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Autore: AlessiaDettaAlex    19/02/2018    1 recensioni
[Suite Pretty Cure | HibiKana | shoujo-ai | slice of life, romantico, malinconico | tripletta di one-shot | guest star a sorpresa nell'ultimo capitolo]
Un po' di HibiKana perché . Sarà una trilogia di one-shot con l'evoluzione della loro relazione, tre anni dopo la sconfitta di Noise.
Dalla prima one-shot: "«Ripetilo se hai coraggio!» tuonò Kanade.
Ma Hibiki, invece di risponderle, la spintonò giù dalla slitta per farla cadere a terra, e poi le si buttò accanto. Con un sorrisetto subdolo l'abbracciò per la vita e rotolò con lei un paio di volte per inzupparla di neve fresca.
«Tu sei tutta matta! Grazie a te a casa mi ritroverò la neve anche nelle mutande!»
"
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Ako Shirabe/Cure Muse, Ellen Kurokawa/Cure Beat/Seiren, Hibiki Hojo/Cure Melody, Kanade Minamino/Cure Rhythm
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3) Andante con passione

 

“Se tu riesci a fare più di 90 punti al test io posso ballare il tango con Kanade!”
«... e alla fine Waon ne ha fatti 91»
Momozono Love guardò la sua kohai con un misto commiserazione e divertimento.
«E Kanade che ha detto della scommessa?»
«Ha tentato di sopprimermi con un una sac à poche... non fare domande»
«Hibiki... hai un talento naturale per metterti in situazioni improbabili» ridacchiò Love appoggiando il mento sul palmo della mano.
La minore aggrottò le sopracciglia e si mise in bocca mezza ciambella di Kaoru.
«Voglio uccidermi di ciambelle per non dover tenere fede alla parola data. Posso portarne a Kanon un furgone, Love-senpai?»
L’altra rise.
«Sei la migliore amica della figlia di un pasticcere, non credo ti manchino modi originali per suicidarti... senza contare che ti sei inspiegabilmente quasi fatta freddare da una sac à poche...»
«Diciamo che il Lucky Spoon non è famoso per le ciambelle»
«Per questo vieni a trovarmi a Clover Town»
«Per questo ho chiesto un furgone di ciambelle di Kaoru»
«Forza Hibiki, sono sicura che ti divertirai tantissimo!»
La ragazza sospirò.
«Ma non potevo nominare un ballo più semplice? Che ne so, anche un valzer...»
Love sembrò improvvisamente illuminarsi e si batté un pugno sul palmo aperto.
«È l’occasione perfetta per dichiararti a lei!!»
Hibiki si strozzò con una briciola di ciambella e iniziò a tossire furiosamente.
«Eh?!»
«Ma certo!», esclamò Love alzandosi di scatto in piedi e posizionando le braccia su di un partner immaginario, «Il tango è un ballo sensuale in cui il contatto fisico è obbligatorio: ti immagini che bella dichiarazione puoi fare mentre la stringi romanticamente a te?» disse facendo un volteggio.
Si guardarono entrambe negli occhi per qualche secondo, in silenzio.
«... perché tu fai il cavaliere, giusto?»
Hibiki divenne rosso fuoco.
«Sì, ma... non succederà mai, senpai!»
Love la guardò come un cane bastonato.
«Ma come no? È la tua opportunità, non puoi lasciartela sfuggire!»
Le si avvicinò, la prese sottobraccio e la costrinse ad alzarsi in piedi e ballare con lei:
«Hibiki! Afferra la felicità!!»
«La fai facile! E se mi rifiuta?»
«Come può rifiutarti? Voi due vi meritate la felicità!»
«Non mi sembra una motivazione valida... ma non sono venuta per parlare di questo!»
Love lasciò la presa su di lei e sospirò.
«Giusto, dovevo portarti da Miyuki-san e farti insegnare i passi base da lei. Ma perché Kanade non è venuta con te? Dovreste esercitarvi insieme per avere una buona intesa di coppia»
Hibiki fece spallucce.
«Waon pensava fosse più divertente farci imparare da sole per poi vederci impacciate quando balleremo davanti a lei. È una buona amica, ma ogni tanto mostra un lato sadico»
Love rise.
«Va bene... al lavoro!».
 
