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Autore: butterflygirl    06/03/2018    6 recensioni
dall'addio del faraone sono passati quattro mesi e la terra è finalmente in pace , ma tutto sta per cambiare perchè un nuovo nemico sta per tornare e vendicarsi ma non fatevi ingannare dalle apparenze , perchè sarà solo l'inizio di una lunga avventura che porterà con se misteri e segreti da svelare che riguarderanno da vicino proprio Yugi
salve a tutti , questa è la mia prima ff che scrivo. il finale dell'anime e del manga non mi è mai andato particolarmente giù perciò ho deciso di scrivere un seguito tutto mio. fatemi sapere che ne pensate e se avete delle critiche a riguardo e mi raccomando commentate :)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Atemu, Un po' tutti, Yuugi Mouto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La densa polvere che si era sollevata dopo l’esplosione, copriva ogni cosa, inclusa la visuale di Atem, ancora a terra che cercava di riprendersi, e Aknadin, a sua volta scaraventato via che provava a rialzarsi. Il giovane faraone non vedeva un bel niente, neanche capiva chi o cosa lo avesse spinto con tale violenza da mandarlo a terra. La polvere gli era entrata persino nelle narici, tossiva e cercava di scacciarla con la mani dai vestiti e soprattutto dalla sua visuale per aprirsi uno spazio. Fu allora che corse qualcosa al suo interno, poco distante da lui.
Una luce dorata.
Provò a rialzarsi per capire meglio ma una vertigine lo colse all’improvviso.
Le sue iridi ametista si spalancarono per un improvviso dolore che lo aveva colto alla testa e sulla fronte comparve il simbolo del millennio.
 
Il palazzo reale.
Due bambini che si rincorrevano per i vasti giardini reali.
Uno era lui, a tredici anni, che correva davanti e si girava verso qualcuno, ridendo e incitandolo a seguirlo “Dai, che tanto non mi prendi, Heba”.
“ Non è vero, ti sono dietro “.
La voce che aveva parlato era di un altro bambino, meno definita e più acuta, probabilmente di un bambino piccolo.
E non di un bambino qualsiasi.
Yugi.
 
Il flash lo aveva destabilizzato, tornò alla realtà annaspando con la bocca in cerca di ossigeno. Cosa ci faceva Yugi nell’antico Egitto, cos’era quella strana visione che aveva avuto e soprattutto chi era Heba. La testa gli faceva male, gli annebbiava la vista causandogli dolori acuti alle tempie, si sentiva strano.
Ma che accidenti è stato.
Poggiò una mano sulla pietra della fontana e si fece forza per rialzarsi, spingendo con le gambe tremanti. Sollevò lo sguardo per stabilizzare meglio la vista e fu allora che, di nuovo, spalancò gli occhi.
Yugi era davanti a lui ma era…diverso.
Una tunica bianca stretta in vita da una cintura, pelle scura con gioielli egizi su braccia, polsi e gambe, scarpe bianche dalle definiture dorate e soprattutto un lungo mantello rosso che sventolava alle spalle. Al collo pendeva il Sigillo, brillante e luminoso, sulla fronte, splendeva il simbolo del millennio, in bella mostra.
“ Yugi… “sussurrò il ragazzo, lo guardava dalla testa ai piedi e… non riusciva a credere a ciò che vedeva.
Il ragazzino si voltò a guardarlo, un flebile sorriso era comparso sulle sue labbra.
Fu quando le loro iridi s’incrociarono che un altro capogiro colse all’improvviso Atem, stavolta però riuscì a mantenersi in equilibrio.
Ricordi.
Vecchi ricordi del passato riaffiorarono tutti in una volta nella sua mente, in ordine di cronologia e si sentì quasi affogare dentro di essi.
