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Autore: Giulia_Choppers    14/02/2018    2 recensioni
Gli anni passano, dei viaggi si concludono e altri iniziano.
Uno zoom nella vita di Emily e Zayn, pillole di vita che ricostruiscono le loro giornate dopo la conclusione della storia principale.
Dolce come incontrare dei vecchi amici e riscoprire le piccole cose della quotidianità.
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Direttamente collegato a "Your love is my drug"(http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1447358).
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questa raccolta è direttamente collegata a "Your Love Is My Drug", ma è anche possibile leggerla come storia a sè.
Per chi è capitato qui per caso, do' il benvenuto nel mio mondo.
Per chi è qui perchè aspettava già quasto momento, vi dico bentornati!
In entrambi i casi, buona lettura ;)


 
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5 anni dopo

La musica entrava in circolo potente ogni volta che era su quel palco e lui si sentiva onorato a poterle dare una forma con la voce.
Era facile.
Bastava aprire la bocca e dare aria alle parole, seguendo il ritmo del basso e cambiando a seconda della batteria. Ogni volta riusciva a sentire il suo cuore battere allo stesso ritmo: amava cantare e si divertiva ancora di più a farlo con i suoi migliori amici, nonostante l'imbarazzo fosse sempre stato un freno non indifferente.
Ogni tanto tornava a quel gennaio di tre anni prima, quando poco tempo dopo il suo compleanno, si erano messi tutti e cinque a tavolino e avevano deciso di provare quella strada, quella della musica. Così, poco meno di due anni dopo la fine della scuola, invece che scegliere a quale college iscriversi, loro sceglievano quale programma televisivo tentare per vedere un sogno realizzarsi.
La scelta era caduta su XFactor alla fine.
Erano stati accettati senza problemi perchè avevano talento – e lo sapevano –, ma non abbastanza evidentemente: erano arrivati terzi e il loro sogno sembrò essere trascinato via da una folata di vento. Per fortuna, le fans si erano innamorate così velocemente di loro e della loro musica che Simon Cowell si era visto costretto a richiamarli per un contratto. Un vero e proprio colpo di fortuna, ma da ringraziare era anche una certa ragazza che, nonostante la bambina da crescere – insieme a lui, ovviamente –, aveva trovato il tempo per riunire padre e fratello, proprietari della Syco per cui ora lavoravano, e fargli vedere le loro esibizioni, i tweet delle fans e le folle che attiravano con concerti periodici in piccoli bar. Alla fine i due avevano visto il talento della band e avevano fatto una chiamata a Cowell che, già consapevole di tutto ciò, si era deciso a far firmare loro il contratto.
Quindi, dopo tre anni, la fama era finalmente arrivata, portando con sé album, concerti, fans e soldi, tanti soldi. L'unica pecca era che tutta quella fama aveva rischiato di allontanarlo dalla sua famiglia, quindi la sua meravigliosa Emily, dopo aver coronato il suo sogno di scrivere e pubblicare un album tutto suo – album che l'aveva resa abbastanza famosa da farla esibire in tour –, aveva deciso di prendere la strada di compositore/paroliere per diversi artisti famosi compresi loro, evitando così che i suoi tour non li facessero vedere per troppo tempo, anche seguendoli per qualche tappa se necessario.
Erano felici, entrambi piuttosto famosi e uniti più che mai, nonostante i litigi che avevano come tutte le coppie.
Quindi in quel momento i One Direction stavano facendo le prove per il concerto di quella sera, concerto di un tour che per la prima volta li aveva fatti muovere, passando dall’Italia, alla Spagna, arrivando persino in America.
Erano a Manchester, e mentre si scaldavano cantando Little Things sul palco ormai montato, la voce divertita di uno dei ragazzi si fece sentire mentre il sottofondo musicale ancora risuonava nell'arena. 
“Zayn? Ti sei dimenticato che tocca a te?” Rise Louis al microfono, cercando con lo sguardo il suo compagno di band sull'enorme palco.
“Scusate ragazzi. Piccolo intruso sul palco.” Rispose la sua voce al microfono e quando i suoi amici lo trovarono, lo videro con in braccio sua figlia, un piccolo terremoto di soli quattro anni e mezzo, accoccolata con la testa sulla sua spalla. “Ehi piccola. Che ci fai qui? Dov'è mamma?” Posò il microfono a terra mentre sua figlia scuoteva la testa, spargendo i capelli chiari intorno a sé.
“Voglio stare con te.” Disse con voce piccola, allontanandosi un pochino per guardarlo negli occhi simili ai suoi.
“Ma tesoro, papà deve lavorare.” Cercò di farle capire con un sorriso, baciandole una guancia. La figlia si scostò dal suo bacio con un leggero broncio.
“Pungi.” Borbottò riferendosi alla barba e facendolo ridere.
“A mamma piace la barba.”
“A me no.” Ribatté, incrociando le braccia al petto nella perfetta imitazione di sua madre, rendendo più difficile a Zayn tenerla in braccio senza l'auto delle sue manine ancorate al suo collo.
“Ma c'è la mia piccola qui! Vieni da zio Niall.” Niall arrivò di fretta, rubandola dalle braccia del padre e facendo ridere la bambina, contenta di avere le attenzioni di qualcuno.
“Ah ecco chi ha interrotto le prove.” Esordì Liam, accompagnato dai tecnici del suono che pensavano ci fossero stati problemi al microfono di Zayn. “Ciao tesoro.” La salutò con un bacio, contendendosela poi con Louis. Harry arrivò poco dopo in compagnia di Emily e Lou, la truccatrice, che cercava di fermare la ragazza dal fare sforzi eccessivi.
“Dio, Emily, fermati un po’!” Le disse ancora, ma lei con un gesto della mano scacciò il suo consiglio, toccandosi poi la pancia appena accennata, al quinto mese della nuova gravidanza. “Poi non ti lamentare del mal di schiena però.” Borbottò quindi, ricevendo un sorriso di scuse. La donna voltò poi lo sguardo a sua figlia tra le braccia di Louis, mentre veniva coccolata da Harry, e la incenerì con lo sguardo più severo che riuscì a fare – il che era ammirevole visto che non riusciva davvero a guardare severamente la sua gioia più grande –.
“Oh oh.” Sussurrò la bambina, sbracciandosi per tornare in braccio a suo padre, che la prese di buon grado, e facendo ridere chi era riuscita a sentirla.
“Nahla, cosa ti avevo detto?” Borbottò mentre altri curiosi dello staff si erano avvicinati per vedere se tutto andasse bene, Liam comunque si fermò a parlare con loro e chiedere ancora cinque minuti prima di ricominciare con le prove: accettarono solo perché erano comunque in anticipo sulla tabella di marcia.
“Mi hai detto di non disturbare papà mentre tu eri al telefono.” Rispose con il broncio, ma poi sembrò avere un'idea su come scamparla, quindi guardò intensamente Zayn, con la sua migliore espressione da cucciolo. “Ti ho disturbato papà?” Gli domandò e Zayn si trovò tra due fuochi, guardò prima la sua compagna, poi sua figlia, ripetendo il gesto un paio di volte, ma nemmeno lui riusciva ad essere severo con la sua piccola, quindi alla fine cedette.
“No, tesoro, non mi hai disturbato.” Ricevendo un sorriso radioso dalla piccola e un'occhiataccia da Emily.
“Vedi? Quindi non ho disobbedito.” Disse convinta, facendo ridere Niall di gusto. Emily guardò Zayn con incredulità per la risposta di lei e gli snocciolò uno sguardo accusatorio.
“Non guardarmi così. È tua figlia, ha preso da te questa abilità nell'avere l'ultima parola.” Disse stringendola a sé, poi si avvicinò a grandi passi alla sua compagna, posandole una mano sulla pancia e abbassandosi per lasciarle un bacio sulle labbra. “Tutto bene?” Chiese.
“Sì, scalciano un po' troppo, ma posso farcela.” Rise, posando la mano sulla sua.
“I miei piccoli calciatori.” Sussurrò Zayn e la piccola lo prese come un insulto alla sua posizione di figlia preferita, quindi borbottò:
“Se da lì escono brutti, li rimandiamo indietro, vero?” Emily rise e le accarezzò una ciocca di capelli.
“Saranno belli come te, vedrai.” La discussione si chiuse lì solo perché il ragazzo – ritrovata una certa privacy visto che gli altri erano tornati a farsi gli affari propri – le chiese della sua discussione al telefono. “Era Cowell. Mi ha chiesto di prendermi carico della composizione del vostro prossimo album. Interamente.
“Tesoro ma è fantastico!” La strinse a sé per quanto la bambina in braccio lo permettesse, sentendosi pervadere dall’orgoglio.
“Sono davvero eccitata per questo progetto, non ho mai scritto e composto un intero album che non fosse il mio, e sapere di collaborare con voi e con Ed è qualcosa di meraviglioso.” 
“Andrai alla grande!” La guardò con infinito amore, lasciando poi scendere sua figlia che si sbracciava per rimettere i piedi a terra. “Il che vuol dire che potrete stare al mio fianco tutto il prossimo tour?” Emily fece una smorfia dispiaciuta, battendo un dito sulla propria pancia gonfia, e seguì con la coda dell’occhio sua figlia scorrazzare sul palco per raggiungere Louise, chiedendo a voce alta dove fosse Lux.
“Non credo sia possibile, amore..” Rispose guardandolo. “A quel punto i gemelli saranno nati..”
“Qui potrei darti una mano io..e i ragazzi anche! Non posso perdermi i primi momenti dei miei ragazzi.” Disse, quasi spaventato di perdersi i momenti più importanti della loro crescita.
“Lo so, tesoro, ma non posso nemmeno stare dietro a tre bambini senza l’aiuto dei miei genitori e dei tuoi. Voi siete sempre molto impegnati.”
“Ma–”
“Ne parliamo dopo, okay? Ora torna alle tue prove e scalda la voce. Vuoi che ti faccia portare del latte caldo con miele?” Zayn sospirò, poi annuì, decidendo di lasciare cadere il discorso fino a sera.
“Grazie.” Le disse, ricambiando poi il bacio che lei stava posando sulle sue labbra. Lui la guardò andare dietro a Nahla e solo dopo si accorse della presenza di Liam vicino a lui.
“Che succede?” Domandò, posando una mano sulla sua spalla. Zayn sospirò e guardò l’amico con una specie di smorfia in viso, non sapendo come esprimere i suoi pensieri: si sentiva un egoista delle volte.
“Lei è così matura, Liam. A volte mi sembra di essere suo figlio invece che il suo compagno.” Mormorò, ritornando a guardarla mentre parlava con Paul, il loro tour manager, e la loro bambina era agganciata a una sua gamba.
“La maternità l’ha fatta responsabilizzare, questo è certo, ma essere padre ha fatto maturare anche te.” Lo rassicurò e Zayn dissentì con una contrazione delle labbra.
“E’ fuori dalla mia portata quella donna.” Sussurrò. “Sono così fottutamente fortunato ad averla.”
“Qualcuno è in vena di smancerie oggi.”
“Lei mette la nostra famiglia sopra qualsiasi altra cosa, mentre io sono qui a giocare a fare la superstar.”
“Zayn, non stai giocando, stai lavorando, e questo lei lo sa. Come sa che è il tuo sogno e per questo è fiera di te.”
“Ma il mio sogno mi farà perdere i primi anni dei gemelli.” Disse infine, zittendosi e accettando con un sorriso la tazza che gli stava porgendo un assistente e che Emily gli aveva fatto portare.
“Finalmente ecco il punto.” Sospirò Liam, passandosi una mano tra i capelli e constatando con un sorriso che Zayn non era affatto cambiato. “E’ sempre difficile cavarti fuori i pensieri.”
“Beh, sono un venticinquenne legato alle abitudini.” Scherzò, beccandosi un pugno sulla spalla.
“Vedrai che non perderai nessun momento delle due pesti, così come con Nahla.”
“Non eravamo ancora famosi quando è nata lei.” Lo contraddisse e Liam cercò di tranquillizzarlo in un altro modo.
“Oh, Harry, vieni qui amico!” Lo chiamò con il microfono che aveva in mano, sbracciandosi per frasi vedere sul palco. Quando il riccio raggiunse gli amici, scombinò i capelli di Zayn, esibendosi nel solito sorriso armato di fossette.
“Dimmi tutto, Payno.”
“Come sta Thomas?” Domandò con sorriso, ricambiato dall’amico quando sentì il nome di suo figlio.
“Oh, Tommy sta benissimo. Giuls mi ha detto che l’ha lasciata dormire tutta la notte.” Rispose raggiante. “Non vedo l’ora di tornare a casa e vedere quel suo sorriso sdentato.”
“Quante volte sei tornato a casa da quando è nato?” Chiese ancora, come se fosse un interrogatorio.
“Praticamente quattro volte a settimana, per tutto l’anno. Con tutti i viaggi che faccio, farei prima a comprare un aereo privato.” Rise, grattandosi la nuca.
“E ti sei perso qualche momento importante della sua crescita?” Harry aggrottò le sopracciglia, non capendo il perché di tutte quelle domande.
“Ehm..no?” Gli uscì fuori come una domanda, quasi senza volerlo. “Perché?”
“Il nostro mulatto qui ha paura di perdersi la crescita dei  gemelli.”
Aw, Zaynie.”
“Non fare ‘aw, Zaynie’ a me.” Lo fulminò.
“Ammetto che la distanza sia difficile, ma ci sono tanti modi per renderla sopportabile. Lo sai. Lo rassicurò. “Non ti perderai nulla.”
“Ma come farà Emily con Nahla, i due gemelli, il lavoro–”
“E’ una donna forte, troverete una soluzione alternativa.” Lo incoraggiò, proprio mentre lei, tenendo per mano la bimba – che Zayn avrebbe potuto giurarlo, aveva in viso la stessa espressione di rimprovero della madre –, sgridava Louis e Niall per aver corso troppo vicino al limite del palco.
“Guardala, metterà in riga le due pesti come sta facendo con i nostri mocciosetti.” Rise Liam, vedendo gli sguardi terrorizzati dei suoi due compagni di band. “E ora torniamo alle prove, o Paul ci staccherà le palle.” Harry fece un suono scioccato e corse verso Emily urlando ‘mamma, Liam ha detto una parolaccia’.
Neanche a dirlo, si beccò uno scappellotto dietro la nuca.
 
