Fumetti/Cartoni americani > Batman
Segui la storia  |       
Autore: Bad Devil    21/03/2018    1 recensioni
Mille domande affollavano la sua mente, mille questioni sul come e perché fossero arrivati lì, ma quando la tenebra calò completamente, furono i sussurri a distrarlo.
"Molto maturo da parte tua." Replicò nervoso, ormai quasi del tutto immerso nell'oscurità. Quei cupi sibili avevano completamente pervaso l'ambiente, andando a sommarsi ad un tetro vociare quasi litanico, ripetuto, ostile e terrificante.
"...li senti anche tu?"
[Scriddler / RiddleCrow][Slowbuild relationship][From Enemies to Friends / Lovers (?)][Slash]
[Don't Starve - AU][La lettura non richiede conoscere il videogioco]
Genere: Avventura, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash | Personaggi: L'Enigmista, Scarecrow
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo: “What lurks in the shadows”
Autore: Cadaveria Ragnarsson
Fandom: Batman
Personaggi: Jonathan "Scarecrow" Crane; Edward "The Riddler" Nygma
Pairing: Pre-Scriddler
Genere: Missing Moments, Slice of Life,
Rating: Arancione (per sicurezza, può variare)
Avvertimenti: Don't Starve AU
Disclaimer: I personaggi presenti in questa storia non sono reali, né di mia proprietà. Inoltre sono maggiorenni. Non ho nessun diritto legale su di loro a differenza degli autori e, dalla pubblicazione di questo scritto, non vi ricavo un benché minimo centesimo.

Note: Don't Starve è un videogioco prodotto dalla Klei Entertainment nel quale pochissimi elementi vengono forniti al fine di comprendere la storia vera e propria. Come dice il nome stesso, lo scopo è non morire di fame, mentre tutto quello che il giocatore compie per sopravvivere è vissuto come una scoperta. Per la mia storia ho scelto di utilizzare l'ambientazione del gioco: vi saranno alcuni elementi di riferimento ad esso, ma saranno descritti e vissuti anche dai due sfortunati protagonisti, pertanto non è necessario conoscere la serie per poterla leggere e, spero, apprezzare.



Crawling Horror



Edward era completamente impazzito.
Non vi erano mezzi termini per definire la questione, non secondo Crane. Dopo gli sgradevoli incontri alla palude e il ritrovamento del libro, da cui il rosso era diventato praticamente inseparabile, questi era cambiato. Era diverso, smarrito. Lo sguardo, isterico, si perdeva in punti lontani, come minacciato da qualcosa che solo lui poteva vedere o percepire, mentre in alcune occasioni il dottore lo aveva scoperto mentre rispondeva sottovoce a dio solo sa cosa. Era, francamente, inquietante, specie se detto da un uomo che aveva fatto della paura altrui una propria forza.
In più occasioni lo aveva visto rivolgere occhiate disgustate a dei conigli, rimarcando come facesse ad esistere qualcosa di tanto disgustoso, quando fino a pochi giorni prima non aveva espresso nessun parere ostile nei loro confronti. Ma erano, di fatto, disgustosi, visto che ai suoi occhi si presentavano come informi e ispidi batuffoli di pelo nero, ringhianti nella loro codardia. Non aveva condiviso la descrizione col dottore, certo che non gli avrebbe creduto, ma ad entrambi era chiaro che qualcosa fosse cambiato.

"Il cielo è così grigio... Credo che pioverà." Aveva detto mesto, accompagnando ancora una volta l'uomo a procurarsi del legname. Crane si era posato la rudimentale ascia sulla spalla, volgendo lo sguardo al cielo. Un blu così terso e limpido da far sperare in giornate di sole interminabili.

"Non direi." Gli disse, dubbioso ma sicuro della propria affermazione. Edward si era puntellato un fianco, piantando la staffa d'osso in terra.

"Come sarebbe? È terribile, fa schifo." Aveva ribattuto con decisione.

"Di che colore ho gli occhi, Edward?"
Questi, spiazzato dalla domanda, aveva soffocato una risata imbarazzata contro la propria mano.

"Se pensi sia il momento di flirtare..."

"Sono serio." Ribatté il dottore, certo che quel cielo fosse dello stesso colore delle sue iridi. Così pulito e innocente, così atipico e antisonante su una persona come lui.

Edward aveva aggrottato le sopracciglia alla domanda. Sapeva di che colore fossero i suoi occhi: celesti, tendente al blu. Rimase colpito nel constatare che fossero effettivamente dello stesso colore di quel cielo, grigi e spenti.

