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Autore: stellinabg    11/01/2018    0 recensioni
La Monroe e gli altri cacciatori continuano ciò che hanno iniziato e, seguendo gli insegnamenti del vecchio e defunto Gerard, hanno in serbo il piano perfetto per eliminare una volta per tutte Scott, Derek e tutto il loro branco; peccato però che il potere da banshee di Lydia, riesca a fare sgretolare pian piano l’effetto sorpresa su cui speravano di contare la Monroe e i suoi uomini.
Nel frattempo, a Beacon Hills, una serie di omicidi insanguina la città. Le vittime, apparentemente, sembrano non avere collegamenti tra loro, ma lo sceriffo Stilinski e il vicesceriffo Parrish, avvalendosi dell’aiuto di vecchi e preziosi amici, riusciranno a sbrogliarne la fitta matassa rossa.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il branco, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1 – COMBATTERE PER QUALCOSA DI IMPORTANTE

 
If you want to fight and die for something, that's fine with me,
but do it for something meaningful.
” (Cora Hale, S3x12)


Brasília (Brasile), novembre 2013
La luna piena si stagliava nel cielo, grande e luminosa, rischiarando il bosco poco lontano dal centro urbano che, solitamente, era completamente immerso nel buio; rumori di spari risuonavano nell’aria, spezzando il silenzio che generalmente regnava in quel luogo remoto, in cui il chiasso della città non arrivava mai a turbarne la tranquillità.
Se ci fosse stato qualcuno fermo in un punto qualunque, avrebbe potuto vedere due sagome longilinee farsi largo tra gli alberi e i cespugli, seguite a poca distanza, da 3 o 4 tizi in moto da cross, vestiti di scuro e armati di fucili o balestre.

I capelli lunghi e castani ondeggiavano in aria, mossi dal movimento di quella corsa sfrenata per scappare ai propri inseguitori. Dietro di lei, una ragazza dai lineamenti tipicamente brasiliani, cercava di mantenere il passo, ma continuava ad incespicare e a cadere.
- Anita, corri! Non ti fermare! -
Sapeva che era fiato sprecato. La sua compagna di branco era sfinita e ben presto si sarebbe fatta catturare e uccidere da quelli che avevano tutta l’aria di essere dei cacciatori, probabilmente gli stessi che da qualche mese, stavano decimando i licantropi e le altre creature magiche della zona.

- Perché torni a Beacon Hills, Derek? Ti è per caso andato di volta il cervello? Non capisci che è una trappola? Lo capirebbe anche un bambino! -, chiese fuori di sé.
- Devo farlo, Cora! E’ la nostra città. -, rispose deciso il ragazzo.
- E’ questa ora la nostra città! -, protestò.
- Gli Hale sono stati i protettori di Beacon Hills per secoli, non possiamo tirarci indietro ora. -
- Sì che possiamo! Cosa hanno fatto gli abitanti di Beacon Hills per noi? La nostra casa è andata a fuoco e nessuno se ne è mai preoccupato, Laura è stata uccisa e hanno pensato bene di incolpare te, persino quei ragazzini a cui hai parato il culo per tutto il tempo, non hanno fatto altro che metterti nei guai… -
- Non puoi capire Cora -, la interruppe, per poi emettere un lieve sospiro di rassegnazione. -  Non ti chiedo di seguirmi, ma almeno non cercare di fermarmi…


