Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: _Giuls17_    21/02/2018    1 recensioni
[Storia ispirata alla settimana stagione del Trono di Spade, contiene Spoiler per chi non ha ancora visto la serie: c'è sempre qualcosa che vorremo vedere e che in realtà non accade, qualche scena che desideriamo o qualche parola che se detta ci riempirebbe il cuore di gioia, questa ff parte prorpio da questo.]
2:ma gli occhi di Jon Snow riuscivano ad arrivare al suo cuore e a trascinarla in luoghi che non conosceva...là dove il suo cuore di drago giaceva.
3: Li ho persi.
Li ho persi entrambi.
‹Se il Drago deve avere Tre teste ed io sono sola, Jon, allora vuol dire che un altro dei miei figli dovrà morire?-
5:-Tu mi appartieni Jon Snow.-
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daenerys Targaryen, Drogon, Jon Snow, Tyrion Lannister
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Home and freedom
 
Il rumore del vento contro la faccia, contro i capelli la fece svegliare o almeno, Daenerys percepì quell’impulso, doveva svegliarsi eppure ancora non ci riusciva, batté un paio di volte le palpebre e quando riuscì finalmente ad aprire gli occhi la notte aveva preso il posto del sole, ma il vento, l’aria fredda era aumentata e la fece gelare in pochi secondi.
Poggiò una mano e fece leva per alzarsi, ma il dolore alla spalla le strappò un lamento e per un momento il suo mondo ritornò buio, ma decise di non arrendersi, non poteva permetterselo; poggiò l’altra mano e quando riuscì ad alzarsi il mondo le apparve piccole e lontano e solo in quel momento si rese conto di trovarsi sopra Drogon, si stavano librando nel cielo notturno, indisturbati.
-Mi hai salvata.- sussurrò, guardandolo.
Il drago ruggì come risposta e lei riuscì a comprendere perfettamente, suo figlio l’aveva presa prima che finesse nel mare infuocato, prima che fosse troppo tardi, l’aveva salvata, qualcosa nel suo cuore s’incrinò e alcune lacrime fuggirono al suo controllo.
Non amava questa parte debole, non amava piangere e sentirsi in quel modo ma nelle ultime settimane era diventato quasi inevitabile, come se Jon avesse aperto una fessura che aveva lasciato chiusa per anni ed adesso non riuscisse più a chiuderla.
Il pensiero di Jon le strappò un altro lamento di dolore e così si decise a guardare la sua spalla, non era combinata male ma la freccia era ancora lì dentro e il sangue si era incrostato su tutti i vestiti, ed ebbe la sensazione di averne perso parecchio, anche perché non sapeva quanto tempo fosse esattamente passato da quando aveva perso i sensi.
-Drogon dobbiamo atterrare.- disse, passandogli una mano sul dorso, -Devo… Devo togliere la freccia.- sussurrò, percependo la paura nella sua voce e nel suo cuore.
Come sempre il drago nero l’ascoltò ed atterò in un immensa pianura circondata da alberi, ma anche lì il freddo era arrivato e la prima neve cominciava a scendere quieta, come se il mondo non stesse finendo, come se la guerra fosse ancora lontana.
Daenerys scese dal dorso del drago e provò una fitta di dolore, la spalla le rendeva doloroso ogni movimento, anche allungare il braccio le veniva difficile, quando toccò terra con le ginocchia sospirò forte e si tirò su con una certa difficoltà.
Si guardò intorno e non vide nessun villaggio, non ne aveva visto neanche dal cielo e questo le fece capire che doveva sbrigarsela da sola, in qualche modo doveva riuscirci o la ferita si sarebbe infettata e lei ne avrebbe pagato le conseguenze.
In quel momento si passò una mano sulla pancia, era rotonda, quel tanto che le faceva capire che sua figlia cresceva serena là dentro, quel tanto che le fece tirare un sospiro di sollievo, erano vive e stavano bene entrambe.
Quando abbassò le mani notò la sua spada e in un’idea le venne in mente, forse pazza e sconsiderata ma non poteva fare di meglio.
Prese la spada e la conficcò nel terreno, si tolse la calotta dell’armatura e la posizionò al sicuro sopra Drogon, la sella che aveva fatto costruire Jon aveva degli appoggi e dei ganci specifici per ogni esigenza e lei gli legò l’armatura senza esitare, lentamente con mani tremanti strappò il tessuto del vestito che indossava, dovette mordersi il labbro per non urlare dal dolore ma quando ci riuscì vide la freccia passarle da parte a parte, il sangue si era incrostato alla base di entrambi i lati e il colore non era di certo rassicurante.
-Devi stare pronto, okay?- domandò al drago, che la guardò con i suoi enormi occhi.
Daenerys prese un paio di respiri e strinse ancora di più il labbro tra i denti, avrebbe fatto male ma in qualche modo sarebbe sopravvissuta, doveva farcela.
Afferrò l’estremità della freccia con la punta e, con l’altra mano riuscì a tenere ferma la parte di dietro e dopo pochi secondi la spezzò in due: l’urlo che le scappò la fece piegare in due dal dolore, gettò a terra la freccia e vide le mani già fatte di sangue, doveva sbrigarsi.
Fece un passo avanti verso la spada ma il dolore le rendeva difficile ogni movimento, si lasciò cadere a terra poco distante ed alzò lo sguardo verso Drogon.
-Dracarys.- sussurrò, con tutte le sue forze.
Il drago le ubbidì e seppe esattamente cosa centrare, la spada venne colpita dal fuoco, la vide diventare calda e quasi bollente, ma la fiammata cessò subito e lei allungò un braccio e l’afferrò, l’elsa sarebbe stata intoccabile dalle mani di qualsiasi persona ma tra le sue era perfettamente utilizzabile, Dany inghiottì il groppo e si fece coraggio, non aveva idea di quello che sarebbe successo, se le avesse fatto male o no, se avesse urlato o no ma sapeva che era l’unica alternativa possibile o sarebbe morta per una cavalo di freccia.
Chiuse gli occhi un attimo, cercando il coraggio e in quel momento gli apparve Jon, sarebbe tornata da lui, lo aveva promesso.
 
