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Autore: VenerediRimmel    04/02/2018    0 recensioni
E una volta in cui è successo di proposito.
[Peter Parker & Wade Wilson - Peter Parker & Tony Stark - post!Spiderman: Homecoming & post!Deadpool]
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Questa storia è una traduzione di "Five Times Peter Parker and Wade Wilson Crossed Paths By Accident" che potete trovare su ao3
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Deadpool, Peter Parker, Un po' tutti
Note: Movieverse, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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"Cosa?" esclamò Tony confuso. "Perché?"
Steve fece un cenno impaziente, facendogliene un altro verso l'uscita. "Andiamo!" disse. "Tutti voi. Dobbiamo uscire da qui".
"Giuro su Dio, Rogers, se non smetti di parlare per enigmi" sibilò Tony, "non vado da nessuna parte".
Steve fece una smorfia. "Stanno arrivando i federali. Più specificamente, una task force di prima scelta, anti-superuomini, che Ross stava mettendo insieme prima di morire. Loro pensano di avere una pista sull’assassinio. Per qualche ragione, credono che Spiderman sia qui".
La gola di Tony si seccò. "Quel povero ragazzo non c’entra nulla con tutta questa storia".
La fronte di Steve si corrugò. "Lui è qui?"
Tony si infuriò lanciandosi su Wade. "Ti hanno seguito?"
In quello stesso momento, Peter e MJ entrarono nella stanza interrompendo la conversazione; l’atmosfera era chiaramente tesa.
"Cosa sta succedendo?" Chiese Peter, fissando Steve con gli occhi spalancati.
"Chi sei tu?" Chiese Steve bruscamente.
Tony non aveva pensato che Steve fosse l'unica persona in quella stanza a non sapere che Peter fosse Spider-Man.
"È il mio… tirocinante" tentò goffamente.
Wade sbuffò. Tony lo fulminò con lo sguardo mentre Steve sollevava un sopracciglio con aria interrogativa. Steve passò lo sguardo da Tony a Peter un paio di volte, e Tony poteva leggergli la mente mentre processava ogni cosa.
"Gesù, Tony," disse Steve tranquillamente. "Sapevo che era giovane, ma non-" si interruppe a disagio.
Per diversi dolorosi momenti, nessuno disse nulla. Poi Steve, ricordando l'urgenza della situazione, tornò in azione. "Dobbiamo andarcene".
Tony fu combattuto tra il ringraziare Steve per l'avvertimento e il prenderlo a pugni sui denti per quello che era accaduto in Siberia, ma alla fine decise di fidarsi di lui. Mentre il gruppo si dirigeva verso l'uscita, Wade alzò una mano per fermarli. Sembrava che si stesse convincendo a compiere un atto disperato.
"Concentrazione", mormorò Wade sottovoce. Quindi, al gruppo, "Andate, tanto è me che vogliono".
"No", gridò Peter ferocemente. "È Spiderman che vogliono".
"Non pensarci nemmeno, ragazzo" sbottò Tony.
"Ha ucciso Ross a causa mia", disse lentamente Peter.
"No" disse Wade delicatamente. "Non l’ho fatto per te, ma per me. Devi andartene adesso, ok?"
Peter si morse il labbro. "Ti uccideranno".
Wade si strinse nelle spalle. "Non l’hai saputo? Io non posso morire".
"Sai cosa intendo" insistette Peter.
Wade lo salutò. Guardò oltre la spalla di Peter verso Steve. "Portatelo fuori di qui".
Peter scosse la testa, ignorando completamente Steve mentre posava la mano sulla sua spalla. "Possiamo proteggerti".
"Non puoi proteggere sia me che la tua identità. Finché questi ragazzi pensano che potresti aver avuto qualcosa a che fare con Ross, continueranno a seguirti. Se mi consegno, forse smetteranno di cercarti".
Tony stava guardando attentamente Wade. "Potrebbe esserci un fondo di verità in questo" meditò. "Rimarrò con lui. Sembrerà che ti stia consegnando a loro. Potrebbe destare sospetti se lo facessi da solo".
Wade annuì, stringendo la mascella. Tony chiamò la propria armatura e la indossò. Steve iniziò a chiamarli verso l'uscita e May, MJ e Happy obbedirono immediatamente, seguendo Steve giù per le scale e fuori dal complesso verso il parcheggio dove c’erano tutte macchine di Tony.