Non sapeva nemmeno lei perché all’improvviso le era venuto in mente quel dialogo con suo fratello. Derek era partito già da un mesetto, abbandonando lei e i suoi compagni ad un destino ormai segnato. Le morti continuavano a susseguirsi, senza che loro potessero fare niente per fermarli; mentre i superstiti, impauriti per quella situazione, partivano in quantità sempre più maggiori. Cora si sentiva impotente e frustrata. Avrebbe voluto reagire, combattere, ma era consapevole che non avrebbero mai potuto avere la meglio. Inoltre, anche se avessero ucciso quei cacciatori, ne sarebbero venuti di nuovi e anche più agguerriti, stimolati dall’odio e dalla paura che quelle morti avrebbero causato in loro. E non importava se fosse stata legittima difesa, per i cacciatori erano i licantropi i mostri della situazione.
Un altro rumore di sparo risuonò nell’aria, interrompendo i suoi pensieri; uno sparo che Cora riuscì ad evitare per un soffio, grazie alla sua grande prontezza di riflessi. Essere una Hale la dotava di un istinto innato che tanti altri licantropi, seppur più grandi di lei, non avevano; tuttavia, la castana temeva che quell’istinto non l’avrebbe potuta proteggere per sempre. Fin troppe volte era riuscita a scamparsela da morte certa e una brutta sensazione l’attanagliava, permettendo alla paura di farsi largo in lei.
Ancora uno sparo e dietro di lei sentì nuovamente Anita incespicare su qualcosa e finire a terra. Cora si fermò a vedere, pronta ad aiutarla a rialzarsi, ma ancor prima che potesse voltarsi, percepì un forte odore di sangue.
- A-anita! -, esclamò con una punta di preoccupazione, notando che la compagna aveva una ferita d’arma da fuoco sulla coscia. Era sicuramente un proiettile con dello strozzalupo, considerando che la licantropa sembrava non essere in grado di rimarginare la propria ferita.
- Cora, va’! -, esclamò l’altra, probabilmente intuendo che per lei ormai la fine era vicina. La giovane Hale esitò qualche istante, osservando prima quanto si erano fatti più vicini i cacciatori e poi posando nuovamente lo sguardo sulla ragazza a terra che, pur cercando di rialzarsi in piedi, non ci riusciva. Non avrebbe più potuto correre e Cora non sarebbe riuscita a trascinarla, non senza farsi catturare lei stessa.
- Ti vendicherò! -
Fu l’unica cosa che poteva prometterle in una situazione del genere e, pure quella, non era sicura di riuscire a mantenerla. Riprese a correre veloce, mentre le lacrime le offuscavano la visuale.
- Maledizione! -, esclamò tra i denti, sorprendendosi lei stessa di quanto si stesse lasciando andare all’emotività. Si voltò indietro e notò come i suoi inseguitori avessero ignorato completamente Anita, per poter raggiungere lei. La paura e la consapevolezza che con ogni probabilità non avrebbe potuto tenere fede alla promessa fatta all’amica, le annebbiarono la mente. I cacciatori erano sempre più vicini e Cora era ormai esausta e senza idee per poter uscire incolume da quell’inseguimento. Ritornò con lo sguardo avanti a sé e tentò di aumentare la velocità, ma anche così sentì il rombo dei motori sempre più forti, segno che ormai mancava davvero poco agli uomini per esserle addosso.
Si voltò ancora indietro e spalancò gli occhi, non appena si rese conto di avere uno di loro a pochi metri da lei con una strana arma in mano. Non ebbe il tempo di pensare a nulla o di fare qualcosa che, improvvisamente, si ritrovò intrappolata in una rete elettrificata, senza nemmeno capire come l’uomo ci fosse riuscito. Una forte scossa le provocò un dolore indescrivibile e istintivamente la ragazza assunse la sua forma da licantropo, mentre un ululato di dolore risuonò nell’aria, probabilmente arrivando ad udirsi persino in città che, a quell’ora della notte, era immersa nel silenzio.


