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Autore: endif    26/06/2009    9 recensioni
"Il buio si fece più buio. Una voragine si spalancò nel mio petto. All’improvviso sentii il dolore, immenso, pulsante, invadermi la testa. «Non c’è più…» mormorai. Chiusi gli occhi e con tutto il fiato che avevo in gola urlai tutta la mia disperazione."
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Change'
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NOTA DELL’AUTRICE: Carissime e carissimi, penso che mi attendevate con ansia. Non posso spingere oltre il mio sadismo, quindi posto. Vorrei rispondere ai vostri commenti, siete stati davvero carinissimi.

Vorrei dedicare questo cappy a Gazy (la mia Beta) e a Meticcia. Glielo devo!!!

Il cap. non è ancora betato, scusate gli errori.

ch_cullen: Grazie, spero che la tua attesa sia valsa la pena… Baci endif

francef80: Ho fatto di peggio, credimi…! Questo cappy esaudirà i vostri sogni più sfrenati (o quasi) !!!

 sweetmoon: Mi piacerebbe continuare con una nuova ff, in realtà l’avrei già in mente, ma non posso promettere niente, tra un po’ ci saranno un po’ di cambiamenti nella mia vita, quindi…, vedremo! Baci endif

 titty88: E non hai ancora letto questo cappy … sono dolcissimi, Ed in particolare. Fammi sapere che ne pensi! Baci endif

keska: Ciao cara, ho cercato di non cadere nella solita trappola “prima notte  con tanto di pizzi e merletti”. Sono contenta che l’hai apprezzato. Spero anche che la mia visione “dell’esperienza “ sia di tuo gradimento.  Io ho sempre pensato che fra loro sarebbe stato così. Lasciami un commento, mi interessa sapere cosa ne pensi. Baci M.Luisa

mistica88: Tutte sotto il sole cocente eh?! E se questi sono i risultati!!! Grazie per il tuo commento Baci endif

bigia: Continuo, non temere… Ho ancora qualche cartuccia nel mio pc!!!

anna cullen: Non preoccuparti se non hai potuto recensire (sigh!!!!), sono contenta che ti sei tirata tutti gli ultimi aggiornamenti uno dietro l’altro, c’è più gusto no?!!! Ora, però, fammi sapere che ne pensi del cappy saliente!!! Baci endif

lady cat: Abbi fede cara, sono sadica, non st……upida! Ciao endif

Meticcia: Cara, non posso che dedicarti questo capitolo.  Mi sembra giusto, quasi doveroso. Mi spiace se non sarà troppo soft, mi è venuto testè e non credo corretto mitigarlo se è uscito così di getto. Spero che apprezzerai cmq. Finalmente arriviamo al sodo, anzi al sodissimo….  Bacioni endif

Cullenboy:  ma no che non lo fermo, mica che sono così cattiva!!! Leggi questo cappy, vedrai che riusciamo a farli contenti! Baci endif

 

ATTENZIONE CAPITOLO CON RATING ROSSO.

 

CAP. 35

INDIMENTICABILE

 

EDWARD

Capii solo in quell’istante perché quella piccola vampirella aveva insistito tanto con Jasper per voler rimodernare le nostre stanze nella casa di Hanover. Alice doveva aver visto qualcosa nelle sue visioni di cui mi aveva tenuto debitamente all’oscuro, ma in quel momento le fui estremamente grato per aver provveduto a far installare un comodissimo letto matrimoniale nuovo di zecca nella mia stanza.

Con Bella tra le mie braccia, completamente nudi, marciavo alla volta della mia camera da letto.

Con grazia aprii la porta e la deposi delicatamente sulle lenzuola candide, dopo aver scostato il copriletto blu.

La osservai dall’alto per la prima volta completamente svestita. Le sue guance arrossate, il suo respiro affannato che faceva sollevare il suo seno velocemente, le ginocchia leggermente piegate che permettevano ai miei occhi di scorgere i suoi più intimi segreti, Bella sembrava un angelo.

Il materasso si piegò sotto il peso di un mio ginocchio, e mi distesi al suo fianco.

Mi guardava con occhi dolci ed innamorati, emozionata e confusa.

«E’ la tua stanza?» il suo cuoricino batteva impazzito.

Le sfiorai una guancia con delicatezza: «No, è la nostra stanza.» rettificai con un sussurro.

I suoi occhi brillarono di gioia.

Avrei fatto in modo che fosse un’esperienza indimenticabile per entrambi.

Potevo farcela.

Cominciai a percorrere il suo corpo con la punta delle dita, sfiorandolo con venerazione. Lei chiuse gli occhi e dischiuse lievemente le labbra.

