Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=geYD15FVI0w.
★Autore:
Kamy
★Fandom:
DBZ.
★
Iniziativa: Questa storia partecipa al Flu&Fluff a cura
di Fanwriter.it!
★
Numero Parole: 628.
★
Prompt: 25. A vorrebbe poter assistere per bene B, malato,
ma la verità è che non ne capisce niente di
medicine, cucina e altro. Quindi
chiama C come ultima spiaggia.
Cap.2
Restagli accanto
Marron
chiuse la tenda della finestra della cucina,
raggiunse la porta a vetri che divideva la stanza dalla camera da letto
e
controllò fosse chiuse a chiave, sbirciò al suo
interno guardando la figura di
Trunks profondamente addormentato sotto strati di coperte.
Goten
si passò la mano tra i capelli mori e sospirò.
“Non
so proprio come avrei fatto senza di te. Ti
occupi di noi sin da quando siamo bambini, eppure saremmo noi i
maggiori”
borbottò, lasciandosi cadere seduto in una sedia di
ciliegio. Osservò il piano
cottura di finto marmo verde chiaro.
“Ho
fatto esperienza con quelle due ‘patate’ dei miei
genitori” disse Marron. Controllò
l’orologio.
<
La prossima pillola deve prenderla tra un’ora.
Potrei iniziare a mettere su del the in questo momento. La borsa
dell’acqua
calda dovrebbe essere ancora come minimo tiepida, mentre la pezzuola
umida
gliela cambio tra un paio di minuti. Meglio prendere
dell’altro ghiaccio da
mettere nella bacinella >. Fece il punto della situazione.
“Sei
abbastanza matura da occuparti anche di tuo zio e
la tua famiglia, ti ricordo” disse Goten.
<
Io, invece, stavo facendo bollire l’acqua per la
pezzuola. Quello bollita serviva per il brodo al massimo >
pensò.
Marron
si mise davanti il lavabo di metallo, infilò
dei guanti di plastica gialli ed iniziò a lavare i piatti,
il primo era
decorato da dei fiorellini rosa.
“Dai.
Così sembra chissà che, cerco solo di fare il
minimo. Inoltre di solito è Trunks che si occupa
perfettamente di questa casa,
è un ragazzo responsabile quando vuole” disse.
Piegò di lato il capo, facendo
ondeggiare i suoi codini biondi.
“Se
non era per te io e Trunks neanche stavamo insieme”
ammise Goten. Osservò le uova di marmo colorate che decorava
uno dei tanti
ripiani di legno che ricoprivano le pareti della cucina.
“Quella
era una mia crociate personale. Siamo cresciuti
insieme e non avrei sopportato di vedervi soffrire solo
perché non avevate il
coraggio di dichiararvi a vicenda” rispose Marron. Stava
lavando un vassoio che
riportava la raffigurazione di una coppia di amanti francesi, sotto un
lampione, stilizzati.
“Marron,
senti… io voglio davvero dimostrargli di
essere utile. Voglio fare qualcosa per lui, ma la verità
è che non capisco
niente di medicine, cucina, cure o altro…” gemette
Goten.
Marron
si voltò verso di lui.
“Vuoi
davvero prenderti cura di Trunks?” chiese.
Goten
si alzò in piedi di scatto e annuì
vigorosamente, strinse i pugni e disse convinto: “Farei
qualsiasi cosa e ne
fossi capace”.
“Allora.
Comincia con il cercare una confezione nuova
di detersivo nello sgabuzzino. E poi, se riesci in tempi brevi, puoi
aiutarmi a
mettere il ghiaccio nella bacinella” disse Marron.
Goten
abbassò lo sguardo.
“Mi
dispiace di averti disturbato. Però ero veramente
disperato e tu mi sei sembrata l’unica in grado di
salvarmi…” sussurrò.
Marron
lo guardò in viso, la figura di lui si rifletté
nelle sue iridi azzurre.
“Goten.
L’unica cosa di cui Trunks ha veramente
bisogno da te è che tu gli stia accanto. Non sono arrabbiata
e, anzi, sono
felice di potervi aiutare, ma ti devi prendere cura di lui facendogli
compagnia,
non facendogli pesare la momentanea condizione” disse.
Goten
annuì e le sorrise, Marron lo afferrò per un
braccio, inumidendogli la manica con il guanto umido.
“Anzi.
Vacci subito, posso trovarlo io il detersivo”
lo rassicurò.
“D’accordo”
disse Goten, aprì la porta a vetri e la
varcò, entrando in camera da letto.
Trunks
mugolò e socchiuse gli occhi, il suo viso era
ancora arrossato dalla febbre.
“S-stavo
facendo un sogno… strano…”
biascicò.
Goten
si sedette sulla sedia accanto al letto e gli
prese la mano nella propria.
“Raccontamelo,
amore” disse gentilmente.
“Ballavamo
il tango” esalò Trunks.
“Se
vuoi, quando stai meglio, possiamo andare a
prendere qualche lezione” disse.
Trunks
gli sorrise.
“Gra-zie…”
esalò.