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Autore: _Lakshmi_    29/12/2017    1 recensioni
[AU Scolastica]
Dal primo capitolo:
Il pullman è la barca, l'autista è il tristo traghettatore di anime.
Se Dante avesse scritto la Divina Commedia nel XXI secolo, probabilmente lui e Virgilio avrebbero viaggiato su un mezzo pubblico, schiacciati nella calca di teste pensanti -chi più, chi meno- ed ansiogene, concentrate unicamente sull'imminente verifica o interrogazione.
Caronte aspettava gli spettri imbottiti di caffè e di zuccheri, tamburellando le ossute dita sul volante a ritmo della colonna sonora delle sue lunghe traversate: [...] lui, infatti, in mezzo a tutta quella vita, si limitava ad ascoltare e a cantare le note della sua amata canzone, guidando la nave sul fiume di nero asfalto.

[Attenzione: rivisitazione miti in chiave moderna ed utilizzo di stereotipi]
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pigmalione

Pigmalione

[raccolta di One-shots]


<< Dimmi, Pigmalione, chi è la tua musa ispiratrice?>>

Da questa semplice domanda, posta dalla magnifica Afrodite,
docente di Francese al Liceo Linguistico,

era nata una storia di incomprensioni e di nuovi, inaspettati amori.


    Pigmalione era la punta di diamante della 3A dell'Artistico, se non dell'intero indirizzo stesso, tanto da diventar famoso per tutta la scuola con l'epiteto: l'Artista.
Ogni materiale che veniva plasmato dalle sue mani diventava una vera e propria opera d'arte, curata nei più piccoli particolari, espressione di una sensibilità d'animo unica nel suo genere; tuttavia lui non si curava della propria notorietà, anzi, ogni disegno sembrava mancare di “
qualcosa” e veniva irrimediabilmente dimenticato, dopo aver preso il consueto dieci sul registro.
Aveva provato a cambiare stile, percorrendo le principali correnti della Storia dell'Arte, ma, ad opera conclusa, quel “
Qualcosa mancante” tornava a farsi sentire, più forte e più ruggente di prima, non permettendogli mai di crogiolarsi nella propria bravura.
Per giorni, a casa e a scuola, aveva fissato il mondo oltre alla finestra in cerca di ispirazione, in cerca della perfezione tanto agognata: tuttavia la natura, ai suoi occhi, era imperfetta, inquinata, ben lontana dall'ideale di eccellenza che si era prefissato. Addirittura, le magnifiche fanciulle che si proponevano a lui come modelle erano ancor più false ed inquinate della natura stessa.


Ma, proprio quando aveva perso le speranze,
un giorno l'ispirazione gli piombò letteralmente addosso.


    << Scusa!>> esclamò una ragazza, sbrigandosi a raccogliere da terra i fogli che le erano caduti con la tremenda collisione.

Gli occhi d'un glaciale azzurro di Pigmalione ricaddero, ancor prima sulla fanciulla in sé, sulla sua decisamente antiestetica montatura spessa degli occhiali che le mortificava il suo visino tondo e minuto, coronato da una chioma d'un rosa pastello, un po' mossa e un po' liscia, senza una forma definita.

<< Ecco... devo proprio andare.>>

Piccolina e bassina, tanto che annegava in un maglione di almeno due taglie in più, fuggì svelta come una lepre da quel corridoio che diventò in un attimo particolarmente affollato, ricco di curiosi con cellulari in mano pronti a filmare l'accaduto.


Aveva trovato la sua musa.


    Sbigottito, confuso ed estremamente felice, si rialzò e si mise subito al lavoro per nuove opere, irraggiato da quella nuova, magnifica ispirazione scesa dal cielo (o, nel suo caso, dalle scale del secondo piano).
E così, il suo labor continuò per settimane, producendo disegni monotematici su quell'unico soggetto, sulla sua figura parziale o intera, vista sotto diverse sembianze, ora come un agglomerato di ingranaggi, ora come una ninfa della natura. In tutta quella moltitudine di carta e di materiale plasmabile, soltanto due dettagli erano sempre presenti: il magnifico, giovanile senso di pudore che esprimeva una dolce purezza d'animo e la spessa montatura di occhiali, che esprimeva sicuramente “qualcosa” al pubblico ancora ignoto.


Ma era senza un nome,
senza un'identità,
e presto il suo animo si sentì vuoto,

mancante” di una parte.