La morte di sua madre per dare alla luce il suo fratellino, i combattimenti con le spade, le cavalcate nel deserto, la morte di suo padre e la sua ascesa al trono con lui al suo fianco. Poi ne seguirono altri come la ribellione di Aknadin, la distruzione dell’Egitto, la morte di suo fratello…
Uno a uno, conditi da risate allegre e suoni diversi, i ricordi gli riempirono la vista lucida facendo riaffiorare vecchie gioie e soprattutto orribili dolori che gli lacerarono a metà il cuore. Era come se tutto ciò fosse stato contenuto dentro un contenitore di vetro che aveva isolato tutto questo in una parte profonda della sua memoria e che adesso si era rotto lasciando libero tutto ciò che si trovava al suo interno da anni, anzi, da secoli. Ora ricordava ogni cosa, aveva sempre avuto il sospetto che la sua memoria non fosse del tutto completa e aveva ragione, molti dettagli avvolti dall’ombra finalmente trovavano la loro luce, risvegliando in lui cose che non credeva neanche esistere.
Le lacrime gli rigarono le guance, non sapeva neanche perché stesse piangendo ma solo che aveva bisogno di farlo, come se gli fosse stato proibito per lungo tempo e ora tutto ciò aveva bisogno di uscire fuori e liberarlo da un peso estenuante che schiacciava il suo petto. Si sentiva come se delle catene si fossero all’improvviso spezzate e fosse libero per la prima volta.
Yugi gli si avvicinò, poggiò le sue mani sulle sue braccia e si guardarono.
Non ci fu bisogno di dirsi niente, erano i loro sguardi lucidi e pieni di lacrime a parlare per loro.
Si abbracciarono entrambi, stringendosi e piangendo l’uno tra le braccia dell’altro come se fosse la prima e vera volta che lo facevano in tutta la vita. Non si dissero niente, neanche una parola o un sussurro, si udivano solo i loro reciproci singhiozzi.
Nessuno dei due si accorse che anche l’aspetto di Atem era cambiato in quei brevi secondi.
L’occhio del millennio sulla sua fronte aveva continuato a brillare fino a dargli il vero aspetto che gli apparteneva, pelle scura, tunica, mantello di blu e gioielli vari. Persino il puzzle pendeva pesantemente al suo collo.
Solo quando si separarono, se ne accorsero.
L’urlo di Aknadin fendette l’aria.
I due ragazzi si voltarono verso di lui, ricordandosi in quel momento della presenza di colui che era la causa di tutto questo, nonché il loro zio.
Il sacerdote guardava i due ragazzi con disprezzo, soprattutto Yugi, che indicò con il dito tremante e, uno sguardo pieno di rancore “ Tu… piccolo bastardo, sapevo che in te c’era qualcosa di storto… “ anche i suoi ricordi tornarono a galla ma a differenza dei due, i suoi erano molto più cupi. Anni di umiliazioni davanti alla corte reale per colpa della bocca troppo lunga del minore dei suoi nipoti maledetti, scherzi di pessimo gusto e offese senza possibilità alcuna di potersi difendere senza mancare di rispetto al principino.
Entrambi i fratelli gli rivolsero un’occhiata raggelante.
Yugi soprattutto lo guardò con disprezzo.
Anche lui ricordava tutto, più di ogni cosa con quanta arroganza pretendeva di avere l’ultima parola su tutto, come cercava durante le riunioni del consiglio di interferire con le decisioni prese da Atem, considerandolo solo un ragazzino inesperto quando era chiaro che fosse il contrario, la pessima simpatia che suscitava in lui tutte quelle volte che durante i processi o le sentenze screditava di continuo o metteva anche solo in dubbio le sue scelte. Per non parlare, di quando, in quelle rare volte che Atem era al fronte o in viaggio con alcuni membri della corte per trattati di pace con i loro avversari, lasciava lui al comando del regno e si trovava costantemente la lingua di Aknadin tra i piedi. Ricordare tutto questo era strano ma almeno aveva un dettaglio più delineato di quanto il vero bastardo tra loro alla fine fosse sempre e comunque il sacerdote malefico.
“ Aknadin “ tuonò Atem “ Adesso basta, hai perso “.
Il sacerdote scoppiò a ridere “ Perso? Oh non credo proprio, volevo la mia vendetta per liberarmi di te ma giunti a questo punto, credo che vi farò fuori entrambi “.
I due si scambiarono uno sguardo esasperato e Yugi rispose “ Quanto avrei preferito non ricordarmi di lui “.