Beacon Hills, gennaio 2014
Era l’ultimo giorno di vacanze invernali, ma Liam aveva avuto davvero poco tempo per godersi quella pausa. Con tutte le lezioni che aveva perso per combattere il sovrannaturale e successivamente i cacciatori, il giovane licantropo si ritrovava con parecchie materie da recuperare, se non voleva rischiare di venire bocciato. Non poteva permettersi di deludere nuovamente sua madre e il suo patrigno che, anche se ormai non ne parlavano più, avevano dovuto affrontare un duro colpo quando il ragazzo era stato espulso dalla Devenford per il suo carattere violento. Per due persone affermate come loro (il patrigno era un medico rinomato e la madre era l’avvocato più richiesto della zona), era uno smacco davvero pesante da subire.
Come se non avesse già fin troppo da fare, i genitori di Liam avevano deciso di trasformare il piccolo studio che usavano per portarsi a casa il proprio lavoro, in una camera da letto per Theo che ormai abitava in pianta stabile da loro e che, fino ad allora, condivideva la stanza con Liam, dormendo in una piccola brandina posizionata vicino al suo letto. Ovviamente Theo, per mostrarsi riconoscente di quella decisione, si era offerto di provvedere lui stesso ai lavori, così Liam per non sembrare da meno, aveva detto che avrebbe dato una mano anche lui.
- Ancora non ci posso credere che Theo abiti a casa tua… -, commentò Mason, mentre lo seguiva con uno dei tanti scatoloni da portare in garage, -…ed ora, solo dopo due mesi, i tuoi genitori hanno deciso di chiederne la custodia legale e di creargli una stanza tutta per lui! -
- Eh già… -, rispose distrattamente. Liam aveva ospitato la chimera a stare a casa sua subito dopo la lotta contro la Monroe, con la scusa di volerlo tenere sotto controllo: in fin dei conti, era stato lui a riportarlo indietro dall’inferno, quindi si sentiva responsabile, non solo di quel che avrebbe potuto fare, ma anche della vita stessa del ragazzo. Così, quando aveva saputo che Theo per mesi aveva dormito in auto, Liam non ci aveva pensato due volte ad ospitarlo a casa. D’altronde, la chimera aveva ormai dimostrato di non essere un pericolo per gli altri e gli aveva salvato la vita diverse volte, tanto da convincere il giovane licantropo che non sarebbe stato un problema per l’incolumità dei suoi genitori.
- Che ci vuoi fare?! I signori Dunbar mi adorano! -, commentò Theo con spavalderia, sopraggiungendo proprio in quel momento nel garage con un altro scatolone, seguito da Corey che pareva un po’ in difficoltà con quello che trasportava lui, tanto che Mason si affrettò subito a corrergli incontro per aiutarlo, ignorando completamente l’altra chimera.
- Tsk…giusto perché non sanno cosa tutto hai fatto! -, rispose in tono leggermente acido il giovane licantropo, - Se lo sapessero, non acconsentirebbero mai ad avere in casa un assassino come te! -
In effetti, Liam per convincere i suoi genitori a prendersi cura del ragazzo, si era dovuto inventare una scusa plausibile, dato che i due erano completamente all’oscuro di tutto ciò che riguardava il sovrannaturale, cosa alquanto strana, considerata la tanta propaganda che la Monroe e Gerard avevano fatto in città.
- Eh? – Theo parve sorpreso di quella risposta o forse si divertiva solo a farlo credere.
- Ma come? Ti vuoi per caso rimangiare le belle parole che mi hai detto l’altra settimana? -, chiese la chimera, fingendosi rattristato. Liam doveva ammettere che era davvero un ottimo attore e forse era proprio per quello che aveva conquistato i suoi genitori in così poco tempo.
- Di cosa sta parlando? -, chiese Mason, dopo essersi scambiato un’occhiata interrogativa con il proprio ragazzo. A Liam sembrava che quei due a volte parlassero con la mente, quando si scambiavano certe occhiate di complicità, una cosa che un tempo a lui succedeva con Hayden, la sua bella e amata Hayden. Ripensare a lei, gli fece venire una grande nostalgia e si rese conto di quanto gli mancasse, a differenza della ragazza che, dopo aver ignorato ogni suo messaggio e ogni sua telefonata, aveva poi iniziato a non essere nemmeno più raggiungibile, segno che molto probabilmente aveva addirittura deciso di cambiare numero.
- Il qui presente Liam Dunbar… -, esordì Theo con fare teatrale, interrompendo i suoi pensieri, - …ha detto di tenere a me. -
- Bugiardo! -, lo ammonì il più giovane, - Ho detto solo di considerarti un amico… Ed è successo almeno due settimane fa! -
- Solo? -, chiese scioccato Mason, mentre Corey ridacchiava, visibilmente divertito da quel loro battibecco.
- Ragazzi…! -, la voce della madre di Liam giunse in lontananza, interrompendo la loro discussione, per avvisarli che aveva preparato un po’ di tè caldo, in modo che facessero una pausa. Erano ore che imballavano le cose nello studio per portarle nel garage e ora che ormai quella parte così noiosa era finita, era giusto che riposassero un po’, prima di iniziare a montare il letto e l’armadio, da aggiungere ai mobili che già erano presenti nella stanza, cioè la scrivania e la libreria.