"Va tutto bene?"

"Io-"

"Sto cercando di essere gentile, Edward. Sappiamo entrambi che qualcosa non va, quindi smetti per un momento di offendere la mia intelligenza e dimmi cosa cazzo ti sta succedendo."
Il ragazzo aveva stretto le labbra, piccato e spalle al muro, conscio di non poter più negare.

"Non lo so... potrebbe essere la mancanza di sonno..." tentò di giustificare, ma Crane lo smentì subito.

"Anche io non dormo, ma non vedo i conigli come viscide creature del sottosuolo" citò.
"Non mi guardo intorno come se fossi inseguito dal demonio."

"...sono le ombre. Sono... sono ovunque! Da giorni mi perseguitano. Strisciano intorno a me... si formano, e deformano... si avvicinano, ma non abbastanza. Sono come quelle del libro... William Carter ha scritto un mucchio di appunti tra le pagine... le ha disegnate e definite."

"Il libro, ma certo." Lo assecondò Crane, portandosi la mano libera a massaggiare una tempia.

"I Crawiling Horror... sono... sempre lì, in attesa."

"Quel dannato libro, avrei dovuto gettarlo via o bruciarlo!"

"Perché lo odi così tanto?!" Sbottò il rosso, non riuscendo a comprendere come un amante della lettura e un accumulatore di libri come Crane potesse manifestare così tanto odio verso uno di essi.

"Perché sono giorni che continui a leggere da un libro vuoto, Edward! Le pagine sono bianche!"
Il ragazzo non replicò subito, soppesando le parole.

"Stai mentendo."

"Quel libro è completamente bianco!" Insistette il dottore. "Da quando lo hai preso stai peggiorando. Stai male, Edward. Getta via quel coso." Insistette. Il ragazzo, tuttavia, sembrava non volesse nemmeno considerare l'idea.

"Mi stai prendendo in giro. Tu non-" non aveva senso, però. Crane non era il tipo da farsi scrupoli nel distorcere la realtà per nuocere al prossimo, ma non lo credeva capace di osare tanto in una situazione tanto drammatica come la loro.
Sarebbe stato controproducente, immotivato.

"Pensi che la tua noia possa dissiparsi in questo modo?" Gli domandò con un ghigno crudele.
"Dovrai fare un di meglio, per raggirarmi."

"Dammi quel libro."

"No."

"Quel libro finirà in cenere, anche se per farlo dovessi strapparlo dalle tue fredde e morte mani!" Minacciò.

"No." Insistette. "È utile, pieno di informazioni su questo posto, non-"

"Finirà con l'ucciderti! Non hai ancora capito che in questo posto non puoi fidarti di nulla?"

"Guarda Chester." Fu la replica del rosso.
"A dispetto delle apparenze, ci ha arrecato più beneficio, che danno."

"Perché non andiamo alla palude a dare il beneficio del dubbio anche al tuo amico Dagon? Mh?" Lo provocò.

"È diverso."

"No, non lo è. Sei solo troppo accecato dalla voglia di conoscenza, per ammettere che ho ragione."

Ad un tratto, però, lo sguardo del ragazzo esitò a lungo oltre le spalle di Crane. Sembrava intimorito, mentre alla cieca la sua mano ricercava e stringeva la presa sulla mazza chiodata d'ossa.
Crane non fu certo di quel che vide, dopo. Se non Edward menare fendenti contro il nulla, era sicuro di aver scorto, in qualche modo, una grossa massa oscura e spinata superarlo per avvicinare il ragazzo. Era grossa, ma non davvero reale, forse intangibile; un ombra in pieno giorno. Doveva averlo colpito, ad un certo punto, dissolvendosi dinnanzi a lui solo per potersi riformare e attaccare nuovamente dalle sue spalle. Edward aveva continuato ad attaccare, agguerrito e spaventato come non mai, agitava l'arma senza sosta, pronto a difendere la propria vita ad ogni costo. Si fermò soltanto diversi istanti dopo, sotto lo sguardo incredulo di Crane, alla vista di un paio di leggere e all'apparenza soffici masse nere che avevano trovato il suolo. Definirle solide era errato; sembravano essere gelatinose, liquide, seppur compatte nella loro massa. Traslucide come la creatura, ma decisamente più tangibili. Edward le scorse a terra e rivolse un sorriso al dottore.

