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Autore: Violetta_    04/01/2018    2 recensioni
Sequel di "Gelosia fraterna -Entropia-"
Dopo aver quasi celebrato un matrimonio-disastro, dopo aver evitato una guerra, dopo aver scoperto le dolci metà dei rispettivi fratelli, il trio Sabaku adesso dovrà adattarsi alla sua nuova vita... di nuovo.
E non saranno i soli.
***
Gli ultimi capitoli saranno composti da una raccolta di one-shot/ flashfic in modo da tornare alla situazione di equilibrio della prima ff della trilogia.
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kankuro, Matsuri, Nuovo Personaggio, Sabaku no Gaara, Temari | Coppie: Gaara/Matsuri, Shikamaru/Temari
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gelosia fraterna '
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Incontri in piena notte











Era una calda mattina a Suna nonostante il sole stesse sorgendo proprio in quel momento. Matsuri si mise a sedere e stiracchiò le braccia, sbadigliò e scostò le coperte alzandosi. Scostò le tende ed aprì la finestra inspirando l'aria del mattino.

Fece una rapida colazione e bussò alla porta della sorella: la sera prima infatti le aveva chiesto di svegliarla nel caso non avesse sentito la sveglia poiché aveva una missione quella mattina.

Non ricevendo risposta decise di andarsi a vestire per concederle qualche minuto in più di sonno. Una volta pronta bussò nuovamente.
Nessun segno di vita.
Roteò gli occhi ed entrò: vide la sagoma della ragazza sotto le coperte.

<< Sumy... >>
<< … >>
<< Sumire... >>

Nada. Iniziò a scuoterla delicatamente alla spalla.

<< Miuuu... >>
<< Sumire io devo andare: ho un impegno all'accademia e poi devo andare all'ufficio di Gaara. Su svegliati >>

La sua risposta fu detta in una lingua sconosciuta al suo orecchio.

<< Che cosa? >>
<< … sonno >>
<< Beh fattelo passare. Dai svegliati >>

Sumire emerse dalle coperte e si stropicciò gli occhi.

<< Ok, ok... mi alzo arpia >>
<< Bene, io vado. A dopo >>

Matsuri prese un plico di fogli ed andò in ufficio.
Sumire si alzò pochi minuti dopo, ringraziò tutti i kami che conosceva e la pazienza della sorella per averle preparato il caffè, dopo averlo bevuto andò in bagno cambiandosi velocemente ed uscendo subito dopo.





*






Perchè?


Perchè a lui?



Ok la sua infanzia, ok che aveva fatto del male a un sacco di persone... ma si era scusato ed aveva passato, anzi stava passanto, la sua vita a cercare di porvi rimedio.



<< ♪Always on my mind♫♪... trallalà♪ >>


Erano le sette del mattino. Come diamine faceva ad essere tanto vitale?


I suoi fratelli erano probabbilmente a letto e conoscendo Matsuri lei doveva già essere all'accademia ad aiutare i nuovi sensei.
E lui era da solo con L'incubo.

<< Perchè stai cantando Sumire? >>
<< Perchè cantare è divertente. Tu non canti mai Gaa? >>
<< ... No >>

Lei fece spallucce e riprese a cantare mentre aspettava di ricevere la sua missione.
 

<< Potresti fare meno rumore? >>
<< No >> rispose mimando la sua voce << ...e poi da fuori non si sente >>

Gaara incrociò le braccia al petto.

<< Ma nel mio ufficio si >>
<< Su un po' di musica non può che rallegrarti. Io lo so perchè sei sempre di cattivo umore: lavori troppo. Dai non è normale che sei già in piedi quest'ora... non siamo mica in tempo di guerra >>

Gaara alzò gli occhi al cielo.

<< Devo essere sempre efficiente per poter servire il mio villaggio e... >>

Lei non lo stava nemmeno ascoltando.