Peter rimase, le braccia incrociate. "Non ho intenzione di lasciarti fare questo".
"Ho accettato quel lavoro, ragazzino. Nessuno mi ha costretto a farlo".
"Avresti potuto scappare da questa città" disse Peter lentamente. "Non è possibile che tu sia rimasto intenzionalmente in zona".
"Ragazzino" lo avvertì Wade.
"Perché non te ne sei andato? Avresti potuto andare via senza problemi, potresti farlo tuttora".
"Non l’ho fatto per te, se è questo che stai insinuando".
Peter cercò di ingoiare il nodo che aveva in gola, ma fu come se stesse mandando giù pezzi di vetro. "Hai salvato la mia identità".
Wade lo allontanò con impazienza.
"Hai salvato MJ".
"Queste sono tutte delle coincidenze insignificanti perché non implicano affatto che provo dei sentimenti nei tuoi confronti" disse Wade in maniera vaga.
Le lacrime iniziarono a cadere liberamente sul viso di Peter. Wade fu inorridito nel percepire anche nei suoi occhi il formarsi di alcune gocce di lacrime e fu lieto alla consapevolezza di avere ancora la sua maschera. Si schiarì la gola dolorosamente. "Non rovinare il mio bellissimo momento di glorioso sacrificio con il tuo piagnisteo, anche perché sto cominciando a sentirmi come il misero personaggio di una fanfiction, scritta da un nerd di venti e rotti anni".
Peter pianse ancora più forte, avvolgendo le braccia attorno a Wade, che sospirò, facendogli una carezza sulla testa.
"Okay, giovanotto, okay".
Steve tornò indietro per Peter. Si fece avanti, mettendo le mani sulle spalle di Peter e tirandolo a sé. Alla fine, Peter si lasciò trascinare via.
Mentre Tony e Wade aspettavano in silenzio i federali, Tony afferrò il braccio di Wade.
"Facciamo le cose per bene, eh" disse Wade.
Tony sorrise. "Un gioco da ragazzi".
Gli agenti arrivarono pochi minuti dopo che Steve se ne era andato con gli altri. Sembrava che stessero cercando di entrare furtivamente, ma si fermarono immediatamente quando notarono Tony e Wade lì in piedi ad attenderli tranquillamente.
Uno degli agenti si avvicinò a Tony, minacciandolo con la pistola.
"Mi fai morire dal ridere, con quella sciocchezza," disse Iron Man. "Questo è una armatura indistruttibile e questo tizio si autorigenera, quindi abbandonerei il piano alla James Bond per un minuto, okay?"
L'agente non fece nessuna mossa per abbassare la pistola. "Abbiamo un mandato di arresto per Peter Parker, altrimenti noto come--"
Tony sollevò il suo palmo in segno di sfida, alimentandolo minacciosamente di energia. "Non hai alcuna intenzione di finire quella frase, vero?" ringhiò.
L'agente smise di parlare, con la bocca aperta. I suoi compagni lo fissarono.
"Sono ben consapevole delle minacce rivolte al signor Parker dal tuo defunto datore di lavoro" esclamò Tony.
"Pensi davvero che lascerei uscire il ragazzo con quel costume addosso senza un dispositivo di registrazione impiantato in esso? Ti sei anche preoccupato di vedere se indossasse la tuta sotto i suoi vestiti quando Ross ha inscenato il suo piccolo rapimento?"
Gli uomini non dissero nulla.
"Oh, okay, allora" disse Tony. "Sentiamo un po’ quello che ho qui".
Tirò fuori il telefono, colpendo play sulla clip che aveva scaricato direttamente dal costume di Peter. La voce di Ross echeggiò minacciosamente, mentre minacciava la zia di Peter.
Gli agenti si scambiarono sguardi preoccupati. L'uomo che aveva puntato la pistola contro Tony la abbassò lentamente.
"Questo è senza ombra di dubbio un crimine... e tutti voi, come la squadruccia di Ross, ne siete direttamente coinvolti." Tony socchiuse gli occhi. "Se l'identità di Peter dovesse diventare pubblica, pubblicherò questo video. Anche se doveste riuscire a evitare la prigione, penso che un’indagine sull’etica di comportamento vi farà ritrovare sicuramente senza lavoro, non è così? Soprattutto senza Ross in giro a proteggervi".