“Lo hai promesso, quindi sbrigati e torna da lui. Non puoi morire qui.”
Non posso.
Ho promesso.
 
Inspirò un paio di volte ed alzò la spada e lentamente la fece cadere sulla prima parte della ferita, la lama incandescente toccò la pelle e non fu molto sicura di quello che successe dopo.
 
***
 
Jon non sapeva nulla dei draghi, non conosceva la loro storia e non si era mai reputato un cavaliere di drago, fino a qualche tempo fa non credeva neanche che esistessero, ma quando la Regina era arrivata Westeros aveva portato con se tante cose che non si erano mai viste.
Come i draghi.
Ed adesso lui era proprio su un drago, stava cavalcando Rhaegal e forse non se la stava cavando neanche così male come credeva, in fondo lo aveva visto fare a Daenerys un paio di volte ma sapeva perfettamente di non essere capace come lei, per lei era una dote naturale, erano i suoi figli e li aveva cresciuti e li aveva anche visti morire, per lui essere un Targaryen era una cosa nuova, per lui pensare all’altra parte della sua famiglia era difficile, forse impossibile, però aveva fatto come aveva detto lei, aveva accolto entrambe le sue parti, lupo e drago.
Guardando il cielo immenso si chiese di nuovo come fosse suo padre, di lui non conosceva neanche l’immagine, ma poteva immaginarselo grazie a lei, grazie al suo viso delicato, ai capelli bianchi come la neve e agli occhi viola, immaginava suo padre come lei, gentile e di animo nobile, non un cavaliere come lei gli aveva fatto notare, forse un ragazzo con troppi fardelli sulle spalle, provò ad immaginare suo nonno, sua nonna, la madre di Dany ma scacciò quel pensiero, addentrarsi nel passato poteva essere rischioso se non lo si conosceva in fondo e glielo aveva detto di non provarci, aveva visto cose terribili per colpa di Viserys e le storie su Aerys erano troppo terribili per rimuginarci sopra.
Il drago sbuffò sotto di lui e lentamente gli passò una mano sul dorso, sorridendo mestamente, per lui era stato naturale affidarsi a Rhaegal quando il corno aveva dato l’allarme, era stato naturale poggiare la mano sul muso e chiedergli se potesse salire, se non lo avesse fatto avrebbero perso più uomini di quanto ne erano morti, e avrebbero perso tutto.
Anche se ciò che aveva fatto non gli dava pace, aveva bruciato la sua casa, quella casa che aveva visto e in cui era cresciuto per tutta la sua vita, la casa che Nedd gli aveva dato e quella in cui Catelyn lo aveva odiato, la casa che aveva condiviso con Robb e Sansa, con la piccola Arya e Brann e Rickon, la casa della famiglia Stark.
Quel pensiero gli gravava sul cuore ma sapeva bene che era stata l’unica soluzione o quello o la morte e lui non poteva permettersi di morire e di perdere il suo popolo, aveva fatto una promessa che avrebbe mantenuto a tutti i costi ma in qualche modo era stato anche abbastanza fortunato, Viserion non era apparso e neanche il Re della Notte e nonostante tutto quella situazione non gli piaceva, voleva dire che stavano tramando qualcosa e lui avrebbe dovuto fare di tutto per fermarli.
 
Spero solo che Daenerys si salva, che sia riuscita nella sua missione, spero che torni viva, spero che nostra figlia stia bene, se sarà così troveremo il modo di affrontare anche quello.
Riusciremo a trovare il modo di fermarli, in un modo o nell’altro.
 
