Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |       
Autore: tenacious_deep_soul 99    17/02/2018    1 recensioni
Lee Miyon è una giovane studentessa del conservatorio più prestigioso di Seoul, il “Seoul Artspool Conservatory”. Orfana di madre e violinista quasi provetta alle soglie della laurea, verrà affiancata da un giovane e talentuoso pianista frequentante il suo stesso corso: Min Yoongi. Il loro rapporto sarà a dir poco conflittuale, situazione che creerà un senso di rivalità fra le due parti per tutto il resto del duro periodo di studi. Solo dubbi ed incertezze si porranno fra i due ragazzi e la loro relazione, all’insegna di un apparente crollo...
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Min Yoongi/ Suga
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 16~

Image and video hosting by TinyPic

L’unico suono prevalente all’interno della sua stanza fu quello del violino. Era da più di un’ora che Miyon provava lo stesso pezzo, senza ottenere risultati soddisfacenti.
La sua bilancia emotiva era del tutto andata, la confusione e l’amarezza primeggiavano in mezzo a quel macigno di sentimenti che la sconquassava.
In seguito all’ennesima nota errata perse completamente le speranze, lasciando cadere lo strumento sul letto e il suo corpo a peso morto sul divano. Avrebbe riprovato domani, pensava, c’era ancora tempo per allenarsi in vista dell’interrogazione.

Miyon era ridotta a una schifezza, si sentiva in colpa per il suo modo di agire nei confronti di Yoongi: naturalmente, ignorarlo per due giorni di fila non era di certo un giro al luna park. O forse sì, visto che le sue emozioni avevano alti e bassi, come fossero nei binari intricati delle montagne russe.
Fu solo nel momento in cui si decise a mettere un po’ di ordine nella sua stanza che suonarono al campanello. Sarà sicuramente Hyonsu ritornato dalla sua uscita pomeridiana in comitiva, pensò.
I passi che si spostavano in mezzo al corridoio sembravano acuire la sua tesi quando si fermarono giusto davanti la sua camera. Solamente una nocca colpì più volte alla sua porta, per giunta con calma trattenuta.

-Avanti- sbuffò mentre sistemava i libri sulla mensola.

Il solito cigolio della porta lasciò spazio a una ventata d’aria fredda accompagnata dall’odore paradisiaco di Paco Rabanne Invictus. Quella stessa acqua di colonia che Miyon ebbe sul suo corpo per un intero pomeriggio.
La voce che le colpì la schiena le fece perdere un battito.

-Yoongi!?- sgranò gli occhi, voltandosi di colpo.

Lui era lì, fermo sulla soglia della porta con ancora il palmo sulla maniglia, a scrutarla da capo a piedi. Il suo sguardo era impassibile sebbene vi fosse poggiato sopra un velo di malinconia e perplessità.
Spense la luce del corridoio e si fece avanti nella stanza, chiudendo la porta dietro di sé.

-Che... che cosa ci fai tu qui? Avevo detto a mio padre che non volevo vedere nessuno- domandò sconvolta, seguendo con lo sguardo ogni suo movimento.

-Ebbene, stava uscendo e mi ha fatto entrare comunque. Era visibilmente sorpreso nel vedermi, chissà per quale ragione- constatò, allisciandosi il mento col dorso dell’indice.
Un infinito attimo di silenzio precedette la risposta del ragazzo.

-E di certo, anche tu mi sembri molto sorpresa nel vedermi. Ma comunque, per rispondere alla tua domanda... sono venuto per chiederti spiegazioni, Miyon- disse robotico. Poggiò la schiena sull’armadio e incrociò le braccia, in attesa di ciò di cui aveva bisogno.

-Non devo dirti un bel niente, se è per questo. O-ora se non ti dispiace...- balbettò, voltandosi verso la libreria per sistemarvi l’ultima pila di libri da lettura.
Fu a quel punto che Yoongi si scompose, raggiungendo la ragazza e parandovisi davanti. Il suo sguardo era ricco di collera.

-Mi dispiace eccome. Ora dimmi che cosa ti prende, Miyon- il suo tono non sarebbe risultato così tanto angosciante e inquietante se solo non avesse sempre messo il suo nome a fine frase.

-Nulla. Perché? Qualcosa non va?- incespicò le prime parole che le vennero in mente, deglutendo a vuoto.