Massachusetts Institute of Technology, gennaio 2014
Quella notte, tanti incubi avevano tormentato il sonno della giovane banshee che, finite la vacanze invernali, era rientrata proprio quel giorno nel Massachusetts. In realtà, non era stata molto sicura di lasciare Beacon Hills perché una terribile sensazione si era fatta largo in lei, ma un po’ tutti l’avevano spronata a partire, convincendola che la sua fosse solo paura di tornare a lezione. Lydia ne dubitava, dato che non era mai stata una con timori del genere, ma alla fine si era convinta ad andare. Aveva già perso troppi mesi di lezioni e, anche per una persona intelligente come lei, perderne altri, avrebbe potuto significare non passare gli esami di quell’anno e ritrovarsi a ripetere l’anno.

“La tua è solo paranoia, Lydia. E’ tutto tranquillo ora: la Monroe è fuggita chissà dove e a ritrovarla ci stanno pensando Stiles e Braeden, utilizzando le risorse del F.B.I. Tutto quello a cui devi pensare adesso è al tuo futuro, Lydia. A Beacon Hills ci pensiamo noi Hale, Liam e gli altri.”

Le aveva detto così Malia e, sebbene erano rare le volte in cui una cattiva sensazione di Lydia poi si dimostrasse infondata, era rimasta rincuorata dal fatto che comunque ci sarebbe stato chi avrebbe vegliato sulla città.

Aveva da poco varcato la soglia dell’enorme edificio in pietra e, dopo aver osservato sull’enorme tabellone in quale aula andare, aveva iniziato a salire la grande scalinata in marmo, tipica degli edifici molto antichi come quello. Ad ogni gradino, però, il senso di irrequietezza aumentava in lei, facendole ripensare all’incubo avuto quella notte. Un gradino, poi un altro. I passi diventavano sempre più difficili, finché non perse l’equilibrio e per poco non finì in terra. Fortunatamente, però, qualcuno l’afferrò giusto in tempo, impedendole di rotolare giù per le scale.
- Tutto bene? -
Davanti a sé, vide il viso di uno sconosciuto che, ad occhio e croce, poteva essere della sua stessa età: capelli corti e castani chiaro e occhi azzurri, altezza media; un tempo avrebbe anche potuto pensare che fosse affascinante, ma da quando si era legata a Stiles, si rendeva conto di non prestare più attenzione agli altri ragazzi. Affianco a lei, c’era una ragazza dai lunghi capelli ricci color castano e occhi nocciola; anche lei una bella ragazza e Lydia era sicura di averla già incrociata, probabilmente nel residence universitario in cui pernottava o magari a qualche lezione.
- Sì, grazie. Ho solo messo male il piede… -, si affrettò a rispondere. I due parvero crederle, così li vide allontanarsi da lei, mano nella mano, lasciandola sola con i suoi pensieri.