“Grazie mille, Manchester! Siete stati favolosi! Alla prossima!” Louis chiuse così il concerto, mentre i ragazzi venivano risucchiati dietro le quinte per i cambi vestiti. Zayn si guardò intorno, non riuscendo a trovare Emily.
“Lou, dov’è Emily?” Domandò alla truccatrice e lei, impegnata a levare il fondotinta dal viso di Harry con un batuffolo, le indicò i camerini insonorizzati. Zayn la ringraziò e salutò con una pacca sulla spalla alcuni dello staff, prima di sparire dietro la porta dei camerini. “Em?” La chiamò, vedendola poi semi-sdraiata sul divanetto per evitare che un’addormentata Nahla potesse cadere. “Ehi.” Le arrivò alle spalle e lei gli fece un sorriso assonnato, grattandogli la barbetta con le unghie.
“Concerto strabiliante come sempre.” Si congratulò. “Sono dovuta venire via a metà di Little Black Dress perché la bambina stava crollando.”
“E non è l’unica che sta per crollare dal sonno, uhm?” Le rispose, baciandole le testa. “Faccio una doccia veloce, massimo 10 minuti e andiamo.”
“Mmh, ti aspettiamo qui.” Sussurrò e Zayn si sentì il petto esplodere dalla gioia per quelle parole all’apparenza insignificanti: lui aveva qualcuno che lo avrebbe aspettato sempre. Si fece la doccia e si cambiò i vestiti in tempo record, per poi tornare nella stanza principale e trovare Emily addormentata sui cuscini. Zayn prese in braccio Nahla e svegliò la sua ragazza con dei baci lungo il viso.
“Andiamo a dormire in un letto vero, tesoro, coraggio.” Emily sbadigliò, si lamentò del mal di schiena e si alzò aiutata da Zayn – che subito dopo afferrò la borsa con dentro le loro cose e se la caricò in spalla.
“Kol, ha detto che ci aspetta sveglio.”
“Lo ringrazieremo per l’ospitalità, come sempre, quando arriveremo lì.” La rassicurò, avvolgendole un braccio intorno ai fianchi lievemente più grandi per la seconda gravidanza, buttandosi nuovamente nel casino del dietro le quinte.
“Zayn, amico, aspettavamo solo voi.” Niall aprì la portiera del furgoncino e li fece sedere nei tre posti subito dietro il guidatore – Paul ovviamente –, mettendosi poi davanti, vicino a Louis.
“Come ti è sembrato il pubblico stasera, Emy?” Le chiese Harry, seduto con Liam dietro di loro. Emily sbadigliò e snocciolò un sorriso.
“Rumorosi e calorosi. Vi amano, ovviamente.” Liam sorrise, mentre Paul si immetteva nel traffico fuori dallo stadio.
“Siete stati grandiosi.” Commentò il loro tour manager, sostenendo le parole di Emily.
“E’ stato fantastico, ho ancora l’adrenalina in circolo!” Niall si sporse indietro, mentre Nahla appoggiava la testa sulle gambe del padre, mettendosi comoda, ed Emily posava la tempia sulla spalla di lui, faticando a tenere gli occhi aperti. “Voglio andare in un pub irlandese a festeggiare, chi è con me?” Zayn indicò con la testa le sue donne praticamente svenute su di lui, facendo capire la risposta.
“Io ho in programma una videochiamata con Giulia.” Si scusò Harry, sostenendo di voler sentire i gorgoglii di suo figlio.
“Era scontato.” Mormorò Zayn, accarezzando la testa della sua bambina.
“Quindi, noi gente single?” Chiese Niall ai due rimasti, facendo storcere il naso a Emily che non si era ancora abituata alla fine della loro relazione con le loro vecchie compagne di scuola. Era triste, ma capiva cosa avesse portato la loro separazione: una relazione a distanza era difficile, soprattutto con dei ragazzi che stavano diventando star internazionali. Francy, Meredith e Caroline erano tutte e tre molto impegnate e alla fine, con la mancanza di comunicazione e senza la reciproca presenza fisica l’uno nella vita dell’altra, le loro relazioni si erano arenate. Erano rimasti in amichevole contatto, da quanto ne sapeva, ma non aveva avuto tempo di indagare, visto che anche lei era molto impegnata.
“Per me nessun problema, fratello, andiamo a farci una birra.” L’irlandese gli batté il cinque, poi si voltò verso i sedili posteriori e guardò Liam.
“Lo sai che non bevo.” Rispose Liam laconico.
“Lo so, ma vieni comunque con noi.” Ribatté. “Ti preego.” Aggiunse cantilenante.
“Niall, non fare i capricci.” Mormorò Emily, troppo abituata a consolare sua figlia, sorridendo alla risata di Paul. Zayn le baciò i capelli e Liam sbuffò per l’espressione implorante del finto biondo.
“Va bene, ma non dovete ubriacarvi.” Cedette e la ragazza si ritrovò a pensare che sarebbe stato un ottimo padre.
“Oh, affare fatto!” Louis e Niall si batterono il cinque come se avessero concluso il contratto del secolo, e il silenzio tornò a regnare nel furgoncino.
Ammee.” La chiamò Nahla, usando il vocabolo in urdu che ogni tanto le usciva con naturalezza.
“Dimmi, tesoro.”
“Ho sonno..” Mormorò.
“Siamo quasi arrivati dallo zio, uhm? Abbi ancora un po’ di pazienza.” Rispose lasciandole una carezza sulla testa. Quando Paul accostò davanti alla casa di Michael e Lucy, il tour manager si voltò prima che Zayn scendesse, ricordandogli che il volo per Dublino sarebbe stato due giorni dopo, in mattinata, e che non doveva assolutamente ritardare.
“Lo butto io fuori dal letto, tranquillo Paul.” Rispose Emily, aprendo la portiera e facendo uno squillo al fratello.
“Ma se tu dormi più di baba.” I ragazzi in macchina trattennero una risata, mentre Emily spalancava gli occhi e si girava a fulminare il suo compagno, senza nemmeno guardare sua figlia.
“Non ho detto nulla io!”
“L’hai plagiata a tua immagine e somiglianza.” Si lamentò, allontanandosi imbronciata, non prima di aver salutato gli altri.
“Glielo dovrei dire che sei la sua copia sputata, invece?” Gli chiese, sistemandole il giubbottino prima di scendere. Nahla fece un sorrisetto che – ecco dannazione! – era uguale a quello derisorio della madre e lui sospirò. “Buonanotte a tutti.”
“La notte è giovane!” Rise Louis, facendogli capire che non sarebbero andati a letto presto, approfittando che l’indomani avessero finalmente un giorno libero.
“Beh, allora attenzione a chi rimorchiate.” Ridacchiò, chiudendo la portiera mentre sua figlia chiedeva “cosa vuol dire rimorchiare?” e i ragazzi ridevano della sua risposta “lo capirai quando sarai più grande..anzi, no, meglio di no”. Zayn arrivò alla porta d’entrata e fu accolto da Michael che stava abbracciando Emily e da Lucy che le aveva appena rapito la figlia dalle braccia. Da quando era nata Nahla, erano tutti così impegnati a coccolarla che a lui era stato tolto persino il saluto. Sospirò drammaticamente e si avvicinò al fratello della sua compagna per battergli una pacca amichevole sulla spalla – ricambiata dall’altro.
“Dio, che aspetto distrutto Zayn.” Lo salutò Lucy, mentre la bambina le si era appisolata sulla spalla.
“Ho appena finito di intrattenere qualcosa come cinquantamila persone. Sono un po’ assonnato.” Rispose, ringraziandola mentalmente: sì, era consapevole di sembrare uno zombie anche senza il suo intervento.
“Già, ti ci vuole una bella dormita.” Commentò l’uomo, circondando le spalle di sua moglie e lasciando un bacio tra i capelli della nipote. Zayn riprese sua figlia in braccio e seguì la coppia in casa, intrecciando la mano a quella di Emily.
“La camera è la stessa dell’ultima volta, sistematevi con calma.” Disse Michael, riferendosi a quando, due mesi prima, erano andati a trovarli dopo il trasferimento della coppia da Londra a Manchester.
“Quanto starete?” Chiese Lucia e sua cognata rispose che sarebbero partiti per Dublino nel giro di due giorni. “Sarà l’ultima tappa che seguirai?”
“Sì, le tappe dopo sono davvero troppo lontane per Nahla e le due pesti qui dentro.” Rispose battendosi sulla pancia.
“Oh, lo capisco.”
“E voi quando vi deciderete a darmi un nipote?” Ribatté Emily con un sorrisetto che fece alzare gli occhi al cielo al fratello.
“Dio sembri la mamma.” Si lamentò, mentre Lucy rispondeva per le rime.
“Non siamo tutti come voi che tentano di riprodursi ogni anno.”
“Oh, tre bastano e avanzano.” Mormorò Zayn, deglutendo. “I gemelli non erano in programma.”
“Errare è umano, perseverare è diabolico.” Cinguettò Michael, beccandosi un pizzicotto dalla sorella.
“A me ne bastava uno solo.” Mise in chiaro. “Sono loro che hanno deciso di farsi compagnia a vicenda in uno spazio così piccolo.”
“Beh, per colpa tua, la mamma non mi lascia in pace un attimo.” Si lamentò. “E papà ha perso quasi tutti i capelli a forza di fargli sorprese del genere.” E indicò la sua pancia. Zayn rise e strinse la presa sul borsone che stava portando.
“Sì, ricordo le loro facce quando glielo abbiamo detto.” Rispose lei, ricordando quell’insieme di sorpresa, incredulità e gioia, accompagnato dal commento “ma una non vi bastava?” di suo padre. Nonostante ciò, suo padre sembrava essere particolarmente tagliato per il ruolo del nonno, se il suo immenso amore per la prima nipote poteva essere un indizio. La sua famiglia aveva lo scopo primario di trattare l’ultima arrivata come una regina e, di lì a poco, ne avrebbero avuti altri due da viziare. Sua madre avrebbe fatto a mano anche a loro delle tutine con il nome sopra, poco ma sicuro.
Dirlo ai genitori di Zayn era stato più facile rispetto alla prima volta, visto che ormai erano adulti, con un lavoro proficuo e una vita loro. Erano più stabili economicamente e anche sentimentalmente, raggiunti i sei anni di relazione. Doniya, Safaa, Trisha e la nonna Karen, avevano accolto la novità con gli occhi a cuore e persino Waliyha – che era follemente innamorata di Nahla – era stata felice per l’arrivo di altri due bambini a cui fare da babysitter – probabilmente per rubare soldi al fratello maggiore. Yaser era rimasto sorpreso della notizia, ma non aveva detto nulla di offensivo come alla notizia della prima gravidanza. Oltre ad aver borbottato un “quando si decideranno a sposarsi”, non aveva aggiunto altro ed era tornato a prestare attenzione a Nahla che pasticciava un foglio con i pennarelli seduta sulle sue ginocchia. Emily era rimasta molto sorpresa dall’affetto con cui si comportava con la nipote, soprattutto quando cercava di insegnarle parole in urdu. Yaser era notoriamente una figura severa, ma con Nahla sembrava sciogliersi del tutto: una volta Emily l’aveva addirittura sentito dire a Trisha che quella bambina meritava il significato che il suo nome portava. Da quando si era riavvicinato a Zayn, comunque, sembrava molto meno spaventoso.
“Comunque possiamo parlare domani. Io sto per svenire dal sonno, quindi me ne vado a dormire.” Mormorò Emily a quel punto, dando la buonanotte al fratello e Lucy. “Ti aspetto su.” Disse al compagno, quindi prese Nahla dalle sue braccia e iniziò a salire le scale per metterla a dormire.
“Conviene anche a te farti una bella dormita o ti verranno le rughe.” Commentò la donna.
“Già e poi chi le sente le tue fans.” Lo prese in giro l’altro, augurandogli la buonanotte. Zayn seguì Emily di sopra e la vide togliersi i vestiti per mettersi a dormire, mentre la sua Nahla era addormentata nel lettino vicino al loro letto. La imitò e si buttò sul letto con poca grazia, facendo lamentare la ragazza.
“Sei un bisonte.” Borbottò, avvicinandosi a Zayn per essere abbracciata da lui. Lui stese il braccio e le permise di appoggiarsi con la testa sul suo bicipite – consapevole che gli si sarebbe bloccata la circolazione durante la notte – mentre premeva il corpo contro il suo. L’altra mano passò da accarezzarle i capelli ad accarezzarle la pancia in un gesto che faceva rilassare entrambi. Le baciò prima una tempia, poi le diede un bacio più convinto sulle labbra.
“Dobbiamo riaprire quel discorso iniziato durante le prove.” Le ricordò, ricevendo uno sbuffo e un cenno d’assenso.
“Non adesso. Ho così tanto sonno che pur di farti stare in silenzio, potrei tirarti una testata.” Lo avvertì, facendolo ridere.
“Ed ecco che la mia tigre esce fuori a giocare.” La prese in giro, baciandola ancora una volta. Rimase in un confortevole silenzio, poi sbadigliò e si sistemò più comodo con Emily tra le sue braccia.
“Vi amo.” Mormorò sottovoce per non rompere l’atmosfera di tranquillità che c’era nella stanza.
“Sì, anche io, Mr Sdolcinato.Rispose lei e lui si ritrovò a sorridere ad occhi chiusi.
 