In lontananza scorse le Torri Gemelle, l’esercito aveva galoppato senza sosta per tre giorni per mettere più leghe possibili tra loro e Grande Inverno mentre lui aveva controllato le retrovie, evitando che qualcuno li attaccasse di sorpresa e contro ogni pronostico c’erano riusciti, il ponte era alzato, le tende d’accampamento erano state montate dall’altro lato della riva, i fuochi erano accessi sulle mura e i mormorii si diffusero nell’aria velocemente.
Fece planare Rhaegal e si meravigliò di quanto fosse facile, sapeva che il drago riusciva a percepire i suoi pensieri e le sue emozioni, sapeva che in qualche modo erano connessi, anche se ancora non riusciva a capacitarsene.
Lo fece atterrare poco distante dall’ultima tenda, e quando scese trovò Spettro ad aspettarlo, il Meta-lupo gli balzò addosso e lo leccò con vigore e devozione, lui non si ritrasse e si lasciò andare con il suo vecchio amico e non poté negare a se stesso di essere stato in ansia per la sua sorte, aveva temuto per la sua vita.
-Ciao Spettro, si sto bene, sono tornato!-
-Jon!-
La voce di Sansa gli fece alzare la testa e trovò la ragazza corrergli incontro, il Mastino e Brienne erano sempre con lei a proteggerla da qualsiasi pericolo, Jon si alzò e la strinse a se quando le fu abbastanza vicina.
-Sto bene, sto bene.- disse tra i suoi capelli.
-Ho temuto per la tua vita, tu su quel drago… Credevo che…-
-Sto bene, Rhaegal è stato davvero un ottimo compagno.- disse, voltandosi verso il drago che non si era ancora mosso dal suo posto.
-Grande Inverno?-
-Sta ancora bruciando, Sansa. Mi dispiace di averlo fatto, credimi avrei preferito non adoperare questa strategia, avrei voluto fare le cose diversamente ma il loro attacco è stato davvero una sorpresa…-
Percepì il cuore andare veloce e lontano, Bran gli aveva detto che il Re della Notte aveva varcato la Barriera ma aveva creduto che ci avrebbero messo più tempo, molto più tempo ma in realtà così non era stato, li avevano raggiunti e lui era stato del tutto impreparato.
Si era maledetto per la sua incapacità, era sempre stato attento eppure non così tanto da prevenire l’attacco.
-Sono tutti salvi?-
-Sì, Bran sta riposando, Tyrion si è ricongiunto a Jaime, e Daario e Ser Jorah stanno pianificando una strategia con Verme Grigio e Ser Davos, l’esercito ha subito delle perdite ma non così numerose come credevamo, abbiamo ancora un buon numero e con la pattuglia che è stata mandata a Delta della Acque dovremmo recuperare qualche uomo.-
-Bene, bene. Pensavo che stesse andando molto peggio.- disse, incamminandosi con lei verso la Torre, ma prima di girò un’ultima volta verso il suo nuovo amico e gli fece un semplice cenno, Rhaegal rispose ringhiando e prese il volo poco dopo.
-Ci sono notizie di Daenerys?-
-No, da quando sei partito per il giro di ricognizione non sono arrivati corvi o draghi.-
-Sono preoccupato.- ammise, guardando la sorella.
-Lo so, ma è una donna estremamente coraggiosa e tornerà.-
-Credevo che non ti piacesse.-
-Non mi piace l’idea che tu abbia sposato tua zia, ma se dissocio questo pensiero allora mi sta bene che tu e lei stiate assieme.-
-Sempre meglio di niente.- sussurrò entrando dentro l’accampamento.
Jon scrollò le spalle e si preparò a ideare una strategia che fosse efficace e che portasse al risultato sperato, spense il suo cuore, non poteva permettere alle emozioni di influenzarlo e di distrarlo, le aveva promesso che sarebbe stato un Targaryen ma anche uno Stark e per esserlo doveva rimanere lucido e cosciente di se.
Entrò dentro le mura e si lasciò inghiottire da tutto, ma riuscì lo stesso a percepire, come un suono lontano, un richiamo che veniva dal cielo, Rhaegal era inquieto, volava in tondo, ancora in gabbia, cercava la madre e il fratello e si rese conto di sentirsi esattamente come lui.
In gabbia nonostante avesse la possibilità di fare quello che voleva, in gabbia nonostante avesse trovato il modo di volare.
In gabbia finché lei non sarebbe tornata per donargli la libertà.
 
