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Autore: Helly00    01/01/2018    1 recensioni
Ciao a tutti! Questa è la mia prima pubblicazione e spero vi possa interessare la mia personale idea di un sequel dopo la seconda serie televisiva! Nella mia storia le protagoniste frequentano il liceo insieme e Clef è, per mio capriccio di praticità, nelle vesti dell'OAV. Buona lettura e fatemi sapere se vi piace!
INTRO: Tre anni di pace e prosperità sono trascorsi nel regno leggendario ma Sephiro sta per affrontare una nuova minaccia. Questa volta, Hikaru, Umi e Fuu affronteranno un nemico ben al di là delle loro capacità di Cavalieri Magici. Dovranno fare il conto con i propri sentimenti.. e se venisse chiesto loro di sacrificare qualcosa di più importante della loro vita..?
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fuu Hooji, Hikaru Shidou, Nuovo Personaggio, Umi Ryuzaki, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAP. V

Fuu stava per essere attaccata e le sue labbra si mossero in un sussurro: “Vento di Difesa..”. I colpi dell’avversario andarono a vuoto mentre lei fissava persa il corpo inerme di Ferio. Non riusciva a capire cosa stava provando.. la gioia di averlo ritrovato ed avergli parlato prima che fosse troppo tardi e il dolore per la sua perdita successiva si erano annichiliti tra di loro nel suo animo.

Non provava più nulla.

Windam le parlò : “ Sei giunta infine all’equilibrio, ragazza.” Fuu, in uno stato catatonico, gli chiese: “Dimmi spirito guida.. è questo che significa non provare più paura?”. Lui rispose: “La paura è un sentimento umano. Alla tua domanda non posso rispondere. Ma ora hai raggiunto la consapevolezza ultima. Sei pronta per ricevere nuovi poteri..”.

Fuu assentì e la fenice rinacque dalle sue ceneri.

La gemma verde iniziò a brillare così intensamente da far capire a Titan che qualcosa era cambiato. La ragazza si alzò in piedi e l’armatura realizzata da Presea venne sostituita da leggeri e fluttuanti veli bianchi fermati da spille e lacci verde-dorati su un leggero corpetto color smeraldo. Il nemico indietreggiò: “Cosa sta accadendo..?”. Fuu impugnò la spada e scagliò contro Titan il suo attacco più potente “Turbine Verde!!”. L'altro rise di gusto: “Non mi hai colpito prima, non lo farai neanche adesso!.. Ma cosa..?”. L’attacco era lo stesso.. ma centuplicato in potenza. Il mago se ne accorse troppo tardi e venne investito dall’impatto devastante che distrusse la pietra gialla e non gli lasciò scampo annientandolo definitivamente.

Titan era stato sconfitto.

La trasformazione di Fuu si sciolse rivestendola della sua tenuta da combattimento. La spada scomparve nella gemma. Ma il vuoto dentro il cuore rimase. I rovi attorcigliavano ancora i corpi dei soldati di Cephiro e ritenne giusto liberarli dalla loro prigionia. “Vento di Guarigione..”. Le tetre ramificazioni scomparvero.

Fuu si lasciò cadere a terra. Avrebbe voluto piangere.. ma non ne aveva più la forza.

Dietro di lei Ferio giaceva supino e quando il flusso vitale tornò a scorrere in lui, aprì gli occhi. Con sforzo sovrumano si alzò a sedere. Gli uomini ammassati iniziarono a riprendere conoscenza lamentando dolori ovunque ed interrogandosi confusi su cosa fosse successo. Fuu li fissò esterrefatta. Erano vivi! Questo voleva dire che forse..