Mamma.
“Nahla, lasciala dormire almeno stamattina che non ha la nausea.” La riproverò Zayn, tirandosi lievemente su con il busto per vedere – con un solo occhio aperto – sua figlia che cercava di scendere dal lettino, usando la piccola scala che Lucy aveva comprato per lei. La bambina camminò in punta di piedi fino al lato del padre e mise su la faccia da gatto con gli stivali che funzionava sempre quando voleva chiedere qualcosa. Zayn sbadigliò, adocchiando l’orologio – erano le dieci passate –, e tornò a prestare attenzione alla piccola. “Cosa c’è?”
“Ho fame.”
“Mmh, ora scendiamo dalla zia, okay?” La rabbonì, provando ad essere il più delicato possibile nello scendere dal letto. Si infilò una maglia presa dal suo borsone e prese per mano la figlia, abbassandosi un pochino. Uscirono insieme dalla stanza e Zayn la aiutò nel fare gli scalini, vedendola saltellare da un gradino all’altro. “Come fai ad essere così sveglia? E’ praticamente l’alba.”
“Tu dovresti essere più sveglio di me, papà.” Rispose con semplicità. “Sei grande.”
“Oh, certo, spiegazione più che logica.” Borbottò l’uomo, sentendosi quasi preso in giro da quanto sua figlia fosse sveglia. Nahla alzò gli occhi al cielo – altro tratto che la rendeva uguale a sua madre – e lasciò la sua mano per correre in cucina, arrampicandosi sullo sgabello.
“Buongiorno zia.”
“Ciao piccola. Vuoi fare colazione?” Chiese la donna, salutando Zayn con un sorriso. La nipote annuì energicamente e lei le domandò cosa volesse mangiare.
“Il latte. Con il cacao.” Rispose decisa. “E i cereali con i dinosauri.”
“Come si dice?” La riprese lui, mentre si avvicinava alla macchinetta per il caffè.
“Per favore.” Zayn annuì soddisfatto e le lasciò una carezza tra i capelli chiari, vedendola poi spalancare gli occhioni marroni – finalmente qualcosa che aveva preso da lui – alla vista della scatola nuova dei cereali che la zia le stava porgendo. Tornò a prepararsi il caffè, aspettando con pigrizia che la macchinetta finisse l’erogazione e fu affiancato da Lucy che stava lavando la tazza con cui, presumibilmente, aveva fatto colazione Michael prima di andare al lavoro.
“State facendo un lavoro splendido con lei.”
“Non vogliamo che cresca viziata.” Si limitò a rispondere, versandosi il liquido in una tazzina e tenendo d’occhio la bambina mentre prendeva generose cucchiaiate di latte e cereali dalla tazza bianca.
“E’ cresciuta così tanto. Sembra ieri che siamo corsi in ospedale dopo la tua chiamata.” E Zayn non poté che trovarsi d’accordo. Se tornava a quel settembre di cinque anni prima aveva ancora i brividi a pensarci. A quel tempo, abitavano ancora a casa di Louis – tutti insieme comprese le ragazze, così come si erano ripromessi alla fine della scuola – e nonostante la casa fosse davvero piena di confusione, l’atmosfera era sempre piacevole. Lui era appena tornato da una partita di calcetto con i ragazzi e aveva trovato la casa stranamente vuota, poi Giulia l’aveva chiamato al telefono per dirgli che stavano correndo in ospedale. Gli altri l’avevano visto sbiancare d’improvviso e si erano preoccupati, chiedendo cosa fosse successo. Fu Giulia a spiegare dove fossero e cosa stesse succedendo, visto che Zayn era diventato improvvisamente muto, e..poi si era ritrovato in ospedale.
L’ansia stava giocando brutti scherzi: si era trovato imbardato come se avesse dovuto lui stesso far nascere la sua bambina, a stringere la mano della sua ragazza che ringhiava frasi come “scordati la mia vagina da oggi in poi” o la più gettonata “giuro che se ne esco viva te lo taglio”, mentre lui le accarezzava i capelli con l’altra mano. Poi un pianto liberatorio era riecheggiato tra le pareti della sala e lui aveva posato gli occhi sulla creatura più bella del fottuto universo. Non pensava fosse possibile innamorarsi di nuovo, ma andò proprio così. Si era innamorato di nuovo di Emily e della sua perfetta minuscola bambina, il loro mix. La pelle era olivastra e il faccino era dolcissimo, quei pochi capelli che aveva erano biondi, come Emily quando era bambina, ma il taglio degli occhi era sicuramente il suo. Tutto intorno a loro era puro caos di gente che si spostava e infermieri che correvano, ma i loro occhi rimasero incollati al visino della bimba. Dopo quello, le cose si erano calmate, avevano spostato Emily e Nahla in una saletta più tranquilla e, lentamente, tutti i loro amici erano entrati per fare gli auguri e vedere quello splendore. Nel giro di un giorno, erano arrivati anche le famiglie di entrambi – dopo un’imbarazzante telefonata in cui Zayn piangeva ripetendo “sono padre” – che si erano innamorate, come tutti, del piccolo fagotto. Nahla Malik, nata l’8 settembre, aveva già stregato chiunque, compreso lo stoico nonno Yaser che, nel tenerla in braccio, si era palesemente trattenuto dal versare qualche lacrima.
“Zayn, sei ancora con noi?” Domandò Lucy, sventolandogli una mano sotto gli occhi per svegliarlo dal suo stato catatonico.
“Sì, io..ero perso tra i miei pensieri.” Mormorò, finendo in un sorso il suo caffè.
“Abbiamo notato.” Rispose, spalleggiata da sua figlia che, in cinque anni era indubbiamente cresciuta e aveva preso il carattere di Emily. Zayn sospirò: già gestirne una era difficile, ora ci si metteva pure la figlia. “Stavo pensando di portare Nahla in giardino a giocare, così tu puoi svegliare Emily con calma. Che ne pensi?”
“Se non ti è di disturbo fai pure. Prima, però, la signorina si deve lavare i denti e togliere il pigiama.”
“La porto io, ne approfitto per farle provare il completino nuovo che io e Michey abbiamo scelto per lei.” Alla bambina si illuminarono gli occhi.
“Grazie zia!” Nahla si sporse per dare un bacio sulla guancia del padre – tirandolo giù tramite strattoni alla maglia – e sparì con la donna, lasciandolo solo nella cucina. Il ragazzo si premurò di preparare del tea e mettere dei biscotti al cioccolato su un piattino, poi portò il tutto su per le scale, facendo attenzione a non cadere. Aprendo la porta trovò la sua compagna ancora immersa tra le coperte, ma con il computer acceso sul cuscino, mentre parlava con qualcuno a voce bassa – probabilmente un qualcuno che l’aveva svegliata tramite notifiche di videochiamata su Skype –. Così non si stupì quando, dopo aver posato la colazione sul comodino, si trovò di fronte la faccia di Giulia e del piccolo Tommy che, raggiunto ormai l’anno di età, aveva una massa di riccioli scuri sulla testa.
“E buongiorno anche a te, bel tenebroso.” Lo salutò, muovendo in contemporanea la manina di suo figlio per farlo salutare. Zayn guardò interrogativamente la sua fidanzata, sedendosi poi sul bordo del letto.
“Giulia ha trovato un sito di fan fiction sulla band.” Spiegò, scrollando le spalle.
“Già, e tu sei l’oscuro principe Malik.” Tommy gorgogliò una risata, quasi volesse dare ragione alla madre. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e preferì concentrarsi su questioni più importanti.
“Come state?” Chiese, ignorando quindi i discorsi sulle sue recenti letture.
“Bene, la distanza con Harry si fa sentire, ma noi abbiamo la pelle dura.” Rispose, facendo oscurare lo sguardo di Zayn, consapevole che nel giro di quattro mesi Emily sarebbe stata nella sua stessa situazione. “E poi tra un pio di settimane siete in pausa. Quindi più Harry per noi fino alla prossima tappa.”  Il bambino si lasciò scappare un balbettio che sembrava avesse il significato di ‘papà’ e questo gli ricordò che quella era anche la prima parola che Nahla aveva detto, dopo settimane che Zayn provava a farla parlare. ‘Papà’ o ‘pappa’, ma lui era decisamente più propenso verso la prima. “Voi invece come state?”
“Ho costantemente sonno, i gemelli mi tolgono il doppio dell’energia. E non riesco a lavorare in questo stato.” Zayn le baciò una tempia, accarezzandole successivamente i capelli con una mano.
“Non dirlo a me. Sono appena rientrata al lavoro e vorrei già farmi mettere incinta di nuovo pur di starmene a casa.” Emily scoppiò a ridere, pensando a tutti i soldi che dava come paghetta a sua sorella minore per guardare il nipote. Un po’ come Waliyha con Zayn.
“Beh, puoi sempre richiedere di lavorare da casa, no? Non penso sia fondamentale la tua presenza in redazione.”
“Pensi che in un posto come Vogue tu possa permetterti passi falsi?” 
“Non ti licenzierebbero mai. Sei pur sempre la fidanzata di Harry Styles.”
“Promessa sposa, prego.” La corresse. “Comunque questo mese mi tocca scattare le foto per il mio stesso articolo, quindi la mia presenza in sede è molto fondamentale.
“Beh, allora buon lavoro.” Le augurò.
“Mmh, hai sentito le ragazze?” Domandò l’amica prima di staccare. “Questa settimana sono tutte a Londra, volevano fare una rimpatriata ora che Caroline è tornata da New York.”
“Invio un messaggio su what’sapp dopo aver fatto colazione.”
“Ottimo piano. Ci sentiamo dopo allora.”
“A dopo!” Emily riuscì finalmente a chiudere il computer e girarsi per stampare un bacio sulle labbra del suo ragazzo. “Buongiorno.”
“Ti ho portato la colazione.” Le indicò il vassoio sul comodino. “Nausea?”
“Non stamattina.” Disse soddisfatta, mettendosi seduta tra le sue braccia per poter bere il tea. “Nahla?”
“E’ fuori con Lucy.” La tranquillizzò. “I miei calciatori invece?”
“Sono stranamente calmi.” Ribatté, prendendo la tazza per bere il liquido ancora tiepido, sgranocchiandoci insieme i biscotti.
“Cosa faremo quando saranno nati?” Chiese quindi, buttandola lì quasi come se fosse una domanda posta a caso. Sapevano entrambi che non lo era.
“Penso andrò a stare dai miei per un po’.” Rispose lei, guardando la sua espressione di disaccordo con un cipiglio. “Non fare quella faccia, Malik. Lo sai anche tu che è meglio per tutti.”
“Vorrei davvero avervi vicino.” Emily sorrise intenerita e lo baciò lievemente.
Amore..” Richiamò la sua attenzione, posando la tazza sul vassoio. “La vostra popolarità aumenta e io devo lavorare, oltre che seguire le pesti.” Cercò di farlo ragionare, accarezzandogli la barba. “E lo sai anche tu che non potrai stare dietro ai tuoi figli con tutti i tuoi impegni.” Bloccò in anticipo la sua replica. “Quindi è meglio per tutti se me ne vado per un pochino a Los Angeles.”
“So che è la cosa migliore, ma non riesco a pensare di avervi così lontani per così tanto tempo.” Mormorò. “Ho paura che la distanza–” Non riuscì a finire la farse che subito spostò lo sguardo altrove, irrigidendo i muscoli. Emily però aveva capito: Zayn aveva paura che la loro storia finisse come quella di Liam, Niall e Louis.
“Ehi, guardami.” Lo spronò. “Noi abbiamo una bellissima bambina insieme, e altri due stanno arrivando a renderci le vite un disastro di pannolini.” Mormorò, facendogli presente che quello era un ulteriore legame tra loro, a differenza degli altri ragazzi. “Io non ti toglierei mai la possibilità di vedere i tuoi figli, qualsiasi cosa succedesse. Ma soprattutto non ti permetterei, a principio, di lasciarci, o di permettere alla distanza di distruggerci, okay?” Lo guardò negli occhi. “Sarà difficile, ci saranno momenti in cui vorremo rinfacciarci la reciproca assenza, oppure avremo così tanta voglia di vederci da stare male. Però staremo bene. D’accordo?” Concluse lei con le lacrime agli occhi, ovviamente dando la colpa agli ormoni. “Ti amo, e amo la nostra famiglia. Le cose funzioneranno, ne sono certa.” Lui rimase in silenzio, poi la coprì con il suo corpo e se la strinse al petto, ripetendo sequenze di ti amo.
“Ti amo così tanto, Emily, da non riuscire neanche a pensare un futuro senza di te.” Le baciò i capelli. “Verrò a trovarvi ogni volta che non avrò impegni, lo giuro. Non sentirete nemmeno la mia mancanza.” Le accarezzò la pancia con amore. “Nessuno di voi.”
“Ti credo. Sono sicura che andrà tutto bene.” Annuì, ancora appoggiata al suo petto, del tutto commossa.
 