Guardai il suo volto rapito dal piacere che vi scorgevo e che sapevo di starle donando in quel momento. Una meravigliosa sensazione di benessere e di appagamento mi avvolse, mentre la sentii ansimare più rapidamente quando le mie dita si chiusero su un suo capezzolo. Desideravo darle di più, farle assaporare un piacere sempre più intenso, sempre più sconvolgente.

Scesi con le mie labbra su quella piccola punta protesa verso di me e la lambii con la mia lingua gelida. Al contatto sentii che Bella si inarcava contro di me, mantenendomi fermo il capo. Spinse il suo capezzolo turgido più profondamente tra le mie labbra e dovetti fare uno sforzo enorme per non morderglielo. Strinsi gli occhi e mi concentrai con evidente difficoltà.

La sua pelle sapeva di buono, sapeva di aria aperta e di freschezza.

Non le avrei fatto alcun male, sarei riuscito a controllarmi.

Le sue gambe si intrecciarono alle mie e la porzione superiore della sua coscia sfiorò la mia eccitazione pulsante. Sempre ad occhi chiusi, corrugai la fronte e le mani mi tremarono impercettibilmente per lo sforzo di trattenere la mia forza.

Lei si fidava di me, aveva messo nelle mie mani non solo il suo corpo, ma tutta la sua stessa vita.

Calmo Edward, stai andando bene. Pensai cercando di tranquillizzarmi.

Ma quando sentii le sue dita impertinenti sfiorarmi intimamente, fui sicuro che non avrei resistito un secondo di più. Già mi si erano formate nella mente delle immagini di inaudita violenza che mi avevano scurito gli occhi e l’animo, quando la sua voce esitante e rotta dall’emozione mi trafisse il cervello: «Posso … posso toccarti?»

Dolce, dolcissimo amore mio! Spostai le mie mani sui suoi fianchi e la issai a cavalcioni su di me. L’accarezzai lievemente sul ventre e terminai la discesa posando i palmi ben fermi sul materasso. Non mi sarei mosso di un millimetro, a costo di morire di piacere.

«Certo che puoi, non c’è nulla che potrebbe farmi più piacere.» la rassicurai con un sorriso e deglutii il veleno che mi era schizzato in bocca un attimo prima. Pensai che in quella posizione Bella si sarebbe sentita più sicura, più padrona della situazione e mi preparai a ricevere il prossimo supplizio.

Così, con i capelli disordinati, gli occhi lucidi, a gambe divaricate su di me, con il suo delizioso e profumato intimo calore che mi schiaffeggiava il viso, Bella era di una bellezza indescrivibile. Se fossi morto in quest’istante, non avrei rimpianto nulla delle mie vite. Scese con i glutei quasi sulle mie ginocchia e accompagnò il gesto con una lieve carezza degradante dal mio torace al mio ventre.

Senza indugiare troppo, le mani della mia amata arrivarono direttamente alla fonte del mio piacere. Timida e delicata per timore di farmi male, sentivo che le muoveva esitante, in una carezza struggente e sensuale. Mi accorsi di aver digrignato i denti e cercai di rilassare l’espressione del volto. Non avrei mai creduto possibile che potesse esserci una tortura più dolorosa dal ricevere un piacere così grande.

Teso fino allo spasimo la fissavo in volto, mentre lei mi osservava con curiosità e desiderio, le labbra lievemente dischiuse.

«Bella, io non … credo di riuscire a resistere se continui ancora, mentre … mi guardi così …» riuscii ad articolare una frase tra un ansito e una parola strozzata.

«Davvero?» la voce le uscì dalle labbra atteggiate in una smorfia maliziosa.

«E, così?» chiese mentre si spostava più in su con il bacino fin quasi a far toccare le nostre intimità.

Contrassi il ventre con forza e le mie mani le afferrarono i fianchi decise.

No, non era ancora il momento. Dovevo prima prepararla.

Con un rapido movimento la portai sotto di me, ma mi mantenni da lei discostato quel tanto da permettermi di poterla toccare e guardare con facilità.

«Tu vuoi farmi impazzire …» le dissi in un soffio. Bella giocava con il fuoco, ma era felice e a suo agio. Proprio ciò che volevo per lei. Pensai febbrilmente che la prima volta di una ragazza poteva essere molto dolorosa se non fosse stata completamente rilassata, e sapevo che mio malgrado avrebbe sofferto per la mia intrusione nel suo corpo. Ma sapevo anche che il mio autocontrollo stava vacillando. Entro breve avrei potuto perdere tutta la delicatezza che mi ero imposto, e sarei potuto diventare brutale.

