Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Calowphie    14/01/2018    1 recensioni
Dal testo: " [....] Senza esitare, la donna si alzò dal letto incitando la figlia a sdraiarsi sotto le coperte e prendere una posizione comoda: dopo avergliele rimboccate e averle dato un tenero bacio sulla fronte, si avvicinò al piccolo scaffale pieno di libri colorati posto accanto alla porta d’entrata della stanza e ne scelse uno dalla copertina rigida e rossastra: “ basta una storia” disse agitando il libro in aria, per poi sedersi nuovamente vicino alla figlia che, con un grande sorriso, annuiva energicamente sentendosi già più protetta: “ sei pronta?” le domandò la madre ricevendo un acuto e sonoro “si” come risposta: “bene! allora…” [...] "
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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“Mamma!” urlava la piccola bambina già comodamente seduta a gambe incrociate sul letto morbido, mentre sventolava in aria il libro che il genitore aveva iniziato a leggerle la sera prima: “ Mamma la storia della buona notte” si lamentava, non vedendo arrivare la donna: “Hae-wa dammi il tempo di camminare” brontolò sorridendole lei, facendo capolino dalla porta bianca della stanza: “ dai mamma, voglio sapere cosa succede alla principessa” commentò, alzandosi in piedi sul letto saltellando: “ ok, ok ora calmati” la incitò la madre, agitando la mano dicendole di sedersi: “ forza, sotto le coperte che la storia continua” commentò la donna notando come con un balzo la piccola, si era già sdraiata e accoccolata sotto il morbido e caldo piumone fiorito: “ dove eravamo rimaste?” chiese la mamma alla bambina, mentre ripescava la piccola piega che aveva lasciato sulla pagina : “ il mercante di stoffe mamma!” affermò un po’ contrariata Hae-wa, sbattendo le mani sulla trapunta: “ ah ma allora quella parte l’hai ascoltata prima di dormire?” sogghignò il genitore, notando le guance rosse e gonfie della figlia: “ continuiamo?” commentò, conoscendo già la risposta della bambina che, con un grosso sorriso, scosse energicamente la testa.
 
 
“  […] “ staremo qua per tutto il mese, se vuoi tornare a trovarci…” proseguì il moro sorridendole, mostrandole un candido sorriso che la fece leggermente arrossire….
 
 

“Grazie Jungkook cercherò di tornare sicuramente” ammise la ragazza stringendogli delicatamente la mano che, poco prima, lui aveva allungato: “ e io sarò lieto di potervi accogliere” le fece eco lui, notando quanto fosse morbida quella mano pallida che aveva incrociato la sua: “ Jungkook torna al lavoro!” urlò una voce dal retro della bancarella che non fece altro che attirare l’attenzione del moro, riportandolo sull’attenti: “ ora devo andare, ma ti prego torna ok?” concluse il ragazzo, ricevendo una vigorosa scossa affermativa dal capo di lei: “ prendi questo, e dimmi cosa ne pensi, l’ho ricamato io” finì, mentre un ragazzo più grande di lui dai capelli rossi, arrivò a passo di carica prendendolo per il braccio trascinandolo di nuovo davanti i clienti trepidanti: “ alla prossima” urlò sorridendole nuovamente, mentre lei scuoteva la mano ammaliata e ormai dalle guance rosse, verso quel bel giovane.

La ragazza si allontanò lentamente da quel banco continuando a rigirare tra le mani il piccolo fazzoletto bianco ricamato con dei disegni di fiori rossi che tanto le ricordavano quelle belle rose che ogni primavera, sbocciavano nel grande giardino del suo castello: Eun-mi passeggiava per le piccole vie del paese stringendo di tanto in tanto quel pezzo di stoffa che aveva ben piegato e nascosto nella tasca del vestito chiaro che, Iseul,  le aveva prestato.

Indisturbata, la principessa, si meravigliava ogni qualvolta notava qualche artista di strada esibirsi con del fuoco o cercava di compiere delle acrobazie impossibili per qualsiasi essere umano, annusava e assaporava ogni odore dolce di paste appena sfornate, e prendeva fiori da signori che, notando da sotto il cappuccio la sua bellezza, glieli regalavano.

Un’unica scena la bloccò: un bambino vestito solo di stracci, vagava per le bancarelle con un sorriso triste e chiedeva a chiunque se potesse comprargli un piccolo mazzetto di erbe aromatiche che la sua mamma aveva confezionato. Nessuno si fermava, tutti lo ignoravano, passandogli avanti spingendolo malamente senza badare a dove potesse andare a sbattere: “ ho bisogno di soldi” ripeteva con gli occhi lucidi,  facendosi forza allungando nuovamente un nuovo bouquet pulito e profumato: “ devo aiutare la mia mamma” proseguiva e per l’ennesima volta, cadeva a terra in una delle tante pozzanghere.

Eun-mi frugò tra le sue tasche e l’unica cosa che trovò era una moneta d’oro che, probabilmente, Iseul aveva dimenticato nel vestito: con fierezza e forza d’animo, si avvicinò al bambino decisa a cambiare quella situazione: “ ciao” disse aiutandolo ad alzarsi e pulendolo con delle piccole pacche sulla schiena: “ stai bene?” gli chiese mentre il piccolo scuoteva leggermente il capo: “ vorrei uno di quei mazzi di erbe” proseguì, notando come il volto del bambino si illuminò immediatamente; il piccolo frugò nel suo cestino in vimini, visibilmente più grande di lui,  ma non trovò alcuna erba aromatica priva di sporcizia: “ mi dispiace ma non sono più pulite” rispose dispiaciuto e con la voce tremante.