    << Cosa guardi?>> domandò pacato il professor Eros, intento a bere uno zuccherato, gustoso cappuccino in sala insegnanti. Il suo magnifico sguardo d'un caldo castano era diretto alla docente Afrodite, concentrata a studiare una serie di fogli, su cui erano rappresentati alle volte schizzi a matita, alle volte acquarelli della stessa persona.
<< Oh... Eros, mi sono innamorata!>> con un sorriso celestiale, la donna tornò al guardare il giovane interlocutore che, in risposta, si sentì quasi mancare sulla sedia. Quest'ultimo scattò in piedi e corse accanto alla collega, intimandola di far silenzio.
<< Ares ed Efesto girano come avvoltoi!>> la zittì, ma dopo qualche attimo di silenzio, mosso da un'incontrollata curiosità, si accostò maggiormente a lei << Allora, chi è?>>
<< No, ma cosa pensi! Intendo... guarda che cura per i dettagli! Guarda che sensibilità d'animo! Ci vorrebbero più ragazzi così, secondo me.>> Afrodite si scostò la bionda, mossa chioma con un meccanico gesto della mano, per poi mostrare orgogliosa i disegni che era riuscita a reperire.

Eros, prendendo in mano le piccole opere, rifletté su quell'ultima frase proferita dalla donna: lei si trovava in un triangolo... in un quadrato... in un pentagono, beh, insomma, in una figura geometrica non ben definita di relazioni variegate, anche se le più importanti -o storiche- non erano certamente con persone dall'animo raffinato; anzi, spesso il Bad Boy l'attraeva maggiormente rispetto al buon marito casa e Chiesa, perché in effetti era molto più gratificante un rapporto dove entrambe le componenti avevano sbalzi d'umore, attacchi di gelosia e scatti d'ira provocati da un nonnulla.
Eros, dal suo umile punto di vista, aveva smesso di comprendere la complicata psiche femminile, seppur possedesse alle spalle anni di studi approfonditi di psicologia.

<< Ah, sì, riconosco la mano di Pigmalione.>> annuì il docente, assorto nel contemplare la magnifica abilità nella ritrattistica.
<< Cosa ne pensi? Hai visto quanta cura? La dolcezza che traspare, il candore, il-...>>
<< Feticismo per gli occhiali dalla montatura spessa? Sì, sì... lo noto.>> commentò Eros, interrompendo la collega che lo guardò torva, in una pura espressione di disappunto << Su, scherzo.>> sospirò in aggiunta, dandole una leggera gomitata.

Dopo un attimo di riflessione, in cui la bionda testolina aveva riflettuto su chissà quali ragionamenti complicati, esternò le emozioni in un improvviso guizzo d'entusiasmo.

<< Facciamoli incontrare!>>
<< Sei seria? Non hai verifiche da correggere, lezioni da preparare...>>

Gli occhi d'un azzurro brillante di Afrotite risplendevano di luce propria ed il povero professore comprese di non aver altre alternative.


Fu allora un difficile compito per Amore,
che dovette persino fare patti col diavolo.


    Techne era certamente una ragazza riservata, difficile da raggiungere e persino da scovare: era timida, piccolina e sfuggente, tanto che per Eros fu una vera e propria impresa trovare un pretesto per far incontrare i due innamorati.
Erano in classi differenti, non seguivano gli stessi corsi pomeridiani e, tra l'altro, in quei pomeriggi in cui erano entrambi a scuola, lei trascorreva le ore nelle catacombe -o aula informatica- per elaborare video o per remixare suoni insieme al docente Thanatos: Techne, infatti, era la mente che agiva dietro ai filmati ufficiali della scuola, svolgendo un lavoro egregio nella sua assoluta discrezione; era anche la pupilla del professore di Scienze Naturali, tanto che insieme avevano fatto rinascere addirittura il morente canale di Youtube.
Eros mal sopportava Thanatos, non era certo un segreto: quest'ultimo aveva una mente per certi versi troppo schematica, frutto di anni di studio con una formazione scientifica rigorosa, che non guardava in faccia nessuno; Eros, invece, amava inoltrarsi nella psiche umana, cercando di capire il prossimo al fine di spronarlo al miglioramento, lontano dalla distruzione.

<< Mhm? Insolito trovarti qui, Eros.>> constatò il docente di Scienze, che, neppure a dirlo -da bravo uccellaccio del malaugurio- si era appropriato del luogo più oscuro dell'aula colloqui. E, essendo una figura vestita di nero, in un angolo nero, con le nere tapparelle abbassate in una grigia giornata invernale, era quasi difficile riuscire a tracciare con gli occhi il contorno di quel fisico alto e asciutto, cereo come il viso della Luna.
<< Vero?>> sorrise forzatamente Eros, avanzando di qualche passo nell'oscura coltre di ombre << Oggi il corso di teatro è finito prima e...>>
<< Cosa vuoi, esattamente? Stavo giusto per andarmene.>>

Il docente di Psicologia sospirò seccato, passandosi una mano tra la morbida chioma ramata, quasi per trarre energie al fine di affrontare quella discussione.

