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Autore: Bad Devil    08/03/2018    1 recensioni
Mille domande affollavano la sua mente, mille questioni sul come e perché fossero arrivati lì, ma quando la tenebra calò completamente, furono i sussurri a distrarlo.
"Molto maturo da parte tua." Replicò nervoso, ormai quasi del tutto immerso nell'oscurità. Quei cupi sibili avevano completamente pervaso l'ambiente, andando a sommarsi ad un tetro vociare quasi litanico, ripetuto, ostile e terrificante.
"...li senti anche tu?"
[Scriddler / RiddleCrow][Slowbuild relationship][From Enemies to Friends / Lovers (?)][Slash]
[Don't Starve - AU][La lettura non richiede conoscere il videogioco]
Genere: Avventura, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash | Personaggi: L'Enigmista, Scarecrow
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Titolo: “What lurks in the shadows”
Autore: Cadaveria Ragnarsson
Fandom: Batman
Personaggi: Jonathan "Scarecrow" Crane; Edward "The Riddler" Nygma
Pairing: Pre-Scriddler
Genere: Missing Moments, Slice of Life,
Rating: Arancione (per sicurezza, può variare)
Avvertimenti: Don't Starve AU
Disclaimer: I personaggi presenti in questa storia non sono reali, né di mia proprietà. Inoltre sono maggiorenni. Non ho nessun diritto legale su di loro a differenza degli autori e, dalla pubblicazione di questo scritto, non vi ricavo un benché minimo centesimo.

Note: Don't Starve è un videogioco prodotto dalla Klei Entertainment nel quale pochissimi elementi vengono forniti al fine di comprendere la storia vera e propria. Come dice il nome stesso, lo scopo è non morire di fame, mentre tutto quello che il giocatore compie per sopravvivere è vissuto come una scoperta. Per la mia storia ho scelto di utilizzare l'ambientazione del gioco: vi saranno alcuni elementi di riferimento ad esso, ma saranno descritti e vissuti anche dai due sfortunati protagonisti, pertanto non è necessario conoscere la serie per poterla leggere e, spero, apprezzare.



Don't Starve



Quando Edward riaprì gli occhi, fu di soprassalto. Spaesato si guardò intorno, riscoprendosi nuovamente disteso su un vasto e rigoglioso manto d'erba. L'emicrania non lo aveva abbandonato e, inconsciamente, il suo sguardo vagò alla ricerca di Crane. Non sapeva spiegarsi cosa fosse accaduto, né se il doloroso trascorso notturno facesse parte di un incubo o di un ricordo, ma sapeva solamente di non volerlo rivivere per nessuna ragione al mondo. Scorse il dottore solo quando questi riemerse dalla fitta boscaglia, fisicamente provato dagli eventi quanto lui.

"Nygma..." chiamò debolmente, in risposta Edward levò una mano.

"Non chiedermelo, non lo so." Replicò prontamente, alzandosi con fatica. Crane aveva taciuto, dopo, segno che quanto avvenuto la notte scorsa fosse stato reale.

"La notte scenderà a breve. Ci serve un fuoco."

Il rosso non ribatté, alzandosi per seguire Crane ovunque andasse, rimuginando sull'intera faccenda; l'uomo sembrava si fosse procurato già diversi rametti di legno. Avendo tacitamente scelto di accamparsi nel luogo in cui si erano risvegliati, l'uomo aveva più volte fatto ritorno allo spiazzo erboso, depositando i vari materiali. Aveva trovato delle rocce di piccole dimensioni, dei legnetti, ma fu Edward a trovare tre pietre focaie. Un bottino un po' scarno, ma sufficiente per permettergli di accendere un piccolo falò. Al calar della notte entrambi gettavano sguardi nervosi al circondario, volgendoli poi l'uno sull'altro. Fu Edward, tuttavia, a spezzare il silenzio.