Jason.”
“No.”
“Dai, Jason Malik suona bene.” Rispose Zayn, mettendo un indice nel libro di nomi per neonati per tenere il segno.
“Ma fammi il favore. Jason non è il nome di quel tizio con la maschera e la motosega?” Mormorò lei, rannicchiata ancora a letto in quella soleggiata mattinata, le gambe del suo uomo usate come cuscino.
“E quindi?” Sbuffò lui.
“Cambia nome.” Zayn alzò gli occhi al cielo e tornò a sfogliare le pagine.
Montgomery?”
“Da Venerdì 13 ai Simpson? Sei serio?” Si lamentò, alzando lo sguardo con disappunto.
“Cos’ha che non va questo?”
“Tutto?” Gli fece presente. “Già c’è il gemello che ha un nome antico. Cerchiamo qualcosa di attuale per fagiolino-due.”
“Ok, concedo che Walter sia un po’ datato.” Disse, pensando con amore a quando Emily aveva voluto che uno dei due gemelli si chiamasse come suo nonno. “Ma tanto nessuno usa più i nomi interi, basterà che si presenti con un soprannome.”
“Comunque non facciamone uno schema, Zic.”
“E invece facciamone uno schema!” Si impuntò, quasi come colto da un’illuminazione. “Così non facciamo un torto a nessuno dei due; torto che potrebbero rinfacciarci più avanti negli anni.” Lei alzò gli occhi al cielo e tornò a non prestargli attenzione. “Che ne dici di Zachary? Può abbreviarlo in Zac.”
“Lo stai facendo a causa del fatto che ti chiamo Zic?”
“Zic e Zac.” Emily scoppiò a ridere e lo guardò scuotendo la testa esasperata da quanto fosse fuori di testa.
“Hai bevuto?”
“Ma cos– No!” Rispose oltraggiato.
“Fumato?”
“Emily!”
“Sei sicuro?”
“Ti odio.” Borbottò mettendo il broncio.
Non mettere il broncio, Zic.Lo baciò. “Sai che effetto mi fa.”
“Oh si, non vedo l’ora che sguinzagli i tuoi ormoni.” La baciò ancora più a fondo, lasciando da parte il libro e concentrandosi nel levarle la maglia – che per inciso gli apparteneva –.
“Non faremo sesso qui.” Lo bloccò subito, baciandogli il collo.
“Ma come– perche?”
“Non farò sesso con mio fratello al piano di sotto, Zayn. Scordatelo.” Si mostrò categorica, ingoiando però l’acquolina che le veniva a pensare di mettere le mani sul corpo del compagno.
“Ma loro lo avranno sicuramente fatto quando ci sono venuti a trovare a Londra.”
“Ma loro non hanno una figlia che potrebbe aver bisogno di noi da un secondo all’altro.”
“Ma Nahla–” Fu bloccato da una risata e l’urlo ‘ammee’ proveniente dal piano inferiore, il che le fece alzare le sopracciglia come per dire ‘visto?’.
“E’ proprio vero che quando nascono i figli, la vita sessuale diventa un lontano ricordo.”
“Bugiardo melodrammatico. Chi è che ieri ha ricevuto un pompino del buongiorno?” Rispose lei.
“Ieri! E comunque–” Avvicinò la bocca al suo orecchio. “–non sarà mai soddisfacente come seppellirmi dentro di te.” Sussurrò, facendo scendere una mano dentro i suoi slip.
“Levati di dosso.”
“Peccato, micetta, le mie dita magiche erano pronte.” Zayn ritrasse la mano ed Emily ringhiò di frustrazione.
“E’ ora di pranzo e nostra figlia reclama la nostra attenzione. Vediamo cosa riusciamo a fare più tardi.” Il mulatto si aprì in un sorrisone e saltò giù dal letto. Lei sospirò sconfitta. “Un bambino troppo cresciuto.”
 
