«Ma’?» gridò Henry girando la chiave nella serratura della porta.
«Ci sei?» continuò mentre chiudeva la porta.
Il ragazzino aveva aspettato per tutta la sera un messaggio dalla madre. Emma avrebbe dovuto raccontargli dell’appuntamento con Regina: Henry sapeva che lo sceriffo aveva organizzato tutto e lui era convinto che così l’altra sua madre avrebbe riacquistato la memoria. Ma il messaggio non era arrivato, e lui si era addormentato stringendo il telefono. Appena sveglio la prima cosa che aveva fatto era stato controllare il cellulare, ma non vi aveva trovato nessun messaggio. Si era vestito di corsa ed era corso a casa.
La casa era silenziosa non si sentiva nessun rumore. Regina si era forse trasferita da Mal? Salì le scale e si diresse verso la camera da letto, aprì la porta.
«Mamm...» disse entrando. La parola rimase sospesa in aria, mentre due occhi nocciola e due verdi lentamente si aprivano guardando verso di  lui.
Il viso di Henry divenne paonazzo. Le sue madri erano insieme, strette nello stesso letto. Per fortuna il lenzuolo copriva, anche se a malapena, le loro parti intime.
«Henry, tesoro….» la voce di Regina si fece acuta, si sollevò coprendosi con il lenzuolo il seno. «Io…Noi…» balbettò cercando nella bionda un aiuto, che tuttavia ricambiò il suo sguardo perso.
Henry stava per uscire dalla stanza quando si rese conto di come la mora l’aveva chiamato.
«Mamma?» chiese con un filo di voce.
«Sì, piccolo, mi ricordo tutto.» confermò la mora con un sorriso.
Il primo istinto del ragazzino fu quello di correre ad abbracciarla ma si fermò dopo un passo.
«Vi aspetto di sotto.» si affrettò a dire chiudendo la porta e correndo al piano di sotto, felice e imbarazzato.
Regina si lasciò ricadere sul letto e sospirò.
«Avresti potuto aiutarmi Swan.»
«Sul serio? Siamo tornate a Swan? E cosa avrei potuto fare, cavare gli occhi di nostro figlio?»
La mora le lanciò un’occhiata omicida.
«Di certo non volevo che sapesse di noi così, potrebbe rimanere traumatizzato.»
Emma scoppiò a ridere beccandosi una gomitata sul fianco.
«Ehi, vacci piano!» commentò sollevandosi e girandosi verso di lei.
«Henry sapeva già di noi, dalla tua lettera… Se non da prima. E per quanto riguarda il secondo punto non ha visto niente di traumatico. Sarebbe stato peggio se fosse entrato mentre lo stavamo facendo.»
Regina scosse la testa.
«Essere sorpresi da nostro figlio adolescente non era nei miei programmi.»
«Neanche nei miei.» replicò la bionda. «Avevo in mente di svegliarti in un altro modo…» commentò con voce maliziosa rubandole un bacio. «Ma dovrò aspettare, visto che nostro figlio è sotto che ci aspetta.»
Regina la baciò per poi vestirsi con la magia, così come fece l’altra donna. Raggiunsero Henry di sotto.
La mora lo strinse subito in un abbraccio materno.
«Non farlo più.» la rimproverò il ragazzino ricambiando l’abbraccio.
«Mi dispiace tesoro. Volevo solo proteggervi.»
«Non abbiamo bisogno che tu ci protegga da te stessa.» replicò Henry sollevando il viso.
«Va bene tesoro.» rispose la mora accarezzandogli il viso e stringendolo ancora per un istante.
«Mi sei mancata.»
«Anche tu tesoro.»
«Quindi adesso… siamo una famiglia?» chiese Henry staccandosi leggermente da sua madre e guardando entrambe le donne.
«Lo siamo sempre stati.» replicò Emma avvicinandosi maggiormente alla mora.
«Ma tu verrai a vivere qui con noi adesso vero?»
Le due donne arrossirono.
«Henry non ne abbiamo parlato… Potrebbe essere presto, Emma potrebbe volere un po’ di spazio…»
«Emma potrebbe volerlo invece.» la interruppe la bionda stringendole la mano.
Regina le sorrise.
«Davvero?»
«Direi che sarebbe perfetto.» rispose prima di baciarla.
«Vi voglio bene, ma potremmo evitare queste smancerie?» le prese in giro il ragazzo, stringendole poi in un abbraccio mentre entrambe ridevano. Emma e Regina si scambiarono uno sguardo, e videro l’una negli occhi dell’altra la felicità che sentivano nel cuore.