<< Lo so. Il tempo non è mai abbastanza, per te.>> commentò in un cupo brontolio << Comunque, ero venuto a proporti una collaborazione.>>

Il silenzio divenne opprimente.
Eros, carezzandosi il collo con il medio e l'indice, tentò di allentare il colletto della bianca camicia, quasi per non essere soffocato da quell'invisibile pressione: era sempre difficile scendere a patti con un simile, oscuro personaggio.
Thanatos, a quella richiesta, si limitò ad abbassare lo sguardo d'un verdastro inquietante, quasi simile alle pupille d'un felide. Attendeva con pazienza che il collega esponesse l'idea.

<< Possiamo organizzare una piccola presentazione in vista dell'Open-day della scuola, qualcosa di contenuto... i miei ragazzi di Teatro collaboreranno con i tuoi di Informatica...>> continuò monocorde e a braccia conserte.
<< Perché non la recita di fine anno? Ho alcuni ragazzi che sono bravi tecnici del suono. Saprebbero addirittura svecchiare la classica commedia che scegliete ogni anno.>> Thanatos si divertì a vedere lo sgomento correre sul viso del docente.
<< Lo Spettacolo di fine anno è qualcosa di serio.>>
<< Perché è qualcosa di serio o perché non ti fidi?>> Thanatos si alzò, avanzò passo dopo passo fino ad essergli accanto con un sorriso storto << Esci dai tuoi schemi, Eros.>>

Collaborare con quel docente era sempre, dannatamente difficile.
Certe volte più di altre.


E, finalmente, i due amanti ebbero la possibilità di incontrarsi...


    Pigmalione la vide, seduta sugli spalti della palestra: era lì Techne, con il suo bel rosa tanto acceso da assomigliare addirittura alla luce di un faro in mezzo alla tempesta, con i suoi grandi occhiali dalla spessa montatura, con la sua adorabile espressione corrucciata, di una persona immersa in un oceano di ragionamenti e congetture; la delicata mano della fanciulla scriveva interrottamente su un block notes le idee della mente, gli occhi da cerbiatta, di un intenso blu mare, seguivano e leggevano il discorso dei professori che parlavano della Grande Recita di fine anno.
Pigmalione l'aveva vista, seduta sugli spalti della palestra.
Eros aveva visto Pigmalione, immobile sull'entrata a fissare la sua amata musa ispiratrice.

<< Ai nuovi arrivati, prendete pure posto.>> invitò caldamente il professore di Psicologia, con un velato sorriso di morte.

Pigmalione aveva visto la sua musa, ma, vinto dalla timidezza o forse dalla vergogna, si sedette distante, in mezzo al suo branco di amici che si agitavano come scimmie allo zoo, riproducendo anche gli stessi versi.
Eros aveva ben visto la scelta di Pigmalione e, per questo, la penna Bic che teneva in mano capitolò in un esplosione di nero inchiostro.
Thanatos, davanti a quella tragica sconfitta del collega, sorrise divertito.


E di innamorarsi.


    Per l'idealizzazione dei costumi di scena, Pigmalione si era fermato più a lungo del dovuto dopo le lezioni, completando le bozze quando ormai il Sole era sul punto di coricarsi, lasciando la scena alla giovane Luna.
In quel pomeriggio dalle calde tinte aranciate, aveva avuto occasione di parlare con una ragazza del suo stesso gruppo di Artisti, unica tra tutti che si era offerta -dopo un attimo di imbarazzante silenzio- di far da modella per gli abiti: essere la cavia di Pigmalione in verità era più una disgrazia che una fortuna, visto che l'Artista era alquanto pignolo, critico e di certo non lesinava su commenti a dir poco sprezzanti, come “Eh, hai troppo grasso sui fianchi”, “che spalle da scaricatore di porto” o la più bizzarra “Eh, se avessi avuto un paio di occhiali...”.
La ragazza, però, trattenuti gli istinti omicidi, si era lasciata modellare al pari di una statua dal ragazzo e, alla fine, unendo le idee di entrambi, erano nati dei bei bozzetti.

