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Autore: lisi_beth99    06/02/2018    1 recensioni
Lane si risveglia nella Radura, inizialmente non comprende ciò che la circonda ma, dopo i primi flash-back, tutto diventa più chiaro...
Dal primo capitolo:
"Sentii dei rumori provenire da sopra la scatola, come dei passi, poi delle voci. Si aprì una botola e vidi una decina di ragazzi che guardavano me. Uno si fece avanti, aprì la grata ed entrò. Era un ragazzo alto, magro, con gli occhi scuri e i capelli biondo scuro. Mi studiò per alcuni secondi poi mi sorrise e mi porse la mano –Vieni, ti porto fuori da qui!-. afferrai subito quella che sembrava la cosa più amichevole che avessi mai visto e scoprii, con mia grande sorpresa, che era calda e rassicurante."
NOTA: Mi sono basata sul film, ci sono alcune riprese nella storia
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Newt, Nuovo personaggio, Thomas, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Live, Fight, Win'
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Mi svegliai con le prime luci del sole che filtravano attraverso le assi di legno. Percepii un calore sulla schiena che mi avvolgeva e arrivava fino al seno. Abbassai lo sguardo e vidi il braccio di Newt che mi teneva stretto a sé. – Buongiorno amore! - sussurrò il ragazzo baciandomi il lobo dell’orecchio, mi fece stare bene quel contatto e quelle parole così semplici e, allo stesso tempo, particolari lasciarono trasparire un sentimento che provavamo entrambi da molto tempo. Mi girai fra le lenzuola per guardarlo in faccia, allentò leggermente la stretta e mi aiutò a sdraiarmi sul suo petto. Lo baciai per trasmettergli tutto l’amore che provavo e fui ricambiata con la stessa passione. Avrei voluto restare lì, in quella stanza, in quel letto, per sempre ma, come tutte le cose belle, doveva finire prima o poi. Newt doveva andare a svolgere il suo lavoro di capo e io dovevo assolutamente parlare con Thomas per capire se ricordava qualcosa in più di ciò che avevo visto durante i flash back. – A cosa stai pensando? - domandò curioso il biondo mentre spostava una ciocca di capelli da una spalla e vi ci posava sopra un bacio delicato. Abbassai lo sguardo facendolo cadere sui suoi addominali leggermente scolpiti. – Devo riuscire a parlare con Thomas…- feci una pausa, rialzai lo sguardo e notai che si era leggermente rabbuiato – Newt, se lui sa darmi informazioni che io non ricordo, forse riusciamo a capirci qualcosa di tutta questa situazione… forse riusciamo ad uscire da qui! - mi scostai da lui e mi sedetti accanto, tenendo il lenzuolo avvolto intorno al busto per non prendere freddo. Si sollevò anche lui e mi strinse le spalle con le braccia – Lane, farò in modo che tu ci parli, ma fai attenzione che nessuno vi senta. Non so cosa potrebbe succedere se qualcuno fraintendesse…- mi diede un altro bacio sulle labbra – Dobbiamo vestirci e uscire. Gli altri ormai saranno svegli…-.
Scesi dal letto qualche secondo dopo Newt; infilai gli slip e i pantaloncini, afferrai il reggiseno dal pavimento e lo allacciai poi mi fermai ad osservare il ragazzo con cui avevo passato la notte. Lui mi stava guardando, era già vestito e un po' mi dispiaceva non poter godere del suo corpo nudo… avvampai distogliendo lo sguardo per il pensiero che mi aveva colpita. – Che c’è? - domandò ridendo. Si avvicinò e mi prese il viso fra le mani. Lo guardai negli occhi e scossi la testa. – Nulla! - sorrisi a mia volta e ricominciai a cercare la maglietta che Newt aveva lanciato chissà dove la notte precedente.