-Mi stai chiedendo se c’è qualcosa che non va, quando mi ignori da tre giorni senza alcun motivo!?- l’aria calda usciva a furia dalle sue narici, sfiorandole con singolare delicatezza il viso.
Yoongi era pressoché la personificazione di un toro alla corrida, con quelle vene marcate sul collo e gli occhi rossi di rabbia.

-Ai corsi mi eviti come se avessi la lebbra, non rispondi alle mie chiamate e men che meno ai messaggi, adesso fai finta di nulla... insomma Miyon, che diamine ti succede!?- cominciò ad alzare i decibel, tenendo in conto l’elenco con le dita.

-I-io non... non voglio parlarne. Posso solo dirti che c’è un buon motivo per cui mi sia comportata in questo modo-

-Non mi accontento di quest’asserzione. Devi spiegarmi perché sei così fredda con me, spiegami una volta per tutte che cosa cazzo ti ho fatto!-

-Tu niente, Yoongi! Niente!- urlò mentre si allontanava dalla sua figura alta e snella.

-E allora parla, maledizione! Sono stanco di girare intorno a qualcosa che sto cercando di sapere e che ancora rimane nascosta!- sbraitò lui di conseguenza, acchiappandola dalle spalle.
La guardò fissa negli occhi, quegli scuri occhi a mandorla già impregnati di lacrime. Rimase stupito nel vederla ridotta in quel modo.

-Diamine, Yoongi, sei mio fratello!-

Solo quando si rese conto di aver vuotato il sacco, sgranò gli occhi e portò le mani alla bocca. Non poteva averlo detto davvero, non poteva essere successo davvero, pensava.
Ma ormai era troppo tardi. Tardi per fermare anche le lacrime di Yoongi.

-Che stai blaterando, Miyon? Non è vero!- staccò le mani dalle spalle di lei e indietreggiò di qualche passo.
Tremava, era più che evidente.

-Sì Yoongi, lo è purtroppo...- si morse a sangue il labbro inferiore, voltandosi per non vedere la disperazione prendere possesso del volto del ragazzo.

-Menti! Chi te l’ha detto, eh!?- parlò fra i molteplici singhiozzi che cercava di reprimere a tutti i costi.

-Non è stato nessuno a dirmelo...-, asserì sotto l’occhiata confusa di Yoongi,-...l’ho sentito dire da mio padre-

-Cosa...? Miyon, che scherzo è questo?- cercò di ricomporsi, invano.

-Yoongi, non è uno scherzo. Tre sere fa ho origliato la conversazione che mio padre stava intrattenendo con tua madre-, pianse mentre Yoongi boccheggiava nel tentativo di replicare,-Le ha chiesto se tu fossi realmente suo figlio... non ho sentito altro perché sono fuggita, ma penso sia così. Ho visto mio padre più sollevato l’altro giorno, dopo intere giornate di depressione- Yoongi portò una mano al petto e si lasciò cadere di peso sul divano, stremato e con lo sguardo fisso nel vuoto.

-Non posso crederci... sono innamorato di mia sorella, maledizione!- si scompigliò i capelli dall’ira.

Con la testa fra le mani, Yoongi lasciò sfociare le sue emozioni in un pianto potente e dirotto, la seconda cosa nella sua vita ad avergli tolto il fiato.
Già, la prima fu proprio Miyon.
Quella semplice ragazza che gli ha stravolto la vita, scosso cuore e anima e dato un significato all’amore vero. Adesso, quella stessa ragazza che gli aveva fatto perdere la testa, era costretto a guardarla con occhi diversi, da fratello.

-Fa male Yoongi, lo so... fa male anche a me- gli sussurrò con voce spezzata, passandogli una mano sulla parte superiore della schiena.

-Non sarà più lo stesso ormai, vero?- chiese in balìa delle lacrime, pur essendo al corrente di quale sarebbe stata la risposta.

-No Yoongi...- tirò su col naso prima che si asciugasse le lacrime dal viso.

In quel momento tutto stava andando in pezzi, comprese le loro anime, convinte di essersi trovate e illuse per tutto il tempo da un destino alquanto infame.
Miyon prese fiato, poi si voltò verso di lui. Era ancora chino in avanti a singhiozzare, coperto da una cascata di lisci capelli neri dai lucidi riflessi blu. Si avvicinò con cautela al ragazzo, prendendogli delicatamente il polso e facendolo scomporre dalla sua posizione.