***
 
Aveva organizzato tutto nei minimi dettagli e questa volta aveva previsto tutte le varianti del prossimo attacco e non si sarebbe fatto trovare impreparato.
Avevano lasciato il ponte delle Torri Gemelle alzato, ed avevano preparato una prima resistenza per quando l’orda fosse arrivata, avevano adoperato il minimo dell’armamentario che potevano utilizzare, non volendo rischiare di perdere tutto prima del previsto; ma aveva in mente di spostare l’accampamento il prima possibile, magari verso Delta delle Acque o in un altro posto in cui sarebbero stati coperti e protetti ma dovette ammettere a se stesso che era difficile trovare un posto del genere, l’orda si muoveva lentamente e non avrebbe trovato un percorso agevolato lungo la strada ma non era comunque abbastanza per fermarli.
Ed inoltre la mossa decisiva dipendeva unicamente dal gruppo di Immacolati che dovevano partire dalla Roccia del Drago, e solo quando si sarebbero ricongiunti a loro avrebbero avuto tutte le armi a loro disposizione per affrontare l’esercito.
Un leggero bussare alla porta distrasse Jon dai suoi pensieri, anche se non rispose la porta si aprì e Jaime Lannister entrò con Tyrion e Ser Davos, nella sua stanza.
-Cosa succede?- chiese senza mezzi termini.
-Maestà…-
-Ti prego Tyrion, chiamami Jon, non ha alcun senso questo formalismo.-
-Va bene Jon, come preferisci.-
-Allora cosa succede?-
-L’esercito è spaventato, i Dothraki sono inquieti, Daario Naharis sta provando a calmarli e il risultato è abbastanza positivo ma chiedono della Khaleesi e abbandoneranno la postazione se lei non placherà i loro animi, stanno combattendo una guerra che non li riguarda solo per lei e dato che lei non c’è la cosa diventa complicata.-
-Credete che non lo abbia notato?- chiese alzandosi, ed avvicinandosi a loro.
-So che questa non è la loro guerra e so che loro non sono il mio esercito, non sono il mio popolo ma hanno deciso lo stesso di seguirmi, dobbiamo solo dargli qualche certezza, sono uomini come noi, anche se vengono da un altro continente.-
-Bene, proveremo a rasserenare i loro animi ma non volevo parlare solo di questo.-
-Di cosa allora?-
-Credo che sia meglio se facciamo andare via Lady Sansa.- disse Ser Davos, guardando Jon, -Ha due guardie del corpo non lo metto in dubbio ma qui sarebbe costantemente in pericolo e anche Bran deve andare via, devono stare al sicuro.-
-Qual è un posto sicuro per la mia famiglia?-
-Roccia del Drago o Meereen se non sei sicuro.- disse Jaime, intervenendo, -Più lontani sono più saranno in salvo.-
-Anche la Regina dovrà essere allontanata quando farà ritorno, lo sai vero?- gli fece notare il nano con gentilezza.
-Lo so.-
-Non può affrontare una guerra nelle sue condizioni, dovrà accettarlo.-
-Non credo che sarà così facile convincerla.- disse, non riuscendo a reprimere un certo sorrisetto, già pregustava la scena, la Madre dei Draghi non sarebbe stata per niente d’accordo con la sua scelta e lui l’avrebbe convinta in un modo o nell’altro.
-Prima deve tornare.-
-Tornerà.- sussurrò Jon convinto di quello che diceva, erano passati solo due giorni dal loro arrivo alle Torri Gemelle, e quasi una settimana dalla sua partenza ma lei sarebbe tornata, aveva promesso e sapeva per certo che avrebbe mantenuto la sua promessa.
Quella convinzione gli permetteva di andare avanti e di non crollare, gli permetteva di aprire gli occhi al mattino e di fare quello che andava fatto, di dire quello che andava detto e di sopravvivere in un modo o nell’altro.
Sam bussò piano alla porta ed entrò, il viso leggermente rosso e preoccupato per quella situazione, cercò subito la sua attenzione.
-Jon senti… Il drago là fuori è leggermente incrollabile.- disse, balbettando l’ultima frase.
-Cosa intendi?-
-Si aggira sull’accampamento, rilascia… Piccole fiammate e ogni tanto scende per poi sparire di nuovo nel cielo.-
In quel momento un ringhio assordante si diffuse nel cuore della notte e Jon ebbe proprio la sensazione che fosse Rhaegal il diretto interessato di quel rumore ed improvvisamente ricordò quello stesso suono, lo aveva sentito oltre la  Barriera quando Viserion era caduto, e gli altri due fratelli avevano pianto per la sua morte.
Percepì il proprio cuore perdere un colpo, e dovette appoggiarsi al tavolo per non crollare a terra.
 
Déi no! Fate che non sia così, fate che non siano morti, fate che lei sia viva, che Drogon sia vivo, che nostra figlia sia viva!
Non vi ho mai chiesto niente e quello che vi ho chiesto me lo avete negato, avete preso e basta, anche quando ho dato la mia vita ma adesso vi chiedo di risparmiare la loro, non potete portarmele via, non potete!
 
Jon serrò brevemente la mano sul tavolo, poi lo lasciò andare e si rimise dritto e senza indugiare oltre lasciò la stanza, per dirigersi fuori, per cercare di capire e in cuor suo sapeva che una volta visto negli occhi di Rhaegal avrebbe scoperto la verità, per quanto dolorosa e terribile fosse avrebbe capito, e avrebbe deciso se mettere fine alla sua agonia oppure perseverare in quella vita.
 