Beacon Hills, gennaio 2014
Natalie Martin era appena entrata nel proprio ufficio da preside del Liceo, quando il proprio cellulare iniziò a squillare. Lo prese in mano e vide subito che la chiamata proveniva dal telefono di sua figlia e la donna credeva anche di sapere il motivo per cui la ragazza la stava chiamando. La sera prima, infatti, prima di recarsi in aeroporto, Lydia le aveva consegnato una pennetta usb, raccomandandosi tanto di farla avere a Liam Dunbar. La donna non sapeva esattamente quale fosse il contenuto di tale penna, ma aveva capito che era qualcosa di molto importante e, considerando che il destinatario era Liam, che da quel che Lydia le aveva detto era un licantropo, Natalie era convinta che si trattasse di qualche files che riguardava il mondo soprannaturale.
- Buongiorno, tesoro! -, la salutò allegramente la donna, appena aperta la chiamata, sedendosi sulla propria sedia - Non ti devi preoccupare, ho Liam proprio qui davanti a me ora… -
Natalie, infatti, aveva appena incrociato il ragazzo nel corridoio e lo aveva convocato nel suo ufficio. In quel momento, anche lui era seduto su una delle sedie, dall’altro capo della scrivania, e la osservava con espressione visibilmente perplessa. La cosa era più che comprensibile, visto che ancora non aveva avuto modo di rivelargli il motivo per cui gli aveva detto di seguirla nel suo ufficio.
- E’ Lidya? -, le chiese Liam. Natalie annuì con un cenno del capo per poi tornare a concentrarsi sulle parole della figlia.
- Oh, sono sicura che fosse solo un incubo. Non ti devi preoccupare per nulla… -
A quelle parole, vide Liam saltare su dalla sedia, visibilmente preoccupato. Con il suo super-udito da licantropo, doveva aver sentito perfettamente ogni parola della ragazza e, con ogni probabilità, non credeva che fosse qualcosa da liquidare così alla leggera. Natalie però era più preoccupata per sua figlia e non voleva che sprecasse il proprio futuro, rimanendo nuovamente immischiata in qualche pericolo soprannaturale. Le esperienze passate avevano segnato la donna a tal punto da portarla alla conclusione che doveva pensarci lei ad evitare che Lydia ripiombasse in quei problemi. Aveva già rischiato di perderla una volta, quando era stata costretta a chiuderla ad Eichen House, non avrebbe permesso che qualcos’altro potesse metterla nuovamente in pericolo.
- Me la può passare, per favore? -
Natalie fece cenno al ragazzo di fare silenzio, portandosi un dito davanti al naso e poi gli fece cenno di tornare a sedersi, mentre si affrettò a chiudere quella telefonata.
- Hai una lezione adesso, no? Pensa a quello. Qui è tutto sotto controllo. – La figlia non sembrava molto convinta, ma dovette cedere subito, dicendo di essere arrivata in aula e che il professore era già lì.
- Buona giornata, tesoro! -
Posò il telefono sulla scrivania e puntò nuovamente il proprio sguardo sul giovane licantropo che pareva piuttosto deluso di non aver potuto parlare con Lydia.
- Questo vale anche per te, Josh -, esordì con lo stesso tono materno che aveva usato con la figlia.
- Liam, signora Martin… -, lo corresse il ragazzo.
La donna rimase perplessa qualche secondo, mentre un leggero prurito sul collo, la portò a grattarselo con le dita, prima di proseguire a parlare: - Sì, scusa, mi devo essere confusa. Comunque hai dei voti molto bassi e troppe insufficiente, Liam. Se non recuperi, rischi di non superare l’esame finale… -
- Oh…! -, esclamò il ragazzo. Sembrava nuovamente sorpreso, ma poi parve assumere un’espressione più seria. – Se mi ha convocato per ricordarmi del mio pessimo rendimento, non ce n’era bisogno. Me lo ricordano già troppo spesso in troppe persone… -
La donna iniziò a giocherellare con la pennetta usb, chiedendosi se fosse il caso o meno di farla avere al ragazzo: la situazione scolastica di Liam era molto grave e un'altra distrazione dai suoi doveri da studente gli sarebbero costati davvero la bocciatura.
- E’ per questo che ho chiesto a Lydia di darmi una mano. Con i suoi appunti, sono sicuro di poter recuperare. Sono quelli, vero? -
La donna si destò dai propri pensieri, non appena vide il dito di Liam, puntare proprio la pennetta che aveva in mano e, dopo aver esitato qualche istante, si decise a porgergliela. Era evidente che il ragazzo aveva origliato tutta la conversazione telefonica tra lei e sua figlia, quindi era inutile tenergli nascosto che quella pennetta era proprio per lui e la donna sperava proprio che si trattasse solo di materiale scolastico e non di qualche files sul mondo soprannaturale, come aveva creduto inizialmente.
- Immagino di sì… -