"Siamo morti, non è vero?" Sussurrò, quasi temesse la risposta. Crane dischiuse le labbra ma non replicò. Non poteva affermarlo con certezza, ma se persino Edward aveva questo sentore, allora erano entrambi della stessa opinione: quella cosa nell'oscurità li aveva massacrati entrambi.
Con l'approcciarsi dell'oscurità, fu il rosso a tentare di preparare un falò. Aveva sfregato legnetti e pietre e, non senza difficoltà, era riuscito a provocare una scintilla e ad alimentare un debole fuocherello. Non fu semplice, né immediato, ma quando scese la notte furono pronti.
Si erano entrambi seduti intorno al fuoco, alimentandolo ogni qual volta la fiamma rischiasse di indebolirsi e spegnersi. Tutto intorno a loro regnava il silenzio, ma i sussurri sembravano lontani. "...hai qualcosa da mangiare?" Domandò il ragazzo, senza distogliere lo sguardo dal fuoco. Crane scosse la testa.

"Ho visto dei conigli, potremmo prenderne un paio domani." Edward sospirò sconfortato. L'idea di cacciare, con ciò che ne conseguiva, non lo entusiasmava.

"Non abbiamo alternative, immagino." Replicò infine, sconfitto.

Quando giunse l'indomani si alzarono alle prime luci dell'alba, incamminandosi ben presto verso le tane che Crane aveva trovato il giorno prima. Vi era solo una parola nella mente di Edward per descrivere la situazione: ridicolo. Se non Crane che inseguiva i poveri conigli, fino a schiantarsi sulle loro buche alla loro fuga, sentire i loro strilli terrorizzati era decisamente, amaramente, buffo. Edward aveva rinunciato da un po' al compito, seduto su una roccia poco distante per ammirare le strabilianti tecniche di caccia del dottore.
"Guarda, Crane. Ce ne sono ancora tre che non hai spaventato a morte." Lo derise, portandosi una mano allo stomaco. "Comunque il cento per cento in più di quanti ne abbia spaventati tu." Replicò seccato l'uomo, scattando verso l'ennesimo coniglietto e lanciandosi contro di lui. Riuscì a prenderlo, ma nell'impatto col terreno la bestiola ebbe il tempo di saltar dalle sue braccia, darsi slancio sul volto dell'uomo e finalmente raggiungere la tana.
La camicia una volta bianca del dottore, ora era qui e la sporca di terriccio, ma la sua espressione seccata era impagabile. Aveva regalato un'occhiata torva alla tana del coniglio che più degli altri aveva osato umiliarlo, solo per poi incamminarsi verso Edward.

"Pensi di fare qualcosa oltre a startene seduto a sputar sentenze?"

Le labbra di Edward si arricciarono in un sorriso.
"E privarmi di tutto il divertimento? Oh, Jon..."

"Beh divertiti pure, ma di questo passo moriremo di fame." Sentenziò l'uomo superandolo. Edward si impettì.

"Non che lanciarmi a peso morto su degli animali possa risolvere la situazione. Ci servirebbe un'arma... o delle trappole."

"Già, vai a comprarne un paio." Lo schernì, avanzando.

Edward sospirò. "Se riuscissimo a procurarci qualcosa... tipo della paglia, forse potrei provare a costruirne una. Sarà un po' rudimentale, ma-"

"Hm. Puoi essere meno produttivo di star seduto ad intrecciare paglia tutto il giorno?"

"Se hai un'idea migliore - cosa di cui, francamente, dubito - sono tutto orecchi!"
Crane gli riservò un'occhiataccia, proseguendo lungo il sentiero. Edward lo rincorse a passo svelto, seccato.
"Chiaramente. Come immaginavo. Beh, mentre tu salterai tra un coniglio e l'altro come il proverbiale sciocco che sei, io fa-" un piccolo ammasso di terra gli impedì il passo. Un misero, piccolo, insignificante mucchietto di terra lo aveva bloccato, facendolo cadere in avanti e di faccia sul prato. Crane si era voltato, allo strillo che aveva preceduto il tonfo, inarcando un sopracciglio divertito.