Mi ha riportato in vita perché ha detto che avevo ancora qualcosa da fare, che c’era un disegno molto più grande per me e comprendeva la Grande Guerra, ma sono tornato anche per incontrare lei.
La mia vita fino a quel momento era stata incompleta, insipida e vuota e solo dopo averla incontrata, aveva acquisito quel colore che ho cercato per troppo tempo, i suoi occhi mi hanno portato a casa quando credevo che una casa non l’avrei mai avuta ed adesso non posso perdere tutto.
Non posso.
 
Senza rendersene conto si ritrovò a correre verso l’accampamento, percepì vagamente la presenza degli altri alle sue spalle ma la sua attenzione era tutta rivolta al drago, come aveva detto Sam, Rhaegal non faceva altro che girare attorno, ringhiare contro la notte e rilasciare piccole fiammate, sembrava instabile, perso in qualche posto lontano.
-Rhaegal!- provò a chiamarlo ma si rese conto che non ci sarebbe riuscito in nessun modo, era troppo distante e non fisicamente, ma emotivamente, era lontano da lui e da quel momento.
-Jon cosa succede?-
La voce di Sansa lo fece girare ma scrollò le spalle non sapendo neanche cosa rispondere, ed ebbe paura che tutti i suoi timori e i suoi incubi si fossero avverati, forse lei era morta, forse Drogon era morto e l’altro figlio stava piangendo per quella perdita, percepì il proprio cuore, il tumulto e la miriade di sentimenti che si mescolavano e si accumulavano, lo stavano facendo impazzire e lo avrebbero distrutto se non avesse scoperto al più presto la verità.
Improvvisamente un ruggito più forte di quello di Rhaegal implose nel cielo, e delle enormi ali nere coprirono la luna e le stelle, vide tutti gli uomini abbassarsi per la paura ma lui rimase fermo, immobile, ad osservare Drogon volare sopra le loro teste e quando vide una chioma di capelli biondi quasi come la neve seppe per certo che il suo cuore non sarebbe imploso, che per una volta gli Dei avevano risposto alla sua chiamata e che in qualche modo la sua vita non avrebbe cessato di esistere.
Il drago nero andrò incontro al drago verde ed allora comprese tutto; Rhaegal era semplicemente felice, aveva percepito il ritorno della madre e la presenza del fratello ed era felice di riaverli, felice che fossero lì con lui, felice di non averli persi.
Dopo pochi attimi però Drogon ridiscese e posò le sue enormi zampe sul terreno, aprì le zanne e voltò la testa verso la ragazza che stava scendendo a fatica dal suo dorso, Jon si mosse subito e si trovò vicino a lei nell’esatto momento in cui poggiò il piede a terra e la prima cosa che vide fu il suo sorriso ma subito dopo notò la ferita alla spalla.
-Daenerys.-
-Sto bene.- la sentì sussurrare e dopo pochi secondi percepì le sue mani stringerlo forte in un abbraccio disperato, la testa si era incastrata sotto il suo collo e le mani stringevano forte la schiena e senza pensarci anche lui la strinse, inspirò a fondo l’odore dei suoi capelli: sapevano di aria, di libertà, di guerra, di fuoco e sangue; passò una mano sulla sua schiena e poi di colpo l’allontanò delicatamente per guardare la sua pancia.
-Sta bene.- gli disse, passando una mano sul suo viso.
-Sei sicura che stiate bene entrambe?-
-Sì.-
-Quella ferita.-
Jon non sapeva neanche come descriverla quella ferita, era certo che fosse dovuta ad una freccia anche perché purtroppo conosceva bene le conseguenze di quel genere di arma ma la cicatrice riportata sulla sua pelle non lo convinceva allo stesso tempo, era strana, informe e in alcuni punti in rilievo rispetto ad altri in cui sembrava quasi liscia, come se fosse stata fatta almeno anni fa.
-Una freccia della Compagnia Dorata ma io e Drogon gli abbiamo dato del filo da torcere.- disse passando una mano sul mudo dell’animale.
-Cos’è successo?- chiese Jaime, non riuscendo a trattenersi.
-Euron è morto. Le navi sono state distrutte, alcuni sono sopravvissuti ma non credo che avranno molta voglia di servire la Regina o di combattere ancora contro di me.- fece notare ai suoi spettatori.
-Com’è morto?- chiese Sansa, guardandola.
Dany girò lo testa ed osservò suo figlio con uno sguardo carico di amore e di orgoglio, poi si girò di nuovo verso di loro e sorrise.
-Drogon aveva fame.- disse semplicemente, cercando di mantenere una certa serietà nonostante la sua vittoria.
-La freccia. Come ti hanno colpito?- Jon la guardò negli occhi e cercò di esaminare la ferita.
-Nel momento in cui abbiamo distrutto la balestra di Qyburn mi sono distratta, Drogon stava già risalendo verso il cielo ma mi hanno colpita, ho perso l’equilibrio e sono caduta.- distolse lo sguardo dal marito, prima che lui si accorgesse della paura ancora impressa negli occhi.
-Sei caduta…-
-Drogon mi ha preso in tempo, mi sono svegliata che era notte e l’unica cosa che ho pensato è stata quella di cauterizzare la ferita, ho usato la spada e un po’ di fuoco ma non so bene quale sia stato il risultato.- ammise, guardando la ferita.
-“Il fuoco non può uccidere un drago.”- le sussurrò Jon, sfiorandole la pelle.
-Lo so, ecco perché si è ridotta in questo modo, almeno credo…-
 