Una voce alle spalle la chiamò. La conosceva bene. Non riusciva a dire una parola mentre il suo cuore si riempiva di una felicità mai provata prima. Si voltò lentamente quasi avesse timore fosse solo un bellissimo sogno. Ma non era un sogno.. lui era lì e le sorrideva. Improvvisamente trovò le forze per versare lacrime di nuovo ma stavolta di gioia. Gli lanciò le braccia al collo piangendo a dirotto sul suo petto dicendo frasi sconnesse senza senso. Ferio le accarezzò dolcemente la testa stringendola poi a sé “Grazie Fuu.. mi hai salvato..”. Lontano da loro comparve anche il gruppo dei suoi compagni con Umi Hikaru e tutti gli altri che corse loro incontro. L’incantesimo era spezzato. Juno abbracciò il padre. Finalmente si erano ritrovati. Hikaru guardò Fuu. La sua amica aveva qualcosa di diverso, di nuovo. Emanava un’aura calda e forte. “Cos’è successo? Sei cambiata..” disse Hikaru. Tutti percepirono che il cavaliere dell’aria non era più la stessa. Fuu strinse la gemma: “E’ stata una dura prova. La battaglia è vinta e Windam mi ha concesso nuovo potere!”. Ascot dovette interrompere suo malgrado l’aria di festa: “Dobbiamo uscire in fretta da questa dimensione! Il portale si sta chiudendo!”. Recuperarono i cavalli e furono evocati alcuni insetti giganti per implementare i mezzi di trasporto. Erano in molti a voler uscire da quella prigione mortale. Come all’andata Windam venne in loro soccorso alando i destrieri che ormai presa familiarità con il piumaggio, spiccarono il volo con un balzo. Le nubi intorno all’ingresso del passaggio si stavano stringendo minacciando d’intrappolarli all’interno per sempre. Fuu in testa montava con Ferio che senza troppe remore spronò energicamente l’animale. Questo prese velocità e seguito dagli altri oltrepassarono per un soffio il portale che si chiuse in un risucchio alle loro spalle. In un liberatorio urlo di trionfo, volteggiarono nel cielo sereno di Cephiro gioendo della vittoria.

Scesero a terra riparandosi dal vento nella folta vegetazione che profumava di pino. Imbruniva e decisero avrebbero passato la notte lì. Accesero i fuochi ed una volta assolti i compiti richiesti in un accampamento si sedettero intorno ai falò. Fuu raccontò cosa le aveva rivelato Titan, ovvero che come lui ce n’erano altri tre più un fantomatico maestro. Ascot ascoltò con attenzione. Chi poteva mai essere quel mago tanto potente da essere riuscito a mettere in difficoltà Clef? Doveva avere poteri immensi.. Stabilirono che l’indomani la squadra di ricerca avrebbe preso la via del ritorno verso il castello per ritornare dalle loro famiglie. Gli uomini protestarono ma l’ordine di Rafaga fu perentorio, con somma riconoscenza da parte di Juno rincuorata che suo padre sarebbe tornato a casa sano e salvo. Ferio decise di proseguire il viaggio insieme ai cavalieri. Si sarebbero diretti verso il quadrante di sud-ovest. La giornata era stata densa di eventi e la stanchezza si fece sentire presto. Organizzati i turni andarono a riposare. Hikaru, Umi e Fuu si ritrovarono a condividere la stretta tenda per via del gran numero di persone da mettere al coperto, ma non gli dispiaceva. Hikaru non riusciva a prender sonno. Continuava a rigirarsi impedendo anche alle altre di riposare. Fuu tranquilla le domandò: “Cosa c’è che non va? A cosa stai pensando?”. L’amica sospirò profondamente: “Fuu.. io ho bisogno di chiedertelo.. Cos’avevi visto nel tuo incubo a Tokyo.. prima che partissimo?”. L’altra cercò di dare una risposta generica. Non sapeva cos’avesse sognato Hikaru e temeva di farla soffrire se le avesse chiesto di raccontarglielo: “Ho visto quello  che poi si è davvero accaduto.”. La compagna trattenne il fiato in una morsa angosciante mentre Umi stringendo il lenzuolo fino a farsi male restò in ascolto fingendo di dormire. Fuu continuò: “Ma io credo che le nostre visioni fossero degli avvertimenti.. Come se qualcuno ci stesse facendo vedere il futuro.. Non so come spiegarmi.. Come ci volesse chiedere d’intervenire.. di cambiare il corso degli eventi. E così è stato. Senza quei sogni ora non saremmo qui e Ferio..”. Non occorreva aggiungesse nulla al riguardo. Appoggiò una mano sulla spalla di Hikaru per infonderle coraggio: “Sono sicura che Lantis è ancora vivo! E come io sono riuscita a salvare Ferio, riusciremo a cambiare anche il suo di destino!”. L’amica le sorrise nel buio e rifrancata dall’ottimismo di Fuu si addormentò. Umi sentì calde lacrime scivolare verso il cuscino e per non svegliare ed impensierire le altre, pianse in silenzio. Sapeva chi era stato ad inviare loro quelle visioni.. “Clef.. dove sei..?”.