La ragazza sorrise timidamente e si inginocchiò, così da essere alla stessa altezza del piccolo: “ non mi importa, le prenderò lo stesso” ammise sorridendo candidamente, mentre estraeva dalla cesta le erbe e metteva nella tasca della salopette sgualcita del bambino, la moneta d’oro che aveva con lei assieme a un pezzo di pane che, il fornaio, le aveva regalato, in modo che potesse assaggiare il suo prodotto migliore: “ ora corri a casa” ammise mentre il bambino si buttò al collo di Eun-mi in lacrime, abbracciandola e ringraziandola facendole cadere il cappuccio che aveva sulla tesata.

*

“ No mamma il cappuccio!” commentò ad un tratto Hae-wa interrompendo la narrazione, tirandosi su con il busto: “ ora la scopriranno!” continuò interdetta, muovendo i piedi sotto le coperte: uno sguardo divertito e indagatorio comparve sul volto della madre che, immediatamente, calmò la bambina che si sdraiò nuovamente : “ va avanti” disse soltanto, stringendo il bordo della coperta che si era portata fin sopra il naso ansiosa di scoprire cosa potesse mai accadere alla principessa.
 
*
 

Il bambino corse a casa, salutando con la mano la sua giovane eroina mentre lei, incurante, si alzò dal ciottolato della strada pulendosi leggermente le ginocchia dalla terra accumulata sulle pietre rossastre: “Eun-mi?!”  si sentì chiamare da qualcuno, mentre repentinamente si girava a destra e a sinistra cercando di individuare il destinatario della voce: un ragazzo dai capelli biondi ancora vestito con la divisa del suo lavoro, la guardava sbalordito e iniziò ad avvicinarsi a lei facendosi largo tra la folla che, in quel particolare momento, era stranamente diventata più fitta.

La ragazza sgranò gli occhi notando come Namjoon avesse già finito il turno giornaliero e stesse già tornando a casa: “quanto tempo era passato ormai?” pensò tra lei la principessa riposizionandosi il cappuccio sulla testa, iniziando a corre dalla parte opposta a quella della guardia.

Lui la chiamava continuamente spostandosi in fretta tra la gente, mentre lei passava tra i vicoli più stretti in modo che lui non potesse prenderla troppo in facilmente: “ Principessa torni qui” urlò ad un tratto la guardia, mentre lei sfuggiva svelta verso il castello, cercando di evitare di schiantarsi contro qualche signora che, al braccio, teneva un cesto pieno di viveri: “ Eun-bi?” sussurrò Jungkook, quando davanti alla sua bancarella, vide svolazzare il mantello dalla ragazza e notò che, saldamente, teneva il cappuccio in modo che non si togliesse  di nuovo.

Il giovane mercante notò anche, un ragazzo dai capelli biondi che la inseguiva poco dietro di lei e, senza pensarci troppo, corse davanti a lui prendendogli il braccio bloccandolo e lasciando che la ragazza potesse correre veloce via: “ che fai?” borbottò Namjoon strattonando  il giovane moro: “ perché inseguivi quella ragazza?” domandò arrabbiato Jungkook mentre scrutava se , Eun-mi, fosse arrivata al sicuro e un tenero sorriso balenò sul suo volto: “ mollami!” esclamò il biondo, scostandosi definitivamente da lui spingendolo appena e sbilanciandolo facendogli notare solo in quel momento, la divisa blu e rossa dai ricami d’oro tipica delle guardie del palazzo.
 

Eun-mi arrivò con il fiatone al cancello del palazzo e, stanca dalla corsa, pose le mani sulle ginocchia, respirando affannosamente cercando con lo sguardo dove fosse Iseul in modo che potesse aprirle: le guardie la osservavano indagatorie cercando di individuare chi mai fosse quella ragazza dagli abiti comuni che si era fermata lì davanti; non trovando l’amica, la principessa iniziò a camminare lungo il cancello passando ad un lato non sorvegliato dalle guardie in modo da poter scavalcare e pregare  di non scivolare. Una volta dentro al parco, sospirò felice per essere riuscita a scappare alle grinfie di Namjoon così, con un veloce atto, sgattaiolò dentro al palazzo e si appoggiò al muro freddo di marmo della grande sala che ospitava una grande scalinata bianca: “ Eun-mi come mai sei vestita così?” domandò una voce femminile adulta, che proveniva dall’apice delle scale…..”

*
 

“Per oggi può finire qui” ammise la madre sentendo borbottare la bambina che uscì repentinamente da sotto il piumone: “ è tardi e devi dormire se vuoi che la fatina dei denti ti porti il soldino per il dentino che hai perso” affermò notando come Hae-wa  si irrigidì e divenne  immediatamente seria, controllando il dente sotto il cuscino: “ hai ragione…” rispose sottovoce sdraiandosi nuovamente: “ buona notte scricciolo” disse la madre dandole un bacio sulla fronte: “ domani continueremo, lo prometto” ammise lasciando che la bambina chiudesse gli occhi e sorridesse felice. 
  
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