<< ♫ I'm really sorry about the things that I said ♫♪ ... I'm kinda jealous and a little but unlucky in love ♫ >>

Gaara ispirò e fondo ed infine scoppiò.

<< Fa silenzio! Te lo ordino come Kazekage >>

Sumire smise di cantare e lo guardò con un sopracciglio alzato.

<< Eccolo che si gioca la carta del Kazekage. Io non ti rammento mica che sono la hime del clan Murasaki di Tsuki. Ne? >>



Ecco che lo zittiva di nuovo.




*







Da un po' di tempo le cose andavano piuttosto bene a Kankuro, soprattutto se si parlava della sua relazione con Sumire, non aveva di che lamentarsi.

Stava smontando il corno destro di Kuroari quando udì dei passi svelti avvicinarsi sempre di più, pochi istanti dopo la porta di camera sua si spalancò.

<< Kankuro! >>

Era Sumire: aveva il fiatone ed andava molto di fretta.

<< Ciao Sumi... >>

Forse in realtà un'unica pecca c'era.
Aveva notato che la ragazza negli ultimi giorni era più frenetica del solito, svolgeva un sacco di missioni e quando non era fuori dal villaggio si occupava dei falchi, dei cani ninja o altri piccoli incarichi.
Non che ne fosse dispiaciuto, adorava il fatto che la sua fidanzata e sua ex allieva fosse così dinamica e ligia al dovere, ma cominciava a vederla stanca e con la testa altrove.

<< Ciao. Scusa per caso hai tu le chiavi della serra piccola? >>
<< Hai... >>
<< Me le daresti per favore? Servono delle piante officinali che alla serra grande non sono fiorite >>
<< Wakatta >>

Prese le chiavi e fece per andarsene ma si bloccò in modo così repentino da rischiare di sbattere la faccia contro la porta.

<< Ah qui ci sono gli elenchi dei serpenti velenosi che sono arrivati ieri >> disse mettendoli sulla scrivania.
<< Sei sicura di stare bene? >>
<< Hai >>
<< Hai mangiato? >>

Sumire aprì la porta uscendo dalla camera.

<< Hai >>
<< Che cosa? >> gridò lui per farsi sentire.
<< Eee... un bicchiere d'acqua >>

Svanì prima che lui potesse farle altre domande.
Kankuro si grattò la testa molto confuso ed anche un po' preoccupato.





*








Matsuri bussò, entrò nella stanza ed incrociò lo sguardo di Gaara.

<< Buongiorno >> disse lui come al solito gentile.
<< Buongiorno >> rispose lei facendo un rapido inchino, nonostante il ragazzo le avesse detto che certe formalità non erano necessarie certe abitudini sono dure a morire.

Iniziò immediatamente a mettere in ordine la pila di documenti che si formava ogni giorno, alle volte si domandava se non apparisse di notte sulla scrivania come un fungo.

Mentre svolgeva il suo lavoro un pensiero continuava a frullarle nella testa: la sorella ultimamente svolgeva missioni anche di livello molto basso, era molto più frenetica del normale, era piuttosto stanca e quindi dormiva molto più del solito per via di tutto quel lavoro.

In pratica stava cominciando a vivere con un mezzo zombie.

Gettò un rapido sguardo a Gaara, lui era concentrato coi suoi documenti e si sentiva a disagio a disturbarlo.
Si umettò le labbra e scostò una ciocca di capelli dal viso.

<< Vado a prendere altri fogli autenticati >>
<< Wakatta >>

Gaara alzò gli occhi stranito, aveva notato quello strano comportamento da parte della sua ex allieva ma decise di non dargli peso.

Matsuri tornò pochi minuti dopo e poggiò i fogli sulla scrivania, ricominciò a catalogare i documenti già compilati tuttavia il pensiero continuava ad affliggerla e alla fine prese coraggio e gli fece quella domanda.

<< Gaara posso chiederti una cosa? >>

Lui alzò la testa ed annuì.