– Dove caspio è? - sussurrai abbassandomi per cercarla sotto al letto. Il biondo aprì l’armadio e tirò fuori uno straccetto piegato in quattro, di un colore violaceo. Richiamò la mia attenzione con un colpetto di tosse, mi voltai ad osservare bene ciò che teneva in mano e, con mia grande sorpresa, scoprii essere una camicia. La indossai un po' dubbiosa sulle dimensioni: dovetti arrotolare le maniche un bel pezzo e infilare una decina di centimetri nei pantaloncini; però in fondo era bello avere un indumento pulito… - Sei bellissima! - esclamò il ragazzo avvicinandosi nuovamente e baciandomi la fronte – Dovrò tenere d’occhio i ragazzi! - scoppiammo a ridere mentre uscivamo dalla stanza. Scesi le scale e uscii dall’edificio, diretta alla zona del falò per fare colazione. Newt mi disse che doveva controllare una cosa e sparì verso l’infermeria.
A pochi passi dalla mia colazione fui bloccata da Gally – Allora Fagiolina, come hai passato la notte? - mi scostai leggermente per arrivare da Frypan e ottenere il mio pasto. Fui raggiunta dal ragazzo che non sembrava intenzionato a demordere – Ehi non mi rispondi? - sbuffai infastidita. Presi una tazza di latte e del pane e andai a sedermi al primo posto libero. Notai gli occhi di diversi presenti che mi fissavano ma decisi di ignorarli. Quando Gally si sedette accanto a me decisi di rispondergli – Ho dormito. Ti basta? - un sogghigno apparve sul suo viso – Dove hai dormito? Non ti ho vista nella zona amache…- il cuore mancò un colpo per la sorpresa. Riflettei su cosa dire, lasciai passare qualche secondo poi risposi mettendo tutta la sicurezza nella voce – Preferivo stare da sola, ho dormito sotto ad un albero. - sperai se la bevesse, non avrei saputo cosa dire altrimenti. Sollevò un sopracciglio e lasciò cadere la conversazione. Mangiai restando in silenzio e, grazie al cielo, anche Gally non aprì bocca. Riflettei su cosa dovevo fare e, ovviamente, sapevo di dover parlare con Thomas, se solo avessi saputo dove fosse… mi voltai verso il giovane un po' tarchiato e decisi di chiederglielo. Inizialmente fece una smorfia, poi però si fece serio – È nel labirinto, con Minho… stanno cercando qualcosa. - fui colta dalla disperazione. – E quando tornano? - scosse la testa – Non ne ho idea. Ma spero non facciano casini come col dolente! - si alzò e se ne andò. Rimasi lì, seduta a guardare nel vuoto per un bel pezzo, poi fui scossa da Frypan che voleva riavere la ciotola e decisi di aiutarlo a lavare le stoviglie.
Rimasi in cucina per un paio di ore, parlando di come fosse la vita in quel posto. Frypan aveva un mucchio di cose da raccontare: era stato uno dei primi ad arrivare, tre anni prima, avevano costruito tutto da zero, le capanne, i campi, avevano imparato a quali ore si aprivano e chiudevano le porte. Rimasi ad ascoltare con molta attenzione, mi elencò le caratteristiche, i difetti e i pregi principali di tutti i Radurai. Quando toccò a Newt lo definì un bravo capo, capace di nascondere le proprie emozioni come Alby, un ragazzo dal cuore grande. Poi mi minacciò di morte se ne avessi fatto parola con qualcuno. – Quindi tu conosci tutto di tutti…- lui sorrise – Capisco le persone dopo poco che le conosco! - disse tronfio. – E di me cosa dici? - domandai guardandolo negli occhi. Rimase immobile qualche istante, fece un respiro profondo, probabilmente soppesando le parole, poi diede sfogo ai suoi pensieri –Sembri spaesata, ma credo tu sappia più di tutti noi… devi essere collegata in qualche modo a Thomas. Anche lui ha questo fare indagatore che hai tu. Entrambi vi siete lanciati nel Labirinto, fregandovene delle regole. Avete rischiato la vostra vita per qualcuno che non conoscevate quasi…- rimasi senza parole, con gli occhi sbarrati. – Wow…- riuscii a sussurrare. Lui alzò le spalle – Sì lo so, sono bravo con le persone! - prese una cesta piena di avanzi e uscì lasciandomi lì imbambolata.
