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Autore: _Kurama_    07/03/2018    2 recensioni
Ragazzi, ecco a voi il sequel della mia raccolta SS&AS.
Spero apprezzerete! Vi presento un estratto dal prologo:
[...] non sopravviverei ad una vita senza te.» disse senza imbarazzo Shinichi, con lo sguardo puntato verso la bottiglia di birra.
«Neanche io.»
Fu un attimo.
Lui alzò lo sguardo.
Gli occhi di lei brillavano alla luce della lampada.
Lui era stato tormentato da troppi mesi.
Lei era stata in disparte per anni.
Shinichi la guardò negli occhi e la baciò.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Heiji Hattori, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                              .#3. Maieutica

 

 

Strappò un po’ di fili d’erba dal gradino cementato, li piegò, li rigirò, li analizzò e poi rimase ad osservarli mentre volteggiavano nel vento.

Non si era mai definita una persona coraggiosa, ma nemmeno eccessivamente pavida, il suo era semplice istinto di autoconservazione. Egoismo.

Eppure sentiva di aver perso tutto, per l’ennesima volta.

La batosta che Shinichi le aveva dato solo un paio d’ore prima era bastata per toglierle ogni intenzione di mostrare coraggio nelle relazioni, in futuro e anche a disintegrarle il muro che teneva lontani i suoi occhi da quelli di tutti gli altri. Fin quando aveva mantenuto, seppur con qualche crepa, il muro che Shiho aveva costruito aveva reso i suoi occhi, la parte più vera di ognuno di noi, due pozzi freddi, gelidi, imperturbabili, imperscrutabili, misteriosi, affascinanti. Ora in quelle pozze altro non v’erano che lacrime, che davano ai suoi occhi un velo di trasparenza che non aveva mai avuto, c’era malinconia e il forse… dolore?

No, non era dolore quello che c’era nei suoi occhi: era consapevolezza, la consapevolezza di aver perso una parte della sua vita, una parte che per lei era assolutamente indispensabile.

E il rimpianto, lo provava?

No, neanche quello.

Lei non aveva sbagliato a scegliere per sé, era orgogliosa di ciò che faceva, eppure nel suo animo esisteva, inevitabilmente, l’ossimoro tra la nostalgia per la perdita del suo più grande amore e la fierezza verso se stessa per non essersi fatta assoggettare da una cosa effimera come un sentimento.

Ma il sentimento è davvero una cosa effimera?

O siamo noi a renderlo tale?

Siamo forse noi che lo svalutiamo ?

Forse sì, probabilmente è ciò che ha fatto lei.

Ma allora perché, se i sentimenti sono effimeri, lei era lì, di fronte quella casa?

Stava cercando il momento per andare da lui, di nuovo, eppure era come incollata al gradino del portico.

E’ meglio se non ci vediamo per un po’.”

Guardò per terra, strinse un po’ di più le ginocchia al petto, prese un’altra ciocca d’erba tra le dita, bastò poco per ritrovarseli tra le dita, dilaniati. Sorrise, non immaginava che il cuore fosse fragile quanto i fili d’erba.

 

 

 

*

 

 

 

Infilò gli stivali neri e abbottonò meglio il jeans.

Legò i capelli in una treccia e cercò di trovare il coraggio di guardarsi allo specchio. Lo fece e ciò che vide non le piacque affatto. I suoi occhi erano cerchiati di viola, le labbra rinsecchite sembravano spaccarsi ad ogni tentativo di muoverle, la punta del naso era rossissima e i capelli gonfi.

La rabbia sembrò prendere completo possesso del suo corpo e si strappò- facendosi male- il fiocco rosso con il quale aveva annodato i capelli, si tolse la giacca agitando il busto come una furia, quasi si graffiò mentre metteva le mani in faccia.

Scoppiò in un pianto liberatorio e si lasciò cadere sul letto.

Singhiozzava silenziosamente, le braccia tremavano.

Cos’aveva fatto di male per meritare una tale sofferenza?

Forse quella era la sua ricompensa per essere stata meschina.

Meschina.

Era così che si considerava: prima di tutto nei confronti di se stessa. Era convinta di aver seppellito i sentimenti di Shinichi da anni, ormai, eppure era bastato così poco per farla finire in quelle condizioni.

Si sentiva in colpa, terribilmente in colpa. Verso se stessa, verso Shinichi e, soprattutto, verso Shiho.

Era paradossale.

Voleva bene a Shiho, si conoscevano da dieci anni, diamine!

Al bene, però, si è unito il risentimento per il suo abbandono.