No, non volevo che Bella ricordasse la sua prima volta come un’esperienza solo dolorosa. Ci avevo pensato ogni attimo da quando avevamo deciso di fare l’amore, chiedendomi come fosse meglio per lei. Non ero riuscito a darmi una risposta. Ma sapevo che il suo piacere doveva venire prima del mio.

Perciò, guidato solo dal mio istinto, scesi con la mano tra le sue gambe e la sfiorai piano. Era molto bagnata e calda.

Si irrigidì un po’.

Introdussi delicatamente un dito che scivolò senza attrito dentro di lei. La sentii ansimare forte e aggrapparsi con le unghie alle mie spalle. Le feci scorrere una mano sulla schiena sostenendola senza sforzo e continuai a toccarla intimamente. Man mano sentivo che Bella si lasciava andare contro di me, che i suoi muscoli si abituavano al contatto con le mie dita e con la mia temperatura, fin quando la sentii sussurrare con voce rotta dall’emozione contro la mia guancia: «Edward, non ce la faccio più …»

Allora le divaricai gentilmente le gambe e mi sistemai con il bacino verso la sua apertura. La guardai negli occhi intensamente, aspettando un suo cenno. Mi guardò con amore ed annuì con il capo.

Presi, quindi, un respiro profondo e le dissi: «Bella, ti amo. Perdonami» e spinsi a fondo, penetrandola in un solo colpo.

La vidi sgranare gli occhi, e mi impietrii afflitto mentre cominciavano a luccicare, colmi di lacrime.

 

BELLA

Una lacrima scese sul mio volto, mentre affondai il viso nell’incavo del collo di Edward mordendomi forte il labbro per non urlare.

Un dolore lancinante mi invase dal centro del mio corpo pervadendomi tutti i muscoli.

Sapevo che avrei provato dolore, ma non ero preparata ad affrontarlo. Il primo istinto fu quello di chiudere le cosce e rannicchiarmi in posizione fetale.

Sentii che Edward si era immobilizzato concedendomi il tempo di far scemare l’intensità del dolore e con una mano mi sosteneva la schiena. Aveva l’altra puntata sul materasso e ci teneva uniti senza sforzo, un po’ rialzati.

 Tratteneva il respiro, non si muoveva di un millimetro.

Cominciò a deporre piccoli baci sulla mia spalla, nel tentativo di rilassarmi. Rimasi ferma per paura di provocare qualche altra fitta e lui fece altrettanto.

Quando mi sentii abbastanza  sicura accennai un timido movimento con il bacino.

Ancora un po’ di dolore ma, per lo più, indolenzimento.

Rilassai le spalle e divaricai un po’ più le gambe. Lo sentii scivolare dentro di me più profondamente. Un gemito mi uscì dalle labbra.

«Amore, è … passato?» mi chiese con voce tesa e tremante.

Senza avere la forza di pronunciare nemmeno una parola, annuii piano con il capo e lo sentii immediatamente rilassarsi. Si mosse un po’ dentro di me e un altro gemito mi uscì dalle labbra. Cominciai a muovermi aumentando un po’ in più il ritmo e ai miei movimenti mi accorgevo che seguiva qualche sua spinta.

Ma era come se Edward trattenesse i suoi muscoli, la sua forza.

Aveva paura di farmi ancora male.

Un calore prese a diffondersi nel mio ventre e mi aprii decisa verso di lui, spingendolo verso di me: «E’ tutto ok, non mi farai male. Mi … mi piace … sentirti.» Percepii un sospiro al mio orecchio e capii che aveva finalmente liberato i polmoni e ripreso a respirare.

«Bella, se provi dolore devi dirmelo subito.» mi disse con voce roca e non appena assentii, prese a muoversi dentro di me, prima lentamente, poi sempre con maggiore foga.

Puntò le mani ai lati del mio viso sul materasso e potei vedere i suoi occhi neri dall’eccitazione.

Della nostra eccitazione.

Senza staccare gli occhi l’uno dall’altra, prendemmo a muoverci in perfetta sincronia.

Il mio respiro divenne il suo respiro, i miei mormorii si fondevano con i suoi, il battito del mio cuore divenne il suo.

Persi la percezione del tempo e dello spazio.

Io e lui. Un solo corpo, una sola anima.

I sospiri divennero ansiti, gli ansiti divennero gemiti.

Il piacere esplose in me e raggiunsi l’orgasmo urlando il suo nome ed il mio corpo accolse il suo piacere esattamente un attimo dopo.

«Sì, Bella …  amore, amore mio …» percepii le sue parole soffocate dall’emozione nell’estasi del momento.

Poi, non ci fu altro nella stanza che non fossero i nostri respiri affannati.

Mi accorsi solo vagamente delle sue mani tiepide che mi stringevano al suo petto, prima di scivolare beata nell’incoscienza.

   
 
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