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Autore: Fata Desi    29/06/2009    2 recensioni
Isadora ha 18 anni e ha avuto una dolorosa storia d'amore.Piano piano la sua vita è tornata normale e allegra e questo lo deve soprattutto a due suoi amici:Dave e Jack. Ma è davvero felice? Chissà che qualcuno non le regali il vero amore e la vera gioia di vivere? Ma chi sarà mai? Se un poco vi ho incuriosito entrate a leggere e lasciate un piccolo commento...grazie mille!
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter Two: What's happening??

 

 

Era lì,fermo,immobile con lo sguardo fisso su di me.

Non so se diventarono prima rosse le mie guance o prima fui colta dal panico,fatto sta che non sapevo come agire.

Avevo voglia di voltarmi e scappare,di fuggire via da quel luogo.

Mi fermai,incapace di continuare a camminare.

All'improvviso sentii una calda mano che stringeva la mia e che silenziosamente volava rassicurarmi e farmi stare tranquilla.

Un poco ci riuscì ma il mio cuore continuava la sua insicura corsa.

Dave si girò e mi guardò,regalandomi un sorriso splendido e i suoi occhi azzurri come il cielo mi dicevano che tutto sarebbe andato per il meglio.

Allora mi feci forza e ricominciai a camminare.

Jack continuava a parlare,forse non si era accorto della fastidiosa presenza.

"Allora per te va bene Isa?E per te Dave?" disse guardandoci entusiasta

Mi risvegliai dai miei pensieri e lo guardai un po' smarrita.

"Scusa Jack ma non ho sentito quello che stavi dicendo" confassai timidamente sapendo della ramanzina che mi avrebbe fatto

"Ah" sospirò rassegnato "sei sempre la solita!Hai sempre la testa persa in chissà quale tuo mondo o pensiero" disse con tono offesso anche se sul suo volto era stampato un enorme sorriso divertito.

Lui era così.

Parlava in modo serio ma aveva il sorriso sempre stampato sulle labbra.

Mancava un passo e avrei passato il cancello della scuola.

L'agitazione stava tornando.

Dave lo capì e mi sussurrò "Stai calma Isa" e cercò di sfoderare il suo sorriso migliore anche se mi sembrò un po' tirato.

"Cosa succede?" anche Jack aveva sentito le parole di Dave

"Niente di grave o di preoccupante" gli dissi cercando di sorridere.

Mi fissò qualche secondo ma non riuscii ad ingannarlo e lui prontamente si guardò intorno trovando il motivo della mia agitazione.

"Che ci fa qui quel bastardo?" ringhiò a denti stretti

"Non lo so Jack e francamente non lo voglio sapere" dissi piano piano "io voglio solo ignorarlo e continuare ad andare avanti con la mia vita"

"Isa se lui è qui però ci sarà un motivo" disse titubante Dave "ora,non dico che devi andare da lui e far finta che non sia mai successo niente ma..." non fece in tempo a finire la frase che Jack lo interruppe "e cosa dovrebbe fare? andare lì e sentiri trattata male nuovamente? è stato lui lo stronzo che l'ha ferita e fatta soffrire per mesi e non si è nemmeno mai degnato di chiederle scusa" disse con tono sempre più furente Jack.

Per qualche interminabile istante calò un imbarazzante silenzio.

"ragazzi vi voglio bene" queste parole mi uscirono spontanee dalle labbra.

I due ragazzi mi sorrisero contemporaneamente.

"non so come farei senza i miei due angeli" dissi loro sorridendo

"Jack" dissi guardandolo neglio occhi "Dave ha effettivamente ragione.Prima o poi questa situazione va affrontata perchè io voglio solo togliermi un peso ed essere felice"

Mi lasciò parlare senza dire nulla ma si vedeva che dall'espressione non era molto d'accordo.

"Dave" dissi questa volta guardando lui "anche Jack non ha tutti i torti,come ben sappiamo è stato il classico bastardo che mi ha fatta soffrire molto" feci una piccola pausa "so che prima o poi dovrò affrontarlo ma non ora.Non voglio e forse non ho neanche abbastanza forza." disse con un sorriso amaro sulle labbra "perciò io ora proporrei un bel pranzo a casa mia per tiraci sul il morale,che ne dite?" dissi sorridendo.

"Isa sei incredibile" dissero insieme.

Li guardai per un momento e non potei far altro che sorridere.

La presenza che mi aveva innervosita solo pochi minuti prima ora sembrava un ricordo lontano.

Così li presi a braccetto dirigendomi verso la fermate della metropolitana ingenuamente credendo che le cose sarebbero andate come meglio speravo...

 

  
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