise. Dopo qualche secondo il mio cervello entra in funzione. Lo guardo bene negli occhi e mi riporto da sola alla realtà, vedendo che una sua mano è sopra alla mia coscia.

-Che ore sono?- Il mio cervello si ricorda piano piano tutto quanto -Cosa ci fai tu qui? EH?! E… e leva questa manaccia, che stai cercando di fare?! Pervertito!

Kise sposta di scatto la mano dalla coscia e le alza in segno di resa, mentre mio fratello fa tre passi indietro.

-E tu che vuoi eh? Fuori dalla mia camera! - Dico al mio famigliare, che alza le sopracciglia.

-Ma che sei scema? Era venuto a trovarti questo qui, dovresti ringraziare che non l’ho detto a ma-

Gli tiro istintivamente un cuscino contro. -SPARISCI.

Mi sento molto confusa, ma so che non dovrebbe esserci nessuno nella mia camera e mio fratello di solito si impiccia e crea casini e… insomma è la mia camera!

La porta si chiude sbattendo, facendo tremare i muri. Io aggrotto le sopracciglia e rimango in silenzio, quasi dimenticandomi di Kise, finché non mi giro.

I suoi occhi mi guardano, sono oro puro, molto sorpresi e quasi confusi. Io rimango ferma e arrossisco.

“Dio, cosa ho fatto? Che figuraccia, non ci sto capendo nullaaaa”

-Che...che diavolo ci fai qui?!

Lui si tira su e mi sorride, proprio divertito.

-Ero venuto a riportarti il borsone, pensavo di arrivare per le sei, invece ho fatto tardi e tu dormivi…

Io lo guardo, sento di essere ancora rossa. Mi rannicchio sul letto.

-Va bene, potevi avvisare.

-L’ho fatto, ma non mi hai risposto!

Io l guardo male e mi rendo conto che non so cosa dire per salvarmi il culo.

-Posso sedermi?

Mi chiede, indicando il letto. Io arrossisco e nascondo un po' la faccia appoggiandomi alle ginocchia. Lui lo prende come un si e si siede porprio vicino a me, sento una sua gamba toccarmi, per quanto è vicino.

Il mio cuore batte all’impazzata.

Che sta succedendo? Dio mio, sto per morire.

-Nishiyoricchi, mi stavo quasi preoccupando – La sua mano mi tocca la testa ed io rabbrividisco -Sei sicura che vada tutto bene? Potrei capire, sai, dopo la brutta esperienza con Hibiki…

Io mi giro di scatto.

-Non è quello!- Mi sciolgo un po' e lo guardo -Non è Hibiki, perché lei sta meglio, sai? Mi è già capitato, io sto bene!

Lui mi guarda serio, io mi rendo conto che la mia voce non è proprio del tutto normale. Sembro una scema. Abbasso lo sguardo.

-Mayori

Il mio nome suono così diverso detto da lui. Lo guardo. Si è avvicinato, poco poco, il suo volto è vicino al mio, non riesco più a capire cosa fare.

-Devi dirmi cosa c’è che non va, ti prego. Non posso lasciarti così- Mi dice, toccandomi una mano. Io arrossisco, ma sono pietrificata.

Cosa devo fare? Cosa dovrei fare? Nei miei sogni era tutto così semplice, le sue labbra, i suoi occhi…

Lo guardo ipnotizzata.

Gli dico l’unica cosa che mi viene in mente, del tutto fuori luogo.

-Mi piaci.

E il mio orgoglio va a puttane.

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroko no Basket / Vai alla pagina dell'autore: HatoKosui