Al risentimento si è sostituito, poi, il sollievo: era sollevata, come se si fosse tolta un grosso peso dal cuore; si sentiva libera, per anni aveva creduto che i suoi sentimenti per Shinichi fossero spariti, ma con la partenza di Shiho, il suo amore era raffiorato e il freno posto davanti alla sua coscienza totalmente sparito.

Eppure dopo aver rivisto Shiho, quella mattina, non poté fare a meno di stare male.

Eccolo, il senso di colpa.

Lei l’aveva guardata negli occhi, erano freddi, distaccati, sembrava che la compatissero.

Ran, però, ci vide dell’altro. Ci vide rammarico, dolore, delusione e quei sentimenti non erano per Shinichi, no, erano per lei.

Per quanto si ostinasse a negarlo Shiho le voleva bene e si sentiva tremendamente ferita, ma non dal fatto che Shinichi l’avesse, in un certo senso, “rimpiazzata”, ma che l’avesse fatto con lei.

E lei che provava?

Ran se lo chiese più volte.

Le voleva bene?

No, non era più come prima.

La odiava?

No, se l’avesse odiata non si sarebbe più sentita in colpa.

Cos’era per lei?

Un’amica?

No, non si sarebbe comportata così.

Una conoscente?

No, non poteva banalizzare così ciò che c’era stato tra loro.

Una sorella forse?

Forse.

 

Ran era cosciente di non sapere assolutamente nulla, eppure sentiva di doverla affrontare, di aver qualcosa da chiarire.

Tolse lentamente le mani dal viso.

Smise di piangere.

Si ricompose lentamente.

Una volta andata in cucina poggiò una coperta sulle spalle di suo padre, addormentatosi sul divano, e afferrò la borsa.

Quando fu uscita fuori non si guardò indietro, non aveva nulla da perdere.

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Poggiò le mani sulle ginocchia e fece un po’ di pressione per alzarsi.

Raccolse la tracolla e si passò una mano tra i capelli.

Lentamente percorse i pochi passi che la separavano dalla porta principale e bussò tenendo gli occhi piantati a terra.

 

 

 

*

 

 

“Buongiorno, desidero parlare con la dottoressa Miyano.”

“Buongiorno a lei, al momento non è ancora arrivata, se mi lascia un suo recapito posso farla contattare al più presto.”

“La ringrazio, ma preferisco di no. Potrei aspettarla qui?”

“Certo, la prego di seguirmi, può accomodarsi nella saletta.”

“La ringrazio. Ah, quando arriverà la Miyano la prego di non fare parola della mia presenza qui, è una mia amica e non ci vediamo da molto, vorrei farle una sorpresa.”

 

 

 

*

 

Continuava a torturare la cinghia della sua borsa e a mordersi le labbra, quasi volesse strapparsele.

Non appena sentì la serratura della porta scattare alzò la gli occhi, lucidi ma con una nuova scintilla.

Era stata incerta per troppo tempo, era giunto il momento di vedere le cose per com’erano.

“Shiho!” fu un sospiro.

“Hi, Doc.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice

.

..

..

……

Chiedo umilmente perdono.

Non ho scusanti lo so, ma in questo periodo mi è proprio mancata la voglia di scrivere quindi ho preferito non farlo poiché non me la sentivo di pubblicare una capitolo “tanto per”, soprattutto perché è una long a cui tengo tantissimo.

Non voglio essere prolissa in questa mia nota (anche perché è l’una e mezzo del mattino e io ho la sveglia alle 6 e sono esausta.) però volevo specificare una cosa.

Il titolo del capitolo “maieutica” è l’”arte” del tirar fuori le cose (in senso emotivo, morale e filosofico), l’ho scelto perché in questo capitolo ho tentato di tirar fuori pensieri e sensazioni da due dei personaggi che, secondo me, sono tra i più tormentati interiormente (e anche perché dopo aver letto l’Apologia di Socrate e il Critone non potevo non mettere un titolo filosofico xD).

Eeeeeh beh, nulla guys, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che abbiate un pensiero per me lasciandomi qualche recensione.

Per oggi è tutto.

Passo e chiudo gente!

Un abbraccio

Ross

 

 

P.S.: se volete sapere come io immagino (realmente) Ran e Shiho guardate queste due attrici: Arden Cho (Ran) e Jessica Chastain (Shiho).

Ho sempre voluto dirvelo ma la mia memoria fa cilecca xD.

Buonanotte a tutti ragazzi, vado a infagottarmi nel piumone.

Bye Bye

Ross :D

  
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