"Ti prego... ti prego, continua a tessere le tue lodi!"
Lo provocò, mal trattenendo una risata soddisfatta, ma Edward si era portato una mano al volto per ripulirlo dal terriccio, ostentando indifferenza e superiorità. Volse quindi lo sguardo sulla causa del proprio impedimento, scoprendo una piccola talpa, ora ribaltata. Le labbra si dischiusero in un ghigno.

"Nygma 1, Crane 0." Decretò fiero, raccogliendola in mano e torcendole il collo. Crane rise più forte.

"Sei INCIAMPATO su una talpa?!"

"Nygma 1, Crane 0!" Ripeté a voce più alta.

Jonathan continuò a punzecchiarlo per tutto il tragitto fino al luogo in cui erano accampati e, una volta acceso il fuoco, Edward porse la loro preda al chimico.

"Uhm?"

"Va scuoiata e preparata. Non intendo mangiarla cruda."
Lo sguardo di Jonathan oscillava tra lo stupito e il confuso.

"E vuoi che lo faccia io, perché...?"

"È la mia talpa. Fa la tua parte e potrai averne un pezzo." Jonathan rimase in silenzio, prendendo la talpa e alzando il braccio con cui la reggeva, portandola fuori dalla portata del più giovane.

"Ora è la mia talpa e posso farne ciò che mi pare." Gli fece notare. Lo sguardo oltraggiato di Edward gli strappò un ghigno.

"È la MIA talpa, Jonathan! L'ho catturata io!"

"Ci sei inciampato sopra perché sei troppo scoordinato per camminare e parlare insieme." Ribatté. Edward ringhiò frustrato, provando a scattare per afferrarla, approfittando di un suo attimo di distrazione, ma fallì miseramente nel tentativo.

"Altissimo bastardo." Mormorò a mezza voce.

Crane lo squadrò con superiorità. "Sii gentile Edward... affila una pietra in modo da poter scuoiare il mio pranzo." Il solo pensiero lo disgustava. Pensare di dover tagliare la sua pelle, sporcarsi le mani e... e... Con una smorfia disgustata Edward si sedette al falò, iniziando a scegliere le pietre adatte allo scopo.

"Procurami della paglia, almeno. Pensi di poter fare almeno quello?" Jonathan rimase divertito dall'ostinato orgoglio che il ragazzo continuava a mantenere, decidendo di non stuzzicarlo ulteriormente.

"Vedrò cosa posso fare."

Gran parte della giornata trascorse a quel modo, con il continuo andirivieni di Crane che portava le risorse richieste, insieme a pietre e legnetti, e Edward che aveva affilato diverse pietre per poter creare delle basi per degli utensili. Verso il tardo pomeriggio, il chimico aveva preso in mano la situazione e preparato la talpa per poter essere cucinata. Avevano infilzato i bocconi su dei bastoncini e con molta attenzione (e un paio di piccoli incendi) erano riusciti ad arrostirla per potersi finalmente sfamare. Crane aveva consumato il pasto in silenzio, mentre Edward, visibilmente disgustato, aveva fatto il difficile, commentando quanto tutto quello fosse barbaro. Rosicchiava la sua carne con incertezza, studiandola con i grandi occhi verdi solo per poi morderla e ingoiare con difficoltà.

“Ci sono anche una manciata di semi. Puoi prenderli, se vuoi.” Gli propose il dottore, avendo già in mente di provare a cuocerli per rimpinguare un po’ la propria porzione.

“Mh mh.” Asserì Edward. “Cosa sono, un uccello?”*

L’uomo roteò gli occhi, seccato, decidendo comunque di non insistere né rimproverare l’altro. Ormai stava per calare la tenebra e, per quanto entrambi non fossero entusiasti della situazione, Jonathan iniziò a comprendere quanto fosse necessario cooperare per riuscire a sopravvivere. Non aveva importanza quanto avessero camminato, da nessuna parte sembrava esservi traccia di civiltà. Edward riuscì a sorprenderlo, quella sera, mostrandogli con discreta fierezza come fosse riuscito a limare una pietra da un lato.