“ Io avrei preferito che non ci fosse mai stato nella nostra vita “.
Entrambi si stupirono di quel discorso che li portò a sorridere, era strano parlare di certe cose con una così tranquilla naturalezza come se fosse sempre stato normale.
Non ebbero comunque il tempo di poter fare niente, Aknadin attivò il suo dihadiahank ed evocò un mostro “ Vieni a me Raviel, Signore dei fantasmi “.
La luce dorata si attivò sull’oggetto magico e una densa nube di fumo nero comparve dinanzi ai due ragazzi, nascondendo la vista di Aknadin. Enorme, grande e imponente, essa cominciò a emettere fulmini azzurri mentre il cielo si oscurava.
Atem e Yugi dovettero ripararsi dal vento improvviso che cominciò a soffiare contro di loro, strisciarono con i piedi sul terreno per la spinta che subivano dalle folate, i loro mantelli sventolavano per seguire il vento incessante, energia negativa si liberava da quell’agglomerato attualmente informe che si innalzava verso l’alto “ Ma che diavolo succede? “ chiese Yugi confuso, con gli occhi stretti per il fastidioso cumulo di sabbia che si alzava ed entrava dentro le sue pupille.
“ Non lo so “ fu la risposta di Atem, anche lui si copriva gli occhi come meglio poteva mentre nelle orecchie risuonava lo stridulo rumore dei fulmini.
Un paio di ali si manifestarono dall’agglomerato di fumo e fulmini, enormi zampe di colore blu con lunghi artigli affilati calpestarono il terreno lasciando impronte e crepe, imponenti corna erano presenti sulla testa. La sua ombra tetra sovrastò i due ragazzi, che quando aprirono gli occhi urlarono per la paura.
Dinanzi a loro c’era un gigantesco mostro dalla possanza titanica, blu e viola, con lunghi artigli alle mani, una lunga coda biforcuta sventolava dietro di lui ed enormi ali dalla forma di pipistrello sbucavano dalla schiena. Occhi rossi come il sangue e lunghe zanne affilate rendevano il suo volto inquietante.
Quel mostro, nel duel monsters, non aveva meno di quattromila punti di attacco e difesa, se poi si contava gli effetti speciali, i punti aumentavano svariatamente.
Aknadin scoppiò a ridere sguaiatamente “ Raviel, uccidi questi maledetti marmocchi per sempre “ urlò con tutto il rancore di cui era capace.
Il mostro unì le mani a cono e generò una sfera di luce nera.
Ci vollero giusto pochi secondi, la sfera di trasformò in un raggio di energia che mirò direttamente ai due ragazzi, i quali urlarono a squarciagola.
Il Sigillo al collo di Yugi brillò per pochi secondi con maggiore intensità.
Sotto terra, nella profondità della stanza segreta dove ancora si trovava lo scrigno del medaglione, su una parete buia, due luci rosse brillarono.
Un’esplosione di luce avvolse i due ragazzi, generando uno schermo contro il quale batté il raggio nero.
“ Cosa?” fu l’esclamazione di stupore di Aknadin, costretto poco dopo a ripararsi gli occhi.
La luce bianca era alta e imponente, più grossa del mostro che Aknadin aveva evocato.
Il raggio nero si annullò, dissolvendosi al vento che si era generato.
L’esplosione di luce durò per pochi secondi, poi diminuì d’intensità fino a ritirarsi in un bagliore appena accennato alle spalle dei due ragazzi.
Quando entrambi aprirono gli occhi per guardare, Yugi notò il forte bagliore che proveniva dal medaglione. A quel punto, i due si voltarono a guardare e ciò che videro li lasciò senza parole.
Alle loro spalle era comparso un mostro, ma non uno qualunque.
Era una divinità egizia.