Jon allungò la mano e con le dita le fece alzare il viso, Daenerys sembrava stanca e provata per quel viaggio, gli occhi viola erano spenti e lontani e riuscì, nonostante i suoi sforzi, a scorgere la paura in quelle iridi.
Lentamente lasciò andare il viso e allungò la mano verso il suo collo, quando le sfiorò la pelle percepì il suo corpo rilassarsi contro la sua mano, la pelle era fredda come se il ghiaccio le fosse entrato nelle vene, ma lui scosse la testa, lei era il sangue del drago, non era una ragazza comune a tutte le altre, era straordinaria e lo aveva dimostrato anche quella volta.
Quando la guardò nuovamente i suoi occhi erano più vivi, più scuri, lo desiderava come quella volta nella sua nave.
 
Voglio ancora che mi baci, Jon Snow.
 
E come quella volta lui riuscì perfettamente a comprendere quel pensiero, voleva essere baciata, voleva essere tra le sue braccia, in un letto e nudi, stretti fino alla fine dei loro giorni, Jon dovette distogliere lo sguardo percependo la sua virilità svegliarsi dopo giorni di riposo.
-Andiamo?- chiese, sorridendole.
-Credo proprio di si.- le rispose, incamminandosi al suo fianco.
Drogon ruggì e Jon notò il sorriso sul viso della moglie e dopo poco prese il volo per ricongiungersi al fratello nei cieli, quando lui alzò lo sguardo verso la luna percepì l’animo di Rhaegal placarsi, finalmente aveva ricevuto la libertà che tanto aveva agognato ed in quel momento anche lui si era reso conto di sentirsi libero, Dany lo aveva liberato dalla sua prigione mentale, lo aveva reso libero quando credeva già di avercela questa libertà.
Quando si girò per guardarla, notò il viso contratto in una maschera che conosceva fin troppo bene, gli ricordava il momento esatto in cui l’aveva vista su quel Trono alla Roccia del Drago, eppure non riuscì a capire quale fosse il problema.
 
***
 
-Che sia breve.- chiese gentilmente la Regina sedendosi dove le era stato indicato da Jon; la riunione che avevano chiesto era necessaria per metterla al corrente sulla situazione, per aggiornarla sulle strategie ma in quel momento non aveva nessuna voglia di ascoltare o di pensare.
Voleva trovarsi in un letto caldo, stretta tra le braccia di Jon a non fare niente, a non pensare, voleva solo godersi una pace illusoria per qualche ora e poi avrebbe ripreso la veste della Regina e della Conquistatrice e avrebbe fatto il suo dovere.
Jon si sedette alla sua destra e con sua grande sorpresa Jaime alla sua sinistra, Tyrion invece preferì sedersi lontano da lei e non cercare ancora il suo sguardo, Verme Grigio e Daario erano in piedi di fronte a lei, il primo in una postura abbastanza rigida, tipica degli Immacolati, il secondo invece non riusciva a togliersi quel sorriso dalla faccia e in fondo non le dispiacque più di tanto; Ser Jorah e Ser Davos sedevano poco distanti da Jon, lo sguardo contratto e l’animo agitato, Sansa Stark invece sedeva tra le sue guardie del corpo, il Mastino e Brienne e lei non riusciva a non guardare Jaime per più di due minuti.
Lentamente si girò verso la sua guardia e lo guardò con attenzione, non aveva avuto modo di conoscere o di capire chi fosse davvero lo Sterminatore di Re, ma sicuramente assomigliava a sua sorella Cersei ma forse non tanto come aveva creduto.
Jaime Lannister era un bell’uomo, alto, impostato e con i capelli biondi e gli occhi penetranti, sembrava il tipico cavaliere che dedica la sua vita a quello ma sapeva che non era così, aveva ucciso suo padre e servito un altro re, poi aveva abbandonato la sua regina per seguirne un’altra.
Chi era davvero quest’uomo e come poteva influire davvero su di lei la sua decisione?
-Gli Estranei saranno qui presto, il loro esercito è implacabile anche se grazie al Re del Nord recentemente ridotto.- iniziò Ser Davos con grande calma.
-Cos’ha fatto il Re del Nord?- chiese girandosi verso di lui.
-Ha cavalcato Rhaegal, sua maestà.- disse, Sansa guardandola negli occhi.
Dany rimase in silenzio, e in quel momento tutte le paure che aveva provato, tutti i dubbi vennero spazzati via: suo marito aveva calcato Rhaegal, aveva accettato in tutto la sua natura Targaryen e lei aveva trovato un cavaliere di drago, l’ultimo, per l’ultimo dei suoi figli.
Il suo cuore si riempì di orgoglio e di devozione verso quel ragazzo, allungò la mano sotto il tavolo e gliela strinse, non riuscendo ad esprimere a parole quello che provava, troppa era l’emozione e la confusione che le accerchiavano la mente.
 