<< Certamente >>
<< Come mai assegni a Sumire tutte quelle missioni? >>

Gelò.
Non poteva certo dirle che era un'esplicita richiesta della sorella perché voleva ripagarlo per l'oasi. Era una sorpresa e di certo non voleva rovinarla. Non gli piaceva mentire inoltre se si trattava della sua preziosa ex allieva gli risultava piuttosto difficile.


<< Quali missioni? >>

Lei alzò un sopracciglio dubbiosa: non era da Gaara dare risposte così banali.

<< Svolge un sacco di missioni di livello C e D... in pratica non ha il tempo per respirare >>

Per un istante lui non seppe dove posare gli occhi, poi disse la prima cosa che gli venne in mente.

<< Beh è una kunoichi e le kunoichi svolgono le missioni >>

Matsuri era sempre più stranita, ma decise di insistere in maniera garbata.

<< Ci sono tanti ninja al villaggio >>

Lui diede una risposta vaga, evasiva.

<< Si ma preferisco assegnarle a lei >>

Alla fine la pazienza della ragazza si esaurì e decise di essere più diretta, ma cominque rispettosa e garbata.

<< Non capisco Gaara. Sul serio >>

Messo alle strette il Kazekage non trovò altra scelta che essere diretto.

<< Insomma non è una faccenda che ti riguarda >>

Non alzò la voce ma il suo tono era così fermo e severo che la ragazza non poté fare a meno di abbassare lo sguardo a disagio.
Si sentiva anche offesa poiché non credeva davvero di meritare un comportamento così brusco da parte sua, tuttavia non se la sentì di fronteggiarlo.

<< Perdonami non pensavo di essere invadente >>

Lui si rese immediatamente conto di aver sbagliato, cercò di dire qualcosa, qualsiasi cosa, per rimediare ma si ritrovò nel panico ed incrociare quegli occhioni tristi ed offesi non gli rese certo le cose più facili.

<< Iee. Non è questo... >>

Lei prese un plico di fogli e fece un rispettoso inchino.

<< Vado a terminare i documenti a casa. Scusa ancora >>
<< Aspetta... >>

La ragazza corse via chiudendo velocemente la porta.






*







C'erano due cose che Sumire pretendeva al mattino: la prima è che non le si facessero domande, di nessun genere.

La seconda era il caffè.

Non si accontentava di una brodaglia calda, lei pretendeva una particolare miscela fatta con chicchi di caffè tostati e doveva essere nero, ristretto, amaro e caldo come le peggiori fiamme dell'inferno.

Kankuro questo l'aveva imparato bene, sempre più spesso intatti la sua ragazza sgattaiolava dentro il suo laboratorio e si intratteneva fino al giorno dopo. Ecco perché appena sveglio si limitava a darle un veloce bacio sulle labbra, andava a cambiarsi, le preparava il caffè poggiandoglielo sul comodino e si metteva a sistemare le sue marionette nel più completo silenzio in attesa che si svegliasse spontaneamente e preferibilmente tranquilla.

Quella mattina il marionettista stava intagliando un dito per una marionetta quando la ragazza si inginocchiò dietro di lui poggiando il petto sulla sua schiena e dandogli un caldo bacio alla base del collo.
Avvertì un piacevole brivido lungo la schiena.

<< Buon giorno >> disse con la voce ancora impastata dal sonno.
<< Ciao. Dormito bene? >>

Lei arricciò il naso e sorrise.

<< Perché, abbiamo dormito? >>

Lui rise solleticandole un fianco.

<< Smettila. Non puoi iniziare con queste battute già alle sette del mattino >>

Sumire si irrigidì.

<< Che ore hai detto che sono? >>
<< Le sette >>

Scattò in piedi.

<< Oddio devo correre! >>

La vide fiondarsi in bagno per poi vestirsi velocemente.

<< Perché? >>
<< Ho una missione >>

Lui aggrottò la fronte.