Dalla forma umana, con pelle chiarissima quasi alabastro. Un’armatura dorata con tanto di mantello bianco luccicava sul suo corpo. Un copricapo da faraone gli copriva la testa, striato di bianco e nero. I copri spalle erano lunghi e dalla particolare forma alata, di un lucente colore oro. Sulla placca frontale del pettorale, portava inciso l’anello del millennio, la cavità oculare destra era occupata dall’occhio. Al collo era presente la collana del millennio e sorreggeva nella mano sinistra la bilancia. Nella mano destra, impugnava un lungo scettro dorato sulla cui cima erano presenti gli intarsi della barra e nella parte inferiore l’ankh, appartenente alla chiave. Nella parte frontale dei copri fianchi, era incastonato il puzzle e sulla cima del copricapo, splendeva un rombo, il Sigillo.
Tipici decori egizi erano presenti sull’armatura e sui vestiti, non che sull’ampio mantello che sventolava lungo le spalle. L’occhio sano era di un azzurro intenso, sembrava uno zaffiro.
Yugi si guardò il polso sinistro, aveva un dihadihank al braccio, dove splendeva stilizzata la figura del mostro “ Ma che diavolo…” guardò di nuovo il mostro che eretto alle sue spalle. Aveva un qualcosa di molto familiare, che ricordava di aver già visto da qualche parte.
Ebbe un flash.
 
L’Egitto sotto attacco.
Caos e devastazione.
Quel mostro avvolto dalla luce bianca e lui in prima linea che combatteva, con il Sigillo a splendergli al petto.
 
“ Ma’at “ esclamò con stupore, ricordandolo adesso.
“ Cosa?” esclamò Atem.
Yugi indicò il mostro dinanzi a lui “ Questo è Ma’at, è la quarta divinità egizia. È legata al Sigillo ed è… mia “.
Prima che Atem potesse dire qualunque cosa, sentirono l’urlo di Aknadin alle loro spalle, l’ennesimo da quando si erano ritrovati tutti faccia a faccia. Yugi si compiacque dell’espressione allucinata del sacerdote, scoppiò a ridere “ Adesso chi ha il mostro più grosso, Aknadin? “ non era da lui vantarsi, ma doveva ammettere che la situazione gli stava piacendo. Quando gli ricapitava di poter usare una divinità egizia personale? Guardò Atem, che gli fece cenno di assenso con il capo e Yugi capì che era il momento, finalmente avrebbero detto addio per sempre a quel mostro maledetto. Puntò il dito contro il mostro avversario “ Ma’at, distruggilo “.
Alla divinità egizia non bastò altro che un leggero movimento della mano.
Puntò lo scettro contro il mostro e la testa della barra brillò.
Un raggio dorato di enorme intensità fu sparato e colpì in pieno il mostro.
All’inizio non sembrò sorbire alcun effetto, poi ci fu un lieve bagliore all’altezza del petto e si generò un’esplosione che mandò il mostro in frantumi. Luce dorata si sprigionò, investendo in pieno Aknadin che, urlante, fu costretto a sparire nel nulla.
La luce durò brevi istanti, poi si dissolse e tutto tornò alla normalità. Anche il cielo si rischiarò.
La divinità egizia si dissolse in un lampo di luce che accecò per brevi istanti i due fratelli appena ritrovati e quando ciò accadde, la prima cosa che entrambi videro, furono Aknamkanon e Nefhen, l’uno al fianco dell’altro.
Il cuore di Atem ricevette un sussulto violento alla vista della regina, sua madre.
Tutti e quattro si avvicinarono e quando furono di fronte, Atem abbracciò la madre che, con le lacrime agli occhi, lo accolse tra le sue braccia “ Figlio mio “.
“ Madre”.
Pianse tra le braccia della regina, erano secoli, letteralmente, che non la vedeva. Non era stata nell’aldilà quando vi aveva messo piede la prima volta, sperava di rivederla lì e non era stato così. Gli mancava disperatamente, ogni giorno, i suoi ricordi di lei erano così confusi che era felice di poterla finalmente rivedere per davvero e abbracciarla anche.
La regina, a sua volta, era felice di rivedere il figlio. Il suo compito di sorvegliante del Sigillo finalmente si era concluso dopo millenni trascorsi sotto terra e poter riabbracciare il suo amato bambino era la gioia che ogni madre desiderava vivere dopo essere stata separata da lui prematuramente. Avrebbe dovuto essere al suo fianco da sempre e non era stato così “ Amore mio, non sai quanto io sia contenta di rivederti “.