Hibiki aveva pregato Ellen e Ako di non venirle a vedere il grande giorno, non volendo far figuracce con tutte le sue amiche presenti, e si era quasi sorpresa che le avessero dato retta senza fiatare. La Melody House era vuota. Lei era in piedi in mezzo al salone e Waon lì accanto la guardava fisso: aveva chiesto a una sua amica del club di teatro di prestarle un paio di costumi carini da ballo latino americano per adempiere a una certa scommessa, e anche se non erano tradizionali argentini come voleva, era molto soddisfatta del risultato. Hibiki indossava dei pantaloni neri e una camicia larga bianca, al collo aveva un fazzoletto rosso legato sul davanti; una spilla dorata a forma di chiave di violino era appuntata sul tessuto all’altezza del cuore e i lunghi capelli erano raccolti alla bell’e meglio da un fermaglio.
«Sei da stupro vestita così!»
«Ti ammazzerò, Waon» sibilò l’altra in risposta.
«No, tra poco mi ringrazierai»
Fece entrare Kanade: per lei quelli di teatro le avevano prestato un vestito lungo fino al ginocchio, stretto e smanicato, di colore rosso; sotto la luce che entrava dai finestroni della Melody House, brillava come un cristallo; intorno ai polsi tintinnavano quattro braccialetti dorati, due per braccio, della stessa fattura dei grandi orecchini tondi che aveva appuntati ai lobi; teneva i capelli legati come suo solito, ma stavolta erano tenuti in posizione da un fiocco rosso.
«Puoi richiudere la bocca, per favore?» ridacchiò Waon tirando una gomitata a Hibiki.
Kanade si avvicinò alle due e arrossì.
«Facciamo in fretta perché è estremamente imbarazzante», disse abbassando gli occhi a terra, «e comunque, me la pagherete entrambe per avermi messa in mezzo a una vostra scommessa!»
Hibiki rise colpevole. Le porse la mano e Kanade l’afferrò: si misero nella posizione di base. Come aveva detto Love, il tango era un ballo dove l’unione tra cavaliere e dama è molto importante, per cui erano praticamente appiccicate.
«Ricordati che per andare insieme devi seguirmi» suggerì Hibiki.
«Sì, sì, sono già abituata a seguire ogni tua stupidaggine in battaglia» sussurrò Kanade.
L’altra le stritolò la mano senza troppe cerimonie e la dama non trattenne un gemito.
«Comunque... stai incredibilmente bene vestita così»
«Come sarebbe a dire incredibilmente?» rispose piccata Hibiki.
«Guarda che era un complimento, stupida!»
«Se avete finito di litigare direi che possiamo cominciare» intervenne Waon ridendo.
Le due si fulminarono a vicenda con uno sguardo risentito.
«Cinque minuti di ballo e la scommessa può dirsi chiusa»
Hibiki e Kanade annuirono. Waon inserì il cd nello stereo che aveva portato e fece partire la musica. Le ragazze, più che ballare, si muovevano come robot: Hibiki era concentratissima a tenere il tempo e Kanade a ricordare cosa dovesse fare la dama a ogni passo del cavaliere. Entrambe guardavano i propri piedi – attraverso il poco spazio che c’era tra i loro corpi – e la priorità era non pestarsi a vicenda.
«Ahi!» mugolò Kanade in risposta a un calcio sulla caviglia di Hibiki.
«Non ho fatto apposta, tu non mi hai seguito»
«Ah, sarebbe pure colpa mia?»
«Zitta, mi fai perdere il ritmo»
Kanade prese a guardarla insistentemente in faccia, per distoglierla dai suoi propri piedi; ma Hibiki non la considerava di striscio.
«Si dà il caso che nel tango cavaliere e dama debbano mantenere un contatto visivo»
La compagna alzò gli occhi e fece fare una giravolta più decisa ai loro corpi.
«È abbastanza difficile quando hai appena imparato i passi base»
«Che c’è, non sei in grado?» ridacchiò Kanade.
Hibiki strinse di più la presa sulla vita della sua partner.
«Non c’è niente che non possa fare»
«E allora smettila di contare il tempo. Fai quello che sai fare meglio: segui la musica» sorrise Kanade, «e guardami»
Anche l’altra sorrise e obbedì. Aveva ragione, quasi non aveva ascoltato il brano fino a quel momento: era trascinante, e quei passi, che aveva provato già tante volte, le uscivano più naturali e meno meccanici. La vera impresa era mantenere il contatto visivo con Kanade. Più che rilassarla, l’agitava di più, e la voglia di distogliere lo sguardo era ogni secondo più forte. Si chiese se anche Kanade si stesse sforzando di non mollare la presa. Le sembrava che potesse leggerle dentro come da un libro spalancato, sentiva violate le difese del suo cuore. Sentendo salire il panico per tutti questi pensieri, Hibiki scosse la testa e provò a resettare il cervello: era lì per divertirsi – in realtà per adempiere a una parola data – e doveva assolutamente godersela. Con un secco movimento del braccio spinse il corpo della sua dama verso il suo e sistemò meglio le dita tra quelle di Kanade. Erano praticamente fronte contro fronte e prese a guardarla come guardava un cupcake.
«Non pensi di starla prendendo un po’ troppo sul serio?» arrossì la partner.
«Ma se me l’hai detto tu!»
«Sì ma... è imbarazzante se mi guardi come se volessi baciarmi»
Hibiki sentì nascere in sé una baldanza che poche volte ricordava di aver provato nella sua vita. Rise e sfiorò con le labbra la punta del naso di Kanade.
«Perché ti imbarazza?»
«P-Perché...»
I motivi che le vennero in mente erano tanti, ma si accorse di non poterne dire ad alta voce nemmeno uno.
«Beh, perché...»
«Kanade» la interruppe Hibiki fattasi seria in volto, «... ti amo»
Ma la punta di un tacco le si conficcò nel piede e dovette chiudere la dichiarazione con un urlo di dolore.
«Scusa, non l’ho fatto apposta, giuro! È che... mi hai colto alla sprovvista e ho perso il ritmo!» si giustificò Kanade portandosi una mano alla bocca.
«No, non preoccuparti...» sospirò Hibiki distogliendo lo sguardo.
Allora la dama smise di ballare, slacciò le sue dita da quelle della compagna e prese il suo volto tra le mani: la baciò sulle labbra.
«Stooop!» gridò in quel momento Waon.
Le due ragazze si voltarono verso di lei rosse come peperoni. Si erano completamente dimenticate della presenza di Waon con loro, e sentirono il bisogno di sprofondare.
«Grazie dello spettacolo, comunque» fece lei guardandole con un sorrisetto soddisfatto.
Una voce balenò da dietro le quinte:
«Hibiki!! Hai afferrato la tua felicità!»
«Eh?! Love-senpai?!»
Da dietro una colonna Miki tentò di tappare la bocca a Love, ma nel farlo cadde a terra, trascinando con sé in un effetto domino tutte quelle che erano appoggiate alle sue spalle: Setsuna, Inori, Ellen e Ako; ma Hibiki poté giurare di aver visto in lontananza – per non farsi notare da Waon – anche Hummy, Tart e tutti i Fairy Tones.
«Non voglio crederci» esalò Kanade.
«Tranquilla, adesso ci svegliamo... spero»
Desiderarono sopra ogni cosa che un sipario calasse a separarle dal resto del mondo.