In un'altra dimensione una fiaccola si accese nell’oscurità,  illuminando un mantello che scattoso si muoveva nell’aria. Ci lo indossava si pronunciò seccato: “Sono stupito.. I tuoi cavalieri sono più forti di quanto immaginassi. Ma non abbastanza da sconfiggermi!”. Clef dolorante aprì gli occhi: “Perché stai facendo questo a Cephiro?! E’ stata anche la tua casa!”. L’altro tese la mandibola: “Non per me!”. Lo stregone era intrappolato in una solida materia nera che lo bloccava fino al petto assorbendo la sua magia per impedirgli di usare incantesimi. Il suo bastone era in piedi di fianco a lui e non poteva toccarlo. La figura si avvicinò : “Vediamo quanto invincibili sono questi mitici cavalieri..”. Clef lo supplicò: “Ti prego non fare loro del male..”. Il suo interlocutore prese il bastone che divenne nero come la notte e lo agitò attivandone la magia oscura: “Le hai chiamate tu qui! Credi che non lo sappia?! Ed ora mi domandi di non fare loro del male?! Sei patetico!!!”. Una scarica elettrica investì Clef che urlò per il dolore tanto forte da perdere i sensi.

 

Umi si svegliò di soprassalto.. un altro incubo.. stava davvero accadendo quello a cui era costretta ad assistere da molte notti?

Il cielo era chiaro. La squadra dei soldati di Cephiro prese la via di casa dopo che si furono degnamente congedati. I Cavalieri Magici insieme ai combattenti scelti e Ferio si diressero verso il quadrante ancora inesplorato. Ci misero una settimana e mezza a raggiungere le Vallate del Sole. Cephiro era davvero magico!

Arrivarono ai piedi del monte dove davanti a loro si ergeva un muro di roccia che raggiungeva le grigie nuvole. Umi s’interrogò: “Ma dove sono queste decantate Valli del Sole?”. Dietro di loro le fredde montagne e ai lati rocce taglienti desertiche. Si aspettava qualcosa di diverso a giudicare dal nome. Juno le si affiancò ironica: “Per non essere nuova del nostro mondo.. ce ne sono ancora molte di cose che dovresti imparare cavaliere..”. Le stava dando dell’ignorante. Umi sentì la vena dell’orgoglio pulsarle dolorosamente e le si rivolse :” Ehi vecchiarda.. cosa stai insinuando?!”. La compagnia d’armi si elevò in tutta la sua statura sopra Umi: “Come mi hai chiamata..?”. Terrano intervenne: “Non vi sembra di essere un po' troppo grandi per comportarvi così?”. Gli si rivolsero infuriate: “Stai zitto moccioso!!”. Scoppiarono tutti a ridere. Quelle due si somigliavano davvero! Ascot si avvicinò alla parte e disegnando simboli nell’aria estranei ai più, recitò una formula magica. La roccia iniziò a sgretolarsi quel tanto da creare un passaggio simile ad un arco. L’evocatore invitò Umi a venire avanti. Incredibile.. oltre quella struttura di pietra si stendevano valli sconfinate di verdi prati soleggiati. Umi non resistette ed allungando prima una mano e poi il resto del corpo passò nell’altro lato. Il dolce tepore della stella infuocata la ritemprò subito dai giorni passati sulle fredde montagne. Era meravigliosa la magia.. dietro di lei passarono tutti gli altri con i cavalli al seguito. Montarono in groppa e quando Ascot ebbe richiuso il portale, s’incamminarono. Fuu, incuriosita, si avvicinò ad Ascot: “Perché non utilizziamo sempre questo modo per spostarci da un quadrante all’altro? Sarebbe molto più rapido!”. Il compagno rispose: “Si, hai ragione! Ma così rischiamo di perderci delle tracce e comunque i portali non si possono aprire ovunque.. ci sono delle regole da rispettare anche nel mondo magico.”. Fuu assentì riflessiva.