Erano a pranzo tutti insieme, con Michael e Zayn che parlavano di calcio, quando suonarono al campanello. Lucy andò ad aprire mentre Emily prendeva la sua seconda porzione di funghi e poco dopo altre due persone entrarono in sala.
“Ma guarda guarda!” Disse una voce femminile.
“Zia Dana!” Urlò la bambina, saltellando più dalla sedia per abbracciare la zia. 
“Non saluti anche me?” Chiese il fidanzato abbassandosi per poterla prendere in braccio.
“Ciao zio.” Axel le sorrise e andò a salutare Emily, che si era alzata, con un bacio sulla guancia.
“Radiosa come sempre.”
“Incinta come sempre.” Si intromise Dana dopo aver salutato tutti, mettendole una mano sulla pancia. “Mi fai quasi sentire in colpa per non aver avuto ancora figli.” Disse, ridendo poi del fidanzato che era sbiancato. “Scherzavo, amore, respira.”
“E’ arrivato il tuo turno delle frecciatine sui figli? Di già?” Chiese Michael, battendogli una mano sulla spalla, mentre Nahla scendeva dallo zio per andare da sua madre.
“Almeno una volta a settimana.” Sussurrò terrorizzato, ricevendo una pacca anche da Zayn.
“Uh, allora non scherza.”
“Mettiti ai ripari, amico.” Consigliò il più grande dei tre.
“Posso sempre prestartene uno dei miei. La nostra casa sta per diventare affollata.”
“Declino l’offerta, grazie mille. Le ho persino preso un cane per farla smettere di pensare ad altri esseri in giro per casa.” Confessò Axel.
“Uh, non dirlo a Nahla ti prego. Sono mesi che chiede un cucciolo.”
“Essendo così simile alla madre, userà i suoi fratelli come animali domestici. Te lo dico per esperienza.” Axel rise nel vedere l’espressione di Michael.
“Se anche i gemelli prenderanno il suo carattere, sarò io il cagnolino.” Borbottò Zayn, già consapevole di come sarebbe andata a finire.
“E tu? Lucy lancia frecciatine?” Domandò il più giovane.
“Al momento sta facendo pratica con le piante, ma..non ha esattamente il pollice verde. Quindi, finché non riuscirà a tenere in vita quelle, io sono salvo.”
“E poi c’è Zayn che è a quota tre.” Zayn guardò Axel e, nonostante i loro discorsi, sorrise. “Il tempo sembra passato in un soffio.”
“E’ vero. Sembra ieri che volevo picchiare Zayn per come aveva trattato mia sorella.”
“Mi sono fatto perdonare alla grande in questi anni. Adesso abbiamo una bella stabilità, sono soddisfatto di ciò che io e lei abbiamo passato.”
“Come quella volta che ti sei dimenticato il vostro anniversario e lei ti ha fatto dormire sul pianerottolo di casa?” Domandò Axel. “Duncan e i ragazzi hanno riso per mesi.” Non si era dimenticato dell’anniversario, aveva solo confuso i giorni. Era un momento un po’ stressante con i primi eventi musicali importanti e tutto il resto, quindi la sua mente aveva fatto cilecca una volta. Pesava fosse il giorno dopo rispetto a quello effettivo: comunque Emily l’aveva sul serio lasciato fuori di casa per una notte intera. Da quel momento la data è scolpita più a fuoco di prima. Non ci teneva a ripetere l’esperienza.
“Come va il lavoro, Ax?” Chiese Emily, intromettendosi nei discorsi degli uomini e infilandosi sotto il braccio di Zayn come un gatto.
“Alla grande. Abbiamo appena finito con ‘Nightmare Before Christmas’ e pare che qualcuno di importante ci abbia notato là a Broadway.”
“Oh mio dio, chi?”
“Pare che recentemente Katy Perry abbia rubato dei ballerini a Taylor Swift e quindi lei si trovi a corto.” Comunicò Axel, gonfiando il petto con orgoglio.
“Katy Perry non ha rubato nulla, paga solo di più.” Commentò Dana.
“Comunque sia, chi si occupa dei ballerini per il suo tour ha chiesto di noi.”
“Wow, ma è fantastico!” Si congratulò Lucy, mentre Nahla tirava l’orlo della maglia dello zio Michael in cerca di spiegazioni.
“Sarebbe una bella svolta.” Disse il ragazzo. “Ma nulla di questo sarebbe successo se non fosse stato per te, Emily. Quel gesto alla fine della competizione di Street Dance, il lasciare a noi i soldi della vincita, ci ha fatti decollare.” Le prese una mano e la baciò con un vero gentiluomo. “Ti saremo sempre grati, lo sai questo?”
“Troppe smancerie, mi fai arrossire. E comunque non ho fatto nulla di eclatante.”
“Per noi è stato davvero importante.”
Rimarcò.
“Accetta i suoi ringraziamenti o non si scollerà più.” Rise Dana, pendendo in giro il fidanzato.
“Oh–” Emily sorrise. “–ringraziamenti accettati.” Gli accarezzò la mano. “Quando si faranno vedere gli altri?”
“No ne ho idea. Al momento sono a New York che si riposano dopo la fine del musical.” Fece un sorriso pensando alla sua crew soddisfatta. “Solo io e Dana siamo volati fin qui perché sapevano da Lucy che vi sareste fermati due giorni.”
“Che bel pensiero, grazie!” Sorrise più ampiamente. “Magari mando un messaggio sul gruppo più tardi.”
“Ottima idea!” Disse lui. “Ma io sono venuto perché volevo vedere la principessina!” Il ragazzo si scagliò su Nahla e la tirò nuovamente su, causandole una risatina. “Posso portarla a prendere un gelato vero?”
“Basta che la vesti bene o si prenderà il raffreddore.”
“Si mammina.” La prese in giro Axel, mentre Zayn gongolava soddisfatto perché la momentanea assenza della figlia avrebbe portato al via libera per i suoi ormoni. Emily vide la sua aria trionfante e gli tirò una gomitata nello stomaco mentre Michael e Axel si litigavano le attenzioni della nipote.
 