 


Note di Alex
Finito di scrivere questa one-shot l'ho riletta e ho pensato che sono più brava a farle litigare che a farle dichiarare. E' la prima dichiarazione che scrivo (non è vero, ne ho un'altra nel fandom di K-ON ma non l'ho mai pubblicata) e non so davvero che pensarne. Parto con lo specificare che la fanfiction è stata ispirata da una fan art (che ho fatto io) e che la fan art è stata ispirata dall'ascolto ripetuto di Despacito, per cui chiedo scusa. Non posto la fan art solo perché DEVO assolutamente rifare la faccia di Hibiki che è venuta malissimo, tipo.
Con l'ultimo capitolo ho apportato anche alune modifiche ai due precedenti: innanzitutto ho seguito una cosa che volevo fare anche all'inizio, cioè usare titoli che richiamassero l'indicazione di tempo musicale, in modo che si accoppino bene con "Sinfonie"... in un primo momento avevo scartato l'idea perché nessun titoletto mi suonava bene. Ma adesso ce l'ho fatta a trovarli giusti e sono molto più soddisfatta! Ringrazio _Alcor per la sua recensione, è stata lei a convincermi di rivedere i miei titoli ed è lei la fautrice delle lievi modifiche al primo capitolo - cioè fondamentalmente il fottuto lenzuolo di neve che arriva fino ai polpacci, odio quando uso frasi fatte e nemmeno me ne accorgo, ma è a questo che servono le recensioni no?
Sì, quindi. Sono riuscita a pubblicare un capitolo incredibilmente allo stesso intervallo di tempo di uno ogni tre mesi e mi fa ridere. Ma adesso la raccolta è conclusa e pace, per i prossimi tre mesi mi occuperò di altro. Ma che ne dite se smetto di parlare? Già la one-shot era più lunga del solito...
Alla prossima!
Alex

   
 
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