"Nightmare Fuel." Aveva sussurrato, con ora un ghigno folle dipinto sul bel viso.

“Che cos’era?” Riuscì a domandargli Crane diversi istanti dopo, ancora fermo a processare l’ultimo avvenimento. Doveva esserci stato qualcosa, vista la sostanza in terra; doveva esserci stato qualcosa di minaccioso, a pochi metri da lui: Edward la aveva attaccata. Lui, però, non era certo di averla scorta sul serio.
Il ragazzo si era chinato in avanti, raccogliendo sul proprio palmo quella grossa massa oscura, soffice e leggera come schiuma, ma che dentro di sé sembrava potesse racchiudere un immenso e tremendo potenziale.

"Ci credi ora?" Gli domandò con malizia, mostrando la sostanza all’uomo. Lo sguardo era smarrito, forse più di prima, perso in quel venefico liquame.
“Il Codex Umbra può esserci davvero utile...” aggiunse in un soffio.

“Edward-”

“Tutto qui appartiene alle ombre.” Aveva detto, quasi profetico.
“Anche tu ed io.”

“Stai vaneggiando. O queste grandi perle di saggezza vengono da quel tuo amato libro?” lo provocò il dottore, in parte non entusiasta nel dare supporto a quello che poteva solo essere definito come delirio.

“E’ il Loro gioco, ma forse alla fine vinceremo noi.” Replicò ancora il ragazzo, mostrando il Nightmare Fuel nel suo palmo.
Prima che le sue labbra si schiudessero ancora, Crane le aveva colpite con forza con un pugno. Edward aveva accusato malamente il colpo, forte al punto da voltargli il capo. Con dignità si era portato le dita alle labbra, scoprendole bagnate di sangue.

“A cosa devo questo eccesso di civiltà, Jonathan?” Aveva domandato freddamente, a disagio.

“Al fatto che stai delirando, Edward.” Ripeté seccato.
“Ho tollerato questa insensatezza troppo a lungo, non intendo-”

“Hai detto lo stesso delle ombre.”

“Scusa?”

“Hai detto lo stesso delle ombre.” Ripeté.
“Due sere fa; le hai definite insensatezza, hai insinuato che fossi stanco, che me lo stessi immaginando, ma hai visto con i tuoi occhi ora-”

“Non lo so cosa ho visto.” Lo smentì subito il dottore, ancora consumato dal dubbio.
“So solo che questo libro finirà in cenere al più presto, con o senza il tuo permesso.”

“Non puoi bruciare la conoscenza, Jonathan.”

Il dottore si trovava in una brutta posizione. Non si sarebbe mai aspettato di trovarsi dalla parte di chi rispondeva alle verità scomode col fuoco, ma qual era l’alternativa? Permettere a Edward di andare ancora più a fondo e farsi risucchiare anima e corpo in quella follia? No... Non che gli importasse particolarmente, poi, ma nemmeno l’idea di ritrovarsi solo in quel mondo ostile lo entusiasmava. Aveva sempre accolto di buon grado la solitudine; vi era cresciuto e si era plasmato in essa e con essa, senza timori o rimpianti, ma Edward? Aveva bisogno di lui, non sarebbe stato in grado di badare a se stesso nemmeno un istante, non nello stato mentale in cui al momento restava. Sospirò per calmarsi, estraendo poi un fazzoletto di stoffa dalla tasca dei pantaloni, intatto. Aveva messo via la legna raccolta quel pomeriggio, mediamente soddisfatto per aver rimpinguato le loro risorse per i giorni a venire.

“Torniamo indietro. Lungo il sentiero c’era un fiume.” Gli disse, disinteressato.
“Vai a darti una ripulita.”

Estrasse la staffa d’osso da terra, portando con sé Chester e le loro risorse, lasciando Edward qualche metro più indietro.
Il ragazzo sorrise appena, passando gentilmente la stoffa di quel fazzoletto contro la propria pelle lesa, seguendo il dottore verso il loro accampamento.
Ancora non capiva, pensò, bisognava dargli tempo.

Avrebbe ammirato con i propri occhi la grandezza e il potenziale delle incarnazioni d’ombra.




Continua...
Cadaveria Ragnarsson




Note:
Grazie a tutte le persone che hanno letto fino a qui, e grazie a La Dama di Picche per aver commentato e per seguirmi sempre <3


CadaveriaRagnarsson
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Batman / Vai alla pagina dell'autore: Bad Devil