"Che cosa sarebbe?" Domandò il chimico. Edward sorrise.

"Credo di poter creare una specie di ascia. Un po' rudimentale ma..."

"Potremmo prendere della legna. Bella idea." Lo lodò. Il rosso si ritrovò spiazzato da quelle parole, ma non di meno si ritrovò a sorridere candidamente, dissimulando per afferrare qualche ciuffo di paglia e iniziare a intrecciarla per formare della corda sottile, ma resistente. Non si era mai ritrovato in una situazione del genere, non era mai stato un boyscout né si era mai documentato particolarmente sulla sopravvivenza all'aperto, ma era bravo ad adattarsi e intelligente a sufficienza da utilizzare le poche risorse in possesso a proprio vantaggio.
La notte scese e ancora una volta fu il fuoco a tenerli al sicuro. Crane ne ebbe la conferma, testando la propria teoria e allontanandosi dal falò quanto sufficiente per l'oscurità di divorarlo. I sussurri si erano manifestati nuovamente, ad intensità crescente, ma al primo dolorosissimo contatto con la tenebra e prima che potesse nuocergli nuovamente, l'uomo era tornato all'accampamento. Edward era rimasto ad intrecciare fili di paglia, in attesa del dottore, e alla vista della ferita sanguinante sul suo braccio, a conferma del pericolo, sospirò sconfortato.

"Quindi non è stato un incubo... siamo davvero morti." Disse, considerando la cosa "...questa storia non ha senso! Che razza di posto è questo?! Come siamo tornati in vita?! Perché?! Come diamine siamo arrivati qui?!" Sbottò, gettando con rabbia a terra la cordicella di paglia che stava intrecciando. Le sue domande erano tutte prive di risposta, ma riconoscendo la paura nella voce del ragazzo, il dottore decise di provare a calmarlo, contenendo la crisi.

"Edward."

Chiamò con tono fermo, avvicinandosi. La ferita sul braccio bruciava, ma non sembrava richiedere particolari attenzioni, non che potesse occuparsene comunque. Si sedette a terra accanto al ragazzo, posandogli la mano intatta sulla spalla.

"Non ho idea di cosa stia succedendo, ma se qualcuno può venirne a capo, quello sei tu. Cerchiamo di concentrarci sulla sopravvivenza, collaboriamo e cerchiamo un modo per andarcene da qui il prima possibile."

Edward osservò la mano dell'uomo, volgendo poi lo sguardo ai suoi occhi. Sospirò e si portò le mani al volto per iniziare a dare un senso ai propri pensieri, espirando più volte per calmarsi. Crane aveva ragione, non serviva a nulla perdersi d'animo e tormentarsi, eventualmente sarebbero riusciti a capirci qualcosa, in un modo o nell'altro.

"Va bene... va bene." Sussurrò, rialzando lo sguardo su di lui e forzando un sorriso.
"Il primo che trova una via di fuga, porta con sé l'altro?" Propose, tendendo una mano per suggellare l'accordo. Crane non esitò e la strinse nella propria.

"Affare fatto."

Entrambi non riuscirono a prender sonno nemmeno quella notte, ma il loro unico conforto era quello di non essere soli in quell’incubo senza uscita.




Continua...
Cadaveria Ragnarsson




Note:
*“Ci sono anche una manciata di semi. Puoi prenderli, se vuoi.”
“Mh mh.” Asserì Edward. “Cosa sono, un uccello?”
E' una citazione.
Giocando a Don't Starve Together (il multiplayer) sono stata così gentile (as Wigfrid) da portare del cibo al mio gruppo di ingrati. Era inverno, la carne scarseggiava e ho avuto la fortuna di trovare dei semi per la mia amica (as Maxwell).
La sua risposta è stata quella che potete leggere e ammirare. =w=
Grazie a tutte le persone che hanno letto fino a qui, e grazie a La Dama di Picche per aver commentato e per seguirmi sempre <3


CadaveriaRagnarsson
  
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