“ Mi sei mancata, madre “ sussurrò sulla sua spalla.
“ Anche tu “ rispose lei, le lacrime scorrevano sulle sue guance, cariche di una gioia immensa che finalmente le aveva colmato quel vuoto che si portava dentro da una vita intera. Si separarono solo per guardare Yugi, rimasto appena dietro Atem a guardare la scena. La regina gli fece cenno di avvicinarsi e gli prese la mano nelle proprie “ Hai fatto ciò per cui eri destinato, hai accettato quello che sei “ poi prese anche la mano del figlio più grande e li guardò entrambi “ Quello che siete non si più cambiare, era destino che foste uniti anche in questo tempo e la vita che vi è stata strappata via, ora vi è resa. Non conta il tempo passato, non conta cosa sia successo, conta solo ciò che siete e sarete per sempre, fratelli “.
“ Ho sbagliato a giudicarti, Yugi Muto “ esclamò il faraone, portando l’attenzione su di sé “ Tu sei più di ciò che mostri, eri mio figlio in un’altra vita, non di meno lo sarai in questa”.
Yugi sorrise a entrambi, poi chiese “ Poichè venite dall’aldilà, forse conoscete i miei genitori…gli altri genitori. Potete salutarli per me?“.
“ Ma certo “ rispose la regina abbracciandolo “ Saranno orgogliosi di te come siamo noi “ gli baciò la testa e si allontanò “ Ma’at è e sarà per sempre il tuo guardiano “ poi guardò il figlio maggiore “ Come le divinità egizie sono le tue “.
Atem annuì.
I due consorti sparirono, dissolvendosi davanti agli occhi lucidi dei due ragazzi che si guardarono e scoppiarono a ridere mentre i loro aspetti tornarono normali, lasciando comparire al posto delle tuniche i loro precedenti abiti e lasciando che la pelle tornasse chiara. Anche il puzzle sparì ma non il Sigillo, che rimase a penzolare al collo di Yugi.
Fu allora, che i lamenti del nonno si udirono.
Ricordarono di lui solo in quel momento e corsero dritti verso di lui aiutandolo a rimettersi in piedi “ Santo cielo, che botta che ho preso “ commentò stordito, con la vista doppia che gli destabilizzava l’equilibrio.
“ Come stai, nonno? “ chiese Yugi preoccupato.
“ Bene, credo “ guardò i due nipoti e trovò al collo del piccolo un medaglione dalla provenienza sconosciuta “ Bel pezzo d’oro, hai saccheggiato quella tomba per caso? “.
“ È il Sigillo, nonno “.
Il vecchio annuì “ Ok… come torniamo a casa adesso? “.
Prima che qualcuno potesse rispondere, il Sigillo cominciò a brillare e un altro bagliore luminoso si manifestò, inghiottendo il trio.
 
La luce si manifestò all’interno del sotterraneo e i tre cascarono al suolo con un grido.
“ Maledizione “ imprecò Atem, la cui schiena aveva battuto violentemente contro il suolo duro e impolverato. Erano tornati al punto di partenza, il sotterraneo del tempio “ Siamo nella nostra epoca, vero? “ domandò, anche se l’aspetto malandato del posto era indubbiamente quello di un luogo che aveva visto tempi migliori.
“ Direi di sì “ rispose Yugi mentre si rimetteva in piedi.
Aiutarono il nonno ad alzarsi da terra e insieme si avviarono verso l’uscita, seguendo Yugi che ormai conosceva il posto a memoria.
Quando giunsero all’uscita del tempio, ai piedi della scala, Atem si accorse che fuori era ancora buio. Le stelle erano alte in cielo e la luna piena illuminava il firmamento, ovviamente il gelo della notte colpì le sue ossa adesso infreddolite “ Che freddo, dite che gli altri si sono preoccupati? “.
“ Beh…” Yugi non fece in tempo a rispondere.