Hikaru si portò avanti solleticata dalla voglia di una pazzia. Si posizionò tra i fratelli Terrano ed Hornet: “Che ne dite di una galoppata a tutta birra?”. Hornet le rispose: “Non se ne parla. Non so neanche cosa vuol dire “a tutta birra”.. ma me lo immagino e non mi piace!.. non sai ancora andare bene a cavallo.. rischi di romperti l’osso del collo!”. Terrano invece entusiasta accettò: “Si!! E’ una vita che non lo faccio!! -e rispondendo allo sguardo di disappunto del maggiore disse- E dai fratellone! Le starò io davanti.. così non correrà rischi.”. L’altro li vide fissarlo con occhioni imploranti e sbuffando acconsentì: “Ma poi non venite a piangere dalla mamma se vi fate la bua!”. Dietro di loro Xedos e Navara avevano sentito tutto e dopo uno sguardo d’intesa spronarono i cavalli al galoppo sorpassandoli a filo: “Chi arriva ultimo pulisce lo sterco dei cavalli!!”. Il destriero di Hikaru si lanciò d’istinto all’inseguimento dei suoi simili mentre la ragazza, colta di sorpresa, dopo un primo momento d’incertezza si sciolse seguendo il bel movimento dell’animale col bacino. Sembrava di volare!! Diede più briglie al cavallo che contento di sgranchirsi le gambe a dovere, allungò il passo raggiungendo presto i primi due che erano partiti a tradimento! Umi rifletté:  “Non sarebbe il caso di fermarla prima che si faccia del male?” ma Fuu la tranquillizzò: “Non corre pericoli con loro di fianco.. lasciamola divertirsi un po'.. ne ha bisogno.”. Rafaga sorrise. Era bello vedere tanta allegria nonostante la grave situazione.. quanta energia avevano queste ragazze.. li avrebbero davvero salvati un’altra volta.