Uscii dalla cucina e decisi di fare una passeggiata nella Radura per ambientarmi, passai per la zona delle viti e trovai Newt con una cesoia in mano mentre potava alcune piante. Lo salutai contenendo i sentimenti per evitare di insospettire gli altri. Lui fece lo stesso distogliendo velocemente lo sguardo e continuando il suo lavoro. – Dove vai? - mi domandò mentre mi allontanavo, mi voltai e alzai le spalle – Esploro! - esclamai forse un po' troppo eccitata. Il biondo annuì quasi impercettibilmente, poi si affrettò ad aggiungere – Non avvicinarti alle porte! - alzai il pollice della mano destra in senso di approvazione e mi incamminai verso un boschetto più fitto degli altri.
Passeggiai girando attorno a diversi alberi robusti, alcuni avevano rami carichi di foglie, altri sembravano più morti che vivi. Mi addentrai nel fitto, una strana umidità si alzò dal letto di foglie e rametti che calpestavo procedendo verso una zona paludosa. Rischiai diverse volte di inzuppare le scarpe in pozzette di acqua stagnante ma l’atmosfera mi ripagava completamente. Mi sentivo rilassata in quella leggera nebbia che mi avvolgeva e si appiccicava al corpo; raggiunsi uno stagno con delle ninfee che galleggiavano nel centro. Mi inclinai leggermente in avanti per vedere il mio riflesso nell’acqua, la figura era un po' sporca ma abbastanza visibile e ne rimasi stupita. I miei occhi erano scuri e incorniciati da folte ciglia, il viso era magro e un po' sciupato e i capelli, che arrivavano appena poco sotto le spalle, erano di un castano caldo con dei leggeri riflessi dorati. Sulla fronte si intravedeva il taglio rimarginato che mi ero procurata il primo giorno nella scatola. Come mossa da una forza superiore spostai una piccola ciocca dietro all’orecchio sinistro usando solo l’indice. Quel gesto mi fece tornare in mente un ricordo, la vista si fece nera e piombai nei ricordi.

Sono in piedi di fronte ad uno specchio, il viso di una ragazzina sui 13 anni, i capelli sono lunghi fino a metà schiena e li guardo con amore. Li tocco, sono morbidi e corposi, semplicemente li adoro. Qualcuno bussa alla porta e vado ad aprire. Mi ritrovo di fronte un Newt di 16 anni, bello come sempre. Mi guarda sorridendo dolcemente e sento un senso di nausea pervadermi. Quello sguardo non è rassicurante, per nulla. – Hanno deciso…- sussurra quando vede che non reagisco. Titubante allungo una mano per accarezzargli un braccio. Non ho il coraggio di chiedergli qual è la decisione, dai suoi occhi capisco che non è ciò che speravamo entrambi. Mi stringe a sé con forza, quasi volesse imprimersi la mia figura sul suo corpo. Lo ricambio e non posso evitare di far cadere una lacrima che va a posarsi sulla sua maglia bianca con le iniziali W. C. K. D. Mi scosta leggermente e mi guarda negli occhi, ha gli occhi lucidi e apre la bocca cercando le parole, o forse il coraggio… So già che dovrò andare nell’esperimento, in quella radura nel centro di un labirinto infestato da creature che ho aiutato a settare. Ne sono certa perché ho combinato troppi casini! Mi sono ribellata, ho cambiato i comandi a quelle creature, ho boicottato diversi piani dei miei superiori… Non c’è altra decisione che possano aver preso se non spedirmi verso morte certa. Mentre decine di ricordi riaffiorano alla mente e penso a tutte le cose che avrei voluto fare con Newt, il mio amato Newt! Colui che mi aveva difesa e aiutata un’infinità di volte; colui che aveva abbattuto una guardia per salvarmi ancor prima di conoscermi; colui che avrei voluto stringere a me e dal quale trarre energia per affrontare tutta quella situazione. Nello stesso momento in cui i miei occhi vanno a perdersi nelle iridi del biondo, lui mi sposta una ciocca di capelli e fa un sorriso dolce – Domani verranno a prelevarti dalla tua stanza… non ho potuto fare nulla Lane, mi dispiace. - la sua voce così affranta mi provoca una spaccatura nel cuore e una nuova lacrima va a rigare il mio viso già sciupato. – Non è colpa tua… tu sei più utile qui. Io ho creato solo problemi- dico cercando di stare calma e infondendo tutta la dolcezza che riuscivo a trovare. Mi avvicino per abbracciarlo ma lui si abbassa leggermente e mi bacia. Il bacio più intenso e carico di sentimenti che ci siamo mai dati.