<< Sai... quando scendi dal tuo piedistallo, sei anche simpatico.>> sorrise la giovane, sciogliendo la lunga, bionda chioma.
<< Cosa?>> domandò Pigmalione, cascando dalle nuvole.
<< Insomma... oggi ti ho visto molto più umano: sbagliavi anche tu, hai cambiato idea tante volte e alla fine hai chiesto addirittura consigli.>> sorrise con dolcezza la ragazza, volgendo uno sguardo da far vacillare la stabilità del compagno << Mi piace molto questo tuo lato, Pigmalione.>> rise e in quella risata l'Artista si sentì estremamente confuso.
<< Sei seria?>>
<< Beh... hai dimostrato che nessuno è perfetto.>> continuò la compagna prima di spalancare teatralmente le braccia, visibilmente giocosa << Io esclusa, ovviamente. Nei tuoi disegni sembro bella quasi quanto la Venere di Milo.>> continuò, mettendosi nella medesima posa della statua citata.
<< In realtà dovresti essere senza le braccia.>> Pigmalione inclinò il capo, dubbioso per l'imitazione di quella statua imbottita in un caldo cappotto invernale, con tanto di sciarpa e berretto calcato sul capo.
<< Guarda che posso fare anche Ercole e Lica. Non sfidarmi.>>

Quell'ilarità spontanea, genuina e semplice, fece aprire realmente gli occhi a Pigmalione, tanto che si fermò sui suoi passi a riflettere: lui, fino a quel momento aveva sempre ricercato la Bellezza idealizzata, tanto ambita e mai raggiunta, un'ideale di perfezione distante da sé; aveva sempre cassato il mondo che lo circondava, credendolo imperfetto.
Eppure proprio adesso, per colpa di quell'imperfezione, il suo cuore aveva iniziato a battere in un modo più scandito, ritmato.

<< Ehi? Che ti prende?>> domandò lei, voltandosi preoccupata << Ho detto qualcosa che non va?>>

Pigmalione sorrise.
Tu sei ben più bella di qualsiasi statua, perché sei reale, viva, concreta nella tua semplicità.”, pensò con un velo di rossore.


Ma alla fin fine l'Amore segue la sua via.


    Come si conclude, quindi, la storia?
Essendo un mito scolastico, famoso quanto la “Il pollo nel Liceo” o “lo Scompartimento segreto di alcolici in bidelleria”, ha diverse versioni, tutte tramandate nel corso dei decenni.
I più realisti affermano che Pigmalione, tanto concentrato nel rincorrere una bellezza perfetta, ma sfuggente, alla fin fine non era riuscito a concludere nulla.
I più romantici raccontano che l'Artista trovò finalmente il coraggio per dichiararsi alla magnifica Techne ed insieme iniziarono una solida, felice relazione che durò addirittura anche dopo il Liceo.
I più bizzarri, invece, fantasticano sul possibile amore tra la giovane artista e Pigmalione, che dopo la presa di coscienza aveva finalmente compreso l'esistenza di tante, piccole sfaccettature nel mondo.


Nessuno è perfetto,
ma proprio grazie all'imperfezione si è unici ed irripetibili.




Fine Oneshot!

Techne: personificazione dell'arte e del “saper fare”. Perché è la pupilla di Thanatos? Beh, dopo aver studiato centinaia di autori diventati famosi in morte più che in vita, la decisione è stata quasi immediata.
Capelli rosa: yes... amo i colori pastello *-*
Ercole e Lica: statua di Antonio Canova.
Ragazza senza nome: anche la statua nel racconto di Ovidio non aveva un nome (o, almeno, in tutte le traduzioni che ho trovato non era riportato), per cui ho voluto mantenere questo dettaglio.



Angolo dell'autrice:

Buon salve e buone feste! Eccoci qui con un'altra one-shot!
Che cosa dire? Beh, a parte che sto mangiando seriamente troppo in questo periodo (eh... il Natale), sono davvero felice che ci siano lettori che seguano questa raccolta. Quindi, veramente, grazie mille a tutti quelli che hanno deciso di seguire/recensire! Spero davvero di non deludervi!


Il finale “a scelte” è qualcosa che adoro e che, ovviamente, alla fin fine mi sono sentita in dovere di mettere. Insomma, spesso e volentieri i miti hanno diverse versioni... e poi è divertente immaginare altrettanti diversi “ending”.
Come distruggere e ricreare i sogni di un personaggio in poche parole, insomma.


Dopo questa breve parentesi, io vi auguro ancora di trascorrere piacevolmente le feste e un gran “Buon anno!!” per il Capodanno ormai vicino (io, nel frattempo, mi preparo psicologicamente ai botti che inizieranno alle 6 del mattino del 31 e finiranno alle 6 del mattino del giorno dopo).
Se sopravvivo, ci risentiremo al prossimo capitolo.


Un bacio da _Lakshmi_!

  
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