Fuori dal tempio si potevano udire gli sghignazzi di tutto il gruppo, soprattutto le urla di Tristan contro Duke che sembravano litigare da diversi minuti su qualcosa che riguardava una secchiata d’acqua finitagli sulla faccia.
Cercando di fare piano, il trio sbucò le teste dal bordo del muro e trovò tutto il gruppo radunato che sopportava la discussione, lamentandosi a loro volta e cercando di placare i due, infatti la faccia di Duke era bagnata fradicia “ D’accordo, ma non era necessario bagnarmi in quel modo “.
“ Ma se sembravi in trance, in qualche modo dovevo fare “.
“ Ragazzi, piantatela “ fu la risposta esasperata di Tea, poco prima che voltasse gli occhi verso di loro “ Atem”.
I due si zittirono mentre il resto del gruppo voltò lo sguardo nella loro direzione. Schiarendo la voce, Atem avanzò per primo su per le scale “ Ehi, che succede? “.
“ Che succede a noi? “ rispose Bakura indignato “ Piuttosto che è successo a voi, siete stati chiusi lì dentro per dieci minuti senza darci alcun segno di vita e… che cosa ti è successo?” indicò il corpo di Atem, su cui erano presenti lividi viola di recente procura e graffi.
Il faraone si guardò il corpo e spalancò gli occhi “ Ah, ehm… “ cercò in fretta una scusa, non poteva dire loro che avevano fatto un viaggio in un’altra dimensione, sarebbe stato troppo lungo e inopportuno così la buttò sulla prima scusa che gli venne in mente, la più plausibile “ Abbiamo trovato il Sigillo dopo una lunga caduta lungo una parete nascosta, per fortuna abbiamo ritrovato il passaggio “.
“ E Aknadin? “ domandò Marik.
“ è sparito, si spera per sempre “.
Un lungo sbadiglio colpì la povera Lizzie “ Ok, possiamo andare a letto adesso? Avrei un po’ di sonno “.
Marik roteò gli occhi al cielo “ Oh povera bambina “ sussurrò a bassa voce, da quando Duke si era ripreso non aveva fatto altro che lamentare di voler andare a dormire senza farlo di concreto, aveva rotto le scatole per venti minuti abbondanti fracassando le orecchie a tutti.
“ Ti ho sentito “ gli lanciò contro un sassolino che lo colpì dritto sulla testa, costringendolo a voltarsi per il dolore.
Anche gli altri protestarono e in breve decisero tutti di andare a dormire.
Anche Atem e Yugi tornarono alle loro tende e quando il ragazzino mise piedi dentro la tenda, la prima cosa che notò fu una carta luccicante posata sul cuscino. Incuriosito si avvicinò e scorse su di essa la figura di Ma’at e sorrise. Posò la carta insieme al suo deck, nello zaino e si mise sotto le coperte con il Sigillo riposto dietro il cuscino e al sicuro.
 
Nel regno delle ombre, Aknadin era in ginocchio al cospetto dello spirito, adirato “ E così ha pensato non solo di tradirmi ma anche di sottrarmi il Sigillo, che adesso hanno comunque loro?” tuonò lo spirito.
“ Padrone, io…”.
“ZITTO!” alzò la voce lo spirito “ Ti avevo avvertito aknadin di non esagerare ma ormai è ovvio che non mi servi più a niente “.
Il sacerdote provò a protestare ma fu inutile.
Lo spirito gli lanciò contro una scarica elettrica che lo fulminò per un tempo impreciso e gli succhiò tutta l’energia cui disponeva. In breve tempo, tra urla strazianti di dolore, Aknadin si dissolse, sparendo nel nulla.
 
 nota dell'autrice.
Yeeeeeeeeeeeeeeeeeeee ho aggiornato in tempi brevi, sì.
Allora buona sera ragazzi miei.
Sono tornata con un nuovo capitolo.
Ho cercato di fare tutto per bene ma ho terminato a quest'ora e sì, per Aknadin avrei dovuto fare di più ma... questo è quanto ho immaginato, alla fine ce lo siamo tolto comunque dalle scatole. Magari lo modifico domani mattina.
spero che vi piaccia e commentate, commentate, commentate.
  
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