Spalancai gli occhi con la sensazione che avevo provato il primo giorno alla Radura. Mi sentivo soffocare e i polmoni gridavano in cerca di ossigeno. Cercai di capire cosa fosse successo ma la paura e lo shock mi impedivano di pensare, l’unica cosa che rimbombava nella mia mente era come poteva essere che Newt fosse arrivato in quel posto molto prima di me, se dovevo essere stata mandata nella Radura due o più anni prima.
Sentii che non avrei retto ulteriormente alla mancanza di ossigeno e cominciai a muovere in modo scomposto le braccia e le gambe cercando di riaffiorare da quello che ricordai essere lo stagno paludoso in cui mi stavo riflettendo poco prima della visione. Immaginai di essere svenuta, come al solito, però ero terrorizzata dalla durata. Continuavo a muovermi ma sembrava che le mie forze fossero annullate completamente. Lentamente chiusi gli occhi stanca di combattere, “è la fine” pensai tristemente fra me e me mentre un paio di minuscole bollicine uscivano dalla bocca e salivano verso la cresta dello stagno. Fu allora che sentii una mano afferrarmi per il colletto della camicia e tirarmi verso l’alto. Mi adagiò accanto allo specchio d’acqua e si avvicinò al mio viso con gli occhi pieni di preoccupazione. Era un ragazzo dalla carnagione abbastanza pallida, con dei capelli riccioluti, biondi e arruffati. – Stai bene? - domandò lui spostandomi un braccio per controllarlo. Non avevo le forze per rispondere ma quel giovane scatenò in me dei ricordi, altri ricordi. Persi conoscenza subito dopo.

Sono nella mia stanza, guardo con ansia la porta perché so che da un momento all’altro entrerà qualcuno della W.C.K.D. per portarmi nel Labirinto. Non ho avuto il tempo di salutare Newt dopo il bacio e una sensazione di incompletezza mi assale. Sento dei passi affrettati lungo il corridoio e mi preparo per il mio destino. La porta si spalanca ed entra un ragazzino sull’età di Newt, con i capelli biondicci e il fiatone. – Zart! Che ci fai qui? - senza darmi spiegazioni mi strattona e mi costringe a correre. – Che c’è? Non posso andarmene! - gli urlo cercando di fargli mollare la presa ma lui insiste fino a quando non si arresta e mi sbatte contro un muro. Rimango pietrificata dalla paura. – Non verranno a prenderti, scema! Newt li ha convinti a farsi spedire in quel buco di merda al posto tuo! - quello che mi dice mi fa mancare il respiro. –Co..cosa? - chiedo titubante. Lui sbatte una mano sulla parete, accanto alla mia testa – Non ci arrivi?! Lo hanno preso mezz’ora fa ed ora sarà già nel Labirinto! - dalla rabbia e dalla disperazione do uno spintone a Zart e comincio a correre verso la zona dei laboratori dove i ragazzi vengono inviati nell’esperimento. Sono incavolata con Newt per avermi imbrogliata, per avermi fatto credere una cosa e averne fatta un’altra, per aver preso il mio posto! Aveva fatto una cosa onorevole ma incorretta: dovevo essere io a pagare per i miei errori, non lui!
Con quel pensiero fisso continuo a correre lungo i settori e, finalmente, arrivo alla porta del laboratorio. La apro ma troppo tardi. Entro nella stanza proprio nel momento in cui Newt perde i sensi nel liquido azzurrognolo che gli cancella i ricordi, che gli cancella quello che c’è fra di noi… ormai senza forze mi accascio atterra, mentre le lacrime mi rigano il viso. – No…- sussurro portandomi una mano alla bocca – Non può essere- una donna in camicie bianco si avvicina e mi aiuta ad alzarmi, vedo spuntare una siringa nelle sue mani e sento poco dopo una puntura al collo. Crollo miseramente mentre l’immagine del ragazzo che amo si imprime a fuoco nella mia mente.
   
 
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