Questo… Si è concluso un altro viaggio.
Ad Essos sono nati tre draghi, di cui mi sono presa sempre cura, per cui ho combattuto ma uno solo di quei tre sarebbe stato veramente mio, mi sarebbe appartenuto su tutti, gli altri due ne hanno sofferto, gli altri due li ho fatti soffrire, rinchiudendoli a Meereen, cosa sarebbe successo se Jon fosse apparso prima nella mia vita?
Forse avrei evitato loro delle sofferenze, forse sarebbe stato tutto diverso.
Forse non avrei perso un figlio ma non sono come Bran, non posso prevedere il futuro o rivivere il passato.
So solo quello che ho fatto per arrivare fino ad oggi e so che adesso anche l’altro mio figlio ha trovato casa.
 
-Ma si avvicinano lo stesso, senza sosta e senza esitazione, l’avanguardia che abbiamo creato qui non reggerà a lungo, dovremo cercare un altro posto per combattere, un posto che possa davvero darci un vantaggio e nel frattempo dobbiamo prevenire le perdite.-
-Cosa intendi?-
Ser Davos guardò Tyrion e il Primo Cavaliere si mosse a disagio sulla sedia, ma decise lo stesso di parlare nonostante lei lo stesse guardando in modo truce.
-L’unica roccaforte che può darci questo vantaggio è Approdo del Re, dobbiamo arrivare alla capitale per poterci difendere in modo appropriato contro l’esercito, i vostri predecessori non hanno solo costruito un castello, ma una vera e propria fortezza a più livelli, quelli ci permetterebbero di sfruttare molti elementi al fine del combattimento frontale.
E inoltre se Cersei non ha finito le scorte, l’Alto Fuoco ci potrebbe aiutare.-
-Cosa intendi per prevenire le perdite?-
-Lady Sansa lascerà l’accampamento e si dirigerà a Roccia del Drago per la sua sicurezza.-
-Cosa?!- esclamò la diretta interessata, alzandosi dalla sedia.
-E dovrai farlo anche tu, Altezza.- concluse il folletto guardandola negli occhi, -Sei troppo preziosa per morire in guerra.-
-Morirò comunque per quello che ha detto Bran, quindi il posto in cui sarò non è rilevante.- disse, distogliendo lo sguardo, cercando di calmare il suo cuore.
-Jon non ti lascerò qua.- disse Sansa, guardandolo.
-Lo so che non vorresti farlo ma dovrai farlo, per il tuo bene. Sei l’erede di Grande Inverno e quando la guerra sarà finita dovrà sempre esserci uno Stark lì, e quel compito spetta a te.-
-Non voglio andare via.-
-Brienne e il Mastino verranno con te, devi essere protetta e lì potrai esserlo.- disse Jon, nonostante Dany percepisse la tensione in quella stanza, lo sguardò che regalò alla sorella fu amorevole e pieno d’affetto.
-Il mio compito è proteggerti Sansa, da tutto anche da questa guerra e se rimarrai qui le possibilità che tu possa morire saranno solo più alte. Qualcuno una volta ha promesso che mi avrebbe tenuto al sicuro, ora tocca a me fare questa promessa.
Partirai domani mattina con alcuni uomini del Nord che hanno deciso di proteggerti.-
-Jon… Lascia scegliere a me.-
-Uccelletto, il re ha ragione.- sussurrò Sandor senza troppa enfasi e non volendo farsi sentire.
La ragazza si voltò verso di lui, si scambiarono uno sguardo penetrante e Daenerys distolse lo sguardo, capiva quando certe cose erano troppo personali per entrarci e poi vide la ragazza baciata dal fuoco sedersi ed annuire.
-Farò come hai chiesto.-
-Bene.-
Daenerys guardò tutte le persone in quella stanza ed un leggero sospiro uscì dalla sua bocca, non poteva deludere tutte quelle persone, non poteva permettersi di sbagliare in nessun modo e forse la scelta di raggiungere Approdo del Re non era del tutto sbagliato, ma ci sarebbe voluto tempo, almeno un mese di viaggio, se non di più visto l’ingente numero di soldati che componeva l’esercito e dovevano trovare un modo per salvaguardare anche i villaggi, la popolazione non poteva morire per la sua incapacità di risolvere la questione.
 