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Una settimana dopo, Zayn era in California per il tour, ed Emily ne aveva approfittato per uscire con le ragazze – dopo essersi messe d’accordo per messaggio –.
“Non dirmi, sono in ritardo.” Scherzò Duncan, mentre lei si sedeva nel tavolino del bar che avevano usato come punto d’incontro.
“Dimmi una volta in cui sono arrivate in orario.” Si sentii un brusio dall’altra parte del telefono.
“Luke suggerisce ‘mai’, Alexander dice ‘alle competizioni’.” Comunicò, facendo capire che erano tutti insieme nella loro casa comune di New York.
“Ma non agli allenamenti.” Rise. “Comunque, come vi stanno andando le cose?”
“Ti spiace se metto il vivavoce?”
“Assolutamente no.” Rispondendo si guardò intorno per scorgere l’ombra delle ragazze, ma nulla.
“Eccoci.” Comunicò Duncan. “Cosa dicevamo?”
“Ho chiesto come stanno andando le cose là a New York.” Ripeté.
“Siamo delle celebrità, Emmy.” Gongolò Tom, mentre Scott diceva “Ho delle fans!”.
“Axel mi ha detto che avete stregato Taylor Swift. Congratulazioni!”
“Oh, Axel!”  Si lamentò il fratello.
“Doveva essere una sorpresa!” Sentì da Dominik.
“Ops.” Si limitò a dire il più piccolo, tornato da poco nella Grande Mela dopo la visita che aveva fatto con Dana a Manchester.
“Comunque sono molto fiera di voi, finalmente avrete un ingaggio come quelli che sognavate quando eravate giovani.” Contò mentalmente fino a tre in attesa delle risposte alla sua provocazione.
“Aspetta, cosa stai insinuando?” Disse infatti Luke, spalleggiato da Rik con delle lamentele.
“Noi siamo giovani!” Le fece presente Alex.
“Si certo, come dite voi.” Li accontentò, non dando effettive soddisfazioni. Luke sospirò, poi chiese:
“A te come stanno andando le cose?”
“Nahla?”
“Zayn ti tratta bene vero?”
“I gemelli crescono bene?”
“Ok, calma, una cosa per volta.” Li bloccò quando le voci iniziarono a sovrapporsi. “Io sto benone e Nahla è con la sorella di Zayn al momento.” Iniziò. “I gemelli stanno bene, recentemente hanno imparato a calciare la mia vescica e farmi uscire di testa.”
“Riesci a lavorare senza problemi?” Domandò quindi Scott.
“Lavoro da casa, quindi nessun problema. Ho appena finito una collaborazione per il prossimo singolo di Charlie Puth.” Comunicò soddisfatta.
“Che donna impegnata.”
“Sì, beh, ogni tanto sono impegnata anche io.” Rise, vedendo poi – finalmente – arrivare Caroline e Tracy. “Ok, stanno arrivando le prime ragazze. Vi saluto.”
“Ci sentiamo, tesoro!” La salutò Luke, poi seguito a ruota da tutti gli altri. Lei chiuse la chiamata e si alzò in piedi per farsi vedere, facendo aprire un sorriso estasiato sulle labbra delle due sorelle.
“Ecco la mia donna incinta preferita!” La salutò Tracy, abbracciandola stretta.
“Fai piano, Tracy.” L’ammonì Carol, stringendola poi più pacatamente.
“Come state?” Chiese mentre si risedeva, ricevendo la risposta “molto bene” da entrambe.
 “Come vanno le cose in azienda?”Domandò a Caroline.
“Sto per prendere ufficialmente le redini come vice-presidenàte. Shane mi sta aiutando molto.”
“Già, nostro fratello si diverte moltissimo a fare da mentore.” Rispose la sorella con un sorriso.
“E tu Tracy? Come sta Joe?”
“Fin troppo bene. Stiamo pensando di trasferirci, gli hanno offerto una cattedra a Cambridge.”
“Come farai con il College?” Domandò.
“Continuerei gli studi di recitazione nella sede poco lontana Cambridge.” Rispose. “Non è un grande sacrificio per me.”
“La mia sorellina minore ha una storia stabile. Devo impegnarmi anche io prima che papà inizi a parlare di dargli un erede.”
“Mi dispiace molto per come è finita con Louis.” Mormorò, riuscendo finalmente  a parlarne con lei con calma.
“Sì, anche a me. Beh, semplicemente non era il momento giusto. Siamo entrambi troppo impegnati.” Disse con un sorriso amaro, non mostrando comunque segni di pentimento. “Magari un giorno sarà diverso.”
“Oh siamo arrivate giusto al momento delle confessioni!” Si palesò Mary, accompagnata dal resto delle ragazze, tranne Giulia, che era in ritardo. Emily  finì per salutarle tutte di fila, passando da Meredith a Francy, Jenna, Allyson e Mary.
“Di cosa stavate spettegolando?” Emily tentennò, non convinta di voler riaprire il discorso.
“Della fine della mia storia con Louis.” Comunicò Carol senza un apparente problema.
“Almeno è confortante non essere l’unica del gruppo ad avere una rottura alle spalle.” Disse Meredith, mentre Francy le batteva una mano sulla spalla in segno di compassione.
“Voi..come state?”
“Bene? Cioè ci sono stata da cane per un po’, nonostante la separazione l’avessi suggerita io, però mi rendo conto che non ci fosse altra soluzione.” Spiegò, sostenuta con un cenno della testa da Carol.
“Faceva più male stare insieme ma essere lontani e non potersi sentire.” Concluse Francy con un sorriso mesto.
“Che poi..io lo sento più di prima.” Aggiunse Meredith.
“Esatto, per questo dicevo che questo non era il nostro momento, evidentemente.” Chiuse la bionda, riprendendo le parole di poco prima. “Comunque non siamo qui per parlare di queste cose tristi.”
“Carol ha ragione. Parliamo invece delle tue pagnotte in forno.” Mary batté il cinque a Meredith per la sua similitudine azzeccata.
“Dio, scopate come conigli.” Rise Jenna.
“Vuoi ripopolare il mondo con tue piccole copie?” Domandò Allyson.
Mie? Ma se Nahla è la copia di Zayn.”
“Io non credo proprio.” La contraddisse Tracy. “Nahla è una tua miniatura.”
“Già, non fosse per il taglio degli occhi e la carnagione, si potrebbe dire che l’hai fatta da sola.”
“Se lo dite voi.” Lasciò cadere il discorso, prestando poi attenzione alla domanda che le stava facendo Caroline.
“Come avete intenzione di chiamare i prossimi arrivi?”
“Un nome l’ho già deciso da tempo: Walter in onore del nonno di Zayn. Visto quanto sia antico, quello sarà solo il nome su carta, quando penso a lui lo chiamo semplicemente Terry.”
“E’ un nome molto tenero.” Mormorò Tracy. “E l’altro gemello?” Emily sospirò al pensiero.
“Zayn è fissato che vuole chiamarlo tipo Zayn jr. ma non glielo permetterò per nulla al mondo.” Disse facendo ridere le altre. “Quindi per portare avanti la sua crociata, vuole chiamarlo Zachary così da abbreviarlo Zac e avere una discendenza dal suo soprannome Zic.”
“Zayn è furbo, devo ammetterlo.” Si complimentò Jenna.
“Beh, però Zachary è un bel nome.” Disse Mary, spostandosi un ciuffo di capelli dalla faccia.
“Devo ammettere che piace anche a me, ma non gliela darò vinta così facilmente.” Ammise con una risata.
“Sei crudele.” Risero.
“Ehi, sono io quella che partorisce tra i due. Quindi posso permettermelo.”
“Ehi, ragazze!” Giulia arrivò tutta trafelata. “Scusate il ritardo ma Thomas non voleva proprio stare con mia sorella oggi.” Dopo i vari saluti e aver ordinato qualcosa da sgranocchiare, i discorsi ripresero, questa volta spostando l’attenzione sull’imminente matrimonio di Giulia.
“Ancora non ci credo.” Disse Tracy con gli occhi a cuore. “Cioè già mi immagino Thomas con un piccolo smoking su misura.”
“E in tutto questo io non posso mettere tacchi o finirei per rotolare per le scale.” Borbottò Emily. “Non potevi aspettare a sposarti? Cioè chi ha mai visto la testimone con delle scarpe basse!”
“Aspettare ancora? E’ da un anno che siamo ufficialmente fidanzati e ha fatto la proposta.” Rise Giulia, beccandosi un paio di insulti dalla migliore amica.
“Manca poco ormai.”
“Già, come ti senti?”
“Elettrizzata sinceramente.” Si grattò la nuca. “Sto per diventare la signora Styles.”
“In università da noi non si parla d’altro.” Disse Mary, indicando Jenna che era sua compagna di corsi per la laurea in giornalismo. “E maledetto il giorno in cui hanno capito che siamo amiche vostre.”
“Conta che il nostro referente per la tesi, ci ha chiesto di portare il vostro matrimonio come progetto di laurea.” Disse Jenna.
“Un articolo di giornale correlato di foto.” Specificò l’altra. “Non sappiamo più dove sbattere la testa per far capire che non succederà.”
“Purtroppo la situazione è simile anche da me.” Borbottò Meredith. “Sarà che il corso di fotografia è collegato a quello di giornalismo, ma il ‘correlato di foto’ dovrebbe essere affidato a me.”
“Colpa vostra che avete scelto un College legato al mondo dei media.” Francy si strinse nelle spalle e Allyson si trovò d’accordo con lei, mentre le altre ringraziavano il cameriere che aveva finalmente portato gli ordini al tavolo.
“Mmh, a proposito. Come ti è andato quell’esame di sbarramento?” Chiese Emily a Francy, interessandosi ai suoi esami al Conservatorio, bevendo un sorso di latte .
“Mmh in realtà l’ho superato senza problemi, Niall mi ha dato un paio di consigli su come migliorare il vibrato.” Rispose ed Emily guardò Giulia quasi confusa: quei due si erano lasciati e continuavano a darsi consigli su come suonare la chitarra.
“Ah non guardare me. Non lo capisco nemmeno io.” Disse. “A te invece come vanno le cose, tirocinante?” Allyson sorrise.
“Bene direi, sarò l’insegnate di ginnastica più figa di sempre.”
“Ci scommetto.” Rispose Emily, mentre le altre discutevano su quanto Allyson fosse egocentrica. La ragazza sorrise a sentire nuovamente il brusio di tutte le amiche insieme. “Sono contenta che ci siamo potute rivedere tutte insieme.”
“Anche io, mi siete mancate.” Caroline annuì.
“E’ che ora siamo donne adulte e abbiamo tutte impegni diversi.” Si lamentò Tracy.
“Ma un impegno in comune l’abbiamo tra poco.” Ricordò Mary. “Il matrimonio della signora Styles.”
“Vero! Devo comprare un bel vestito.” Ricordò Allyson.
“Io devo comprare un accompagnatore sexy o rischio di venirci da sola al matrimonio.” Rise Jenna, facendo sorridere tutte al tavolo.
“Compralo a lungo termine, così sarai a posto anche per quello di Emily.” Mary la spintonò giocosamente.
“Sarebbe troppo lungo termine, lo pagherebbe tantissimo.” Scherzò la diretta interessata.
“Ma come? Non siete i prossimi nella linea di successione?” Domandò Tracy.
“Zayn non ha intenzione di sposarsi presto.” Rispose. “Comunque dobbiamo già stare dietro ai due nuovi arrivi.”
“Non ne sembri convinta.”
“Che vi devo dire?” Ribatté, scrollando le spalle.
“Beh, stai praticamente ammettendo di volerlo sposare.”
“Già, sembrano parole così strane dette da te.”
“Stiamo insieme da sei anni, abbiamo una figlia e altri due sono in arrivo. ” Ricapitolò. “Siamo una famiglia. E’ piuttosto ovvio che voglia metterlo su carta.” Aggiunse con tranquillità. “Comunque non succederà al momento, quindi mettetevi l’anima in pace.” Concluse quindi, notando il sorrisetto di Giulia, ma non facendoci troppo caso, distratta poi da Jenna.
 