Gli agenti sembrarono decisamente scossi. "Que-questo non sarà necessario, signor Stark" borbottò uno di loro.
"D’accordo, allora" disse Tony in tono secco. "Ho qui, per vostra comodità, l'uomo che è stato effettivamente coinvolto nell'assassinio di Ross".
"E con “coinvolto” intende proprio che gli ho sparato alla testa” precisò ironizzando Wade.
Nessuno si mosse. Wade sospirò drammaticamente per la loro stupidità, tendendo le mani davanti a sé.
"Potete arrestarmi ora".
Stordito da quel ripiegarsi di eventi, un agente tirò fuori un paio di manette e si precipitò vicino a lui.
Wade sospirò di nuovo. "Le manette non sono necessarie, comunque, mi sto costituendo spontaneamente".
"Hai attaccato uno di noi" sputò l'agente.
"Esagerato! L’ho toccato appena".
"Gli hai tagliato una mano!"
"Oh sì, cazzo. L’avevo dimenticato! L’ha messa nel ghiaccio? Se l’ha messa nel ghiaccio non appena è successo, avrebbero potuto ricucirgliela facilmente... Se non l’ha fatto, non è colpa mia!"
L'uomo spinse Wade davanti a sé brutalmente. "Aspetta un attimo," disse Wade, tornando a guardare verso Tony. “Abbi cura della mia ragazza, ok? E… del ragazzino."
Tony annuì. Provò qualcosa di molto simile al rimpianto, mentre guardava gli agenti portarlo via e spingerlo poi con forza dentro un furgone.
 





 
EPILOGO – TRE MESI DOPO
 
Peter si agitò sul sedile dell'elicottero, fissando il mare agitato.
"Stai bene, Pete?" chiese Steve.
Peter scrollò le spalle. Steve sospirò. "So che vuoi essere d’aiuto" disse con attenzione. "Ma è pericoloso. Sei ancora un-“
"Non dirlo" disse Peter bruscamente. "Come se la mia età contasse qualcosa quando tutto il mondo è in pericolo".
"Datevi una calmata lì dietro," disse Tony. "Stiamo per atterrare".
"Non sarai in grado di fermarmi" continuò Peter, ignorando Tony. "Abbiamo bisogno di ogni singolo aiuto possibile, questa volta, Non è per questo che siamo venuti fin qui?"
Steve aprì la bocca per rispondere, ma si fermò quando vide la zattera che emergeva stranamente dal mare. Anche averlo visto più di una volta, gli sembrava sempre impressionante. Anche Peter rimase in silenzio mentre i suoi occhi si spalancavano per lo stupore.
L'elicottero atterrò e i tre furono raggiunti da due guardie. Uno di loro si avvicinò a Tony. "Voglio che sia chiaro, signore, che le condizioni della sua scarcerazione devono essere soddisfatte o sarà immediatamente ricondotto alla zattera. Lo stiamo rilasciando sotto la sua custodia".
Tony agitò le mani con impazienza declassando la guardia e avanzando a grandi passi per poi scendere la scala all’interno della zattera. Steve e Peter stettero al passo. Peter sembrava tremare.
Passarono davanti a una manciata di celle vuote, finché non raggiunsero quella di Wade. Indossava una giacca stretta, con un colletto lampeggiante intorno al collo. La sua testa era piegata sul suo collo. Tony non riusciva a capire se fosse ancora sveglio. Bussò elegantemente al vetro.
La testa di Wade si alzò rapidamente. Tony notò che aveva un'aria stravolta e ossessionata, con gli occhi incavati.
"Gesù," disse Tony in tono dispregiativo a uno delle guardie. "Lo avete nutrito?"
"Sto bene" disse Wade con voce rauca. "Sto solo morendo."
"Cosa?"
"Il collare", tirò fuori. "Sopprime le mie capacità di guarigione, e ho il cancro, credo, di nuovo, e qualche altra cazzata. Sto recuperando tutto ciò che mi sono perso in questi anni".