-Permettimi di farlo un’ultima volta- parlò sottovoce lei.

Al tatto, le rosse guance di Yoongi erano calde e morbide. Adesso erano faccia a faccia: i loro occhi, pervasi da un infinito sconforto, si studiavano a vicenda per l’ultima volta, come se da quel giorno in poi i tratti di ambedue sarebbero improvvisamente cambiati.
Miyon si avvicinò così tanto a lui che i nasi si sfiorarono fino a toccarsi; quei due centimetri che separavano le loro labbra si azzerarono in un battibaleno, introducendo il nascere di un bacio lento e delicato, unico e passionale: le loro lingue si assaggiarono ancora una volta, il sapore era rimasto quello di sempre.
Proprio come le emozioni, di quando si accarezzavano a vicenda. Erano le stesse, ma ogni volta aumentavano d’intensità.

-Non volevo che lo fosse. Ho ancora bisogno di te... ho ancora bisogno dei tuoi baci, delle tue carezze, delle parole dolci sussurrate all’orecchio, Miyon- le strinse le mani così forte che sembrava non volesse lasciarle.

-Anch’io Yoongi, ma non voglio vederti soffrire. Quindi, ti prego, vai avanti... non potrò vivere col pensiero che starai male pensandomi. Devi promettermi che non lo farai, che sorriderai nonostante tutto- poggiò la fronte sulla sua, portandolo a chiudere gli occhi.

-Non posso prometterti una cosa del genere Miyon. Non perché non voglia, ma perché pensarti è più forte di me-









 
***









 
Una notte insonne precedette la tanto agognata uscita insieme all’amore di una vita, colui che non aveva mai osato dimenticare.
Il rumore dei suoi tacchi contro l’asfalto entrava in contrasto con le parole di Doyun, che uscivano come una cascata fuori dalle sue labbra carnose color ciliegia.
Per Chongeun era sempre stato un piacere ascoltarlo, probabilmente per l’innata capacità dell’uomo di riuscire a mantenere l’attenzione su di sé con la sua spiccata dialettica, adeguatamente accentuata da un tono di voce caldo e sensuale.

-Sai, sono sollevato nell’essere venuto a conoscenza della verità. Ma c’è comunque qualcosa a turbarmi... come potrebbe reagire Yoongi alla notizia? Insomma, non penso tu gli abbia mai parlato di noi- la guardò di sfuggita mentre attraversavano la strada.
Sebbene l’agitazione del momento, Doyun non aveva comunque perso il suo timbro attraente.

-Non ho mai detto una parola del rapporto che abbiamo avuto in passato, sa solo che suo padre è morto per una malattia polmonare- tossì di colpo dopo aver inalato le polveri sottili provenienti dai tubi di scappamento.

-Vivere senza un padre per una vita intera non gli è stato facile, di certo sarebbe un duro colpo per lui venire a conoscenza di questa situazione... e penso sarebbe destabilizzante anche per Miyon. Ritrovarsi un altro fratello dopo ventitré anni non è mica cosa da tutti i giorni- si aggrappò saldamente al suo braccio nel tentativo di salire sul marciapiede scivoloso.

-Già, questo è vero- sospirò, mordendosi l’interno del labbro.
Chongeun squadrò il suo viso per un istante, poi si fermò davanti a lui.

-Ascoltami Doyun, per adesso sarebbe meglio non dire nulla a nessuno. E’ meglio che questa cosa rimanga segreta per il momento e che, magari, venga annunciata più avanti in un momento più consono...- gli accarezzò le braccia riservandogli occhiate di conforto.

-Sì, sarebbe la cosa migliore da fare. Non so proprio come potrebbe reagire mia figlia... ha già molto stress per via dell’università, non vorrei sovraccaricarla con altri pensieri-

-Allora rimaniamo in questo modo, caro- parlò con voce sensuale.

Erano già giunti alla porta di casa sua, Doyun era stato talmente gentile da accompagnarla al ritorno. Del resto, le sue abitudini di una vita non erano certo svanite nel nulla.
Posizionatasi davanti al cancello, si voltò verso l’uomo riservandogli un’occhiata penetrante e pressoché ammaliante.

-Grazie per avermi fatto compagnia, Doyun-ah. E grazie anche per la bella serata- il rumore dei tacchi si avvicinava lentamente verso di lui.