Riuscì a capire il motivo di quel sorrisetto solo dopo la deliziosa cerimonia del matrimonio di Giulia ed Harry. Erano in campagna, avevano celebrato il matrimonio in mezzo alla natura, appena fuori da un’enorme cascina dove sarebbero continuati i festeggiamenti. Erano state invitate moltissime persone da entrambi i lati; amici, famiglie – comprese le famiglie degli altri ragazzi e di Emily come amici stretti di famiglia – e conoscenti vari, fino ad arrivare a riempire l’aperta campagna in cui si trovavano a celebrare.
Emily era ancora emozionata – e gli ormoni non erano d’aiuto – nel vedere la sua migliore amica vestita da sposa a braccetto di suo marito, ricordandola semplicemente come la ragazzina in pigiama seduta sul divano di camera sua. Il tempo era passato in un lampo ed Emily si trovò fiera di ciò che Giulia era diventata: una donna meravigliosa con idee chiare e una splendida vita di fronte a sé.
Stava ancora cercando di reprimere quei suoi pensieri disgustosamente dolci, quando venne portata da Lucy e Dana in mezzo alla calca di ragazze che aspettavano di poter prendere il bouquet lanciato dalla sposa. Sembravano tutte molto in competizione per prendere quel mazzo di fiori ed Emily si trovò a ridacchiare vedendo Tracy in posizione per afferrarlo.
Di certo non si aspettava di vedere la sua migliore amica fingere di lanciarlo, per poi girarsi e puntare a grandi falcate verso di lei. Si fermò di fronte e le consegnò in bouquet, facendole un occhiolino, mentre Emily lo afferrava con mani tremanti.
Si voltò solo quando sentì qualcuno bussarle sulla spalla e sentì il cuore tramarle trovandosi di fronte Zayn e sua figlia, in smoking e vestitino azzurro.
Guardò come a rallentatore il suo fidanzato sussurrare qualcosa nell’orecchio di Nahla e la bambina sorridere e consegnare una scatolina rossa vellutata al padre. Quando Zayn lasciò la figlia a terra e si piegò su un ginocchio, Emily sentì le gambe cedere. Portò le mani di fronte alla bocca e trattenne le lacrime a fatica, senza che lui avesse ancora parlato.
“Emily Allen..” Iniziò, mettendo su un sorriso dolce. “..tu sei una donna straordinaria che mi ha fatto scoprire cosa voglia dire amare ed essere amato. Mi hai dato una figlia bellissima e ne abbiamo altri due in arrivo ad allargare ancora la nostra famiglia. Non riesco più a pensare alla mia vita senza di te; sei la ragione per cui mi sento fortunato ogni giorno e il motivo per cui sorrido.” Disse, prendendo poi tempo per aprire la scatolina in un sospiro e tornare a guardarla negli occhi. L’anello brillava luminoso a causa dei piccoli diamanti e sembrava quasi eguagliare la brillantezza del sorriso del suo ragazzo, ancora in ginocchio davanti a lei. “Quindi mi faresti lo straordinario privilegio di diventare mia moglie?” Fu a quel punto che sentì le lacrime bagnarle il viso: iniziò a singhiozzare – sempre per colpa degli ormoni, lei non era così sentimentale – e annuì febbrilmente, quasi staccandosi il collo per la forza che metteva nell’annuire. Zayn si alzò dalla sua posizione e le sorrise di più, chiedendo “Mi sposi?” con l’anello pizzicato tra il pollice e l’indice, pronto a infilarlo.
“Sì, sì, sì.” Disse quindi, sentendo così giusto il lieve peso dell’anello appena infilato al suo anulare. Si attaccò al collo del suo futuro marito per abbracciarlo e lui le accarezzò la schiena per aiutarla a calmare il pianto, mentre intorno tutti applaudivano commossi.
Nahla ci mise poco a sentirsi tagliata fuori, quindi tirò la giacca del padre per farsi tirare su. Si strinsero in tre, mentre Emily si guardava intorno per leggere le espressioni dei suoi amici. Con le ragazze al completo che si asciugavano furtive sotto gli occhi; i ragazzi – One Direction e street dancers – che iniziavano cori imbarazzanti; Dana la cui espressione era nascosta dalla fotocamera con cui presumibilmente stava registrando il momento; Lucy, Michael e Doniya che li guardavano fieri della strada che avevano fatto; Waliyha che sorrideva rilassata e Safaa che saltellava felice; Agnese, Tony, Patricia e Yaser – addirittura quell’uomo aveva gli occhi lucidi – che sembravano essere troppo poco scioccati per delle persone all’oscuro della proposta, Emily sentiva quel momento come il migliore della sua vita fino a quel momento. Intercettò lo sguardo di Giulia mentre aveva ancora la testa appoggiata alla spalla di Zayn e sua figlia le metteva le mani tra i capelli; le sorrise e mimò un “Grazie” per aver condiviso il suo giorno speciale con lei e spartito quello che sarebbe dovuto essere solo il suo momento di notorietà. Giulia si asciugò sotto gli occhi e contraccambiò il sorriso, aggiungendo un “Ti voglio bene” che quasi rischiò di farla piangere di più.
Inutile dire che subito dopo vennero circondati dalle loro famiglie a fare domande e dai loro amici per vedere l’anello; un brusio che servì solo a scaldarle il cuore, convinta sempre di più che quello sarebbe stato il suo “per sempre felici e contenti”.