Ci vollero due giorni per attraversare le ridenti vallate. Man mano che si dirigevano verso sud-ovest l’aria di faceva più calda e umida. Si stavano avvicinando alle Terre dei Vulcani. Giunsero alle Colonne di Granito; vere e proprie colonne di centinaia di anni che formatesi naturalmente e con una precisa geometria, delineavano per tutto il perimetro di queste lande incandescenti il limite che i vulcani stessi avevano stabilito essere di loro dominio. Rafaga diede loro delle indicazioni: “Prima di entrare devo dirvi alcune cose.. dovete prestare la massima attenzione a dove indirizzate i cavalli. La terra che vedete  scura -disse indicando alcune chiazze di color nero sui versanti- è magna raffreddatosi.. ma non significa che ci si possa camminare sopra. Non fidatevi. Le venature accese di lava che scorre emettono vapori sulfurei quindi evitate di respirarle e di farle respirare agli animali.. potrebbero svenire e saremmo nei guai. Cercate di girargli alla larga. In ultimo.. e probabilmente il fenomeno qui più pericoloso -aggiunse rivolto ai cavalieri che avevano meno esperienza di tutti- possono fuoriuscire dal suolo degli sbuffi di aria vulcanica più o meno accompagnati da schizzi di lava.. non dovete farvi sorprendere impreparati assolutamente o non ci sarà nulla da fare. Sono stato chiaro?”. Tutti annuirono. Ferio montava con Fuu quindi avrebbe guidato lui il cavallo mentre Ascot si affiancò ad Umi ed Hornet ad Hikaru per aiutarle. Pronti, si avviarono. Dalla brulla terra evaporavano fumi ovunque. Non c’era un albero.. una pianta.. un filo d’erba che crescesse fin dove occhio poteva arrivare. Eruzioni davano spettacolo di sé dalla cima dei vulcani mentre colate laterali lasciavano scendere lento il materiale viscoso sui pendii. Xedos non aveva mai amato quelle terre. Troppo pericolose e la prova arrivò di lì a poco. La terra vibrò leggermente sinonimo di una risalita sotterranea. Rafaga urlò: “Attenzione!! Arriva un soffione!!”. I cavalli iniziarono ad agitarsi. Da un punto vicino a Navara si vide un piccolo sbuffo uscire simile a quello di una teiera. Lei non riuscì a controllare la bestia per spostarsi in tempo. Era la sua fine. Chiuse gli occhi mentre sentiva i suoi compagni urlare. Poi la crosta si spaccò ed un getto di aria velenosa con residui lavici della stessa potenza di un gaiser si scaricò verso di lei. Passati alcuni secondi riaprì gli occhi. Xedos frappostosi tra lei e lo sbuffo aveva creato un barriera protettiva che l’aveva salvata da morte certa. La guardò serio: “Stai più attenta.”. Mezza morta dalla paura si limitò ad accennare un si col capo. E si rimisero in marcia tirando un sospiro di sollievo. Attraversarono la prima metà di quelle brulle terre cercando di evitare i vulcani più attivi e senza incontrare niente e nessuno.. neanche una traccia del passaggio precedente della squadra di ricerca. Aggirato un piccolo monte inattivo però trovarono ad accoglierli decine di figure umanoidi tutte nere. Si stopparono tutti, interrogandosi sulla natura di quegli esseri. Ascot li riconobbe: “ Svelti! Scendete da cavallo! Questo è un incantesimo!! Sono creature di lava!”. I compagni obbedirono ma la terra tremò tanto violentemente spaccandosi profondamente vicino a loro che Hikaru non riuscì a smontare prima che il suo cavallo s’impennasse per la paura e partisse al galoppo imbizzarrito senza una meta. Gli altri cercarono di fermarli ma la bestia schivò tutti puntando dritto verso quelle figure misteriose che non si mossero neanche quando l’animale ne investì tre distruggendoli in un colpo solo. Chi muoveva i fili invisibili delle marionette ghignò divertita “Un cavaliere.. che non sa andare a cavallo.. ridicolo!”. Umi si portò una mano alla bocca: “Li ha fatti fuori!”. Ascot la deluse: “Non è così semplice.. finché rimarremo in queste terre, avranno possibilità di rigenerarsi. Credimi ci stancheremo di combattere prima che siano sconfitti.” E aggiunse mentre gli altri assistevano basiti alle figure che sgretolate si stavano riformando “L’unica cosa in cui possiamo sperare è trovare il mago che li ha generati e fermarlo!”