***
Per la prima volta in vita sua, Theo credeva di potersi ritenere felice: aveva finalmente una famiglia che lo amava e degli amici. La giovane chimera non credeva nemmeno di meritarsele così tante cose positive nella propria vita e gli incubi che aveva ogni notte, da quando era tornato dall’inferno, gli ricordavano ogni atrocità che aveva commesso, facendogli sentire un dolore atroce al petto. Ovviamente era solo suggestione per colpa dell’incubo, ma ogni volta che nel sogno la sorella gli strappava il cuore, Theo aveva l’impressione che succedesse realmente.
Da un paio di settimane, però, gli incubi sembravano svaniti, gettando la chimera nel panico più totale. Ovviamente era un sollievo non provare più quel dolore, ma Theo temeva che, non avendoli più a ricordargli con tanta forza le sofferenze che aveva inflitto agli altri, potesse ricadere nei vizi del passato. Cosa sarebbe successo se avesse perso nuovamente il controllo? Paradossalmente, la paura che ciò potesse accadere, sembrava tormentarlo  anche più degli incubi che aveva avuto.
Era immerso in questi pensieri, quando entrò nell’aula di letteratura e, dopo aver fatto un rapido cenno di saluto a Mason e a Corey, prese posto dietro a quest’ultimo.
- Dov’è Liam? -, gli chiese Mason, voltandosi verso di lui.
- Dalla preside… -, tagliò corto, sistemandosi meglio nel banco dietro a Corey che vide scambiarsi un’occhiata perplessa con il proprio ragazzo.
- Dalla preside? E come mai? -
- E che ne so!? -, rispose leggermente spazientito. Gli stava simpatico Mason, ma a volte destava quando gli faceva delle domande tanto stupide. Come poteva pensare che lui potesse sapere una cosa del genere? – Non sono mica la sua balia! -
Per fortuna, in quel momento, entrò il professore, salvandolo da ulteriori domande idiote e qualche istante dopo, comparve anche Liam, con espressione trafelata, segno che doveva aver corso per non fare tardi.
- Cosa ti ha detto la signora Martin? -, gli domandò subito Mason, senza nemmeno dargli il tempo di sedersi, ma Liam non fece in tempo a rispondere, perché il professore richiamò tutti all’ordine per iniziare la lezione. Mason e Corey, quindi, dovettero girarsi in avanti per evitare di venire sgridati dall’uomo; mentre Theo, invece, rimase lievemente voltato verso il giovane licantropo che, probabilmente intuendo la sua curiosità, gli mostrò una pennetta usb, per poi dire a sottovoce: - Gli appunti di Lydia… -
- Oh…! – Era una vera fortuna che Lydia si fosse offerta di mettere insieme tutti quegli appunti. L’andamento scolastico di Theo non era stato tanto brillante nel periodo in cui era un seguace dei Dread Doctors: non era da bocciatura, ma comunque era troppo mediocre. Dopo essere stato riammesso al liceo ad anno iniziato, nonostante la preside Martin gli avesse dato parola che avrebbero utilizzato anche i voti dell’anno che aveva interrotto, Theo voleva assicurarsi di fare bella figura. Lo doveva ai genitori di Liam per ripagarli della fiducia che avevano riposto in lui, facendo pressioni affinché fosse riammesso, ma anche alla preside Martin che  si era mostrata gentile nei suoi confronti, anche se quasi sicuramente, doveva essere stata malleata dalla figlia.
- Con gli appunti di Lydia, prenderò sicuramente dei bei voti… -, commentò, cercando di mantenere un tono di voce basso per non farsi sentire dal professore.
- E chi ti ha detto che ho intenzione di condividerli con te? – Theo lo guardò male: quando cercava di fare l’antipatico a quel modo, lo detestava da morire, ma la cosa non sembrò impensierire Liam. – Lydia li ha preparati per me. -
Avrebbe potuto supplicare, ma non era decisamente nel suo stile, così si limitò a rispondere in modo altrettanto provocatorio: - Hai per caso paura che possa uscire con una media più alta della tua? -
Fu in quel momento che la voce del professore si fece più alta, interrompendo la loro conversazione: - LIAM! THEO! Visto che avete così tanto voglia di parlare, venite qui alla cattedra interrogati! -