-Non ringraziarmi, è stato un mio dovere. D’altronde è tarda sera e di certo non posso permettere a una bella signora di camminare da sola per le strade. Non dubito della sicurezza della città ma sai, meglio essere previdenti- sollevò un angolo della bocca, mostrando uno squarcio di dentatura.

-Non sei cambiato dall’ultima volta- sorrise, accorciando ancora di più le distanze, - E mi piace-

Lo guardò dritto negli occhi per una manciata di secondi fino a quando permise alle sue labbra di poggiarsi su quelle di Doyun. Aveva sempre sperato di poter rivivere questo momento e beh, quella sera, il suo sogno si stava appena materializzando.
Un sonoro schiocco annunciò la fine di quel casto bacio inaspettato. Doyun aveva dimenticato quali sensazioni potessero pervadere una persona impegnata a baciare.

-Beh, che dire? M-mi hai colto di sorpresa, Chongeun-, lasciò il suo sguardo fisso su di lei, -Con quel bacio mi hai fatto tornare indietro nel tempo... e a dirti la verità non mi è dispiaciuto affatto-

Stavolta fu lui a prendere l’iniziativa: le sue mani si fiondarono sulle guance di lei, portandola ad avvicinarsi in modo repentino alla punta del suo naso. Fu un gesto così rapido e inaspettato che Chongeun fece addirittura fatica a realizzare di trovarsi di nuovo labbra a labbra con Doyun.
Era una bella sensazione per la donna sentire, per la prima volta dopo tanto tempo, la barbetta di lui solleticarle il mento.  
Presero a baciarsi in modo passionale, le lingue cominciavano ad assaggiarsi e i loro respiri diventavano un’unica condensa biancastra nella fredda aria notturna di Seoul.
Quando le loro labbra si furono allontanate le une dalle altre, i due presero ad ansimare. Quel bacio era stato talmente lungo che entrambi non riuscirono a prendere minimamente fiato.

-Adesso siamo pari quindi- ridacchiò Chongeun, accarezzandogli il volto.
Doyun toccò la mano poggiata sulla sua guancia e sorrise.

-Forza, entra adesso, fa abbastanza freddo stasera-, Doyun lasciò che un semplice baciamano precedesse i suoi passi verso l’androne del palazzo, -Buonanotte, Chongeun-

-Buonanotte a te, Doyun-

Lasciatosi il cancello dietro le spalle, Chongeun tirò un lieve sorrisetto sotto i baffi, soddisfatta di se stessa e del piano che la sua mente perversa aveva partorito.
Doyun era già caduto ai suoi piedi, proprio come si aspettava. Adesso non rimaneva altro che trovare il momento più adatto per annunciare di aver fatto coppia fissa.
Sarebbe arrivata a metà dell’opera molto presto, tutta la fatica era già stata fatta. L’altra metà, invece? Beh, quella sarebbe stata un gioco da ragazzi, nonché divertimento maggiore.
Aveva molte cose in serbo per chiunque le stesse intorno, cose che solo lei poteva macchinare.







►Angolo autrice:
Allora, comincio le mie note con un sincero "mianhaeyo", so di  essera stata causa di distruzione per i vostri feels (qualcosa mi fa pensare che già dalla gif siano partiti degli enormi film mentali con annessi scleri di una certa potenza----)... PERDONATE ME E LA MIA MALVAGITA' DA AUTRICE *si inchina*
Ehm si, beh dopo questa supplica ritorniamo a noi.
Grazie al cielo oggi sono tornata ad aggiornare (è stato solo un caso fortuito eh, non penso riuscirò a pubblicare ogni sabato per adesso TwT), proponendovi un capitolo abbastanza heartbreaking. Miyon ha vuotato il sacco e il povero Yoongi è finalmente (ma anche no) venuto a conoscenza dell'amara verità, e adesso si troverà a lottare con le sue emozioni. Cosa accadrà fra i due ragazzi? Lo scopriremo nella prossima puntata più avanti. Non spoilero. Promesso.
Il secondo paragrafo, quello forse un po' più enigmatico ricopre un ruolo di una certa importanza, quindi mi raccomando... fate attenzione al nostra femme fatale Chongeun!
Non penso di dover aggiungere altro, il capitolo parla da solo ahha
Mi auguro di potermi fare di nuovo viva sul sito molto presto! Intanto, fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e se ci dovesse essere qualcosa che va aggiustato!
A presto! Fighting~~
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: tenacious_deep_soul 99