. Umi tentò di risalire sul dorso equino: “Beh! Vado a cercare Hikaru..” ma dovette desistere dal suo intento giacché i soldati di lava materializzarono dalle braccia lunghe lance affilate; era stato dato loro l’ordine di esecuzione. Avevano intenzione di attaccarli. Si presentavano come inquietanti figure.. senza bocca.. né naso.. né orecchie. Con gli occhi rossi come il sangue. Rafaga sguainò la spada imitato da tutti gli altri. I cavalli furono lasciati liberi di allontanarsi mentre dalla crepa che si era poco prima formata a terra si stava lentamente allargando lasciando intravedere il fiume di lava che scorreva sotto. Il nemico caricò . La battaglia era cominciata. Gli esperti guerrieri di Cephiro non ebbero difficoltà a sconfiggere quelli che parevano essere proprio solo manichini manovrati.. ma come aveva previsto Ascot questi si ricostituirono sfruttando i depositi magmatici circostanti ricominciando da capo. Presto si resero conto che nonostante gli avversari fossero molto più deboli di loro, avrebbero perso perché prima o dopo le energie sarebbero finite. Fuu li eliminò tutti con un solo colpo mostrando ai suoi compagni meravigliati i nuovi poteri concessi da Windam. Tuttavia era inutile. Continuavano a risorgere dalla terra. Ingaggiarono un corpo a corpo. Umi spezzò la lancia del suo avversario che si scagliò fisicamente contro di lei. Cercò di scansarlo mentre questo finiva dritto dentro la spaccatura nel terreno precipitando nella lava ma perse aderenza col suolo rischiando di cadere a sua volta nel fluido incandescente. Ascot che le era vicino con uno scatto riuscì ad afferrarle un polso: “Resisti!” le urlò cercando di non mollare la presa. Umi a penzoloni nel vuoto sentiva il calore insopportabile levarsi dal basso. Oltre le spalle del compagno che stava tentando di salvarla arrivarono di soppiatto diversi avversari puntando le loro armi. Umi lo avvertì: “Ascot! Dietro di te!!”. Lui capì al volo ed evocò alcuni insetti giganti affinché li proteggessero. Sfortunatamente al nemico venne concesso dal burattinaio l’utilizzo di nuove abilità. Simili a cannoni ora dalle loro braccia fuoriuscivano proiettili di magna e contro questo le creature richiamate da Ascot potevano ben poco. Umi inorridita sapeva cosa rappresentavano per il suo amico gli insetti che lo aiutavano in battaglia.. fino a poco tempo prima erano i suoi unici confidenti e teneva molto a loro. Lo esortò: “Lasciami.. me la caverò..”. Lui la guardò incredulo: “ Ma sei impazzita?! Certo che non ti lascio!”. La compagna in lacrime disse: “Non vedi che stanno morendo?! Stanno morendo per te Ascot che stai salvando me!!”. Il ragazzo con uno sforzo sovrumano la tirò su di peso abbracciandola: “Sei una sciocca.. -le sussurrò- tu sei più importante.. per Cephiro.. e per me…”. Umi capì cosa intendeva dire e non voleva dargli false speranze: “Ascot...io..”. Lui si alzò di scatto ed eliminando con un solo colpo tutti gli avversari che li stavano attaccando confessò: “So già tutto.. non devi dirmi nulla. -lei lo guardò sorpresa- pensavi non me ne fossi accorto? .. ma questo non mi riesce ad impedire di provare lo stesso dei sentimenti per te..  e adesso basta piangerti addosso e combatti!!”. Umi ancora a terra vide finalmente l’uomo maturo che Ascot era diventato. Non era più il bambino capriccioso che aveva conosciuto. Si alzò e tirandolo per un braccio perché si abbassasse depositò un riconoscente bacio sulla sua guancia sorridendogli.

Intanto Hikaru era riuscita a riprendere controllo sul cavallo seguendo i consigli impartiti da Rafaga: piedi piantati sulle staffe.. talloni bassi.. peso indietro.. briglie corte e tirate piano verso il petto. L’animale passò al troppo, poi al passo fino a fermarsi ansante. Lei accarezzò sul collo per confortarlo. Scese dalla groppa guardandosi intorno: il paesaggio era identico a prima brullo e coperto di cenere. Lasciò cadere a terra le redini e si spostò di qualche passo. La terra iniziò a fremere sotto di lei. Allarmata cercò di reggersi in piedi. Uno piccolo sfiato di vapore si aprì alla sua sinistra. Realizzato di cosa si trattasse provò ad allontanarsi ma fu investita in pieno dal getto esploso.

 

  
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