-Quando partiranno gli Immacolati da Roccia del Drago?- domandò Jon, guardando Tyrion.
-Entro la fine della settimana.-
-Ditegli non farlo, mandate un corvo e chiedete che vengano realizzate altre armi. Dobbiamo spostarci verso sud, sì ma non possiamo lasciare che il popolo muoia mentre noi ci salviamo.- disse, osservando tutti i presenti e la Regina lo guardò intensamente e prese la parola dopo di lui per dire quello che lui non avrebbe detto, che non sarebbe mai riuscito a dire.
Erano simili su molte cose lui e Daenerys, avevano dei valori ma lei aveva visto cose diverse durante il suo esilio e anche se la Distruttrice di Catene aveva un buon cuore, la Conquistatrice non conosceva la misericordia.
-Quindi Daario e Verme Grigio, lasciamo a voi il compito di scegliere alcuni uomini, i più veloci tra tutti e mandateli ad avvisare i villaggi, le piccole città, che cerchino protezione nei castelli o dove gli pare, anche Meereen li ospiterà se salperanno, qual ora facessero opposizione o non credessero alle nostre parole, lasciateli morire.-
-Ma… Se il piano è salvare il popolo, lasciarlo morire non aiuterà.- le fece notare Jaime, con cautela.
-Voglio salvarlo il popolo ma non posso salvare, chi decide che non vuole essere salvato, è una lezione dura e brutale, ma è la verità.- gli rispose, guardandolo.
-Nel frattempo noi partiremo per la capitale, il nostro viaggio sarà lungo e pieno d’insidie, ci vorrà del tempo ma riusciremo a farcela se teniamo un ritmo serrato.- concluse Jon, -Secondo Ser Davos, Arya sarà lì fra pochi giorni e porterà a termine la sua missione.-
-Questo ti turba?- domandò la Regina, guardando il suo nuovo cavaliere.
-Ho scelto di seguire te, non mia sorella. Ho scelto che avrei seguito la Regina baciata dal ghiaccio e non il mio sangue, ho scelto di dare la mia spada a te, così come avevo giurato di proteggere tua madre tanto tempo fa, ma lì ho fallito, Daenerys. Si può salvare una moglie dal proprio marito ma non si può salvare una Regina dal Re, è stata una dura lezione, brutale, ma l’ho dovuta imparare.
Non mi turba quello che tu hai deciso, resterò al tuo fianco comunque, anche se mi consideri lo Sterminatore di Re.-
Jon osservò sua moglie e vide nei suoi occhi una serie di sentimenti passare, confondersi e scontrarsi, odiava quell’uomo per aver ucciso suo padre, ma sapeva bene che, padre era una figura idolatrata, lei non conosceva Aerys Targaryen e come lui sapeva, la sua fama precedeva la bontà dell’uomo; ma per Dany non era solo quello, Jaime la mandava in confusione per via di sua madre, per via di quella donna che l’aveva messa al mondo lasciandola sola dopo poco, nelle mani di un fratello violento e vendicativo.
Quindi sì, capiva perché Jaime rappresentasse una minaccia per lei, una minaccia per il suo cuore e per il suo legame con la famiglia di cui anche lui faceva parte, l’unica loro differenza è che lui aveva vissuto con un finto padre che a prescindere gli aveva mostrato amore, lei non aveva avuto nulla di tutto quello.
Solo odio.
Solo vendetta.
Fuoco e Sangue.
-Un giorno mi parlerai di mia madre.- gli disse, guardandolo con i suoi occhi viola ricolmi di tutte quelle emozioni, -Ser Jaime Lannister. Non sei lo Sterminatore di Re, quello non era un Re, era solo un folle.- disse alzandosi dalla sedia e scuotendo la testa.
-Non sarò come mio padre, non brucerò tutti ma non salverò chi non vuole essere salvato, e non perderò il mio tempo con loro, c’è un Regno da salvare e altre persone che vorranno essere salvate, è ha loro che dedicherò il mio tempo e la mia vita.
Non lascerò l’esercito se non prima di aver raggiunto Approdo del Re, non mi confinerai su un isola in attesa di non so quale calamità, Re del Nord, e questa è la mia ultima parola.-
Disse prima di lasciare la stanza nel silenzio pieno di stupore di tutti i presenti, compreso il suo.
 



∞Angolo Autrice: Ed eccoci qui con un nuovo capitolo!!
Qui vedremo conclusa la missione di Daenerys e Jon finalmente riacquisterà la libertà che non credeva di aver perso, i destini dei due protagonisti si fanno sempre più oscuri ed incerti.
Dany non abituata a condividere a tal punto la posizione di leader il più delle volte è spiazzata dalle scelte e dalla posizione di Jon ma sa che ogni scelta del marito è presa per tenerla in salvo, al sicuro, ma non si è mai sentita una damigella in pericolo e il suo carattere darà filo da torcere al lupo.
Nel compenso credo di essere riuscita a mettere in tavola tutte le carte, adesso che la grande guerra è sempre più vicina, vedremo un pò cosa succedà:D
Spero come sempre che il capitolo vi piaccia e se volete farmi sapere qualcosa o non vi è piaciuto qualcosa, sono qui per voi <3
XOXO
Giuls17

spoiler_

-Uccelletto fermami ora se non vuoi.- le sussurrò contro il suo orecchio, il fiato era caldo e Sansa si lasciò accogliere da quella sensazione.
-Il problema è che ti desidero, non voglio che tu smetta.- gli rispose, stringendosi a lui.

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