Tony si rivolse furiosamente alle guardie. "Lo avete privato della sua autoguarigione? Questo non lo avrebbe comunque aiutato a fuggire, idioti. Toglieteglielo via, ora!"
Una delle guardie tirò fuori una placca metallica e la consegnò a Tony. "Inseriscilo nel lato del collare" lo istruì.
"Non hai intenzione di farlo tu?" chiese Tony confuso.
"Nessuno dei miei ragazzi ha intenzione di entrare lì dentro", confessò la guardia. "L'ultimo è quasi morto."
Tony roteò gli occhi mentre la guardia apriva la porta d'acciaio rinforzata. Wade sembrava messo anche peggio da vicino.
"Va tutto bene" disse Tony tranquillamente. "Ho intenzione di togliertelo di dosso, ora".
Wade non si impegnò nemmeno a fare un commento sarcastico. Girò appena la testa da un lato e Tony inserì l'asta di metallo. Il collare cadde dal collo di Wade con un tonfo sordo.
"Come ti senti?" chiese Tony.
La domanda era in gran parte inutile. Non appena il collare cadde dal collo di Wade, lui appoggiò la testa all'indietro, chiudendo gli occhi quando una scarica di colore tinse la sua faccia. Si alzò in piedi ed era abbastanza stabile mentre guardava le guardie, facendo loro il dito medio. "Fottetevi, ragazzi" disse.
Poi si rivolse a Tony, perplesso sul viso. "Perché sei qui? Cosa sta succedendo? Questa non è forse una prigione? Perché in quel caso hai dimenticato di uccidere le guardie".
Tony sorrise. "Sei fuori" disse, "te lo spiegheremo dopo".
Wade inclinò la testa di lato, poi vide Peter attraverso il vetro. "Hai portato il ragazzino con te?!"
Wade uscì mentre Peter si precipitava verso di lui. Peter allungò una mano per salutarlo e Wade roteò gli occhi prima di tirare verso di sé Peter per un abbraccio stritolante.
"Dai, possiamo abbracciarci, siamo decisamente arrivati a quel punto" disse.
Peter ricambiò l'abbraccio, apparentemente senza parole.
"Qualcuno vuole dirmi cosa sta succedendo?" disse Wade mentre arruffava i capelli di Peter.
"La grazia viene concessa a chiunque abbia, con le capacità potenziate, intenzione di offrire il suo aiuto" disse Peter, la voce soffocata contro il petto di Wade.
"Aiuto? Aiuto in cosa?"
Peter si staccò e aprì la bocca per rispondere, ma Tony scosse la testa. "Avremo tutto il tempo per parlare, sull'elicottero".
Wade, Tony, Steve e Peter lasciarono la zattera, con Wade decisamente di buon umore. "Ho pensato seriamente di star per morire, lì dentro".
Peter continuava a guardare Wade come per accertarsi che fosse davvero lì.
"Ecco il patto", disse Steve in tono cupo. "Thanos è venuto sulla Terra."
"Chi?" disse Wade, confuso.
"È un titano" affermò Tony.
"È un malvagio di classe A" aggiunse Peter.
"Non ho idea di cosa significhi" disse Wade.
Per la successiva mezz'ora, Steve, Tony e Peter parlarono a vicenda, raccontando a Wade dell'invasione, delle forze Chitauri e dell'incredibile potenza di Thanos.
“La situazione è molto grave per tutta la razza umana" disse Steve seriamente. "Hanno passato la mozione per l’amnistia, la settimana scorsa--"
"Era stata pensata per Steve e gli altri vigilanti che si erano schierati contro gli accordi” spiegò Peter. "Ma siccome è messo tutto per iscritto, si può applicare anche con te!"
"Potrei aver forzato un po’ la mano affinché ciò accadesse" aggiunse Tony ironicamente.
Wade iniziò a ridere maniacalmente. "Ragazzi, mi avete tirato fuori per una mozione d’amnistia redatta per Capitan America?!"
"Questo non significa che siamo d'accordo con i tuoi metodi" convenne Steve convinto.
Wade rise ancora più forte.
Tony, Peter e anche Steve alla fine cedettero e si unirono alle risate isteriche del mercenario mascherato, anche se l'elicottero li stava conducendo verso un pericolo al quale solo una parte di loro poteva realisticamente sperare di sopravvivere.
 
   
 
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