Massachusetts Institute of Technology, gennaio 2014
Lydia era nell’aula di fisica e prendeva tutti gli appunti della lezione con la sua solita meticolosità. A differenza di tanti altri che parevano avere lo sguardo perso nel vuoto o espressioni che lasciavano intuire che non avevano capito granché della spiegazione, alla ragazza sembrava ormai di essersi messa egregiamente in pari, tanto che spesso c’era chi le chiedeva una copia dei suoi appunti, elogiandola per la chiarezza con cui li scriveva. Era successo tutto quando aveva cercato di contraccambiare il favore di una ragazza che le aveva prestato gli appunti di tutte le lezioni che aveva perso: questa ragazza si era assentata qualche giorno perché si era presa l’influenza, così Lydia aveva fatto una copia dei suoi appunti da darle. Fu così che si sparse la voce che la ragazza dai capelli rossi era molto brava e i suoi appunti molto chiari e semplici da studiare.
- Ehy Lydia, non è che mi faresti vedere i tuoi appunti? -, le chiese una sua compagna di corso, seduta poco distante da lei, - Non sono sicura di aver capito la lezione di oggi… -
Senza protestare, la ragazza le porse subito il proprio quaderno, in modo che la compagna potesse darci un’occhiata e decidere se ne volesse fare una copia. Nel frattempo, Lydia stava rimettendo in borsa le proprie cose, per prepararsi ad andare alla lezione successiva, così non notò l’espressione perplessa della ragazza, almeno non fintanto che questa non commentò quel che stava leggendo.
- Sei sicura che questi siano gli appunti della lezione di oggi? -
- Sì… -, rispose, alzando lievemente le spalle, non capendo quale fosse il problema. Istintivamente posò il proprio sguardo sul foglio e solo allora comprese cosa avesse spiazzato la compagna.
- Ti prego, non un’altra volta… -, commentò, ad occhi spalancati, rendendosi conto di aver riempito almeno tre pagine con dei simboli strani. Pareva proprio una specie di codice, come quello che aveva poi prodotto la lista dei bersagli del benefattore.
- Eh? -
- Scusami, devo scappare. Ti prometto che ti farò avere gli appunti. -

Beacon Hills, gennaio 2014
- Ti odio! -, disse Liam, mostrando un espressione seria verso Theo. Quest’ultimo, però, non sembrò scomporsi più di tanto: - Sai che novità? Me lo hai detto talmente tante volte che ormai ha perso anche valore… -
- Dai non ti è andata poi così male… -, cercò di calmarlo Mason, - …se non altro, non hai preso un’insufficienza. -
- Stai cercando di difenderlo? -, chiese il giovane licantropo, mostrandosi leggermente risentito. Non poteva credere che il suo migliore amico potesse schierarsi contro di lui.
- Se avessi voluto difenderlo, avrei detto che tu per primo hai iniziato a chiacchierare… -
- Mason! -, esclamò, in tono di rimprovero, mentre Corey se la rideva sotto i baffi e Theo mostrava quella sua espressione compiaciuta che aveva ogni volta che qualcuno gli dava ragione.
- Sai che vi dico? Vi odio, tutti e tre! – Sebbene avesse mostrato un’espressione seria, non lo pensava veramente e i suoi amici lo sapevano perfettamente, tanto che in tutta risposta scoppiarono a ridere.
- Mason, sarà il caso di andare… -, intervenne poi Corey, ricordando non solo al proprio ragazzo, ma anche a lui e a Theo che dovevano muoversi ad andare alla lezione successiva. Mentre i primi due sarebbero andati ad una lezione avanzata di biologia, Theo e Liam avevano invece una lezione di biologia intermedia. Stavano per separarsi, quando il telefono di tutti e quattro iniziò a vibrare nelle loro tasche; così, quasi simultaneamente, presero i propri cellulari e notarono che c’erano dei nuovi messaggi nel gruppo di whatsapp che avevano con Scott, Lydia e gli altri.
- Oh, cavolo! -, esclamò Liam non appena visualizzò le immagini che la banshee aveva inviato nella chat. Era l’unico tra loro a sapere della lista del benefattore, oltre a Mason che però non aveva mai visto la forma originaria con quel codice strano.
- Che cos’è? -, chiese Theo, osservandolo con espressione perplessa, la stessa che aveva anche Corey.
- Credi che sia una lista come quella del benefattore? – Mason, sebbene avesse sempre visto quella lista solo già decriptata, doveva aver intuito che le foto inviate da Lydia dovevano essere qualcosa di simile.
- Potrebbe… -, rispose, mentre leggeva i messaggi sul telefono. A quando pareva, anche la ragazza, Scott e Stiles erano di quel parere. – Dobbiamo assolutamente decriptare il codice e scoprirne il contenuto! -