 
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Ciao a tutte, long time no seeeeee!
Finalmente la Choppers è qui per farvi capire di più del progetto che vi avevo anticipato.
Quello che voglio fare, è uno zoom nella vita quotidiana degli Zamily e farvi assistere all'evolversi della loro storia.
Questa raccolta di OneShots sarà divisa in 3 capitoli, 3 momenti importanti nella vita dei personaggi.
Le pubblicazioni sono, come sempre, una sorpresa: ho già la struttura del secondo capitolo, ma devo scriverlo ancora per esteso e con l'università e le sessioni il tempo è poco.
Come sempre vi chiedo pazienza ahah
Sto lavorando ad altri progetti nel mentre (che non c'etrano con questa storia), ma anche quelli non so quando verranno fuori, ovviamente.
Con questo vi saluto momentaneamente: ci vedremo al secondo capitolo della raccolta con qualche dramma in più di questo qui.
Love ya,
Giulia.


 
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I Missing Moments della storia principale:
Non mettere il broncio, Zic! (sogno di Emily)
A perfect date, maybe? (appuntamento Giulia/Harry)
Un nuovo interessante inizio per Tracy. (Tracy e il prof Joe di filosofia)
Che stupidi sono stati a non farlo prima. (com'è nata la storia Liam/Meredith)
A love story like in books. (semplicemente Niall/Francy)
Miami for two. (Louis/Caroline a Miami)


OS rossa Larry
They don't know about us.


OS TeenWolf:
Like a Phoenix rising from the ashes.


OS The Avengers:
Accident at 3 A.M.





Vi lascio ancora i miei contatti e il link del trailer ;)
Ask dei personaggi: http://ask.fm/FanFiction_YLIMD
 
   
 
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