<< Ma solo ieri hai svolto due missioni di livello D e una di livello C. Si può sapere perché svolgi così tante missioni? >>

Lei stava saltellando nel tentativo di infilarsi le calze stando in piedi.

<< Ho bisogno di contante >>

Il ragazzo si stranì nel sentire quella risposta, dopotutto era convinto che la ragazza possedesse ancora tutti i suoi beni.

<< Se vuoi potrei... >>
<< Non pensarlo nemmeno >> disse dandogli un veloce bacio a stampo << Corro. Ci vediamo >>





*







Non ci volle molto prima che Kankuro finisse di costruire la mano i legno non appena finito il lavoro si alzò e andò dritto nell'ufficio del fratello. Entrò senza bussare.

<< Ciao otouto >>

Gaara come al solito era chino sui documenti.

<< Mh.. >>

Kankuro inclinò le testa di lato.

<< Loquace come sempre >>
<< Che vuoi? >>
<< Sembri pensieroso >>

Gaara alzò lo sguardo e gli spiegò cos'era successo.

<< … così Sumire mi ha chiesto quell'oasi in cambio. Ho controllato ed è vero che apparteneva alla sua famiglia prima che papà … la confiscasse. Lei e Matsuri ci tenevano tanto a riaverla così l'ho acquistata privatamente >>

Kankuro si portò le mani sui fianchi.

<< Per caso è per questo motivo che Sumire ti ha chiesto di svolgere tante missioni? >>
<< Hai... preferirei che non lo facesse, ma ha insistito per ripagarmi >>
<< Non ti facevo così tenero otouto... >> disse lui prendendolo in giro.

Gaara si grattò la nuca imbarazzato.





*







Da ormai parecchie sere Sumire aveva preso il vizio di entrare in camera del fidanzato in piena notte, alle volte rimaneva altre preferiva andarsene prima che facesse giorno.

Poco prima dell'alba Sumire si svegliò e sorrise nel vedere Kankuro addormentato sereno accanto a lei che la abbracciava come se non volesse farla scappare.
Gli diede un veloce bacio e si rivestì in fretta per poi sgattaiolare fuori dalla camera.
Fino a quel momento era riuscita a non farsi beccare da nessuno ma quella maledetta mattina incrociò il kazekage che si stava recando a prendere un bicchiere d'acqua.
I due rimasero immobili un paio di secondi scrutandosi in completo silenzio, poi il ragazzo decise di parlare.

<< Che diamine ci fai qu...? >>

Lei per tutta risposta gli tappò la bocca con una mano e lo fissò dritto negli occhi.

<< Ssssh! Tu non hai visto niente >>

Ora bisogna sapere che Gaara dopo l'estrazione del demone tasso era scattato, scattato veramente, un'unica volta.
Era era successo quando Naruto si era presentato in guerra come un fulmine a ciel sereno.
Adesso era giunto il momento di fare il bis.

<< Come ti permetti! >>

Temari uscì dalla camera coi capelli all'aria e gli occhi semichiusi.

<< Che hai da gridare Gaara? >>
<< E' colpa sua >>

Temari guardò davanti a lui ma non vide nulla.

<< Di che stai parlando? >>

Gaara si guardò intorno sconcertato: quella piccola strega era scomparsa nel nulla.

Temari sbadigliò.

<< Avrai avuto un incubo Gaa... torna a dormire >>

Il povero kazekage roteò gli occhi al cielo e serrò i pugni dirigendosi in camera sua.


Quella maledetta l'aveva fregato per l'ennesima volta.





*






All'interno della sua camera Temari gettò un sospiro di sollievo.

<< Allora sei qui >>

Una figura si mosse nell'ombra.

<< Maledetto! Ero convinta che ti avesse beccato. Ti avevo detto di andartene mezz'ora fa >>
<< Mendokuse fammi dormire sto morendo di sonno >>

   
 
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