Los Angeles, novembre 2013
Una pesantezza assurda alla testa, alcuni stralci di conversazione e degli sballottamenti, quest’ultimi probabilmente erano il segno che forse la stavano trasportando da qualche parte, ma non riuscì a capire dove, dato che tutto intorno a lei c’era solo del metallo. Inoltre, ogni volta che Cora provava ad aprire gli occhi e sembrava riprendersi, sentiva un ago sul suo collo e, pochi attimi dopo perdeva nuovamente conoscenza.
Non seppe dire quante volte ciò accadde, così come non seppe calcolare quanto durò quel viaggio, ma ad un certo punto, attorno a lei ci fu silenzio e gli sballottamenti sembrarono finiti. Aprì gli occhi e si rese conto di essere sdraiata sul pavimento di una stanza, mentre attorno ai polsi, sentì qualcosa che la stringeva. Provò a fare forza per levarsi ciò che aveva ai polsi, ma una scossa elettrica partì immediatamente, facendola desistere dal continuare a tentarci.
- Buongiorno, dolcezza! -, la salutò una voce maschile. Il tono sembrava volutamente provocatorio, così Cora si alzò a sedere di scatto e, ignorando il leggero capogiro che le era venuto per quel movimento improvviso, puntò le proprie iridi nella direzione da cui era venuta la voce. Fu così che davanti a sé, vide un viso famigliare con due occhi color ghiaccio e dei capelli ricci di color castano chiaro.
- Tutto bene? -, le chiese il ragazzo, questa volta in tono più tranquillo.
- Sarebbe andata meglio se non avessi dovuto vedere il tuo muso come prima cosa al risveglio, ragazzino! -, rispose in tono sarcastico.
- Ok, sta bene! – Lo vide voltarsi di lato per dire quelle parole, così Cora seguì il suo sguardo e, solo in quel momento, si rese conto che c’era una terza persona con loro: si trattava di una ragazza, sicuramente più giovane di loro, dai lunghi capelli leggermente mossi e di colore castano scuro.
- E’ sempre così simpatica? – Sentì una punta di sarcasmo nel tono della sconosciuta e le parve anche che l’avesse guardata un po’ male.
- Oh, no… Oggi è anche fin troppo gentile -, rispose il ragazzo, in tono di presa in giro.

 
N.d.A.
Ciao a tutti!
Innanzitutto, vorrei precisare che nella sezione in cui Theo e Liam parlano di quando Liam ha confessato alla chimera di considerarlo un amico, si riferisce ad una one shot che ho scritto recentemente, dal titolo "Mai più rimpianti". Quando l'ho scritta, non aveva ancora in mente di inserirla temporalmente nella timeline di questa storia, mi è piaciuto farci un piccolo riferimento.
Per quanto riguarda questa storia, invece, la trama si colloca principalmente qualche mese dopo alla sconfitta della Monroe e prima dell'episodio del salvataggio del giovane licantropo di nome Alec, ad opera di Scott e Chris Argent. Sono previsti però dei flashback ambientati in periodi differenti (di volta in volta specificherò sempre il periodo temporale).
La trama principale c'è l'ho già in mentre, si tratta solo di scriverla ed ampiarla bene. Per ogni aggiornamento, quindi, spero di non dovervi fare aspettare più di due settimane, salvo imprevisti (in realtà, spererei di riuscire ad aggiornare con cadenza settimanale, ma i miei impegni non mi consentono di garantirvi che ciò succederà).
Per finire, ci tengo a ringraziare tutti quelli che seguiranno questa mia fan fiction (la mia prima long e la cosa mi spaventa un po') e spero che qualcuno di voi si soffermerà per lasciarmi un proprio riscontro (sia positivo che negativo).
Al prossimo capitolo! 
   
 
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